La registrazione delle immagini nei sistemi aerospaziali è un problema complesso che implica il confronto di immagini provenienti da modalità diverse, come quelle ottenute tramite radar (SAR) e ottiche. Questi sistemi, che operano in condizioni molto diverse, pongono sfide significative legate alle variazioni geometriche, alle risoluzioni e alle condizioni di acquisizione. La soluzione proposta nel nostro approccio si fonda su una rete neurale siamese, progettata per ridurre il divario tra domini e migliorare la precisione della registrazione, utilizzando tecniche avanzate di adattamento del dominio non supervisionato.

La rete siamese è composta da rami paralleli, ognuno dei quali include più blocchi convoluzionali. Ogni blocco contiene un livello convoluzionale, una normalizzazione del batch, una funzione di attivazione ReLU e un'operazione di max-pooling. La prima convoluzione ha un passo di due per ridurre le dimensioni spaziali, permettendo di enfatizzare le caratteristiche a livello più alto. Successivamente, le operazioni di max-pooling riducono progressivamente la risoluzione, catturando rappresentazioni sempre più astratte. Un'innovazione importante di questa architettura è l'integrazione di due livelli di upsampling, progettati per preservare la precisione spaziale necessaria per una registrazione accurata, soprattutto in contesti cross-modali. L'architettura multilivello bilancia l'astrazione delle caratteristiche con la localizzazione, consentendo una corretta identificazione delle corrispondenze nonostante le difficoltà poste dalle differenze tra modalità.

Un aspetto cruciale del nostro approccio è la funzione di perdita combinata, che integra la cross-entropia pesata con la perdita L2 per affrontare il problema del forte squilibrio nelle mappe di corrispondenza. Infatti, nelle immagini SAR e ottiche, le corrispondenze positive rappresentano una piccola frazione di tutte le possibili corrispondenze. La funzione di perdita combinata ottimizza inizialmente il modello per le corrispondenze corrette tramite la cross-entropia, mentre la componente L2 migliora la precisione durante le fasi successive dell'addestramento.

Per migliorare la generalizzazione del modello, soprattutto in presenza di diverse risoluzioni, abbiamo implementato una strategia di addestramento a risoluzioni multiple. Le immagini del dominio di origine vengono ridotte in risoluzione per simulare variazioni, e questo dataset a più risoluzioni viene utilizzato insieme alle immagini originali per l'addestramento. Tecniche di aumento dei dati, come la rotazione casuale delle immagini e il loro ribaltamento, contribuiscono a rafforzare la robustezza del modello rispetto alle variazioni geometriche.

Una delle sfide principali nella registrazione delle immagini aerospaziali riguarda la gestione delle variazioni geometriche, come rotazioni e differenze di scala, che possono essere causate da parametri orbitali differenti o geometrie dei sensori diverse. Per affrontare questo problema, abbiamo sviluppato moduli di trasformazione invarianti per rotazioni e scale, che permettono di abbinare caratteristiche robuste nonostante le differenze geometriche tra le immagini. Durante l'addestramento, le rappresentazioni delle caratteristiche vengono sottoposte a trasformazioni di rotazione e scala per generare una serie completa di mappe caratteristiche, che vengono successivamente utilizzate per calcolare le corrispondenze. Un modulo di regressione specializzato affina ulteriormente le stime, calcolando angoli, scale e spostamenti precisi.

Il processo di adattamento del dominio non supervisionato è essenziale per trasferire le conoscenze da un dominio di origine etichettato a un dominio target non etichettato. Nel contesto aerospaziale, le differenze tra modalità, come le immagini SAR e ottiche, e le caratteristiche specifiche della piattaforma, come quelle di RadarSat e Sentinel, costituiscono una sfida significativa. Il nostro approccio mira a ridurre il divario distributivo tra questi domini, mantenendo però la rilevanza delle corrispondenze. La rete proposta utilizza una mappatura di dominio per allineare i campioni del dominio target con quelli del dominio di origine.

Per migliorare l'adattamento tra i domini, abbiamo adottato un approccio a due fasi. Iniziamo addestrando un modello supervisionato sul dominio di origine utilizzando la rete siamese e la funzione di perdita combinata. Successivamente, apprendiamo una funzione di mappatura che trasforma i campioni del dominio target per allinearsi alla distribuzione del dominio di origine. Sebbene gli approcci tradizionali di adattamento adversariali possano funzionare in molti contesti, essi presentano limitazioni in ambito aerospaziale, a causa di incompatibilità architetturali con le operazioni di matching della rete siamese e della scarsità di sovrapposizione tra i domini.

Nel nostro framework, una componente chiave per migliorare il trasferimento delle conoscenze è il concetto di inferenza causale. Non tutte le caratteristiche sono trasferibili tra i domini; alcune dipendono dalle condizioni specifiche di acquisizione. La nostra proposta distingue tra caratteristiche causali, che rappresentano proprietà strutturali fondamentali indipendenti dalle condizioni di acquisizione, e caratteristiche non causali, che riflettono aspetti legati al dominio specifico. Concentrando l'adattamento sulle caratteristiche causali, il nostro approccio migliora l'efficacia del trasferimento di conoscenze tra i domini, contribuendo a una registrazione precisa delle immagini, indipendentemente dalle differenze tra le modalità o le piattaforme.

Il successo di questo approccio dipende non solo dalla capacità di gestire la variazione geometrica e risoluzionale, ma anche dalla gestione efficace delle discrepanze tra le diverse modalità e piattaforme. Comprendere l'importanza delle caratteristiche causali è fondamentale per evitare che il modello impari a basarsi su caratteristiche non trasferibili che potrebbero compromettere la precisione in scenari reali.

Come affrontare l’adattamento multi-step dei domini per il rilevamento dei difetti nei componenti aerospaziali: una visione innovativa

Il rilevamento dei difetti nei componenti aerospaziali è un processo critico che richiede alta precisione, ma che è ostacolato da numerosi limiti tecnici, come la scarsità di dati etichettati e le notevoli differenze visive tra i difetti che si presentano in diverse tipologie di componenti. In particolare, l’approccio tradizionale basato su reti neurali convoluzionali (CNN) è fortemente dipendente dall’apprendimento supervisionato, che richiede annotazioni pixel-per-pixel di alta qualità, un’impresa ardua e dispendiosa in termini di tempo, soprattutto nei contesti aerospaziali dove i difetti sono rari e variabili.

Un’altra difficoltà che emerge in questi contesti è il divario tra i domini, ossia le differenze tra i set di dati di addestramento (source domain) e quelli di destinazione (target domain), che risultano spesso essere significative. Per esempio, immagini di difetti provenienti da componenti strutturali sottoposti ad alte sollecitazioni possono presentare caratteristiche molto diverse da quelle provenienti da componenti meccanici di precisione, nonostante entrambi rappresentino lo stesso tipo di difetto. Queste differenze visive possono essere così marcate da ridurre drasticamente l'efficacia di un modello addestrato su un dominio quando applicato ad un altro. Di fronte a questa realtà, è evidente la necessità di metodi di adattamento del dominio per migliorare le performance di rilevamento e per garantire la generalizzazione del modello.

La nostra proposta per risolvere queste problematiche si basa su un approccio di adattamento multi-step (MSDA), che integra il trasferimento di apprendimento con tecniche avanzate come il matching progressivo degli istogrammi, l’auto-apprendimento e i moduli di auto-attenzione. Questo approccio è stato progettato per ridurre il carico di annotazione manuale pur mantenendo un’elevata accuratezza nel rilevamento dei difetti. Piuttosto che richiedere annotazioni pixel-per-pixel nel dominio target, il nostro metodo trasferisce conoscenze da modelli pre-addestrati su domini di origine, permettendo così di migliorare le performance senza necessità di annotazioni manuali nel dominio di destinazione.

Il concetto di adattamento multi-step si sviluppa su tre fasi principali. Prima di tutto, il modello CNN viene addestrato sul dominio di origine, utilizzando i dati etichettati. Successivamente, un dataset intermedio viene trasformato attraverso il matching progressivo degli istogrammi, e i parametri del modello CNN vengono affinati mediante un processo di auto-apprendimento. Infine, i dati del dominio target vengono trasformati in modo simile, generando mappe di segmentazione che corrispondono alle immagini di input.

Un elemento cruciale del nostro approccio è l’introduzione di un dominio intermedio non etichettato che agisce come ponte tra il dominio di origine e quello di destinazione. Questo dominio intermedio consente di superare il gap tra i due domini, che può essere troppo ampio per una semplice adattazione diretta. Il modello di adattamento multi-step si basa su un approccio graduale, in cui l’addestramento del modello sul dominio di origine è seguito dall’applicazione su un dominio intermedio e, infine, sul dominio target. Questa strategia riduce notevolmente il rischio di instabilità, che è spesso causato dalla scarsità di esempi di difetti nei set di dati.

L’adattamento del dominio nel rilevamento dei difetti aerospaziali affronta due sfide principali: la difficoltà di etichettare grandi volumi di dati con difetti rari e la grande variabilità nelle caratteristiche visive dei difetti a seconda del tipo di componente e delle condizioni di acquisizione delle immagini. Questi fattori rendono il tradizionale approccio di adattamento, che si basa su un allineamento diretto tra i domini di origine e destinazione, inefficace. Il nostro approccio, invece, migliora la robustezza e la stabilità del modello grazie all’uso di una rete di adattamento multi-step che considera anche un dominio intermedio, riducendo così il divario tra i dati di addestramento e quelli target, anche in condizioni di limitata disponibilità di dati etichettati.

Una parte fondamentale del nostro modello è l’uso del "matching progressivo degli istogrammi", che consente di allineare in modo efficace le distribuzioni dei dati tra i diversi domini. Questo processo di matching riduce le differenze tra i dati, migliorando la capacità del modello di generalizzare su nuovi set di dati, anche quando questi sono provenienti da domini diversi con caratteristiche visive differenti. Allo stesso tempo, l’auto-apprendimento e i moduli di auto-attenzione contribuiscono ad affinare il modello, permettendo una rilevazione più precisa e accurata dei difetti anche senza la necessità di intervento umano.

L’innovazione principale di questo approccio sta nella sua capacità di superare i limiti dei tradizionali metodi di adattamento del dominio. Invece di cercare di allineare direttamente i domini di origine e destinazione, il nostro approccio introduce un dominio intermedio, che facilita un adattamento più fluido e robusto. La chiave per il successo di questa metodologia risiede nel suo approccio progressivo e nell’uso combinato di tecniche avanzate di visione artificiale, che migliorano la capacità di rilevare i difetti anche in scenari complessi e diversificati.

Infine, è importante sottolineare che questo approccio non solo riduce la necessità di dati etichettati, ma contribuisce anche a creare un sistema di rilevamento dei difetti più robusto e generalizzabile, capace di affrontare la varietà e la complessità delle condizioni che si presentano nei componenti aerospaziali. La combinazione di adattamento del dominio e tecniche di auto-apprendimento apre nuove possibilità per il rilevamento autonomo dei difetti, riducendo i costi e migliorando l’affidabilità delle operazioni di manutenzione e controllo di qualità nell’industria aerospaziale.

Qual è l'importanza dell'approccio basato sulla proiezione nel rilevamento di perdite in infrastrutture aerospaziali?

Il rilevamento delle perdite in infrastrutture aerospaziali è una sfida complessa, dovuta alla vastità e alla complessità dei dati provenienti dalle nuvole di punti 3D. La precisione e l'efficienza del processo di segmentazione sono fondamentali per garantire la sicurezza e l'affidabilità delle operazioni. Un approccio recente che sta emergendo come particolarmente promettente è quello basato sulla proiezione, che trasforma le nuvole di punti 3D non strutturate in rappresentazioni strutturate 2D, semplificando il processo di analisi senza compromettere la qualità della rilevazione.

La metodologia proposta in questo contesto si avvale di un algoritmo di proiezione personalizzato, che, abbinato a una rete di segmentazione U-Net migliorata, consente di identificare in modo preciso e veloce le perdite in scenari complessi. Questo approccio offre significativi vantaggi in termini di prestazioni, come testimoniato dai risultati sperimentali che mostrano un miglioramento notevole rispetto ai metodi tradizionali di segmentazione diretta 3D. La velocità di elaborazione, infatti, raggiunge tempi di 0.0124 secondi per milione di punti, ben superiori rispetto ai metodi convenzionali che richiedono anche diversi secondi.

Il cuore dell'approccio proposto risiede nell'uso delle CNN 2D ottimizzate, che riducono i costi computazionali rispetto alle tradizionali operazioni 3D. Questo approccio sfrutta la struttura regolare della griglia e le operazioni di convoluzione, permettendo così un'elaborazione più rapida senza sacrificare la precisione nella rilevazione delle anomalie, come le perdite. L'integrazione di moduli di attenzione selettiva all'interno della rete neurale permette di focalizzare le risorse computazionali sulle aree più rilevanti, migliorando ulteriormente la capacità del modello di riconoscere pattern sottili, come le perdite, che potrebbero altrimenti essere trascurati nei modelli globali.

Un altro aspetto cruciale di questo approccio è l'utilizzo della cross-entropia pesata a livello di pixel, che affronta il problema dell'estrema imbalanza di classe presente nei dati delle nuvole di punti, dove le perdite rappresentano meno del 5% dell'intero set di dati. La combinazione di pesi a livello di classe e pesi spaziali derivati dalla densità dei punti consente di ottenere prestazioni bilanciate su tutti i componenti dell'infrastruttura. I punteggi F1, che variano da 0.721 per le strutture di supporto a 0.975 per le rotaie, confermano l'efficacia di questo approccio nel trattare le disuguaglianze nei dati.

Inoltre, l'approccio basato sulla proiezione ha mostrato una notevole efficienza computazionale, con un miglioramento drastico dei tempi di elaborazione rispetto ai metodi di segmentazione diretta 3D, come DGCNN, PCT e PointNet. Questo miglioramento, che va da un aumento di 66x a 344x della velocità, è essenziale per applicazioni su larga scala in scenari di ispezione delle infrastrutture aerospaziali. La possibilità di elaborare i dati in tempo reale rappresenta un vantaggio trasformativo, permettendo ispezioni più rapide ed efficaci di strutture critiche per la sicurezza e l'efficienza operativa.

In sintesi, questo approccio propone un cambiamento significativo nel modo in cui le ispezioni vengono effettuate su larga scala, riducendo la dipendenza dalle ispezioni manuali e migliorando la capacità di rilevamento delle anomalie. I vantaggi sono evidenti non solo in termini di velocità e precisione, ma anche nell'affrontare le sfide strutturali uniche dell'infrastruttura aerospaziale, come le geometrie complesse e i fenomeni di ombreggiatura che possono interferire con la proiezione delle nuvole di punti. Questo approccio innovativo costituisce una base solida per migliorare ulteriormente le capacità di ispezione automatizzata, soprattutto per le strutture a supporto delle missioni spaziali e delle operazioni satellitari.

Per garantire il successo di questo metodo, è cruciale proseguire con la ricerca per affrontare geometrie non cilindriche più complesse, integrare informazioni temporali dai rilievi sequenziali per rilevare i pattern evolutivi delle perdite e esplorare approcci di fusione multimodale che combinano dati da nuvole di punti con immagini termiche o iperspettrali. L'approccio basato sulla proiezione, con le sue innovazioni metodologiche, rappresenta un passo fondamentale verso il miglioramento dell'efficienza e dell'affidabilità nelle operazioni di ispezione delle infrastrutture critiche.