Le unghie accessorie, o "unghie di deambulazione", sono un elemento spesso trascurato nella fisiologia del cane, ma giocano un ruolo fondamentale nell'ottimizzazione delle sue capacità motorie, soprattutto per i cani atleti. La loro funzione va ben oltre la mera presenza di una parte del corpo apparentemente secondaria. Questi piccoli artigli, situati sulla parte interna delle zampe anteriori, sono collegati tramite tendini ai muscoli dell'arto, rendendoli una parte attiva e funzionale della struttura del cane.
Studi recenti hanno confermato che le unghie accessorie non sono semplici resti evolutivi, ma svolgono un ruolo significativo nel migliorare la stabilità durante movimenti complessi. In particolare, quando un cane corre o galoppa, l'unghia accessoria entra in contatto con il suolo e stabilizza il carpo, specialmente durante le curve o quando cambia direzione. Questo è evidente nelle razze come il Corgi, che, durante le attività di pastorizia, fa uso di questa parte anatomica per migliorare la precisione nelle manovre.
Un altro esempio importante della funzionalità delle unghie accessorie emerge in situazioni estreme. Quando un cane scivola su un lago ghiacciato o nuota in acque fredde con aree ghiacciate, le unghie accessorie diventano essenziali per la sua sopravvivenza. Esse agiscono come piccoli attrezzi, simili ai picconi, che aiutano l'animale a tirarsi fuori dall'acqua gelata, scavando nel bordo del ghiaccio. Questo comportamento dimostra quanto siano cruciali queste unghie accessorie per la sicurezza e la sopravvivenza dell'animale, un aspetto che molte persone non considerano.
Seppure la loro funzione nelle zampe anteriori sia ben documentata, le unghie accessorie presenti sulle zampe posteriori, invece, sono quasi sempre vestigiali e dovrebbero essere rimosse nei primi giorni di vita del cane, salvo in alcune razze come i Pyrenees, il Beauceron o il Briard, che ne mantengono la presenza come caratteristica standard del loro tipo.
Allo stesso modo, la coda, che potrebbe sembrare solo un ornamento, gioca un ruolo fondamentale nella dinamica del movimento. Quando un cane corre o salta, la coda fornisce un bilanciamento essenziale, consentendo al corpo di rimanere stabile e di correggere la traiettoria. In particolare, quando un cane esegue un salto, la coda solleva la parte posteriore del corpo, consentendo alla parte anteriore di scendere e atterrare correttamente. Questo è particolarmente evidente nelle razze con coda corta, come il Rottweiler, che tendono ad inclinare il corpo lateralmente durante le curve, adattandosi all'assenza di una coda lunga che potrebbe altrimenti bilanciare il movimento.
Tuttavia, l'effetto a lungo termine di questa adattabilità sul sistema muscoloscheletrico del cane non è ancora completamente compreso. I cani senza coda o con una coda molto corta potrebbero affrontare stress meccanici diversi rispetto ai cani con coda lunga, ma questa differenza non è stata ancora completamente documentata in letteratura.
In relazione alle attività sportive, la comprensione della fisiologia e della biomeccanica canina è cruciale per i veterinari sportivi e i professionisti della riabilitazione. La valutazione del tipo di attività, la frequenza e l'intensità degli allenamenti, insieme ad altri fattori come la dieta e lo stato di salute generale, sono essenziali per prevenire infortuni e migliorare le performance. È fondamentale tenere conto dell’età in cui il cane inizia ad allenarsi, poiché un addestramento precoce o inappropriato può portare a danni da stress ripetuti.
Per esempio, i cani che sono castrati o sterilizzati precocemente potrebbero avere una crescita sproporzionata, con effetti negativi sulle ossa e sulle articolazioni, predisponendo l'animale a infortuni ortopedici. Inoltre, il livello di competizione e il numero di eventi in cui il cane partecipa sono indicatori importanti del carico fisico che il cane ha sopportato, ed è essenziale monitorare il benessere fisico e psicologico dell'animale.
Non solo l'attività fisica è importante, ma anche la nutrizione gioca un ruolo fondamentale nella salute e nelle performance del cane. Una dieta bilanciata, correttamente adattata alle esigenze del cane sportivo, è essenziale per mantenere l'animale in condizioni ottimali. Integratori specifici per supportare le articolazioni, la mobilità e la resistenza possono essere utili, ma devono essere scelti con cautela, basandosi su evidenze scientifiche e sotto la supervisione di un esperto.
La conoscenza delle peculiarità anatomiche e fisiologiche del cane è cruciale per chi lavora con atleti canini e cani da lavoro. Ogni cane è unico, e comprendere come il suo corpo reagisce alle diverse sollecitazioni è fondamentale per ottimizzare la sua salute e le sue prestazioni. L'obiettivo non è solo migliorare il rendimento nelle competizioni, ma anche garantire che il cane viva una vita sana e attiva, evitando danni a lungo termine e migliorando la sua qualità della vita.
Qual è il ruolo dell’esercizio terapeutico nella riabilitazione e nella gestione delle patologie canine?
L’esercizio terapeutico rappresenta una componente imprescindibile nella medicina sportiva e nella riabilitazione veterinaria, capace di influenzare positivamente molteplici aspetti della salute muscoloscheletrica e cardiovascolare nei cani. Esso non solo rafforza i sistemi fisici, ma contribuisce anche ad alleviare il dolore, gestire malattie croniche, supportare la perdita di peso e migliorare le funzioni cognitive. È quindi essenziale che tutti i cani mantengano un’attività fisica regolare, soprattutto quelli in fase di recupero da traumi, interventi chirurgici o declino geriatrico. Gli animali da lavoro e sportivi, in particolare, traggono beneficio da programmi mirati di esercizio terapeutico e condizionamento, utili a preservare le performance e a ridurre il rischio di infortuni.
La prescrizione dell’esercizio richiede un’attenta valutazione della capacità funzionale e della soglia del dolore del paziente, oltre a considerare le aspettative e gli obiettivi del proprietario o conduttore. Un piano di esercizio efficace e sicuro deve basarsi sulla conoscenza approfondita delle proprietà di guarigione dei tessuti e su come applicare forze fisiologiche crescenti al corpo, per ottenere miglioramenti senza causare danni. Tale processo necessita di valutazioni frequenti e non può affidarsi a protocolli standardizzati o rigidi, ma deve essere personalizzato in funzione delle risposte individuali. Per massimizzare i benefici, l’esercizio dovrebbe includere un equilibrio tra stabilità, equilibrio, postura, mobilità, flessibilità, resistenza cardiopolmonare, performance muscolare e controllo neuromuscolare, assicurandosi che il paziente esegua correttamente le attività terapeutiche.
L’uso dell’esercizio come terapia non è una novità: già nella Cina antica e nel mondo greco-romano, l’attività fisica era raccomandata per prevenire e trattare le malattie. Oggi, studi umani confermano numerosi benefici dell’esercizio, come il miglioramento del benessere generale, il rallentamento delle malattie croniche, la riduzione della morbilità e mortalità. L’attività fisica determina infatti una riduzione del grasso addominale, un incremento del flusso sanguigno cardiaco, miglioramenti nei livelli di trigliceridi e colesterolo, una regolazione più efficace della glicemia e una maggiore sensibilità all’insulina. Inoltre, esercizio regolare attenua ansia e depressione, migliora le funzioni cognitive, favorisce un sonno di qualità e rallenta il declino mentale legato all’età. Sebbene le evidenze negli animali domestici siano ancora in via di sviluppo, i dati emergenti confermano analoghi effetti positivi nei cani.
Il sovrappeso rappresenta un problema sempre più diffuso nella popolazione canina, con oltre il 55% dei cani negli Stati Uniti classificati come sovrappeso o obesi. Il peso in eccesso aumenta la pressione sulle superfici articolari, accelerando la degenerazione cartilaginea, l’osteoartrite e il dolore. Inoltre, i cani obesi sono più predisposti a patologie cardiache, neoplasie, diabete mellito e ipertensione. La perdita di peso è quindi fondamentale per migliorare mobilità e qualità di vita. Attività come passeggiate al guinzaglio, esercizi su tapis roulant terrestre e acquatico favoriscono questo processo. Interessante è anche la correlazione tra obesità del proprietario e del cane, suggerendo che l’educazione del conduttore a uno stile di vita più sano è un elemento chiave per il benessere a lungo termine dell’animale.
L’esercizio svolge un ruolo cruciale nella modulazione del dolore sia a livello centrale che periferico. Questo avviene grazie alla regolazione endogena di serotonina e oppioidi, all’attivazione del sistema endocannabinoide e alla modulazione dei recettori NMDA. Studi su modelli animali hanno mostrato come esercizi intensi e prolungati possano temporaneamente aumentare il dolore tramite l’attivazione dei recettori NMDA, mentre attività moderate e regolari, come nuoto o camminate su tapis roulant, favoriscono la produzione di sostanze analgesiche endogene e riducono la percezione dolorifica. Questi dati sono fondamentali per calibrare l’intensità dell’esercizio in riabilitazione, evitando sovraccarichi che potrebbero compromettere l’aderenza alla terapia sia da parte del cane che del suo conduttore.
Inoltre, cani attivi mostrano una migliore capacità di gestione del dolore rispetto a soggetti sedentari. L’esercizio regolare riduce la concentrazione di macrofagi e citochine pro-infiammatorie (come IL-1β e TNF-α) mentre aumenta quelle anti-infiammatorie (IL-10) nel sito della lesione e a livello sistemico, contribuendo a un ambiente biologico più favorevole alla guarigione e alla riduzione del dolore cronico.
Tra le condizioni più frequentemente trattate in riabilitazione veterinaria vi è l’osteoartrite (OA), la cui prevalenza cresce con l’età: quasi il 40% dei cani sotto i quattro anni e fino all’80% di quelli oltre gli otto anni mostrano segni radiografici di OA. Questa patologia induce alterazioni nei tessuti articolari e nei muscoli di sostegno, compromettendo il controllo della forza muscolare, i pattern di attivazione, la propriocezione e l’equilibrio. Il gonfiore, il dolore, la zoppia e la perdita di mobilità articolare sono sintomi comuni. L’esercizio strutturato si è dimostrato efficace nel ridurre il dolore e migliorare la mobilità, con risultati paragonabili a quelli ottenuti con farmaci antinfiammatori non steroidei per almeno sei mesi dopo la conclusione del programma. È fondamentale, però, identificare il tipo e la quantità di esercizio adeguati per evitare sovraccarichi che potrebbero aggravare la condizione.
Comprendere il ruolo dell’esercizio terapeutico implica considerare la necessità di un approccio olistico e personalizzato, che integri valutazioni funzionali, educazione del proprietario e un piano dinamico adattato nel tempo alle risposte del paziente. Oltre a migliorare la funzione muscolare e articolare, l’esercizio aiuta a mantenere un equilibrio neuroimmunitario, modulando le risposte infiammatorie e promuovendo la salute sistemica. La continuità dell’attività fisica, anche dopo la fase di riabilitazione, è cruciale per garantire risultati duraturi e una qualità di vita ottimale.
Come la Biomeccanica Applicata Influenza la Progettazione di Ortosi e Protesi per Cani
Nel campo della biomeccanica applicata, le equazioni e la terminologia sono strumenti fondamentali per comprendere e misurare le forze che il corpo e gli arti di un cane sopportano durante la deambulazione. Comprendendo queste forze, è possibile progettare ortesi e protesi che replicano in modo più accurato le forze fisiologiche naturali, ottimizzando la funzione e riducendo al minimo i movimenti compensatori.
L’equazione fondamentale che descrive la relazione tra forza e movimento è la seguente: F = MA, dove la forza (F) è il prodotto della massa (M) e dell'accelerazione (A). In biomeccanica, la forza non si limita a un semplice concetto di spinta o trazione, ma si interseca con vari altri fattori come il momento, la reazione al suolo, e la distanza di leva. Il momento (Mo) rappresenta la tendenza di una forza a ruotare un oggetto attorno a un asse. Esso è determinato dal prodotto della forza (F) e della distanza perpendicolare (D) dal punto di applicazione della forza (ad esempio, la reazione al suolo) al punto di rotazione (ad esempio, un'articolazione). La reazione al suolo (GRF), che è la forza uguale e opposta rispetto alla forza totale del corpo (TBF), gioca un ruolo cruciale in ogni fase del peso corporeo.
Inoltre, la biomeccanica applicata studia il momento di flessione tarsale e la posizione relativa dell'articolazione del tarso rispetto al vettore della forza di reazione al suolo, che è responsabile della produzione di questo momento di flessione.
Le ortesi e le protesi veterinarie (V-OP) vengono progettate per generare momenti esterni quando il corpo non è in grado di creare un momento interno sufficiente per contrastare le forze che agiscono su un'articolazione. In situazioni di carenza di momenti interni, come nell'iperestensione carpo-palmarica dovuta a lesioni al fibrocartilagine palmarico, o nel valgismo tarsale da lesioni ai legamenti collaterali mediali, le ortesi sono in grado di supportare l'articolazione danneggiata.
Esistono diversi sistemi di controllo meccanico che stabilizzano l'articolazione, tra cui il sistema correttivo a tre punti (3PCS), il sistema correttivo a tre punti modificato (M3PCS) e il controllo tramite accoppiamento di forze (FC). Ciascun sistema ha un obiettivo meccanico comune: generare un momento esterno per supportare o stabilizzare un'articolazione o un segmento del membro che presenta instabilità.
Nel sistema correttivo a tre punti (3PCS), un'ortesi applica una forza correttiva (CRF) opposta alle forze interne che causano instabilità in una determinata articolazione o segmento del corpo. La CRF è contrastata da forze applicate proximalmente e distalmente, aumentando l'efficacia dell'azione correttiva. La somma di queste forze deve essere pari alla forza correttiva applicata, e la posizione delle forze (lontano o vicino al punto di rotazione) influisce sulla forza necessaria per mantenere la stabilità articolare.
Nel sistema correttivo a tre punti modificato (M3PCS), la forza correttiva viene suddivisa in due componenti, una proximale e una distale, riducendo il rischio di lesioni ai tessuti molli dovuto a pressioni localizzate o al contatto diretto con le strutture ossee. In alcuni casi, come nel caso dell'iperestensione carpo-palmarica, la posizione della forza correttiva deve essere modificata per evitare il contatto con prominenze ossee sensibili.
Un altro sistema importante è il controllo tramite accoppiamento di forze (FC), che consente alle ortesi di guidare e controllare il movimento senza limitare il raggio di movimento dell'articolazione. In questo caso, due ossa sono collegate insieme da un asse di rotazione condiviso, come avviene nel femore e nel crus, che permette sia il movimento osteocinematico (flessione ed estensione) che l'artrocinematica (movimento all'interno dell'articolazione, come il rotolamento, la rotazione e la traslazione sulla superficie articolare).
Queste tecniche di controllo meccanico sono fondamentali per migliorare la qualità della vita dei cani che soffrono di disturbi biomeccanici o di lesioni, permettendo loro di recuperare una funzione ottimale e di ridurre al minimo il dolore o la difficoltà nei movimenti.
L'applicazione pratica di queste conoscenze richiede un’attenta progettazione e personalizzazione di ortesi e protesi, tenendo conto non solo della biomeccanica del cane, ma anche delle sue condizioni fisiche e delle sue necessità quotidiane. È cruciale comprendere che ogni dispositivo deve essere progettato in modo da rispettare le caratteristiche fisiologiche del corpo e garantire la sicurezza e il comfort del paziente a lungo termine.
Quali sono le principali patologie ortopediche che affliggono gli arti pelvici nei cani?
Le patologie ortopediche degli arti pelvici nei cani rappresentano una delle cause principali di zoppia, diagnosticate frequentemente nei pazienti veterinari. Queste condizioni possono coinvolgere diverse strutture, tra cui ossa, articolazioni e tessuti molli, e comprendono disturbi come la displasia dell’anca, la lussazione dell’anca, le malattie del ginocchio (inclusi la malattia del crociato craniale, le lesioni meniscali e la lussazione rotulea), e varie patologie muscolari e tendinee. La diagnosi accurata e tempestiva di queste problematiche è cruciale per determinare il trattamento più appropriato e migliorare la prognosi e la qualità della vita dell'animale.
Tra le patologie più comuni vi è la displasia dell'anca, una condizione in cui lo sviluppo anomalo dell'articolazione dell'anca porta a un'inadeguata copertura della testa del femore da parte dell'acetabolo. Questo difetto anatomico provoca una maggiore mobilità dell'articolazione, che, a lungo andare, può causare danni ai tessuti articolari, come l'usura della cartilagine e la formazione di osteoartrite (OA). La displasia dell'anca è una delle principali cause di zoppia nei cani di razze grandi, ma può manifestarsi anche in razze più piccole. La diagnosi si basa su esami radiografici e su valutazioni cliniche che rivelano un'instabilità dell'articolazione.
Un’altra condizione frequentemente osservata è la lussazione dell'anca, che può essere causata da traumi acuti o da malformazioni congenite. Quando l'anca si lussa, la testa del femore esce dalla cavità acetabolare, causando dolore intenso e perdita di funzione nell'articolazione. Il trattamento dipende dalla gravità della lussazione e dalle condizioni generali del cane, ma può includere un intervento chirurgico per riposizionare l'articolazione o, nei casi meno gravi, trattamenti conservativi come l'immobilizzazione e la fisioterapia.
Le lesioni del crociato craniale e le lesioni meniscali sono comuni nei cani attivi e negli atleti canini. La rottura del legamento crociato craniale è spesso la causa principale di instabilità del ginocchio, con conseguente dolore, zoppia e sviluppo di artrosi nelle fasi successive. Le lesioni meniscali, che coinvolgono la lacerazione del menisco, sono spesso associate a questa condizione e complicano ulteriormente il recupero. La chirurgia, come la ricostruzione del legamento crociato, è spesso necessaria, ma anche il trattamento conservativo con fisioterapia può risultare utile in alcuni casi.
Le patologie muscolari e tendinee, in particolare quelle relative ai tendini del flessore del carpo e ai tendini calcanei, sono comuni nei cani che praticano sport o attività fisiche intense. I disturbi muscolari acuti da stiramento o da sforzi ripetitivi, sebbene spesso sottovalutati, sono frequenti e possono manifestarsi con dolore acuto, gonfiore o limitazione del movimento. La riabilitazione fisica è una parte fondamentale del trattamento, che mira a ristabilire la mobilità e a prevenire danni futuri.
Un altro aspetto che non va trascurato riguarda il trattamento e la gestione dei danni tendinei. Il trattamento delle lesioni tendinee (come quelle del tendine calcaneale o del flessore digitale superficiale) può richiedere approcci diversi, a seconda della gravità della lesione. Interventi chirurgici, fisioterapia e l'uso di terapie innovative, come le onde d'urto extracorporee, sono alcune delle opzioni che si stanno rivelando efficaci nel migliorare la guarigione e nel ridurre il dolore.
L’approccio terapeutico non si limita solo alla gestione chirurgica delle patologie ortopediche, ma include anche l’utilizzo di tecniche di riabilitazione e terapia fisica. Questi trattamenti sono fondamentali non solo per la riabilitazione post-operatoria, ma anche per la gestione delle condizioni croniche e per migliorare la qualità della vita degli animali, specialmente nei cani da lavoro e sportivi. La fisioterapia, attraverso esercizi di mobilizzazione, rafforzamento muscolare e tecniche di stretching, gioca un ruolo cruciale nel ripristino della funzionalità articolare e muscolare.
Inoltre, è essenziale che il veterinario possieda una buona conoscenza dell'anatomia pertinente, delle tecniche di esame fisico e dei moderni strumenti diagnostici, come le radiografie e gli esami ecografici, per giungere a una diagnosi corretta. La diagnosi precoce di condizioni ortopediche permette di avviare il trattamento adeguato tempestivamente, evitando che la condizione peggiori e influenzi negativamente la qualità della vita dell'animale.
In sintesi, la gestione delle patologie ortopediche degli arti pelvici nei cani richiede un approccio multidisciplinare che combina la diagnosi accurata, l'intervento terapeutico tempestivo e la riabilitazione fisica per garantire il miglior recupero possibile. Oltre alla diagnosi e ai trattamenti chirurgici, è fondamentale comprendere l'importanza della prevenzione e dell'adozione di uno stile di vita sano per prevenire lesioni future e migliorare la longevità dell'animale.
L'importanza della Nutrizione e degli Acidi Grassi Omega-3 nella Riabilitazione dei Cani Sportivi e nella Gestione dell'Osteoartrite
Nel corso della risposta infiammatoria, gli acidi grassi omega-3 vengono convertiti in molecole bioattive che svolgono un ruolo cruciale nel modulare l'infiammazione. I principali acidi grassi omega-3, come l'EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesaenoico), sono precursori di eicosanoidi della serie dispari (ad esempio PGE3), che sono relativamente inerti e svolgono un effetto inibitorio sugli eicosanoidi pro-infiammatori generati dagli acidi grassi omega-6, come il PGE2. Questo processo è essenziale per contrastare gli effetti dannosi degli acidi grassi omega-6 durante la risposta infiammatoria, migliorando così la gestione dell'infiammazione in diverse condizioni cliniche, comprese le patologie articolari.
Nell'ambito della nutrizione dei cani atleti, l'integrazione con acidi grassi omega-3 si è rivelata di particolare importanza, soprattutto per migliorare la salute articolare e promuovere il recupero dopo l'esercizio fisico intenso. Il giusto equilibrio tra acidi grassi omega-3 e omega-6 è fondamentale per mantenere una risposta infiammatoria equilibrata, riducendo il rischio di danni ai tessuti e promuovendo un recupero ottimale. La dieta per i cani con osteoartrite, per esempio, deve essere ricca di acidi grassi omega-3, poiché questi composti sono noti per la loro capacità di alleviare il dolore articolare e migliorare la funzionalità delle articolazioni.
Nel caso di un cane anziano obeso con osteoartrite e problemi articolari, come dimostrato in uno studio di caso, un piano nutrizionale mirato che preveda una dieta a basso contenuto di grassi e ad alto contenuto proteico, supportata da supplementi di omega-3, ha mostrato risultati promettenti. La perdita di peso, che può essere monitorata tramite una riduzione ponderale settimanale del 1-3%, è cruciale per alleviare i sintomi dell'osteoartrite e migliorare la qualità della vita del cane. La dieta proposta in questo caso includeva un'alimentazione che garantiva l'introduzione di 310 mg di EPA e DHA ogni 1000 kcal, con l'aggiunta di un'integrazione di omega-3 per soddisfare le raccomandazioni minime.
Inoltre, l'uso di alimenti freschi o dietetici preparati in casa è stato suggerito per adattarsi alle preferenze del proprietario, pur mantenendo l'efficacia nutrizionale del regime alimentare. Un altro elemento importante per garantire il successo della gestione nutrizionale è l'incorporazione di ingredienti terapeutici come il collagene denaturato, che contribuisce a ridurre l'infiammazione articolare, e il muscolo verde della Nuova Zelanda (GLM), ricco di glucosamina, solfato di condroitina e acidi grassi omega-3. La ricerca ha dimostrato che l'uso di GLM è efficace nel migliorare la crepitazione articolare e alleviare il dolore articolare nei cani con osteoartrite, portando a un miglioramento delle funzioni articolari.
L'integrazione di glucosamina e solfato di condroitina, pur avendo avuto risultati contrastanti negli studi clinici sugli esseri umani, ha comunque mostrato potenzialità terapeutiche nei cani, in particolare se somministrata precocemente nel decorso della malattia articolare. Sebbene non ci siano prove conclusive sull'efficacia di questi supplementi nella riduzione del dolore articolare nei casi avanzati di osteoartrite, la somministrazione precoce di glucosamina potrebbe avere effetti positivi nel rallentare la degenerazione della cartilagine.
Oltre agli acidi grassi omega-3 e ai supplementi di collagene e glucosamina, la gestione nutrizionale dei cani con osteoartrite può essere ulteriormente migliorata con l'uso di proteine di alta qualità e un'adeguata quantità di fibre. Le diete ad alta proteina aiutano a preservare la massa magra durante la perdita di peso, mentre l'incremento delle fibre alimentari contribuisce a generare un senso di sazietà, evitando comportamenti eccessivi legati al cibo. Il monitoraggio regolare del peso e l'adattamento della dieta sono essenziali per ottenere i migliori risultati nella gestione della condizione.
È importante che il piano nutrizionale venga integrato con un programma di riabilitazione fisica, che include esercizi a casa e l'uso di ausili per il movimento. Un cane che soffre di osteoartrite e che non è più in grado di camminare normalmente beneficerà di un supporto adeguato per riprendere gradualmente la mobilità, riducendo il dolore e migliorando la funzionalità.
Anche se i benefici degli integratori nutrizionali come GLM e UC-II sono promettenti, è essenziale che vengano utilizzati come parte di una strategia nutrizionale completa, che includa una dieta bilanciata, la gestione del peso e l'esercizio fisico. La combinazione di questi fattori aiuta non solo a migliorare la salute articolare, ma anche a promuovere il benessere generale del cane, garantendo una vita attiva e confortevole.
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