Le vibrazioni di una trave curva sottoposta all'azione di un veicolo in movimento sono fenomeni complessi che coinvolgono sia le risposte verticali che quelle torsionali. Tali vibrazioni possono essere classificate principalmente in due categorie: fuori piano e in piano. Le equazioni del moto per una trave curva, che include l'influenza di un veicolo in movimento, sono espresse come segue. Considerando un veicolo di test che si sposta a una velocità vv, il centro di massa del veicolo è posto al punto medio dell'asse rigido, con la distanza tra le due ruote definita come dd.

Nella trattazione delle vibrazioni fuori piano, le equazioni del moto verticale e torsionale per la trave curva, che si trova sotto l'azione di un veicolo in movimento, possono essere scritte come nel modello proposto da Yang et al. (2001). In queste equazioni, i termini includono forze di contatto, momenti torcenti e altre grandezze fisiche che caratterizzano il comportamento della trave e del veicolo. La soluzione di queste equazioni fornisce informazioni sulle deformazioni verticali e torsionali della trave durante il passaggio del veicolo.

In particolare, si assume che la massa del veicolo sia trascurabile rispetto alla massa della trave, il che implica che l'effetto inerziale del veicolo sulla risposta della trave possa essere ignorato. Questo approccio semplifica notevolmente la formulazione delle forze di contatto tra le ruote del veicolo e la trave stessa. Le forze di contatto vengono espresse in termini di accelerazione gravitazionale e della velocità del veicolo. Inoltre, il comportamento della trave sotto carico è descritto attraverso l'uso della sovrapposizione modale, una tecnica che consente di rappresentare il movimento verticale e torsionale come una combinazione di modalità proprie della trave.

Le modalità di vibrazione della trave sono determinate dalle condizioni al contorno e dal accoppiamento tra le risposte verticali e torsionali. Il comportamento della trave viene quindi descritto da funzioni di spostamento che dipendono da parametri modali, tra cui la frequenza e l'ampiezza della vibrazione. La soluzione generale delle vibrazioni della trave si ottiene combinando soluzioni omogenee e particolari delle equazioni del moto, che permettono di ottenere espressioni per gli spostamenti verticali e torsionali in funzione del tempo e delle coordinate spaziali.

Per le vibrazioni in piano, invece, vengono considerate le equazioni del moto assiale e radiale, che descrivono il movimento della trave sotto l'azione di un veicolo in movimento. In questo caso, le forze di contatto risultano legate alla risposta radiale della trave, mentre le deformazioni assiali sono governate da altre equazioni che coinvolgono le proprietà elastiche della trave e la geometria del sistema. Anche in questo caso, si assume che il comportamento dinamico del veicolo non influisca direttamente sulla risposta in piano della trave, ma influenzi piuttosto le forze di contatto tra il veicolo e la struttura.

Oltre a quanto descritto, è cruciale comprendere che le soluzioni ottenute per le vibrazioni della trave sono valide sotto determinate ipotesi semplificative. In particolare, il modello presuppone che il veicolo sia relativamente leggero rispetto alla trave, il che consente di trascurare gli effetti inerziali del veicolo. Inoltre, le forze di contatto vengono trattate come forze concentrate, senza considerare la distribuzione più complessa che potrebbe derivare da un'interazione più dettagliata tra il veicolo e la trave.

In generale, un aspetto fondamentale nella comprensione di queste vibrazioni è la relazione tra la velocità del veicolo e la frequenza naturale della trave. La velocità del veicolo influisce direttamente sulle modalità di vibrazione della trave, e il comportamento dinamico della struttura può variare significativamente in funzione di parametri come la velocità di carico e le caratteristiche proprie della trave stessa.

È altresì essenziale capire che le vibrazioni fuori piano e in piano non sono fenomeni indipendenti, ma interagiscono tra loro, influenzando la risposta complessiva della trave. Questo accoppiamento tra le vibrazioni verticali e torsionali può comportare una risposta complessa, che deve essere analizzata in modo integrato per ottenere una descrizione accurata del comportamento strutturale.

Qual è l'elemento VBI per il veicolo a due assi e come viene utilizzato nell'analisi dinamica?

L'elemento VBI per veicolo a due assi che considera l'effetto della sospensione, descritto nei capitoli 9 e 10, è essenziale per l'analisi del comportamento dinamico di veicoli in movimento su ponti. La formulazione matematica di questo elemento, come illustrato nella figura D.1, si basa su un sistema complesso che combina la massa, il damping e la rigidità degli elementi del ponte e delle sospensioni del veicolo, nonché il loro effetto reciproco. La dinamica del veicolo e del ponte può essere descritta da un sistema di equazioni che tiene conto di molteplici forze in gioco, come quelle applicate dai pneumatici sulle superfici stradali e quelle trasferite dal movimento del veicolo stesso.

Il sistema di equazioni che definisce il movimento del veicolo, in particolare l'elemento VBI, include variabili come la posizione verticale del veicolo, l'angolo di rotazione del veicolo, le deformazioni del ponte e le reazioni alle sollecitazioni imposte dalla massa e dalla velocità del veicolo. I termini complessi come le matrici di massa, damping e rigidità [Mbf], [Cbf], e [Kbf], rappresentano le interazioni tra il ponte e le sospensioni del veicolo attraverso i punti di controllo (CP) nei rispettivi elementi del ponte. Questi punti di controllo sono utilizzati per calcolare gli spostamenti relativi dei vari componenti del sistema.

L'equazione del moto che governa l'interazione tra il veicolo e il ponte tiene conto di tutte le forze applicate durante il movimento, inclusi i termini di rigidità e smorzamento, che influenzano la risposta dinamica del sistema. La formulazione considera anche la dipendenza dal tempo delle variabili coinvolte, come le accelerazioni e le velocità relative dei vari elementi del veicolo e del ponte. La risposta dinamica del sistema può essere ottenuta risolvendo numericamente questo sistema complesso, che implica l'uso di metodi avanzati di simulazione come il metodo delle differenze finite o il metodo degli elementi finiti.

Inoltre, la simulazione dell'interazione veicolo-ponte non si limita solo alla comprensione della deformazione del ponte. Essa consente anche di prevedere come la struttura del ponte risponde a sollecitazioni dinamiche, come quelle generate da veicoli in movimento, specialmente per ponti sottoposti a traffico pesante o a velocità elevate. Il comportamento del ponte sotto carico dinamico dipende non solo dalla struttura del ponte stesso, ma anche dalle caratteristiche del veicolo, come il tipo di sospensione, la velocità di spostamento e il peso del carico.

Un altro aspetto fondamentale da comprendere è l'importanza delle matrici di massa e di rigidità. La matrice di massa [M], ad esempio, rappresenta come la massa del veicolo e la sua distribuzione influenzano la risposta del sistema, mentre la matrice di rigidità [K] descrive come il ponte e il veicolo oppongono resistenza alla deformazione quando sono sottoposti a sollecitazioni. Questi parametri devono essere calcolati accuratamente per garantire che la simulazione sia rappresentativa del comportamento fisico reale.

La considerazione dell'effetto della sospensione è altrettanto cruciale. La sospensione del veicolo agisce come un filtro per le vibrazioni trasmesse dal ponte, riducendo le forze che si propagano lungo la struttura del veicolo e influenzano il comportamento del ponte. La modellizzazione accurata delle forze di sospensione aiuta a prevedere con maggiore precisione come il veicolo influenzerà la risposta dinamica del ponte.

Per un'analisi ancora più completa, è necessario considerare anche l'effetto della velocità e dell'accelerazione dei veicoli. Questi fattori sono determinanti nella previsione delle vibrazioni indotte da veicoli in movimento e nel determinare come le forze di interazione tra il veicolo e il ponte si evolvono nel tempo. La velocità del veicolo influenza direttamente la natura delle vibrazioni, poiché l'energia cinetica del veicolo viene trasferita al ponte durante il passaggio.

L'importanza di questa analisi diventa evidente quando si considerano le condizioni operative reali. Le simulazioni e i modelli matematici come quelli descritti sono strumenti fondamentali per ingegneri e progettisti, che devono garantire la sicurezza e l'affidabilità delle infrastrutture stradali, in particolare nei contesti di traffico intenso o condizioni atmosferiche estreme. Essi consentono di ottimizzare il design delle strutture, minimizzare i danni a lungo termine e migliorare il comfort dei passeggeri.

Il modello VBI per il veicolo a due assi, sebbene complesso, è essenziale per comprendere e predire il comportamento dinamico dei veicoli su ponti, e rappresenta una parte fondamentale della progettazione e della manutenzione delle infrastrutture di trasporto moderne. Una corretta implementazione di questo modello contribuisce a migliorare la sicurezza delle strade, la durata dei ponti e il comfort del trasporto.

Come si calcolano le risposte di contatto per un veicolo a due assi e il loro ruolo nell’analisi modale di un ponte

La determinazione delle risposte di contatto tra un veicolo a due assi e una struttura, come un ponte, si basa su un’analisi complessa che coinvolge la scomposizione modale e l’equilibrio dinamico del sistema veicolo-struttura. La coordinata modale qb,n(t) della struttura viene risolta mediante il metodo di Galerkin: inserendo l’espressione modale nella formulazione dinamica e sfruttando l’ortogonalità delle funzioni seno si ottiene un sistema di equazioni modali risolvibili con condizioni iniziali nulle. Il risultato consente di ricostruire lo spostamento u(x,t) della trave del ponte come somma delle componenti modali, ciascuna modulata nel tempo dalla dinamica del veicolo in movimento.

Nel contatto, la deformazione locale dovuta al passaggio degli assi si descrive con la funzione ucj(t), che dipende dalla posizione temporale del contatto lungo la struttura, espressa in funzione della velocità e del tempo di passaggio di ciascun asse. La soluzione analitica dell’accelerazione di contatto ücj(t), ottenuta derivando due volte rispetto al tempo, rappresenta un riferimento fondamentale per validare le procedure di calcolo numerico e sperimentale.

L’approccio utilizzato privilegia le risposte di contatto rispetto a quelle del veicolo stesso, poiché ciò consente di eliminare la componente di disturbo delle frequenze proprie del veicolo nell’analisi spettrale delle vibrazioni del ponte. Questo filtro naturale è cruciale per una precisa identificazione delle modalità di vibrazione della struttura. Tuttavia, le risposte di contatto non sono misurabili direttamente, dato che i punti di contatto si muovono insieme al veicolo, per cui devono essere ricavate retroattivamente dalle misure di accelerazione rilevate a bordo tramite appositi sensori.

Per un veicolo a due assi dotato di due sensori di accelerazione (ad esempio seismometri) montati sul corpo rigido del veicolo, la misura simultanea delle accelerazioni verticali frontale e posteriore permette di ricostruire il moto verticale e l’angolo di rotazione del corpo stesso. Le equazioni di moto verticali e rotazionali includono smorzamenti e rigidezze relative agli assi anteriori e posteriori, riflettendo una modellazione più completa rispetto ai modelli monocarrozza. Derivando e riorganizzando queste equazioni si ottengono formule per le accelerazioni di contatto delle ruote anteriori e posteriori in funzione delle accelerazioni verticali e rotazionali del veicolo.

L’integrazione numerica di queste equazioni, con assunzione di condizioni iniziali nulle, consente di risalire alle accelerazioni di contatto discrete, compatibili con i dati campionati dai sensori a bordo. Le funzioni Gf(t) e Gr(t), che agiscono come termini di forzamento, dipendono esclusivamente dalle caratteristiche dinamiche del veicolo e dalla risposta misurata, ma non da quelle del ponte. Ciò rende la metodologia generalizzabile a diversi tipi di strutture e valida per applicazioni sperimentali in campo reale, come ampiamente dimostrato.

La ricostruzione delle forme modali del ponte parte dall’analisi di queste risposte di contatto tramite tecniche avanzate di elaborazione del segnale. In particolare, la Decomposizione Modale Variazionale (VMD) viene impiegata per separare il segnale di contatto in componenti a banda limitata, facilitando l’identificazione delle frequenze caratteristiche del ponte. Successivamente, la Trasformata di Hilbert consente di estrarre con precisione le forme modali associate a ciascuna componente. L’accoppiamento di queste tecniche permette un’analisi dettagliata e priva di interferenze delle risposte strutturali.

È importante comprendere che l’accuratezza nella determinazione delle risposte di contatto dipende dalla qualità delle misure del veicolo e dalla fedeltà del modello dinamico adottato. Inoltre, la capacità di isolare le frequenze proprie del ponte dal rumore veicolare e ambientale è fondamentale per una diagnosi affidabile dello stato strutturale. La procedura illustrata non si limita a un singolo tipo di ponte o veicolo, ma rappresenta un framework teorico e applicativo che può essere adattato a molteplici condizioni sperimentali.

Per una piena comprensione, occorre considerare che la dinamica del veicolo e quella della struttura sono fortemente accoppiate e influenzano reciprocamente le risposte misurate. La metodologia esposta, basata su principi di equilibrio e decomposizione modale, consente di “disaccoppiare” queste interazioni, rendendo possibile un’analisi indipendente delle caratteristiche strutturali. L’applicazione pratica richiede inoltre un’attenta calibrazione dei sensori e la corretta gestione del segnale per evitare artefatti nella ricostruzione delle forme modali.

Qual è l'importanza della risposta dinamica nelle strutture quando il veicolo è in movimento e fermo?

Il comportamento dinamico di una struttura, come una trave sotto il passaggio di un veicolo, è un argomento di fondamentale importanza nell'ingegneria delle costruzioni. La risposta della trave sotto carico, specialmente quando il carico stesso è in movimento, è influenzata da una serie di fattori che vanno dalla frequenza naturale della struttura al tipo di smorzamento. La risposta dinamica di una trave quando un veicolo vi si sposta sopra è una combinazione complessa di oscillazioni strutturali, frequenze di vibrazione e smorzamenti che interagiscono tra loro in modi che vanno analizzati attentamente. Di seguito si esamina come questi fattori influenzano la risposta della trave e come la risposta di un veicolo in movimento o fermo possa essere modellata teoricamente.

In un modello teorico, la risposta dinamica di una trave che supporta un veicolo in movimento può essere espressa come una combinazione di termini che rappresentano i movimenti oscillatori della trave stessa. Ogni termine dipende da vari fattori, tra cui le frequenze naturali della trave e le caratteristiche dinamiche del veicolo. L’equazione di movimento per la trave include anche il termine di smorzamento, che è determinante per attenuare le vibrazioni nel tempo. Le frequenze di vibrazione della trave cambiano a causa delle interazioni tra la trave e il veicolo in movimento, con l'effetto di spostare o modulare queste frequenze in base alla velocità e alle caratteristiche del veicolo.

Nel caso in cui il veicolo sia fermo, il modello teorico si semplifica, ma comunque è necessario considerare la risposta della trave come una somma di oscillazioni sinusoidali, ciascuna con una frequenza propria. In pratica, la risposta del veicolo fermo o in movimento può essere studiata in base ai displacements (spostamenti) generati dalla trave, come descritto dall'equazione del movimento. Per il veicolo fermo, la risposta dipende dalla frequenza naturale del veicolo stesso e dalle vibrazioni della trave, che agiscono come forze di contatto.

Per i veicoli in movimento, l'interazione tra la struttura e il veicolo crea una risposta complessa, caratterizzata da frequenze spostate rispetto alle frequenze naturali della trave. Questi spostamenti sono maggiormente influenzati dalle oscillazioni di entrambi, la trave e il veicolo. L’analisi delle accelerazioni di contatto tra il veicolo e la struttura diventa fondamentale per comprendere come le vibrazioni e i movimenti siano trasmessi tra i due. La differenziazione due volte della posizione del veicolo rispetto al tempo fornisce un'idea precisa delle accelerazioni e degli spostamenti relativi.

Un altro aspetto fondamentale riguarda l'analisi delle frequenze modificate della trave sotto carico. Quando un veicolo si muove sopra una trave, le frequenze naturali della trave non sono più costanti, ma vengono influenzate dalla velocità del veicolo e dalla posizione. Le frequenze di vibrazione della trave vengono spostate a causa dell'interazione tra la trave stessa e il veicolo, producendo un effetto di "spostamento" delle frequenze di risonanza. Questo è importante per l'analisi strutturale, poiché può aiutare a identificare possibili problematiche di risonanza che potrebbero compromettere la sicurezza della struttura.

In sintesi, l'analisi della risposta dinamica della trave e del veicolo, sia in movimento che fermo, fornisce una visione dettagliata delle interazioni tra i vari componenti e dei potenziali rischi legati alle vibrazioni. Un adeguato modello teorico consente di prevedere e gestire queste interazioni, riducendo al minimo i rischi strutturali e ottimizzando la progettazione delle infrastrutture.

Per una corretta progettazione e per la sicurezza delle strutture, è essenziale considerare il comportamento dinamico del sistema, soprattutto nelle situazioni in cui il veicolo è in movimento. La modellizzazione precisa delle risposte e dei parametri di smorzamento permette una valutazione completa dei rischi e delle soluzioni più idonee.