Ogni dettaglio anatomico all’interno della regione di interesse (VOI) si manifesta in una scala di grigi che varia dal chiaro allo scuro, senza che alcuna parte risulti completamente bianca o nera. Un elevato rapporto segnale-rumore (SNR) e una risoluzione spaziale ottimale sono essenziali per garantire che tutti i dettagli necessari siano visualizzati chiaramente e distinti tra loro, evitando sfocature o sovrapposizioni. La qualità dell’immagine dipende in larga misura dal contrasto soggettivo, che rappresenta la differenza nell’assorbimento dei raggi X da parte delle strutture corporee, influenzato da fattori come la densità atomica, il numero atomico e lo spessore delle parti anatomiche.
Il picco di kilovoltaggio (kVp) è il fattore tecnico fondamentale che determina l’energia e la capacità di penetrazione dei fotoni X prodotti, controllando così l’assorbimento differenziale e il contrasto soggettivo nell’immagine residua. Ogni struttura corporea richiede un kVp ottimale che consenta una penetrazione adeguata e una differenziazione netta tra i tessuti, mantenendo al contempo un equilibrio tra la dose al paziente e la quantità di radiazioni scatter che raggiungono il rivelatore (IR). È cruciale che il kVp sia impostato in modo da permettere almeno una penetrazione parziale di tutti i tessuti da visualizzare. Tuttavia, superando valori di kVp di circa 80, l’assorbimento nei tessuti molli diminuisce drasticamente, e oltre i 120 kVp anche nelle ossa, poiché le interazioni fotoelettriche cessano, riducendo così il contrasto soggettivo nell’immagine.
Le condizioni fisiche del paziente influenzano fortemente il contrasto soggettivo: soggetti sani e ben muscolati con ossa dense mostrano un contrasto elevato, mentre pazienti con età avanzata, obesità, perdita di minerali ossei o accumulo di liquidi presentano un contrasto ridotto, poiché le differenze di densità tra i tessuti si attenuano, rendendo più difficile distinguere le strutture anatomiche. Nei bambini, la minore densità ossea e la maggiore porosità delle ossa contribuiscono a un contrasto soggettivo più basso rispetto agli adulti.
La penetrazione corretta di una struttura ossea si evidenzia quando i contorni corticali più densi e spessi sono chiaramente visibili. In caso contrario, la penetrazione è insufficiente e si rende necessario un aumento del kVp. Questo è particolarmente importante anche per gli organi con mezzo di contrasto, dove una penetrazione inadeguata limita la visualizzazione ai soli bordi, perdendo dettagli interni fondamentali. Nessuna modifica del mAs potrà mai compensare una penetrazione insufficiente.
Un eccesso di esposizione può portare alla saturazione, visibile come un’area completamente nera sull’immagine, dove le informazioni dettagliate vengono perse irreversibilmente, senza possibilità di recupero tramite tecniche di windowing. Allo stesso modo, il rumore rappresenta ogni interferenza che compromette la visibilità del VOI: tra le cause principali figurano artefatti, radiazioni scatter, rumore quantico ed elettronico.
La radiazione scatter è generata soprattutto da parti anatomiche di grandi dimensioni, campi di esposizione ampi e valori elevati di kVp. Si origina quando i fotoni primari interagiscono con la struttura atomica dei tessuti o con oggetti circostanti, diffondendosi in direzioni diverse da quella originaria. Questo fenomeno riduce il contrasto soggettivo diffondendo una "foschia" uniforme sull’immagine, che fonde le diverse tonalità di grigio e diminuisce la nitidezza dei dettagli. L’aumento dello spessore del tessuto esposto incrementa la quantità di scatter e diminuisce il rapporto tra segnale utile e rumore. La presenza di aria, al contrario, riduce la quantità di scatter poiché l’interazione di Compton si verifica meno frequentemente in tessuti poco densi.
Un controllo efficace della radiazione scatter non può essere ottenuto modulando il kVp, poiché esso è essenziale per la penetrazione e il contrasto. L’unico metodo valido consiste nell’aumentare la collimazione, limitando la porzione di tessuto irradiata, e nell’utilizzo di griglie ad alto rapporto per assorbire la radiazione diffusa. Più la collimazione è precisa e il rapporto della griglia elevato, migliore sarà la pulizia dell’immagine e la visibilità dei dettagli.
È fondamentale comprendere che la gestione ottimale di kVp, collimazione e griglie non è solo una questione tecnica, ma incide profondamente sulla capacità diagnostica dell’immagine e sulla sicurezza del paziente. La qualità dell’immagine radiografica dipende da un delicato equilibrio tra penetrazione adeguata, contrasto sufficiente, controllo del rumore e riduzione dello scatter, elementi che devono essere calibrati caso per caso in base alle caratteristiche fisiche del paziente e alla regione anatomica studiata.
Come ottenere una proiezione ottimale in radiologia: L'importanza dell'allineamento del CR, del Part e dell'IR
Per ottenere immagini radiologiche precise e chiare, è fondamentale un allineamento accurato tra il centro della radiografia (CR), la parte anatomica (Part) e il ricettore d'immagine (IR). Se l'obiettivo è visualizzare spazi articolari aperti, evidenziare linee di frattura o ottenere relazioni anatomiche specifiche, l'allineamento del CR con la parte deve essere perfetto. Sebbene l'allineamento dell'IR con il CR e la parte sia importante per prevenire distorsioni da allungamento, non influisce sulle relazioni anatomiche mostrate nella proiezione.
Una volta che il CR e la parte sono allineati correttamente, l'IR deve essere posizionato quanto più possibile perpendicolare al CR. Se il CR non è perpendicolare all'IR, la proiezione risultante mostrerà un allungamento nella direzione verso la quale il CR è inclinato, ma le strutture anatomiche saranno comunque mostrate come richiesto. Più acuto è l'angolo tra CR e IR, maggiore sarà l’allungamento. In questo caso, sarà necessario spostare l’IR nella direzione in cui il CR è inclinato, più di quanto accadrebbe se l'IR fosse posizionato perpendicolarmente al CR. Per questa ragione, bisogna prestare attenzione al centramento dell'IR rispetto al CR.
Immaginando l’imaging delle ossa lunghe, per ottenere la miglior visualizzazione con la minima distorsione e un allineamento anatomico ottimale, il CR deve essere perpendicolare all'asse lungo dell'osso e l'IR parallelo ad esso. Tuttavia, quando l’osso lungo non può essere posizionato in modo che il suo asse lungo sia parallelo all’IR, gli allineamenti creati tra CR, IR e osso determinano il grado e il tipo di distorsione visibile nella proiezione finale. Ad esempio, nel caso di un avambraccio proiettato in PA con un angolo di inclinazione di 20 gradi rispetto all’IR, si produrrà un’immagine con la maggiore distorsione (accorciamento) e il peggior allineamento anatomico possibile delle articolazioni.
Un altro principio da considerare in radiologia è la legge dell'isometria, che afferma che il CR dovrebbe essere posizionato a metà dell'angolo formato tra l'oggetto e l'IR per ridurre al minimo l'accorciamento. Per esempio, se il ginocchio del paziente non può essere completamente esteso per una proiezione dell'osso femorale in AP, causando un angolo di 30 gradi tra il femore e l'IR, il CR dovrebbe essere inclinato di 15 gradi verso il femore prossimale. Questo angolo riduce l’accorciamento e migliora l’allineamento anatomico, sebbene non in modo ottimale.
Nel caso in cui non sia possibile posizionare entrambe le articolazioni in una proiezione ideale a causa di una frattura, l'articolazione più vicina alla frattura deve essere posizionata correttamente, come mostrato nell’esempio di una proiezione AP della gamba inferiore con frattura.
Un altro aspetto fondamentale riguarda l’imaging pediatrici. Le immagini dei pazienti pediatrici sono molto diverse da quelle degli adulti, e anche tra i diversi stadi di crescita e sviluppo osseo, possono esserci variazioni significative. Ad esempio, nei neonati e nei bambini molto piccoli, le ossa carporali e tarsali non sono ancora formate, e le cartilagini di crescita sono visibili come spazi più scuri, che potrebbero sembrare fratture o spazi articolari a chi non è esperto nell’imaging pediatrico. Con la crescita, questi spazi diminuiscono e vengono sostituiti da osso, e solo durante l'età adulta diventano invisibili nelle proiezioni.
Nel caso di proiezioni pediatriche, occorre prestare molta attenzione ai valori tecnici, che sono inferiori rispetto agli adulti. È fondamentale utilizzare tempi di esposizione brevi e valori di mA elevati per ridurre il movimento del paziente, evitare artefatti causati dai vestiti (soprattutto in neonati e bambini piccoli) e seguire le linee guida specifiche per l'uso dei controlli automatici di esposizione (AEC). Inoltre, nei pazienti pediatrici, occorre usare valori di kV e mAs più bassi per ridurre l’esposizione e mantenere un livello di esposizione ideale.
Infine, è importante capire che la corretta proiezione dipende non solo dalla posizione del paziente, ma anche dal tipo di frattura e dalla necessità di visualizzare simultaneamente più strutture anatomiche. Per esempio, se una frattura rende difficile posizionare un’articolazione in una proiezione ideale, è importante concentrarsi su quella articolazione che è più vicina alla frattura, garantendo che l'allineamento anatomico di quest'area sia il più preciso possibile.
Come valutare correttamente le proiezioni laterali della colonna cervicale e affrontare le difficoltà diagnostiche
La proiezione laterale delle vertebre cervicali è una delle tecniche diagnostiche fondamentali nella radiologia per la valutazione delle lesioni o delle anomalie strutturali della colonna vertebrale. Tuttavia, affinché una proiezione laterale sia utile, è necessario che la posizione del paziente sia corretta e che vengano rispettati alcuni parametri specifici di allineamento. La difficoltà di ottenere una proiezione corretta può dipendere da vari fattori, tra cui l'orientamento della testa, l'inclinazione del collo e la posizione delle spalle, ma anche dalla necessità di visualizzare le vertebre cervicali inferiori, come la settima cervicale (C7) e la prima toracica (T1), che risultano difficili da visualizzare a causa della differenza di spessore laterale tra il collo e le spalle.
Nel caso di una proiezione laterale della colonna cervicale, è essenziale che il paziente sia posizionato correttamente rispetto alla radiografia. L'allineamento dell'asse lungo della colonna cervicale con il piano del detentore (IR) è cruciale, in quanto se il paziente è ruotato, le articolazioni zigoapofisarie e le strutture articolari laterali risultano distorte, compromettendo la qualità dell'immagine. È importante che la testa e la colonna cervicale siano allineate in modo che la linea acantiomeatale (AML) sia parallela al pavimento. Se questa non è sufficientemente elevata, possono verificarsi sovrapposizioni delle branche mandibolari sui corpi delle vertebre C1 e C2, creando difficoltà nell'interpretazione delle immagini.
Un altro punto critico nella proiezione laterale cervicale è la necessità di includere la struttura del clivo, un elemento cruciale per la valutazione delle lesioni cervicali. La linea che si traccia lungo il clivo dovrebbe indicare il punto più alto della dente (dens), situato all'interno della proiezione laterale normale della colonna cervicale. La mancanza di un buon allineamento di queste strutture può portare a una diagnosi errata o incompleta.
Per i pazienti traumatizzati, la posizione corretta è ancora più fondamentale. Quando si acquisiscono immagini di una persona con sospetto di sublussazione o frattura cervicale, non è sicuro rimuovere il collare cervicale o tentare di modificare l'orientamento del corpo o della testa. È preferibile mantenere la posizione iniziale del paziente e usare il supporto di un assistente qualificato per abbassare le spalle, utilizzando pesi di 5-10 libbre su ciascun braccio per facilitare il processo. Questo approccio consente di ottenere una proiezione laterale di alta qualità anche senza muovere il paziente, riducendo al minimo il rischio di aggravare eventuali lesioni spinali.
Inoltre, per la valutazione della mobilità della colonna cervicale, vengono eseguite proiezioni laterali in flessione e estensione. Durante la flessione, il paziente viene istruito a chinarsi il più possibile verso il petto, mentre in estensione, il paziente deve estendere la testa all'indietro. Entrambe le proiezioni devono rispettare le linee guida di una proiezione laterale neutra, ma con l'asse longitudinale che indica rispettivamente un'inclinazione in avanti o all'indietro. Quando il paziente si trova in una posizione di flessione o estensione, è utile inserire una freccia o un marker per indicare la direzione del movimento del collo.
Il problema maggiore nell’analisi radiologica delle vertebre cervicali è la difficoltà di visualizzare completamente la settima cervicale (C7) e la prima toracica (T1), che si trovano all’altezza delle spalle. Questo rappresenta una sfida significativa nella radiografia laterale, poiché la differenza di spessore laterale tra il collo e le spalle spesso impedisce la visualizzazione completa di queste vertebre inferiori. In questo caso, l'uso di pesi per abbassare le spalle può migliorare notevolmente la qualità dell'immagine, riducendo la sovrapposizione delle strutture. Qualora non fosse possibile visualizzare C7, si ricorre alla proiezione laterale cervicotoracica (metodo Twining), che permette di ottenere una visione più chiara di questa zona problematica.
Infine, è importante che nelle proiezioni laterali venga rispettata una corretta obliquità cervicale. Se l’obliquità della colonna cervicale è inferiore ai 45 gradi, le foramina intervertebrali potrebbero risultare strette o nascoste, mentre un’obliquità eccessiva comporta una distorsione delle strutture anatomiche, con i pedicoli che potrebbero essere visibili allineati lungo la linea mediana dei corpi vertebrali. Per garantire la qualità dell’immagine, è fondamentale controllare il grado di rotazione della colonna cervicale e assicurarsi che tutte le vertebre siano visibili senza distorsioni.
Questi concetti e approcci sono alla base della corretta valutazione radiologica delle vertebre cervicali. La comprensione approfondita di come posizionare correttamente il paziente e come interpretare le immagini in base alle varie angolazioni e movimenti è essenziale per ottenere diagnosi precise e affidabili, fondamentali per la gestione del paziente.

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