Il Giappone offre una prospettiva unica sul benessere e sulla ricerca dell’equilibrio interiore, dove l'antico incontra il moderno in un flusso armonico di rituali, abitudini alimentari e filosofie quotidiane. Immergersi nella cultura giapponese significa spesso riscoprire un rapporto più autentico con sé stessi e con il mondo circostante.

Il concetto di “testare le acque” non è solo un'espressione metaforica: immergersi in un onsen, le sorgenti termali naturali sparse ovunque nel Paese, rappresenta un’esperienza di purificazione fisica e spirituale. Le acque termali giapponesi sono celebrate per le loro proprietà terapeutiche – alleviano dolori muscolari, stimolano la circolazione e, secondo molti, possono persino ridurre la nevralgia. Il bagno termale non è solo un gesto igienico, ma un rito contemplativo, una sospensione del tempo che porta all’ascolto profondo del corpo e della mente.

Chi invece ricerca un contatto più sottile con la natura può sperimentare lo shinrin-yoku, il “bagno nella foresta”, pratica recente ma già radicata nell’immaginario contemporaneo giapponese. Camminare lentamente tra gli alberi, lasciando che la luce filtri tra le foglie e il silenzio si depositi nei pensieri, è un modo per abbassare la pressione, rallentare il battito del tempo interiore e, come dicono alcuni, aumentare il flusso di energia vitale.

Al cuore di questa visione del vivere si trova l’ikigai, un termine difficile da tradurre ma che indica la “ragione dell’essere”, la spinta sottile e persistente che dà senso alle giornate. Scoprire il proprio ikigai richiede pazienza, ma anche apertura: può emergere attraverso la cura di un giardino zen, dove ogni sassolino ha il suo posto, o apprendendo l’arte della washoku, la cucina tradizionale giapponese, con la sua delicatezza di gesti e profondità simbolica. Ogni atto può diventare rituale, ogni rituale può trasformarsi in verità quotidiana.

La dieta giapponese è un altro pilastro della longevità nazionale, ricca di pesce, alghe, soia fermentata e riso: cibi semplici, ma potenti. La fermentazione, in particolare, è considerata non solo una tecnica culinaria, ma un'arte curativa. Visitare una fabbrica tradizionale di miso in un villaggio dell’entroterra significa non solo vedere come nasce un alimento, ma entrare in contatto con il tempo lento e sapiente della natura trasformata. Non è un caso che in Giappone la cucina sia vista come un’estensione della filosofia di vita: nutrire il corpo per nutrire lo spirito.

Accanto a questi aspetti tradizionali, il Giappone moderno pulsa di cultura pop ipercolorata e surreale. Dai karaoke a tema, dove ci si può travestire da idoli della J-pop, fino ai bar gestiti da robot o agli hotel con reception di dinosauri animatronici, il Paese mostra una straordinaria capacità di tenere insieme l’arcaico e l’avveniristico. Anche questo fa parte del benessere: la capacità di giocare, di sperimentare, di non prendersi troppo sul serio.

Nel quartiere di Harajuku a Tokyo, la moda diventa identità fluida e scenografica. Le ragazze “Lolita Gotiche” o gli adepti del “visual kei” non solo indossano abiti, ma incarnano universi interi. Fermarsi in una cabina fotografica purikura, manipolare le immagini, aggiungere filtri e adesivi, è un gioco ma anche un esercizio di costruzione del sé, in bilico tra maschera e verità.

In questo universo così stratificato, anche il bere assume una dimensione culturale profonda. Il tè verde – matcha, sencha, hojicha – è più di una bevanda: è un codice, una forma di meditazione liquida. La cerimonia del tè è disciplina e poesia, gesto e silenzio. Ma anche il sake, il whisky artigianale o le nuove cidre locali parlano di una cultura che evolve senza dimenticare le proprie radici. Visitare una distilleria, assaggiare le varietà di sake in una fabbrica di Yamanashi, significa entrare in contatto con un sapere antico che continua a reinventarsi.

L’importante non è emulare passivamente lo stile di vita giapponese, ma lasciarsi toccare da alcuni suoi princìpi: la cura dei dettagli, il valore della lentezza, la bellezza del gesto quotidiano elevato a rito. Vivere bene, alla maniera giapponese, non è un obiettivo da raggiungere, ma un percorso da percorrere ogni giorno, con gratitudine e consapevolezza.

La comprensione prof

L'arte tradizionale giapponese: tra storia e innovazione

Kanazawa, città storica della prefettura di Ishikawa, è un luogo in cui l’antica cultura giapponese si intreccia con la modernità, creando un ambiente ricco di tradizione e innovazione. Tra i suoi tesori, la città ospita numerosi musei e luoghi che permettono ai visitatori di immergersi nell’arte, nell’artigianato e nella storia giapponese. Un esempio su tutti è il Museo delle Arti Tradizionali di Ishikawa, dove è possibile ammirare e apprendere le tecniche artigianali che rendono famosa questa regione, tra cui la pregiata ceramica Kutani, la pittura su seta, la laccatura, la lavorazione del metallo, la carta giapponese e, non da ultimo, i fuochi d’artificio.

Il museo, con il suo layout sobrio e raffinato, non si limita a mostrare gli oggetti, ma incoraggia i visitatori a provare in prima persona queste arti, offrendo esperienze pratiche e dimostrazioni tenute da abili maestri artigiani. I manufatti esposti, inoltre, sono in vendita, dando così l'opportunità di portare a casa un pezzo autentico dell'artigianato giapponese. La bellezza e la raffinatezza di questi oggetti non sono solo un piacere per gli occhi, ma raccontano anche la storia di una cultura che affonda le radici nei secoli.

Un altro luogo di grande interesse è il Kenroku-en, uno dei tre giardini più celebri del Giappone, creato dalla famiglia Maeda. Questo giardino, che unisce sei caratteristiche fondamentali (spaziosità, isolamento, antichità, ingegnosità, acqua in movimento e panorami), è un esempio perfetto dell'armonia tra uomo e natura. Durante l'inverno, la bellezza di Kenroku-en è ancora più affascinante, quando il paesaggio innevato e le atmosfere tranquille lo rendono un luogo di riflessione.

Kanazawa è anche il centro della produzione della foglia d'oro, un’arte che ha più di 400 anni di storia. Qui, a differenza di altri luoghi del Giappone, la foglia d'oro è utilizzata non solo per decorare oggetti di lusso, ma anche per oggetti quotidiani, come i bastoncini da sushi. Il negozio Sakuda, situato nel quartiere Higashiyama, è uno dei luoghi migliori dove scoprire il processo di produzione di questa delicata foglia d'oro e, se lo desideri, anche provare a decorare tu stesso un oggetto. La produzione avviene con una tecnica che è stata perfezionata nel corso dei secoli, e l’umidità del clima locale gioca un ruolo fondamentale nella riduzione dell'elettricità statica, proteggendo così la delicatezza dei fogli d'oro.

Un altro aspetto della tradizione giapponese che può essere esplorato a Kanazawa è la musica. Il Fukushima Sangenten è un laboratorio dove la famiglia Fukushima crea shamisen, strumenti tradizionali a tre corde, da più di un secolo. Questo strumento, utilizzato dalle geishe e nelle cerimonie, emette un suono inconfondibile, che evoca la storia e la cultura del Giappone. Presso il laboratorio, è possibile osservare la lavorazione dello shamisen e, per i più curiosi, imparare a suonarlo.

Infine, non si può visitare Kanazawa senza fare un passo indietro nel tempo, nella storica casa da geishe di Ochaya Shima. Fondata nel 1820, questa casa conserva al suo interno un’atmosfera unica, che permette ai visitatori di comprendere meglio la cultura delle geishe e il loro ruolo nella società giapponese. I visitatori possono ammirare oggetti utilizzati dalle geishe, come gli utensili per la cerimonia del tè e gli strumenti musicali, e perfino assaporare un tradizionale tè matcha.

Kanazawa, dunque, è una città che non solo preserva ma celebra le tradizioni artigianali, la cultura e l'arte giapponese, offrendo un’esperienza unica che fonde il passato e il presente. La sua bellezza sta nel fatto che, pur nella sua modernità, ogni angolo della città racconta una storia, ogni museo e laboratorio custodisce un sapere che resiste al passare del tempo.