Nel contesto delle reti neurali informate dalla fisica (PINN), la capacità di risolvere equazioni differenziali parziali (PDE) non lineari in modo accurato è stata oggetto di numerosi studi. Un esempio significativo si osserva nel comportamento della soluzione della famosa equazione di Burgers, che viene risolta utilizzando PINN per analizzare il comportamento complesso e non lineare delle soluzioni di PDE.

Quando il tempo è t = 0.3, la soluzione si presenta relativamente liscia, e il modello riesce a catturare tale comportamento con grande precisione. Man mano che il tempo prosegue verso t = 0.6 e t = 0.9, il modello è in grado di rappresentare accuratamente la discontinuità netta nella soluzione, evidenziando la sua capacità di gestire comportamenti non lineari complessi nelle soluzioni di equazioni differenziali (Figura 13). La comparazione tra la soluzione esatta e quella predetta dal modello evidenzia una bassa media dell'errore residuo, pari a 4.4×10⁻³. L'efficienza del modello dipende in gran parte dalla sua architettura, in particolare dal numero di neuroni per strato e dal numero di strati nascosti nella rete neurale.

L'esperimento numerico che esplora la dipendenza delle performance del PINN rispetto all'architettura della rete neurale rivela interessanti osservazioni. Si è notato che variando il numero di strati nascosti da 2 a 4 e aumentando il numero di neuroni da 20 a 30, si è registrata una diminuzione dell'errore medio residuo. In particolare, con 20 neuroni, l'errore è sceso da 1.4×10⁻² a 1.7×10⁻³ con l'aumento da 2 a 4 strati nascosti, e per 30 neuroni, l'errore è diminuito da 1.3×10⁻² a 1.0×10⁻³. Tuttavia, quando il numero di neuroni è stato aumentato a 40, si è registrato un incremento dell'errore, suggerendo che un numero maggiore di neuroni non sempre porta a migliori risultati. Questo dimostra come l'architettura della rete neurale debba essere ottimizzata per ottenere il miglior compromesso tra precisione e complessità computazionale.

I risultati di questo studio evidenziano l'efficacia dell'uso di PINN per risolvere le PDE. Il modello è riuscito a catturare con precisione la non linearità dell'equazione di Burgers, dimostrando un'alta affidabilità e accuratezza. Questo approccio ha applicazioni particolarmente promettenti in vari campi, come la modellazione dei materiali e la simulazione di sistemi fisici complessi.

Un altro esempio di applicazione delle PINN riguarda la risoluzione dell'equazione di un pendolo smorzato. Il pendolo semplice è un modello fisico classico che descrive un corpo sospeso a una corda leggera e inestensibile, in grado di oscillare sotto l'influenza di forze esterne. La presenza di smorzamento, dovuta a forze resistenti come l'attrito, rende la dinamica del sistema non lineare e complessa. In questo caso, l'equazione governante del pendolo smorzato è:

θ¨+kθ˙+gLsin(θ)=0\ddot{\theta} + k\dot{\theta} + \frac{g}{L}\sin(\theta) = 0

dove kk è la costante di smorzamento, gg è l'accelerazione gravitazionale e LL è la lunghezza della corda. Quando l'ampiezza dell'oscillazione è piccola, è possibile approssimare sin(θ)θ\sin(\theta) \approx \theta, semplificando così l'equazione a una forma lineare. Utilizzando una PINN, è possibile risolvere direttamente questa equazione differenziale non lineare, allenando la rete neurale sui dati fisici iniziali e sulle condizioni al contorno.

La soluzione analitica di un pendolo smorzato è stata derivata assumendo una linearizzazione dell'equazione differenziale, ma la soluzione PINN permette di trattare la versione non lineare del problema. Nel modello, le condizioni iniziali sono θ(0)=1\theta(0) = 1 e θ˙(0)=0\dot{\theta}(0) = 0, e la rete neurale è allenata per approssimare la soluzione del sistema fisico in modo diretto. L'errore tra la soluzione predetta dalla rete e quella analitica è stato analizzato e i risultati mostrano una stretta corrispondenza, sebbene ci siano leggere discrepanze per tempi più lunghi. Questi errori sono attribuiti alla differenza tra la linearizzazione dell'ODE per trovare la soluzione analitica e l'ODE non lineare utilizzata nel PINN come perdita fisica.

La validazione della soluzione PINN è stata eseguita confrontando i risultati con la soluzione analitica, dimostrando l'efficacia del metodo. La rete neurale utilizzata per la previsione della deformazione angolare del pendolo smorzato includeva tre strati nascosti, ciascuno contenente 32 neuroni e una funzione di attivazione tanh. Dopo 25.001 iterazioni nel ciclo di allenamento, la soluzione predetta dalla rete neurale si è dimostrata quasi indistinguibile dalla soluzione esatta, indicando un ottimo livello di accuratezza.

Il successo di PINN nella simulazione di fenomeni fisici complessi come il pendolo smorzato e le equazioni non lineari di Burgers apre nuove possibilità per l'applicazione di questa tecnologia in altri ambiti scientifici, come la scienza dei materiali. La possibilità di integrare conoscenze fisiche nel processo di apprendimento delle reti neurali consente di superare le limitazioni dei metodi tradizionali, che spesso richiedono enormi quantità di dati per generare previsioni precise.

Sebbene i risultati siano promettenti, è importante notare che l'ottimizzazione fine dei parametri, come il numero di neuroni per strato o i coefficienti di regolarizzazione, può avere un impatto significativo sulle prestazioni del modello. La ricerca futura dovrà concentrarsi sull'affinamento di questi parametri per migliorare ulteriormente l'efficacia delle PINN in scenari complessi.

Quali sono le applicazioni emergenti delle leghe ad alta entropia (HEA) in campo medico?

Le leghe metalliche, che da sempre costituiscono una base fondamentale per l'industria e la vita quotidiana, sono oggetto di continui sviluppi scientifici e tecnologici. Negli ultimi anni, le leghe ad alta entropia (HEA) hanno attirato l'attenzione per le loro caratteristiche uniche e le loro promettenti applicazioni, in particolare in campo biomedicale. Queste leghe, composte da almeno cinque elementi in concentrazioni quasi uguali, rappresentano una svolta rispetto alle leghe tradizionali, che solitamente contengono uno o due metalli principali. La loro composizione variegata conferisce loro proprietà straordinarie, tra cui una resistenza migliorata alla corrosione e una maggiore stabilità meccanica, che le rende ideali per una vasta gamma di applicazioni, tra cui quelle in medicina.

Nel settore sanitario, le leghe ad alta entropia sono in rapida espansione per l'uso in impianti ortopedici, come quelli per la sostituzione di articolazioni, e in protesi dentarie. Un esempio particolarmente promettente è quello delle leghe a base di titanio (Ti), zirconio (Zr), tantalio (Ta), hafnio (Hf) e niobio (Nb), che offrono una resistenza all'usura eccezionale, una buona bagnabilità con i fluidi biologici e una resistenza alla corrosione superiore rispetto ai materiali tradizionali. Queste leghe mostrano anche un modulo di Young ridotto, che consente una migliore compatibilità biomeccanica con i tessuti umani. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per garantirne la biocompatibilità e per comprendere appieno il loro comportamento a lungo termine nell'organismo.

Un'altra applicazione interessante delle HEA in campo medico riguarda la rivestitura di dispositivi medici. Grazie alla loro composizione unica, le HEA possono essere utilizzate per creare rivestimenti protettivi che migliorano la durata e la resistenza dei dispositivi impiantabili, come quelli ortopedici e dentali. L'integrazione di elementi come l'argento (Ag) e il rame (Cu) nelle leghe ad alta entropia può anche conferire proprietà antimicrobiche, che sono particolarmente vantaggiose per prevenire infezioni nei dispositivi medici impiantati. Tuttavia, è importante sottolineare che l'azione antimicrobica di questi elementi dipende principalmente dal rilascio di ioni, il che potrebbe influenzare le proprietà meccaniche e la resistenza alla ruggine, e potenzialmente compromettere la biocompatibilità nei tessuti vivi.

Nel campo delle protesi dentarie, le HEA stanno guadagnando attenzione per le loro proprietà di resistenza alla corrosione e alle sollecitazioni meccaniche che si verificano nel cavo orale. L'ambiente orale è particolarmente ostile per i materiali, a causa delle fluttuazioni del pH e delle attività batteriche. Le leghe ad alta entropia sono in grado di resistere a queste condizioni variabili, garantendo una maggiore longevità e funzionalità delle protesi. Tra le leghe più comunemente utilizzate per le protesi dentarie, si trovano quelle a base di cobalto-cromo (Co–Cr) e cobalto-cromo-molibdeno (Co–Cr–Mo), che offrono una buona combinazione di resistenza alla corrosione, forza meccanica e elasticità. Le leghe BioHEA, che combinano biocompatibilità e proprietà meccaniche superiori, stanno inoltre emergendo come una valida alternativa ai materiali tradizionali, potenzialmente migliorando le prestazioni delle protesi dentarie e riducendo il rischio di complicazioni.

Le leghe ad alta entropia, inoltre, stanno trovando impiego anche in impianti ortopedici, come nelle protesi di anca e ginocchio. La combinazione di titanio con altri metalli in una lega ad alta entropia offre vantaggi significativi in termini di resistenza all'usura, resistenza alla corrosione e compatibilità con i tessuti biologici. Le proprietà meccaniche di queste leghe sono favorevoli per impianti che devono sopportare carichi elevati, come quelli utilizzati nelle articolazioni.

Questi sviluppi nelle leghe ad alta entropia stanno cambiando rapidamente il panorama delle tecnologie mediche. Nonostante i promettenti risultati preliminari, sono necessarie ulteriori ricerche per perfezionare la comprensione delle loro proprietà e per garantire la loro sicurezza e funzionalità a lungo termine in applicazioni cliniche.

Oltre a ciò, è cruciale che i ricercatori continuino a studiare le interazioni tra i vari componenti delle HEA e il corpo umano. Le leghe, per quanto promettenti, non devono solo soddisfare requisiti meccanici e chimici, ma anche garantire che non ci siano effetti collaterali a lungo termine. Le variazioni nei parametri di composizione e le tecniche di produzione delle HEA possono avere un impatto significativo sul loro comportamento in vivo, pertanto ogni applicazione deve essere supportata da studi clinici approfonditi.