Per lungo tempo, il sostegno politico dei bianchi evangelici negli Stati Uniti è stato interpretato soprattutto attraverso la lente delle questioni morali contemporanee, come l’aborto. Tuttavia, una disamina più profonda e storicamente contestualizzata rivela che le radici del movimento politico evangelico affondano in una difesa della segregazione razziale, in particolare nel contesto scolastico.
Prima delle sentenze Green v. Kennedy (1970) e Green v. Connally (1971), lo status esentasse delle scuole evangeliche segregate non era considerato un sostegno pubblico. Dopo queste decisioni, pratiche discriminatorie nell’ammissione degli studenti potevano portare alla revoca di tale status. Tuttavia, il tema della segregazione basata su convinzioni religiose rimase una questione controversa fino alla storica sentenza contro la Bob Jones University nel 1983, che pose fine a un sistema consolidato di scuole evangeliche segregate supportate politicamente da bianchi evangelici contrari all’integrazione razziale.
Questo movimento politico evangelico non si limitò a singole istituzioni, ma si manifestò come un fenomeno diffuso e istituzionalizzato nel Sud degli Stati Uniti. Interi distretti scolastici videro la migrazione dei bianchi verso scuole religiose segregate, con gruppi evangelici che presentarono amicus curiae per difendere scuole come Bob Jones University. Il sostegno non era solo ideologico, ma anche organizzativo e pratico, coinvolgendo istituzioni e leader evangelici che, più tardi, avrebbero avuto ruoli chiave nel movimento della destra cristiana moderna.
Quando l’IRS iniziò a indagare le scuole evangeliche circa le loro politiche di ammissione, leader come Paul Weyrich percepirono una mobilitazione politica senza precedenti tra gli evangelici bianchi. La difesa delle scuole segregate divenne un catalizzatore, ma era ormai chiaro che la segregazione razziale non poteva più essere un tema popolare su larga scala. Di conseguenza, i leader evangelici strategicamente spostarono il focus sulla questione dell’aborto, utilizzandola come strumento per costruire un movimento elettorale che potesse proteggere le scuole evangeliche dalle indagini fiscali. La promessa di Ronald Reagan di limitare i poteri dell’IRS fu fondamentale per conquistare il sostegno evangelico nel 1980, anche se in pubblico Reagan evitò di menzionare direttamente l’aborto in quei discorsi iniziali.
Nonostante l’aborto divenne rapidamente un tema centrale per la destra religiosa, le sue radici politiche originarie risiedono nella resistenza alla desegregazione razziale. Studi rigorosi hanno dimostrato che gli atteggiamenti razziali spiegano in maniera più sostanziale il comportamento elettorale degli evangelici bianchi rispetto alle sole opinioni sull’aborto. L’analisi di dati provenienti dall’American National Election Studies (ANES) mostra come le variazioni longitudinali nel voto evangelico sono maggiormente influenzate dalle attitudini razziali, anche se il peso dell’aborto come tema politico è cresciuto nel tempo.
La metodologia utilizzata per analizzare questa dinamica prevede la scomposizione del trend elettorale dal 1972 al 2016, controllando per atteggiamenti razziali e sull’aborto. Si evidenzia come la variazione del voto repubblicano tra evangelici sia correlata non solo al cambiamento delle opinioni sull’aborto, ma in modo ancora più incisivo al mutamento delle percezioni e delle resistenze riguardo alle politiche federali di integrazione razziale.
Comprendere queste dinamiche è cruciale per non cadere in interpretazioni superficiali della politica evangelica contemporanea. Il supporto evangelico al Partito Repubblicano non nasce semplicemente da posizioni morali riguardo alla vita nascente, ma è il risultato di una storia complessa di resistenza istituzionalizzata alla riforma razziale, che ha poi trovato nuovi strumenti di mobilitazione politica nell’agenda morale degli anni successivi.
Oltre a quanto descritto, è importante considerare il modo in cui questo passato influenza la percezione pubblica e le strategie politiche attuali degli evangelici. Il movimento religioso non è monolitico e ha subito trasformazioni interne significative, ma i suoi legami storici con questioni di potere e identità razziale continuano a permeare il discorso politico, anche se sotto forme più sottili e meno dichiarate. Inoltre, il ruolo delle istituzioni religiose come agenti politici va analizzato anche alla luce del loro peso culturale e sociale nelle comunità di appartenenza, spesso agendo da catalizzatori di cambiamenti elettorali attraverso narrazioni condivise e organizzazioni di base.
La comprensione della complessità delle motivazioni politiche degli evangelici bianchi consente quindi di evitare letture riduttive e di riconoscere l’intreccio tra questioni morali, razziali e istituzionali nella formazione delle loro alleanze politiche, soprattutto negli ultimi cinquant’anni.
Come gli evangelici hanno definito la loro alleanza con il Partito Repubblicano e quale futuro li attende?
Nel 2016, gli Stati Uniti si trovarono di fronte a un panorama politico inedito. Le elezioni presidenziali sembravano segnare un punto di svolta nella relazione tra il Partito Repubblicano e il movimento evangelico. Fino a quel momento, la connessione tra questi due mondi sembrava solida e inarrestabile, ma l'inaspettato successo di Donald Trump sollevò una serie di interrogativi. Quali erano le ragioni alla base del sostegno di un gruppo apparentemente così distante dalle sue caratteristiche? Come mai un candidato con uno stile di vita così lontano dai valori tradizionali degli evangelici aveva ricevuto il loro appoggio?
Il 2016 ha evidenziato le profonde contraddizioni e le tensioni all'interno di un'alleanza che sembrava granitica. Mentre alcuni leader evangelici esprimevano forti riserve su Trump, la base di elettori evangelici sembrava consolidare la sua fedeltà al Partito Repubblicano. La domanda che emergeva era: come mai una componente così influente della società americana si sentiva così profondamente legata a un partito che, a molti, appariva sempre più lontano dai propri ideali morali e religiosi?
Le radici di questa alleanza risalgono a decenni prima, quando il movimento della "Destra Cristiana" cominciò a prendere piede negli Stati Uniti. Inizialmente, le preoccupazioni morali e sociali degli evangelici trovavano una sponda naturale nel Partito Repubblicano, che ne difendeva i valori tradizionali contro l'avanzata del liberalismo culturale. Ma questa alleanza non è mai stata priva di contraddizioni. Fin dai tempi di Ronald Reagan, che nel 1980 aveva fatto appello agli evangelici, la connessione tra religione e politica non è stata sempre chiara e lineare. Anzi, eventi successivi avevano mostrato segni di frattura, come le divergenze su candidate e temi cruciali, come l'aborto e i diritti civili.
Uno degli episodi più significativi di questa crisi interna fu la candidatura di Rudy Giuliani nel 2007. Sebbene il candidato promettesse di nominare giudici che avrebbero rispettato le istanze conservatrici degli evangelici, il suo sostegno a diritti come l'aborto sembrava incompatibile con i valori cristiani. Questa dissonanza portò ad una divisione evidente tra i leader evangelici, alcuni dei quali minacciarono di abbandonare il Partito Repubblicano se Giuliani fosse stato il nominato.
Nonostante ciò, le masse evangeliche rimasero fedeli al Partito Repubblicano. Nel 2016, il fenomeno Trump è stato la prova di come la politica possa funzionare in modi inaspettati e complessi. Sebbene Trump non fosse un candidato convenzionale per gli evangelici – un uomo con una carriera segnata da scandali, divorzi e un comportamento considerato immorale – la sua retorica contro l'establishment, il suo populismo e le sue promesse di difendere la religione cristiana lo resero l'indiscusso candidato di riferimento per una larga parte della base evangelica. La sua capacità di attrarre i voti evangelici, nonostante le riserve di gran parte della leadership religiosa, è stata uno degli sviluppi più sorprendenti di quella campagna elettorale.
Se la sua elezione ha sfidato le aspettative e le convenzioni, la sua successiva amministrazione ha reso ancora più evidente quanto il sostegno evangelico al Partito Repubblicano fosse radicato in motivazioni che andavano ben oltre la morale religiosa. Molti evangelici, infatti, vedevano in Trump un difensore del loro posto nella società americana, un baluardo contro l'egemonia progressista che, negli anni, aveva messo in discussione molte delle loro convinzioni. Il suo appoggio alla nomina di giudici federali conservatori, che avrebbero potuto alterare l'orientamento delle corti per le generazioni future, ha consolidato ulteriormente questo legame.
Tuttavia, questa alleanza non è esente da problemi e sfide. Con l'avanzare degli anni, le fratture interne al movimento evangelico e al Partito Repubblicano sono diventate sempre più evidenti. La questione del "candidato giusto" non si è mai davvero risolta, e la crescente polarizzazione politica ha reso difficile mantenere una visione unitaria. La connessione tra evangelici e Repubblicani, già complessa, è destinata a subire nuove evoluzioni, in un contesto che continua a cambiare rapidamente, influenzato da fenomeni come la secolarizzazione e le mutazioni nei valori sociali.
Una riflessione importante riguarda anche la relazione tra il movimento evangelico e le altre minoranze religiose. Sebbene l'alleanza con il Partito Repubblicano sia forte, le tendenze che emergono suggeriscono che un numero crescente di evangelici, specialmente tra le generazioni più giovani, potrebbe essere più incline a mettere in discussione il connubio tra religione e politica, alla ricerca di un approccio più inclusivo e meno divisivo. È quindi probabile che il futuro della politica evangelica non dipenda solo dalla continuità dell'alleanza con il Partito Repubblicano, ma dalla capacità di adattarsi alle trasformazioni sociali e alle sfide globali che la politica americana si trova ad affrontare.
Come Comprendere la Divisione Organizzativa tra gli Evangelici
Nel nostro esame delle divisioni all'interno del movimento evangelico, abbiamo deciso di adottare un approccio basato sulle organizzazioni piuttosto che sui credi o sulla storia condivisa dei gruppi. In questa prospettiva, possiamo classificare gli evangelici in categorie religiose in base ai legami organizzativi piuttosto che a ciò che definisce un gruppo da un punto di vista teologico o storico.
Per il nostro scopo, consideriamo gli evangelici come cristiani la cui congregazione o denominazione non fa parte né della Chiesa Cattolica, né del National Council of Churches, né della Conference of National Black Churches. Invece, appartengono a gruppi ecumenici evangelici, tra cui la National Association of Evangelicals (NAE), uno dei più ampi, o a gruppi più ristretti come la CCCU (Council for Christian Colleges and Universities) o l'Evangelical Christian Publishers Association (ECPA). Includiamo anche i battisti che non fanno parte del National Council of Churches, come nel caso dei battisti della Southern Baptist Convention (SBC), ma che sono membri di alleanze ecumeniche evangeliche internazionali come la Baptist World Alliance o la North American Baptist Fellowship (NABF).
Tuttavia, non tutti i cristiani che rientrano sotto l'etichetta di "evangelici" appartengono a denominazioni riconosciute. Ci sono cristiani che frequentano congregazioni indipendenti o non denominazionali, o che appartengono a denominazioni troppo piccole o settarie per far parte di associazioni più ampie. In questi casi, li consideriamo evangelici, a condizione che non abbiano credenze che gli evangelici ritengono inaccettabili.
Seppure il nostro concetto di "evangelico" coincida in larga misura con la categoria dell'evangelico protestante proposta da RELTRAD, abbiamo deciso di esplorare anche le organizzazioni interne al movimento evangelico, con l'obiettivo di distinguere quattro principali categorie di evangelici in base ai legami organizzativi: battisti settari, pentecostali, altri evangelici settari e non denominazionali.
I battisti settari sono una categoria distintiva tra gli evangelici, poiché, a differenza di altri gruppi, non fanno parte della NAE. Sebbene alcuni battisti siano associati ad altre denominazioni evangeliche tramite associazioni educative o professionali, come la CCCU o la ECPA, rimangono separati rispetto ad altri gruppi come gli American Baptists. La Southern Baptist Convention (SBC), ad esempio, ha sempre sostenuto che non si impegnerà in organizzazioni che possano compromettere i suoi principi distintivi, pur cooperando con altre denominazioni su questioni limitate.
I pentecostali, d'altro canto, non sono definiti dalla loro dottrina o comportamento, ma dalle denominazioni che appartengono alla Pentecostal/Charismatic Churches of North America (PCCNA). Questa categoria include denominazioni storicamente bianche e nere, ma, per il nostro studio, ci concentriamo solo su quelle storicamente bianche che hanno legami con altri gruppi evangelici. È importante notare che in un’analisi più ampia della religiosità americana, dovremmo includere anche le chiese pentecostali nere, come la Church of God in Christ (COGIC).
La categoria settaria rappresenta una varietà di denominazioni evangeliche che non sono né battiste né pentecostali. Queste includono denominazioni che hanno lasciato le chiese principali (come la Presbyterian Church in America), chiese che si sono rifiutate di unirsi alle fusione ecumeniche (come la Lutheran Church–Missouri Synod), o chiese restaurazioniste (come le Church of Christ) e altre tradizioni settarie (come gli Avventisti del Settimo Giorno). La maggior parte di queste denominazioni è membro della NAE o ha istituzioni educative nella CCCU e pubblicazioni nella ECPA.
Infine, la categoria dei non denominazionali rappresenta una parte crescente del movimento evangelico. Queste chiese non appartengono ad alcuna denominazione, ma pur mantenendo una struttura indipendente, si identificano con l’etichetta evangelica. Queste chiese sono numerose, specialmente nell’Occidente degli Stati Uniti, e tendono a differenziarsi per una maggiore flessibilità in termini di dottrina e pratica.
L'analisi delle risposte del Survey on the U.S. Religious Landscape condotto dal Pew Research Center nel 2014, che ha coinvolto 35.507 partecipanti, ha permesso di rilevare delle differenze significative tra questi gruppi. I battisti, che costituiscono il 37% degli evangelici, sono la categoria con la percentuale più alta di bianchi non latini e sono concentrati principalmente nel sud degli Stati Uniti. I pentecostali, sebbene siano più diversificati etnicamente e geograficamente, sono anch’essi fortemente rappresentati nel sud. Le denominazioni settarie, più comuni nel Midwest, comprendono anche gruppi storicamente rifiutatisi di aderire a fusione ecumeniche. Le chiese non denominazionali, infine, sono particolarmente presenti nel West e tendono a godere di un livello di istruzione più elevato rispetto agli altri gruppi.
Nonostante queste differenze demografiche, le divisioni tra i vari gruppi evangelici non sono dovute solo a fattori sociali e geografici. Piuttosto, riflettono scelte organizzative che modellano l'identità di ciascun gruppo. I pentecostali, ad esempio, tendono ad essere i più conservatori nei loro credi religiosi, mentre i battisti attribuiscono una maggiore importanza alla Bibbia come parola letterale di Dio. Le chiese non denominazionali, sebbene spesso meno rigide nelle dottrine, si definiscono comunque come "nate di nuovo" o "evangeliche", condividendo con gli altri gruppi evangelici un impegno verso la predicazione del Vangelo.
Per comprendere appieno le dinamiche all'interno del movimento evangelico, è essenziale guardare non solo alle affiliazioni religiose, ma anche alle pratiche, alle convinzioni e alle differenze organizzative che continuano a definire queste sotto-categorie.
Cosa accade quando il passato incombe sul presente? Un incontro tra mondi diversi
Come funziona l’idea delle SuperHalfs e perché è diventata un fenomeno globale?
Come le Tecniche Diagnostiche Tradizionali Influenzano la Rilevazione del Cancro al Seno: Limiti e Possibilità Future
Come il Lidar 3D Sta Rivoluzionando la Percezione nei Robot Autonomi

Deutsch
Francais
Nederlands
Svenska
Norsk
Dansk
Suomi
Espanol
Italiano
Portugues
Magyar
Polski
Cestina
Русский