Ethereum ha rappresentato un salto evolutivo nel mondo delle criptovalute, ma ciò che lo rende davvero interessante non è la sua funzione come valuta digitale, ma le sue potenzialità di trasformare l’intero settore della computazione decentralizzata. La piattaforma Ethereum è progettata non solo per essere una criptovaluta, ma per supportare una vasta gamma di applicazioni decentralizzate, come la memorizzazione di file, la computazione distribuita e i mercati di previsione. Questi protocolli hanno il potenziale di aumentare significativamente l'efficienza dell'industria computazionale e di dare un forte impulso ad altri protocolli peer-to-peer, aggiungendo per la prima volta uno strato economico a questi sistemi.
A differenza di Bitcoin, che è stato concepito principalmente come una forma di denaro digitale, Ethereum non è semplicemente una "moneta" digitale. Ethereum è stato pensato come una piattaforma globale e decentralizzata su cui i programmatori possono costruire applicazioni. La sua capacità di eseguire contratti intelligenti (smart contracts) è resa possibile dalla sua architettura unica e dal linguaggio di programmazione completo di Turing, che consente la realizzazione di applicazioni molto più complesse rispetto a quelle basate su Bitcoin.
Ether, la criptovaluta nativa di Ethereum, gioca un ruolo fondamentale all'interno di questo ecosistema. Non è solo una valuta, ma un "combustibile" necessario per eseguire le operazioni all'interno di Ethereum. Gli sviluppatori che scrivono applicazioni per la piattaforma devono pagare in ether per utilizzare le risorse computazionali della rete. Allo stesso tempo, gli ether incentivano i miner a mantenere attiva e sicura la rete, attraverso un meccanismo di consenso simile al proof-of-work di Bitcoin. Gli ether quindi fungono da ricompensa per chi contribuisce con risorse computazionali alla rete, assicurando che gli sviluppatori possano scrivere codice di qualità e che la rete stessa rimanga sana e robusta.
La genesi di Ethereum è stata caratterizzata da una forte collaborazione e una visione lungimirante. Sebbene Bitcoin fosse nato in modo relativamente solitario, con una proposta iniziale di Satoshi Nakamoto che era stata distribuita a un ristretto gruppo di crittografi, Ethereum ha avuto una comunità molto più ampia fin dall'inizio. Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum, ha annunciato il progetto nel gennaio 2014 con il supporto di oltre 15 sviluppatori e decine di membri della comunità che avevano già abbracciato l'idea. La costruzione di Ethereum è stata quindi un processo comunitario, volto a creare una piattaforma che potesse non solo operare con una criptovaluta, ma permettere la costruzione di un intero ecosistema decentralizzato di applicazioni e servizi.
Nel corso del 2014, Ethereum ha ottenuto il finanziamento necessario per sviluppare la piattaforma tramite un'innovativa raccolta fondi pubblica, nota come "presale". Durante questo periodo, sono stati venduti 60 milioni di ether, raccogliendo circa 18 milioni di dollari in bitcoin. Questo presale ha stabilito un nuovo standard nel crowdfunding per le criptovalute, dimostrando che le idee tecnologiche potevano attrarre investimenti anche prima di avere un prodotto funzionante. Sebbene inizialmente ci fossero critiche sulla validità di raccogliere tale somma senza un prodotto tangibile, l’eccezionale successo della presale ha sottolineato il forte interesse e la fiducia degli investitori nel progetto Ethereum.
Un elemento chiave nella distribuzione degli ether è stato il cosiddetto "premio del fondatore", ovvero la quota di ether riservata ai primi sviluppatori e ai membri chiave della comunità che avevano lavorato sul progetto. Sebbene ci siano state controversie su questa distribuzione, va sottolineato che l’allocazione degli ether non era finalizzata ad arricchire i fondatori, ma a garantire che il team potesse lavorare a tempo pieno per sviluppare e far crescere la rete Ethereum. In molti casi, la piccola parte di ether riservata ai fondatori è risultata una scelta razionale, poiché consentiva di sostenere lo sviluppo di una piattaforma così ambiziosa.
Il modello di crowdfunding, pur essendo innovativo, ha anche posto nuove sfide e interrogativi sulla regolamentazione e sulla governance delle criptovalute. Tuttavia, il successo della presale di Ethereum ha cambiato radicalmente la percezione degli investitori e del pubblico riguardo ai progetti di criptovalute. Ethereum ha dimostrato che non solo i venture capitalist, ma anche il pubblico generale, potevano partecipare attivamente a progetti blockchain e contribuire al loro successo, con un potenziale di rendimento straordinario per chi aveva creduto nel progetto fin dall'inizio.
In definitiva, Ethereum non è solo una criptovaluta. È una piattaforma che ha il potenziale di trasformare numerosi settori, dalla finanza alla gestione dei dati, dall'intelligenza artificiale ai contratti legali. La sua capacità di eseguire applicazioni decentralizzate con un linguaggio di programmazione universale rappresenta una sfida per le tradizionali strutture centralizzate e potrebbe portare a una completa rivoluzione digitale.
Per comprendere appieno l’impatto che Ethereum può avere, è importante considerare come le sue applicazioni possano effettivamente risolvere problemi reali nei settori esistenti. Oltre alla semplice creazione di criptovalute, Ethereum consente l’automazione di processi complessi attraverso contratti intelligenti, permettendo la creazione di sistemi che operano autonomamente, in modo sicuro e senza la necessità di intermediari. Inoltre, la trasparenza e la sicurezza offerte dalla blockchain di Ethereum potrebbero aprire nuove opportunità per l’interoperabilità tra diversi settori, creando un'infrastruttura globale per servizi decentralizzati.
Come analizzare e valutare correttamente i cryptoasset: Un framework per gli investitori innovativi
Nel mondo in rapida evoluzione dei cryptoasset, dove l'innovazione e il rischio sono due facce della stessa medaglia, è fondamentale sviluppare un approccio solido per valutare questi strumenti finanziari. Poiché ogni cryptoasset è unico, così lo sono gli obiettivi e il profilo di rischio di ogni investitore. Pertanto, anche se il presente capitolo fornisce un punto di partenza, non intende essere esaustivo. La velocità con cui il mercato dei cryptoasset si sviluppa impone di non dare indicazioni dirette, ma piuttosto di offrire una base di conoscenza utile per chi desidera comprendere come avvicinarsi a questi asset digitali.
Quando si esamina un cryptoasset, gli investitori devono porre attenzione a vari aspetti, tra cui il modello di emissione, la comunità e lo sviluppo, la relazione con altri asset digitali e, non meno importante, la qualità del white paper. Il processo di analisi fondamentale per i cryptoasset differisce da quello applicato alle azioni, poiché questi strumenti non sono società, ma piuttosto beni o commodity i cui valori sono determinati dall'equilibrio tra domanda e offerta. Un cryptoasset potrebbe essere stato creato da un gruppo di individui o da una società, ma il suo valore intrinseco dipende dal funzionamento dell'ecosistema nel quale si inserisce.
Un investimento nel mondo dei cryptoasset non si basa solo sull'analisi dei dati storici, ma anche sulla comprensione delle dinamiche di rete in continua evoluzione che influenzano questi beni. Gli investitori devono essere pronti a scavare a fondo per raccogliere informazioni. Non esistendo un'analisi formale di sell-side, come accade nei mercati tradizionali, spetta a ciascun investitore analizzare personalmente il white paper, esaminare le specifiche tecniche, capire la visione a lungo termine e valutare la competizione nel settore.
Un'analisi fondamentale dei cryptoasset parte da alcuni punti essenziali, il primo dei quali è il white paper. Il white paper rappresenta il documento fondante di ogni cryptoasset e descrive in dettaglio l'obiettivo che l'asset intende raggiungere, il problema che intende risolvere e la sua posizione nel panorama competitivo. Questo documento è cruciale perché stabilisce le fondamenta tecniche e ideologiche del progetto, e ogni cryptoasset che merita attenzione deve necessariamente essere accompagnato da un white paper chiaro, che definisca in modo preciso le finalità e le modalità di realizzazione del progetto.
Un aspetto fondamentale che ogni investitore dovrebbe considerare, mentre analizza il white paper, è l'effettiva necessità di una decentralizzazione. La domanda chiave da porsi è: perché questo cryptoasset e il suo relativo ecosistema dovrebbero esistere in un formato decentralizzato? In un mondo digitale in cui esistono già numerosi servizi centralizzati, questa scelta deve presentare un vantaggio reale in termini di sicurezza, distribuzione e accessibilità. Un approccio decentralizzato non è una caratteristica da dare per scontata; deve rispondere a una logica ben definita e giustificata.
Un esempio di una domanda cruciale che l’investitore deve farsi è se un progetto come Steemit o Yours, che punta a creare reti sociali decentralizzate, possa effettivamente competere con giganti consolidati come Reddit e Facebook. Se non esiste una risposta convincente a questa domanda, l'investitore potrebbe valutare con attenzione il potenziale di successo di quel cryptoasset.
Altri fattori determinanti da considerare includono la qualità della comunità di sviluppatori e l’attività della rete. Una comunità forte e un team di sviluppatori impegnati sono indicatori positivi che suggeriscono una crescita sana e la possibilità di evolversi nel tempo. La rete di un cryptoasset è, infatti, una delle risorse più importanti. Non basta che un cryptoasset esista in teoria; deve essere utilizzato, supportato e sviluppato da una comunità attiva che contribuisca a migliorarne la tecnologia e la funzionalità. Allo stesso modo, le metriche relative ai miner, agli sviluppatori e agli utenti attivi possono fornire un’idea sulla salute dell'ecosistema di un determinato cryptoasset.
Un altro punto da considerare quando si valuta un cryptoasset è il modello di emissione. Questo determinato come vengono distribuiti i token o le monete, quanto sono limitati e quale tipo di inflazione si prevede. I modelli di emissione possono avere un impatto diretto sul valore a lungo termine dell'asset e sulla stabilità della rete.
Infine, gli investitori devono essere preparati a monitorare il valore di un cryptoasset non solo attraverso l'analisi fondamentale ma anche attraverso l'analisi tecnica, che fornisce informazioni preziose sul momento migliore per entrare o uscire da un investimento. Le due modalità di analisi, sebbene spesso considerate in opposizione, possono essere combinate efficacemente per ottimizzare le decisioni di investimento.
Gli investitori devono essere consapevoli che, anche se l'analisi fondamentale offre una solida base di valutazione, la volatilità dei cryptoasset e la velocità con cui il mercato può cambiare richiedono un continuo aggiornamento delle informazioni. La conoscenza è essenziale, ma l'adattabilità è altrettanto cruciale.
Cosa sapere prima di investire in pool di mining e scambi di criptovalute: le insidie e i rischi nascosti
Il mondo del mining di criptovalute ha attratto numerosi investitori negli ultimi anni, ma non tutti sono consapevoli dei rischi che accompagnano questi investimenti. Il mining tramite cloud, ad esempio, è una delle soluzioni più comuni per chi desidera partecipare al processo di convalida delle transazioni senza dover acquistare e gestire costosi hardware. Gli investitori, infatti, acquistano una parte della potenza di calcolo fornita da data center remoti, ma questo tipo di attività ha visto l'emergere di numerose truffe, che sono diventate sempre più sofisticate.
Un esempio emblematico di questi rischi è emerso dagli studi condotti dai professori Marie Vasek e Tyler Moore, i quali hanno esaminato i sistemi fraudolenti legati al mining basato su Bitcoin. I loro risultati hanno rivelato che molte operazioni di mining tramite cloud erano in realtà schemi Ponzi, che raccoglievano pagamenti da investitori senza mai fornire alcun prodotto. Tra le truffe identificate vi erano aziende come "Active Mining" e "Ice Drill", che raccoglievano fondi per costruire ASICs (macchine specializzate per il mining), ma non consegnavano mai nulla. Alcuni siti web di e-commerce, come "AsicMiningEquipment.com" e "Dragon-Miner.com", sono stati anch'essi rivelati come fraudolenti.
Per evitare di cadere in queste trappole, è fondamentale condurre una ricerca approfondita prima di investire in qualsiasi pool di mining basato su cloud. Se un'offerta sembra troppo allettante per essere vera, probabilmente lo è. Verifica che l'operazione abbia una sede fisica, una lista di attrezzature esistenti e una comprovata esperienza con progetti passati. Un esempio positivo in questo senso è Genesis Mining, uno dei più grandi pool di mining su cloud, che opera dal 2013 e offre mining in Bitcoin, Litecoin, Zcash ed Ether. La società fornisce anche foto e video dei propri data center, molti dei quali si trovano in Islanda, dove il costo dell'elettricità è basso grazie all'energia geotermica.
Oltre al mining tradizionale basato su hardware, esistono altre forme di validazione delle transazioni, come il proof-of-stake (PoS). In questo modello, invece di affidarsi a macchine potenti per risolvere complesse operazioni matematiche, i validatori "mettono in gioco" una parte delle loro criptovalute come garanzia. Se un validatore mente o cerca di ingannare la rete, perderà i fondi che ha messo in gioco. Questo meccanismo riduce la necessità di enormi quantità di energia e hardware, rendendo il PoS più efficiente rispetto al tradizionale proof-of-work (PoW). La rete Ethereum, ad esempio, sta pianificando di passare al PoS, il che potrebbe rappresentare una svolta significativa per la scalabilità delle criptovalute.
Un altro aspetto importante per gli investitori è la comprensione dei mercati di scambio delle criptovalute. Una volta che i miner hanno creato le criptovalute, devono venderle per scambiare con altre criptovalute o con valute fiat. La vendita può avvenire tramite piattaforme di scambio o tramite servizi over-the-counter (OTC), che offrono transazioni private per grandi volumi di acquisto e vendita. Questo tipo di scambio permette agli investitori di evitare l'alta volatilità che si verifica nei mercati pubblici. Tuttavia, anche nel caso degli scambi OTC, è necessario considerare il livello di regolamentazione e sicurezza delle piattaforme utilizzate. Mentre alcuni scambi come Bitstamp, Kraken e Gemini sono molto regolamentati e sicuri, altri offrono una maggiore varietà di criptovalute ma con minori garanzie.
Nel corso degli anni, gli scambi di criptovalute sono stati uno dei punti deboli del sistema. Le piattaforme centralizzate sono diventate obiettivi primari per i ladri informatici, poiché consentono il furto di asset da remoto, senza rischi fisici per i malintenzionati. A differenza dei furti bancari tradizionali, le transazioni di criptovalute non possono essere annullate, il che rende il furto particolarmente attraente. La sicurezza degli scambi è quindi fondamentale per proteggere gli investimenti degli utenti, ma la storia delle criptovalute dimostra che molte piattaforme non sono riuscite a garantire la protezione adeguata dei fondi. Gli investitori devono essere consapevoli di questi rischi e prendere le necessarie precauzioni per evitare di perdere i loro capitali.
Un'altra insidia che può sorprendere molti investitori è il problema delle chargeback. Questo fenomeno, che si verifica quando un cliente disputa una transazione con carta di credito, può causare perdite significative ai commercianti. Poiché le criptovalute non possono essere restituite come le transazioni tradizionali, le chargeback rappresentano un rischio aggiuntivo per le piattaforme di scambio, che potrebbero dover aumentare i prezzi per coprire i costi legati a queste disputate transazioni. L'evoluzione delle criptovalute, però, ha ridotto la necessità di intermediari e ha reso possibili transazioni globali in modo diretto, ma i rischi rimangono.
Infine, oltre alla sicurezza e alla scelta del giusto scambio o pool di mining, è essenziale per gli investitori mantenere un approccio critico e consapevole. Il mercato delle criptovalute è ancora giovane e, come tale, è soggetto a volatilità e a nuove forme di truffa. Chi sceglie di entrare in questo settore deve avere una solida comprensione dei meccanismi che lo regolano e della possibile evoluzione futura della tecnologia blockchain e delle criptovalute.
Perché il Bitcoin ETF è ancora una realtà lontana? La sfida tra il GBTC e il Winklevoss Bitcoin Trust
Il primo scambio di GBTC avvenne a 44 dollari per azione, un valore che implicava un prezzo del bitcoin pari a circa 440 dollari, mentre il prezzo reale era inferiore ai 200 dollari. Questo primo scambio, avvenuto nel maggio del 2015, segnò l’ingresso di un veicolo di investimento in bitcoin sui mercati regolamentati degli Stati Uniti. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo suscitato dal BIT (Bitcoin Investment Trust) e dal GBTC (Grayscale Bitcoin Trust), questi strumenti presentano diverse limitazioni che ne rendono l’utilizzo più complesso rispetto a fondi come gli ETF o i fondi comuni di investimento.
La principale problematica del GBTC risiede nella sua struttura limitata: Grayscale non può emettere nuove azioni per soddisfare la domanda del mercato, come invece potrebbe fare un ETF. La creazione di nuove azioni dipende esclusivamente dalla volontà degli investitori accreditati di vendere le proprie partecipazioni, ma solo dopo un anno. Inoltre, a causa della normativa SEC, Grayscale non è in grado di emettere nuove azioni di BIT per gli investitori privati che desiderano acquistare in un collocamento privato. Il risultato di questa scarsità di offerta è che il prezzo delle azioni di GBTC può essere soggetto a un ampio premio rispetto al valore netto degli asset (NAV), una condizione che ha caratterizzato la maggior parte della sua breve vita sul mercato.
Il grafico mostrato nel testo evidenzia come il valore di mercato di GBTC si sia frequentemente discostato dal suo valore netto degli asset. Quando la linea grigia è sopra quella nera, significa che il GBTC è scambiato a un premio rispetto al valore reale del bitcoin sottostante. Questo fenomeno ha suscitato preoccupazioni tra gli investitori, poiché non è raro che il prezzo di GBTC sia ben al di sopra del valore effettivo del bitcoin che rappresenta, a causa della domanda crescente di esposizione a bitcoin da parte di investitori istituzionali e privati.
Va notato che, sebbene il GBTC offra un modo relativamente semplice per gli investitori di includere bitcoin nel proprio portafoglio, attraverso conti di pensione o altri veicoli tradizionali, l’assenza di una struttura che permetta di emettere nuove azioni rende questo strumento meno flessibile rispetto a un ETF. Gli ETF, infatti, sono progettati per mantenere il valore delle azioni il più vicino possibile al valore netto degli asset, evitando ampi premi o sconti sul prezzo di mercato. In altre parole, un ETF sarebbe in grado di rispondere meglio alla domanda, mantenendo stabile il prezzo delle azioni.
Nel frattempo, il mercato attende ancora l’approvazione di un ETF sul bitcoin da parte della SEC, un passo fondamentale per portare il bitcoin nel mainstream degli investimenti. La strada verso un ETF regolamentato è ancora lunga, ma il fatto che i Winklevoss, tra i principali concorrenti di Grayscale, abbiano presentato un S-1 per il Winklevoss Bitcoin Trust nel 2013 segnala la serietà dell’intenzione di portare il bitcoin a livelli di regolamentazione più elevati.
I gemelli Winklevoss, noti per la loro disputa legale con Mark Zuckerberg riguardo a Facebook, hanno investito in bitcoin già dal 2012, acquistando una quantità significativa della criptovaluta. La loro mossa strategica ha incluso non solo l’acquisto di bitcoin, ma anche l’ideazione di un prodotto di investimento specifico per bitcoin. Nel 2015 hanno lanciato Gemini, un exchange di criptovalute regolamentato, cercando di rispondere alle preoccupazioni della SEC riguardo la mancanza di piattaforme regolamentate. Tuttavia, nonostante tutti gli sforzi, la loro proposta di ETF non ha ancora ricevuto il via libera dalla SEC.
L’approvazione di un ETF sul bitcoin rappresenterebbe una vittoria significativa per l’intero mercato delle criptovalute. Non solo conferirebbe maggiore legittimità agli asset digitali, ma aprirebbe anche le porte a una base di investitori molto più ampia, inclusi quelli più avversi al rischio e abituati a strumenti di investimento tradizionali. Una volta che un ETF sul bitcoin sarà approvato, l’accesso al mercato delle criptovalute sarà semplificato e regolamentato, con notevoli vantaggi in termini di trasparenza, costi contenuti e una gestione ottimizzata.
Nel frattempo, GBTC rimane una delle poche opzioni disponibili per chi desidera ottenere esposizione a bitcoin, ma la sua struttura limita la crescita e la liquidità. La principale lezione per gli investitori è comprendere che la domanda di bitcoin sui mercati regolamentati non è facilmente soddisfatta, e che, fino a quando non sarà approvato un ETF, il mercato rimarrà suscettibile a fluttuazioni significative di prezzo.
La situazione attuale offre una riflessione più ampia sulla sfida che il mercato delle criptovalute deve affrontare nell’essere riconosciuto come un asset class legittima all’interno dei mercati finanziari tradizionali. L’approvazione di un ETF potrebbe segnare il punto di svolta, ma fino ad allora, gli investitori devono essere pronti a navigare le complessità e le limitazioni di strumenti come GBTC.
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Elenco del personale docente della Scuola Secondaria di Primo Grado n. 2 di Makaryev, distretto municipale di Makaryev, regione di Kostroma, al 05.09.2018
Mappa tecnologica della lezione Materia: Lingua russa Classe: 3° «B» Insegnante: Elena Nikolaevna Zarutskaya Tema della lezione: Scrittura delle vocali atone nella radice della parola Obiettivo della lezione: migliorare la capacità di scrivere correttamente le parole con le vocali atone nella radice, verificate dall'accento Risultati attesi: Formare le abilità di verificare la scrittura delle vocali atone nella radice, verificate dall'accento; Trovare e selezionare le parole di controllo; Evidenziare le vocali atone nelle parole.

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