Иvan Petrovich Shukhov
Nato il 6 agosto 1906 nella stanitsa cosacca di Presnovskaja dell’uezd di Petropavlovsk, governatorato di Akmolinsk.
Dal 1914 al 1927 studiò nella scuola primaria di Presnovskaja, nel tecnico pedagogico di Petropavlovsk, al rabfak di Omsk, al Istituto Superiore Letterario‑Artistico intitolato a Bryusov. In quegli anni Shukov pubblica le sue prime poesie e racconti sul giornale «Yuny stepnyak» (Petropavlovsk), su «Zhurnal krest’yanskoy molodezhi», su «Krest’yanskiy zhurnal» (Mosca), e partecipa al mensile moscovita «Studencheskaya molodezh».
Nel 1928 Shukov collabora con il quotidiano di Omsk «Rabochiy put’», con i giornali «Krasnaya Bashkiriya» (Ufa), «Volzhskaya kommuna» (Samara), pubblica poesie e saggi su «Sovetskaya Sibir’» (Novosibirsk). Successivamente lavora come corrispondente itinerante per la «Ural’skaya oblastnaya krest’yanskaya gazeta», il cui reparto lettere contadine era diretto da Pavel Bazhov. Inoltre, A.M. Gor’kij mise la «Nenavist’» di Shukov alla pari con l’opera di M. Sholokhov «Podnyataya celina» e con «Bruski» di F. Panferov. A proposito, ispirandosi a «Nenavist’» fu realizzato il film «Vrazh’i tropy».
Negli anni della guerra sulla stampa dell’Unione e del Kazakistan furono pubblicati i reportage di fronto e gli articoli di Shukov, nonché le famose «Pisma sibirskim kazakam».
La grandiosa epopea della celina, sviluppatasi nelle sterminate steppe e distese della Siberia, dell’Altaj e del nord del Kazakistan negli anni ’50, diede un nuovo slancio all’energia creativa di Ivan Shukov. I suoi vividi reportage sulla celina apparvero su «Pravda», su «Literaturnaya gazeta». Evento significativo nella vita letteraria della repubblica fu la pubblicazione dei suoi libri «Oblik dnya», «Zolotoe dno», «Stepnye budni», «Pokoriteli celiny» e altri.
Una delle opere più alte della tarda produzione di I.P. Shukov furono le sue «Presnovskie stranitsy». Nel 1977 per questo libro a I.P. Shukov fu assegnato il Premio di Stato della SSR kazaka intitolato ad Abaj.
Negli anni 1989–1996 la casa editrice «Khudozhestvennaya literatura» pubblicò un’opera in due volumi delle opere di I.P. Shukov, mentre «Detskaya literatura» — una raccolta della serie «Otechestvo», in cui entrarono le sue «Presnovskie stranitsy», divenute un fenomeno notevole della prosa contemporanea.
Lo scrittore morì il 10 aprile 1977.
Pisma sibirskim kazakam
Il contenuto di questo libro, pubblicato dalla «Kustanajskaya Russkaya obshchina sibirskikh kazakov», interesserà non solo i cosacchi, ma tutti coloro che amano la propria Patria. Fu scritto da Shukov durante la guerra per i cosacchi siberiani che combattevano sui fronti della Grande Guerra Patriottica. Da qualche parte abbiamo udito la frase che «i combattenti al fronte lo leggevano fino a consumarlo». Questo ci ha incuriosito e spinto a cercarlo e a leggerlo. Non è stato facile farlo. Nei volumi conosciuti delle opere complete di Shukov non l’abbiamo trovato. Ma lo abbiamo scoperto gelosamente conservato nella casa‑museo di Shukov nella stanitsa Presnovskaja. La direttrice del museo, Nina Vasil’evna Shledovets, cortesemente ci ha concesso la possibilità di farne una copia. E quando ci siamo familiarizzati con il suo contenuto, abbiamo capito che non ha perso la sua attualità nemmeno oggi.
Proprio oggi, a nostro avviso, molti dei nostri concittadini hanno dimenticato e calpestato i valori dei loro padri e stanno rovinando la propria vita, e forse lo stesso nostro paese, inseguendo valori illusori e estranei al nostro popolo. E forse questo libro spiegherà alla generazione che cresce la grandezza della Vittoria, il 65º anniversario della quale celebriamo oggi, la renderà più vicina e familiare, ristabilirà quel filo che va dal padre al figlio e unirà il legame tra le generazioni, la cui rottura è carica di conseguenze molto tristi per tutti e per ciascuno…
In conclusione vogliamo esprimere la nostra immensa gratitudine ai nostri fratelli cosacchi della stanitsa Presnovskaja e personalmente allo stanichnyj ataman Podyesaul Kosinov Yurij Viktorovich per l’aiuto inestimabile da loro prestato nella pubblicazione di questo libretto.
I saggi «Pisma sibirskim kazakam», come molte altre opere di Ivan Shukov dei giorni della Grande Guerra Patriottica, caratterizzano gli stati d’animo, lo spirito combattivo e le imprese eroiche a gloria della patria dei contadini kolkhoziani del Kazakistan. Sotto lo slogan «Tutto per il fronte, tutto per la sconfitta degli invasori nazifascisti!», in quei giorni lavorano kolkhoznik e kolkhoznitsa, i lavoratori delle sovchoz e delle stazioni macchine‑trattori dei aûl kazaki e delle stanitse siberiane, russi e kazaki, per i quali la difesa della Patria Sovietica è diventata il primo, sacro dovere.
E il vecchio Evseich, guardiano dello Zagotzerno, cavaliere di San Giorgio della guerra passata, distintosi negli aspri scontri con gli invasori tedeschi, e l’adolescente Mit’ka dal kolkhoz «Veselaya step’», e migliaia di altri lavoratori del nostro villaggio lavorano nei giorni di guerra instancabilmente, senza conoscere la fatica. Lavorano con la coscienza che ogni chilogrammo di pane, coltivato sulle terre fertili, ogni chilogrammo di carne consegnato allo stato oltre il piano e inviato in dono ai soldati al fronte — è un proiettile nel cuore nero del nemico, un ordigno nel nero schieramento dei fascisti, è la nostra vittoria.
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