La funzione d'onda ψIRp(τ)|\psi_{\text{IR}}^{p}(\tau)\rangle viene espansa in un insieme di stati base come segue:

ψIRp(τ)=n=14Nn,τn,τψIRp(τ)=n=14Nn,τan,p,τ|\psi_{\text{IR}}^{p}(\tau)\rangle = \sum_{n=1}^{4N} |n, \tau\rangle \langle n, \tau |\psi_{\text{IR}}^{p}(\tau)\rangle = \sum_{n=1}^{4N} |n, \tau\rangle a_{n,p,\tau}

dove il coefficiente an,p,τ=n,τψIRp(τ)a_{n,p,\tau} = \langle n, \tau |\psi_{\text{IR}}^{p}(\tau)\rangle è introdotto per rappresentare l'amplitudine del componente della funzione d'onda nel tempo τ\tau. Seguendo l'equazione (3.5), possiamo ottenere la funzione d'onda ψIRp(τ)\psi_{\text{IR}}^{p}(\tau) in termini di ψIRp((τ1))\psi_{\text{IR}}^{p}((\tau - 1)) con la relazione:

ψIRp(τ)=exp(iτ1τH(τ)dτ)ψIRp((τ1))|\psi_{\text{IR}}^{p}(\tau)\rangle = \exp\left(-i \int_{\tau - 1}^{\tau} H(\tau') d\tau'\right) |\psi_{\text{IR}}^{p}((\tau - 1))\rangle

Tuttavia, questa espressione non fornisce un legame diretto tra an,p,τa_{n,p,\tau} e an,p,(τ1)a_{n,p,(\tau - 1)} poiché i kets di base sono diversi nei due membri dell'equazione. Per risolvere questo problema, il metodo WFP (Wave Function Propagation) utilizza alcuni trucchi.

Il primo trucco consiste nell'introdurre un "ket intermedio" ξ,(τ1)|\xi', (\tau - 1)\rangle che permette di scrivere la relazione tra gli stati a tempi diversi. L'uso di questo ket intermedio comporta una combinazione di espansioni temporali in modo da semplificare la connessione tra gli stati alla propagazione temporale. Inoltre, il metodo WFP assume che il ket intermedio abbia lo stesso autovalore energetico di ξ,(τ1)|\xi, (\tau - 1)\rangle durante l'intervallo di integrazione, il che porta alla relazione finale tra i coefficienti an,p,τa_{n,p,\tau} e an,p,(τ1)a_{n,p,(\tau - 1)}:

an,p,τ=m=14Nexp(iωξ,(τ1)τ)ξ=14Ncn,ξ,(τ1)cm,ξ,(τ1)am,p,(τ1)a_{n,p,\tau} = \sum_{m=1}^{4N} \exp(-i\omega_{\xi,(\tau-1)}\tau) \sum_{\xi=1}^{4N} c^*_{n,\xi,(\tau-1)} c_{m,\xi,(\tau-1)} a_{m,p,(\tau - 1)}

Questa equazione fornisce una relazione ricorsiva che permette di determinare l'evoluzione temporale dei coefficienti an,p,τa_{n,p,\tau}. Il valore iniziale di questa sequenza temporale è dato da:

an,p,0=n,0μp0a_{n,p,0} = \langle n, 0|\mu_p|0\rangle

che rappresenta il momento dipolare di transizione nella direzione pp del laboratorio al tempo iniziale t=0t = 0.

A partire da questa relazione, la funzione di correlazione temporale per il momento dipolare elettrico è espressa in forma discreta come:

fIR(τ)=n=14N0μpn,τan,p,τf_{\text{IR}}(\tau) = \sum_{n=1}^{4N} \langle 0|\mu_p|n, \tau\rangle a_{n,p,\tau}

dove la quantità 0μpn,τ\langle 0|\mu_p|n, \tau\rangle non rappresenta il momento dipolare di transizione al tempo τ\tau, ma rimane invariato come definito al tempo t=0t = 0. In pratica, l'operatore μp\mu_p rimane statico, mentre i kets di base evolvono solo meccanicamente in modo classico durante la simulazione MD.

Una volta ottenuta la funzione di correlazione temporale fIR(t)f_{\text{IR}}(t), lo spettro IR IIR(ω)I_{\text{IR}}(\omega) può essere calcolato come la parte reale della trasformata di Fourier di fIR(t)f_{\text{IR}}(t), come segue:

IIR(ω)=Re[0dteiωtfIR(t)]I_{\text{IR}}(\omega) = \text{Re} \left[\int_{0}^{\infty} dt\, e^{i\omega t} f_{\text{IR}}(t)\right]

Poiché il tempo è discretizzato, questa trasformata di Fourier viene effettuata utilizzando l'algoritmo Fast Fourier Transform (FFT). L'output dello spettro IR viene quindi rappresentato lungo i punti di numero d'onda discreto ν~\tilde{\nu}, e la relazione tra i passi di tempo e il numero d'onda discreto è:

ν~=1cLΔτ\tilde{\nu} = \frac{1}{cL\Delta \tau}

dove LL è il numero di punti di tempo discretizzati, Δτ\Delta \tau è il passo temporale, e cc è la velocità della luce. Se il passo temporale MD è di 1 femtosecondo e la funzione di correlazione temporale ha 10410^4 punti temporali, il passo di numero d'onda sarà circa 3.3cm13.3 \, \text{cm}^{ -1}.

Per calcolare correttamente la funzione di correlazione fIR(τ)f_{\text{IR}}(\tau) secondo l'equazione (3.14), è necessario determinare il momento dipolare di transizione 0μpn,τ\langle 0|\mu_p|n, \tau\rangle a ciascun passo temporale. Come osservato nell'equazione (3.15), l'operatore μp\mu_p è la componente pp del momento dipolare elettrico per l'intero sistema al tempo t=0t = 0, e si può scrivere come:

μp=i=1Nμi(0)ep\mu_p = \sum_{i=1}^{N} \mu_i(0) \cdot e_p

dove epe_p è il vettore unitario lungo l'asse pp nelle coordinate del laboratorio. Quindi la relazione completa per calcolare il momento dipolare di transizione diventa:

0μpn,τ=i=1N0μi(0)n,τep\langle 0|\mu_p|n, \tau\rangle = \sum_{i=1}^{N} \langle 0|\mu_i(0)|n, \tau\rangle \cdot e_p

Nel caso degli "stretch fundamentals" (n = 1, 2, ..., 2N), la relazione si semplifica nell'approssimazione del dipolo di legame, mentre per i "bend overtones" (n = 2N + 1, 2N + 2, ..., 3N) si assume che la transizione dipolare sia nulla a causa delle restrizioni imposte dalla simmetria del sistema. Per i "bend fundamentals" (n = 3N + 1, 3N + 2, ..., 4N), si usa una relazione simile a quella degli stretch fundamentals ma adattata alla geometria angolare del legame HOH.

L'accuratezza dei calcoli dipende fortemente dall'approccio utilizzato per determinare i momenti dipolari di transizione. L'assunzione che i momenti dipolari di transizione per le modalità angolari (bend) siano costanti è generalmente una buona approssimazione, mentre quelli per i legami estensibili (stretch) possono variare in base alla geometria dinamica della molecola.

Come analizzare gli spettri IR e Raman nell'acqua liquida: effetti delle interazioni vibrazionali

L'interazione tra i legami idrogeno e la vibrazione delle molecole d'acqua si riflette chiaramente nelle spettroscopie IR e Raman. Un aspetto cruciale per comprendere i segnali ottenuti tramite queste tecniche è l'effetto delle accoppiamenti vibrazionali, che dipendono fortemente dalla forza dei legami idrogeno tra le molecole. Il legame idrogeno più forte, infatti, tende a ridurre la frequenza di stretching dell'OH, come si può osservare in diversi esperimenti di spettroscopia.

Nell'ambito della spettroscopia IR, quando viene considerato solo l'accoppiamento vibrazionale intramolecolare, lo spettro risultante mostra un blu-shift rispetto a uno spettro senza accoppiamento. Questo accade perché il stretch antisimmetrico (l’allungamento dell'OH che avviene in modo asimmetrico tra le molecole) ha una frequenza più alta e un dipolo di transizione maggiore rispetto al stretch simmetrico. La costante di accoppiamento intramolecolare negativa favorisce la presenza di frequenze più alte per il stretch antisimmetrico. Tuttavia, lo stretch simmetrico, che appare maggiormente potenziato nella spettroscopia Raman, porta a posizioni di picco simili in entrambi gli spettri IR e Raman.

Gli effetti accoppiati tra le vibrazioni intramolecolari e intermolecolari diventano particolarmente evidenti quando si considerano anche le interazioni tra le molecole. Nel caso in cui venga introdotto l'accoppiamento vibrazionale intermolecolare, si osserva un cambiamento drastico nello spettro Raman VV, in particolare sul lato di bassa frequenza, dove la banda di stretching dell'OH diventa quasi bimodale. Questo fenomeno è causato dall'accoppiamento negativo tra le molecole che fa sì che gli strech "in fase", ovvero quelli che sono delocalizzati su circa dieci gruppi OH, abbiano una frequenza più bassa e sezioni di scattering più ampie, riflettendo così l'intensità maggiore nelle spettroscopie Raman VV.

Il fenomeno della risonanza di Fermi ha ulteriori implicazioni: causa un lieve abbassamento nell’intensità dello spettro Raman VV intorno ai 3300 cm−1, noto come "finestra di Evans", che evidenzia una divisione quasi perfetta della banda di stretching OH intermolecolare. In IR, l'effetto della risonanza di Fermi porta alla comparsa di una debole spalla a circa 3200 cm−1. È interessante notare che la spettroscopia Raman VH non viene sostanzialmente influenzata dalla risonanza di Fermi.

Da questi risultati si può concludere che le caratteristiche di stretching dell'OH non possono essere attribuite semplicemente a molecole con legami idrogeno più forti o più deboli. La visione classica che le vibrazioni simmetriche e antisimmetriche possano essere utilizzate come indicatori di legami idrogeno distinti tra le molecole non è applicabile in modo semplice nei sistemi di acqua liquida, poiché l'accoppiamento tra le molecole modifica significativamente le modalità normali di vibrazione.

Un altro aspetto fondamentale per analizzare la struttura dell'acqua liquida e la sua dinamica vibrazionale è l'introduzione dell'M-index. Questo indice, proposto da Ohno e collaboratori nel 2005, è un potente strumento per analizzare le traiettorie della dinamica molecolare (MD) in sistemi molecolari legati da legami idrogeno. L'indice M consente di valutare la forza del legame idrogeno nel gruppo OH in base al numero di legami idrogeno donati e accettati dalla molecola. In particolare, la semplificazione dell'indice M permette di ridurre la valutazione della forza del legame a un intervallo più ristretto, rendendo l'analisi dei sistemi complessi di acqua liquida molto più praticabile. L'indice M semplificato, infatti, passa da sette livelli di MOH a soli quattro livelli, facilitando l'interpretazione della struttura e della dinamica dell'acqua liquida.

L'introduzione di queste tecniche avanzate nella spettroscopia e nella simulazione computazionale della dinamica molecolare ci offre una comprensione più raffinata dei fenomeni che caratterizzano la struttura dell'acqua e dei suoi legami idrogeno. È essenziale, infatti, comprendere che l’interazione tra le molecole di acqua non si limita a legami idrogeno statici e separati, ma si caratterizza da una dinamica complessa che modifica continuamente le frequenze e le modalità vibrazionali osservate. Questo approccio può rivelarsi cruciale non solo per lo studio dell'acqua, ma anche per la comprensione di sistemi molecolari complessi in generale.

Come i Operatori di Creazione e Distruzione Modellano gli Oscillatori Armonici Accoppiati in Meccanica Quantistica

Nel contesto della meccanica quantistica, gli oscillatori armonici sono tra i sistemi più fondamentali per l'analisi del comportamento di particelle in potenziali armonici. I concetti di operatori di creazione e distruzione, rappresentati rispettivamente da a^\hat{a}^\dagger e a^\hat{a}, sono strumenti essenziali per descrivere l'evoluzione quantistica degli oscillatori armonici, particolarmente nel trattamento dei sistemi accoppiati.

Considerando un singolo oscillatore armonico, la soluzione dell'energia quantizzata mostra che gli autovalori per l'energia, EvE_v, sono dati da:

Ev=(v+12)ωE_v = \left(v + \frac{1}{2}\right) \hbar \omega

dove vv è il numero quantico vibratorio (con v=0,1,2,v = 0, 1, 2, \dots) e ω\omega è la frequenza angolare dell'oscillatore. L'energia minima, corrispondente allo stato fondamentale (v=0v = 0), è quindi E0=12ωE_0 = \frac{1}{2} \hbar \omega. Per gli altri stati eccitati, l'energia aumenta in passi di ω\hbar \omega, da un livello all'altro.

L'operatore di distruzione a^\hat{a} agisce sullo stato quantico v|v\rangle riducendo il numero quantico vv di uno, mentre l'operatore di creazione a^\hat{a}^\dagger aumenta vv di uno. Per esempio, applicando l'operatore di creazione a uno stato v|v\rangle, si ottiene:

a^v=v+1v+1\hat{a}^\dagger |v\rangle = \sqrt{v+1} |v+1\rangle

e, applicando l'operatore di distruzione:

a^v=vv1\hat{a} |v\rangle = \sqrt{v} |v-1\rangle

Il comportamento di questi operatori diventa cruciale quando si considera un sistema di oscillatori armonici accoppiati, come nel caso di due oscillatori con frequenze angolari ω1\omega_1 e ω2\omega_2, accoppiati tramite una costante di accoppiamento γ\gamma. L'Hamiltoniano di tale sistema è dato da:

H^=ω1a^1a^1+ω2a^2a^2+γ(a^1a^2+a^1a^2)\hat{H} = \hbar \omega_1 \hat{a}_1^\dagger \hat{a}_1 + \hbar \omega_2 \hat{a}_2^\dagger \hat{a}_2 + \gamma \left( \hat{a}_1^\dagger \hat{a}_2 + \hat{a}_1 \hat{a}_2^\dagger \right)

dove a^1\hat{a}_1 e a^2\hat{a}_2 sono gli operatori di creazione e distruzione associati ai rispettivi oscillatori. Il termine di accoppiamento rappresenta l'interazione tra i due oscillatori: l'annichilazione di un quantum di energia in uno degli oscillatori comporta la creazione di un quantum nell'altro. Le soluzioni dell'equazione di Schrödinger per tale sistema portano alla determinazione degli autovalori dell'energia che, a causa dell'accoppiamento, sono modificati rispetto a quelli di un sistema indipendente.

Nel caso di un sistema accoppiato, le energie risultano essere:

E±=12(ω1+ω2)±12(ω1ω2)2+4γ2E_{\pm} = \frac{1}{2} (\omega_1 + \omega_2) \pm \frac{1}{2} \sqrt{(\omega_1 - \omega_2)^2 + 4 \gamma^2}

dove E+E_+ e EE_- rappresentano rispettivamente i due autovalori energetici. L'autostato corrispondente a E+E_+ è una combinazione lineare di stati di eccitazione nei due oscillatori, mentre quello associato a EE_- è un altro stato ortogonale, risultante anch'esso da una sovrapposizione degli stati base v1,v2|v_1, v_2 \rangle.

Il principio della meccanica quantistica, che descrive l'evoluzione nel tempo degli stati quantistici, permette anche di calcolare i valori di aspettazione di variabili osservabili, come la posizione e la quantità di moto, utilizzando gli operatori di creazione e distruzione. Ad esempio, per il calcolo del valore di aspettazione della posizione x^\hat{x} e della quantità di moto p^\hat{p} in uno stato di energia v|v\rangle, si usano le espressioni:

x^=2mω(a^+a^),p^=imω2(a^a^)\hat{x} = \sqrt{\frac{\hbar}{2m\omega}} (\hat{a} + \hat{a}^\dagger), \quad \hat{p} = i \sqrt{\frac{\hbar m \omega}{2}} (\hat{a}^\dagger - \hat{a})

Da questi operatori si ottengono le fluttuazioni di posizione Δx\Delta x e quantità di moto Δp\Delta p, che soddisfano il principio di incertezza di Heisenberg:

ΔxΔp2\Delta x \Delta p \geq \frac{\hbar}{2}

Inoltre, la media delle fluttuazioni, che è strettamente legata alla natura quantistica del sistema, mostra come l'incertezza minima si raggiunga nello stato fondamentale (v=0v = 0), e come aumenti negli stati eccitati.

Nel caso di un sistema composto da più oscillatori armonici accoppiati, la conoscenza del comportamento delle fluttuazioni di posizione e momento permette di descrivere fenomeni complessi come l’interazione tra modelli vibrazionali in molecole complesse. Per esempio, sistemi come il CO2, che presenta due oscillatori accoppiati per le vibrazioni C=O, possono essere descritti efficacemente utilizzando questi formalismi.

L'uso degli operatori di creazione e distruzione, combinato con l'Hamiltoniano del sistema, permette di predire l'evoluzione temporale e le interazioni tra oscillatori, rendendo possibili applicazioni che vanno dalla chimica quantistica alla fisica dello stato solido.

Come i Campi Elettrici Influiscono sui Fondamentali Vibrazionali e le Vibrazioni di Legame nell'Acqua

Le interazioni elettrostatiche nei legami idrogeno hanno un impatto significativo sulle proprietà spettroscopiche vibranti, come evidenziato dai modelli di acqua TIP4P. In particolare, la relazione tra la frequenza di vibrazione della legatura OH e il campo elettrico applicato su di essa è cruciale per comprendere come le modifiche nella geometria molecolare, come la distanza H· · ·O, influenzino la risposta vibratoria. La frequenza di vibrazione di stretching dell'OH, denotata come ν̃0→1 s, è una funzione diretta del campo elettrico Es esercitato sulla molecola di acqua, dove Es è definito come la proiezione del campo elettrico al livello dell'atomo di idrogeno, nella direzione del legame O→H. Questo campo, come descritto nell'Equazione (2.5), mostra come la frequenza di stretching dell'OH diminuisca quando la distanza tra l'idrogeno e l'ossigeno si accorcia, risultando in un abbassamento della frequenza di stretching, il cosiddetto "red shift".

Il campo elettrico Es è positivo quando il vettore del campo elettrico è parallelo alla direzione del legame O→H e negativo quando è anti-parallelo, un concetto fondamentale per la comprensione del comportamento di vibrazione dei legami idrogeno in sistemi complessi. Questo comportamento è particolarmente evidente nei dimmeri d'acqua, dove la distanza H· · ·O determina fortemente l'entità del red shift. Ad esempio, in un dimmero d'acqua TIP4P, l'aumento della forza del legame idrogeno (a causa di una distanza H· · ·O più corta) porta a un aumento del campo elettrico e quindi a una riduzione della frequenza di stretching dell'OH. Questo fenomeno conferma la relazione descritta nel mappamento spettrale vibratorio sviluppato dal gruppo Skinner.

Allo stesso modo, anche la frequenza di vibrazione per il "bend" dell'HOH (angolo di legame tra i due legami OH) dipende dalla configurazione del campo elettrico. Nel caso del "bend overtone" (transizione v = 0 → 2), la frequenza della vibrazione dipende dalle forze elettrostatiche che agiscono sui legami OH, con il campo Es esercitato dai gruppi donatori e accettori. Quando si esaminano molecole d'acqua con legami idrogeno, l'influenza della geometria molecolare (come la distanza tra le molecole di acqua) è evidente: la formazione di legami idrogeno tende a spostare la frequenza di "bend" verso frequenze più alte, fenomeno noto come blue shift, contrariamente al comportamento osservato per le frequenze di stretching dell'OH.

Le equazioni (2.7) e (2.8) descrivono in dettaglio queste dipendenze. Mentre la frequenza di vibrazione del bend dell'HOH dipende principalmente dalla forza del legame idrogeno (influenzata dal campo elettrico Es), si osserva che la dipendenza dalla distanza H· · ·O per il bend è meno pronunciata rispetto a quella per il legame OH, una caratteristica che si allinea con le osservazioni sperimentali che indicano una sensibilità maggiore delle vibrazioni di stretching rispetto a quelle di bend alle modifiche della geometria del legame idrogeno.

Inoltre, i modelli vibratori sviluppati sono utili per simulazioni molecolari dinamiche (MD) in sistemi complessi come l'acqua in fase condensata. L'accuratezza di queste mappe spettrali vibratori consente di riprodurre in modo affidabile le risposte spettroscopiche di acqua e altre molecole simili, facilitando la comprensione del comportamento delle molecole in presenza di interazioni elettrostatiche. L'introduzione di questi modelli ha permesso di descrivere fenomeni complessi come la cooperatività del legame idrogeno, un comportamento in cui la formazione di un legame idrogeno può influenzare la formazione di legami idrogeno adiacenti, alterando così le proprietà vibratorie complessive del sistema.

L’analisi del campo elettrico Es e la sua relazione con le frequenze di stretching e bending fornisce una visione profonda delle interazioni molecolari, ma è fondamentale notare che la descrizione dettagliata di questi fenomeni richiede una buona conoscenza delle unità atomiche e della loro relazione con le costanti elettromagnetiche. L’approccio del gruppo Skinner ha notevolmente contribuito a una comprensione più profonda della termodinamica delle interazioni intermolecolari in sistemi di acqua.