La funzionalizzazione fotoredox catalitica asimmetrica dei derivati dell'azaarene rappresenta un campo di ricerca innovativo che ha suscitato un crescente interesse nel contesto della sintesi organica. L'introduzione di strategie catalitiche fotoredox ha aperto nuove frontiere per la modifica diretta e selettiva degli schemi molecolari degli azaareni, estendendo notevolmente gli strumenti disponibili per la chimica sintetica. Questa metodica consente una manipolazione chimica molto mirata, che risulta vantaggiosa per l'ottenimento di composti ad alto valore funzionale, con un controllo stereochimico fine e un notevole miglioramento delle rese rispetto ai metodi tradizionali.
Il concetto di funzionalizzazione dei derivati degli azaareni attraverso catalisi fotoredox si distingue per la sua capacità di mediare reazioni radicaliche in presenza di luce visibile. Questo approccio ha il vantaggio di essere altamente versatile, in grado di reagire con una varietà di substrati senza la necessità di condizioni estremamente aggressive. La combinazione di fotocatalizzatori e radicali ha reso possibile l'implementazione di reazioni di attivazione diretta dei legami C–H in composti aromatici, una delle sfide più ambiziose della chimica organica moderna.
Particolare attenzione è stata rivolta all'uso di sali di piridinio funzionalizzati con gruppi N, che hanno dimostrato di essere precursori ideali per le reazioni radicaliche. Questi sali di piridinio non solo agiscono come surrogati del piridina, ma offrono anche vantaggi significativi in termini di reattività e selettività. Essi possono essere impiegati per la funzionalizzazione di posizioni specifiche sui nuclei aromatici, garantendo un'elevata regioselettività nelle reazioni di tipo Minisci, che sono fondamentali in molti processi sintetici. Inoltre, i sali di piridinio funzionalizzati con gruppi N si comportano come eccellenti reagenti in condizioni acide, consentendo l'esecuzione di reazioni senza la necessità di acidi forti, come spesso accade nei metodi convenzionali.
Le applicazioni pratiche di questa metodologia spaziano dalla sintesi di nuovi derivati eterociclici alla funzionalizzazione tardiva di molecole complesse. Nel contesto delle reazioni asimmetriche, la fotocatalisi ha rivelato la sua potenzialità di induzione di enantioselettività, un aspetto cruciale per la preparazione di composti chirali ad alta purezza stereochimica. Le reazioni di C–H funzionalizzazione indotte dalla luce visibile permettono un'efficace introduzione di gruppi funzionali con elevata selettività, aumentando così l'efficienza e la diversità delle sintesi organiche.
Inoltre, l'uso della luce visibile come fonte di energia per attivare i sali di piridinio rappresenta un'importante innovazione, che riduce l'energia richiesta rispetto alle metodiche tradizionali. Ciò non solo rende le reazioni più sostenibili, ma apre anche la strada alla sintesi di nuovi materiali e molecole complesse con un impatto minore sull'ambiente. Queste tecniche sono particolarmente promettenti per la sintesi di nuovi farmaci e la modifica di composti bioattivi, dove la selettività della reazione e l'efficienza della trasformazione sono essenziali.
Per quanto riguarda le reazioni fotoredox, esse consentono di raggiungere risultati che sarebbero difficili o impossibili da ottenere con metodi catalitici tradizionali. La capacità di manipolare in modo specifico i legami C–H senza l'uso di reagenti ossidanti aggressivi ha reso questi metodi particolarmente utili per la modifica di substrati biologicamente attivi o sensibili. Le reazioni asimmetriche mediate dalla fotocatalisi, come quelle che coinvolgono l'uso di sali di piridinio funzionalizzati con gruppi N, si stanno rivelando fondamentali per la sintesi di farmaci chirali, molecole biologicamente attive e materiali avanzati.
Il continuo sviluppo di questi metodi e l'espansione della loro applicazione in contesti industriali rappresentano un passo importante verso la realizzazione di sintesi più sostenibili e selettive. Inoltre, la ricerca sulla fotocatalisi potrebbe portare a una comprensione più approfondita della dinamica dei radicali e dei loro meccanismi reattivi, con potenziali implicazioni in vari settori della chimica, dalla scienza dei materiali alla farmacologia.
L'approfondimento di questi approcci metodologici, unito alla comprensione del comportamento delle diverse specie radicaliche, fornirà agli scienziati e ai chimici un quadro più completo su come sfruttare al meglio la fotoredox catalisi nelle trasformazioni organiche. La realizzazione di nuove reazioni asimmetriche e la capacità di progettare reazioni più complesse costituiscono un potenziale enorme che potrebbe essere sfruttato per la preparazione di molecole chirali ad alte rese e purezza.
Qual è il ruolo delle azirine 2H nelle reazioni fotochimiche e la loro applicazione nella sintesi di eterocicli?
Le azirine 2H sono composti chimici interessanti grazie alla loro capacità di subire trasformazioni sotto l’irradiazione UV, un fenomeno che ha portato alla scoperta di numerosi meccanismi reattivi utili per la sintesi di eterocicli complessi. Diverse ricerche hanno mostrato che l’esposizione a luce ultravioletta induce la rottura dell’anello nelle azirine 2H, formando intermedi come gli ylidi nitrilici. Questi intermedi reagiscono successivamente con alcheni elettron-deficienti in una reazione di cicloadizione [3+2], portando alla formazione di una varietà di composti eterociclici.
Nel 2010, il gruppo di ricerca di Lin ha dimostrato che le azirine 2H, in presenza di metil acrilato, possono subire una reazione di cicloadizione [3+2] in un solvente misto di etanolo e acqua. Questo lavoro ha suggerito che la tecnologia potesse avere un promettente impatto sulla funzionalizzazione controllata spazialmente delle proteine, aprendo la strada a nuove applicazioni in biologia e medicina. La possibilità di controllare la formazione di legami chimici tra proteine e altre molecole è cruciale in un’epoca in cui la personalizzazione delle terapie è al centro della ricerca biomolecolare.
Nel 1973, Padwa e colleghi hanno studiato la dimerizzazione delle azirine 2H sotto irraggiamento UV, osservando la formazione di tetrafenilpirazina, un composto ciclico utile in molti ambiti della chimica organica. La reazione, che inizia con l’apertura dell’anello delle azirine, prosegue con la formazione di un intermedio nitril-ylide, che successivamente subisce una cicloadizione con un’altra molecola di azirina, dando luogo alla formazione di un prodotto eterociclico complesso. L’ulteriore irraggiamento UV porta a una riorganizzazione di questo intermedio, dando infine il prodotto finale. Questi risultati hanno evidenziato l'importanza delle azirine 2H come strumenti versatili per la sintesi di composti eterociclici.
Nel corso degli anni, diversi gruppi di ricerca hanno ampliato l’ambito delle reazioni [3+2] utilizzando altre classi di dipolfili, come il dimetil acetylenedicarbossilato e l'azodicarbossilato di dietile. Queste reazioni hanno portato alla sintesi di composti eterociclici a cinque membri contenenti azoto, confermando la capacità delle azirine 2H di partecipare a una vasta gamma di cicloadizioni fotochimiche. Inoltre, la ricerca ha dimostrato che le azirine 2H contenenti frammenti insaturi possono isomerizzarsi in composti eterociclici contenenti azoto sotto irraggiamento UV, come ossazoli, imidazoli e pirroli. La selettività dei prodotti dipende spesso dal sostituente terminale degli alcheni, come dimostrato dalla formazione di benzazepine.
Le azirine 2H si sono rivelate anche capaci di subire rotture di legami C-C sotto irraggiamento UV, come nel caso delle azirine 3-metil-2-fenil-2H, che si isomerizzano in derivati isoindolici. Questo tipo di reazione, che implica la cleavaggio di legami covalenti, è di grande interesse per la sintesi di strutture complesse, in quanto consente la formazione di composti con geometrie particolari e applicazioni in vari campi della chimica farmaceutica.
Un altro approccio innovativo è stato l’utilizzo delle azirine 2H generate in situ da azidi viniliche. Questo metodo, già esplorato negli anni '60 da Horner, ha permesso la produzione di azirine 2H in modo efficiente, attraverso la loro formazione per eliminazione del azoto da azidi viniliche sotto irraggiamento UV. Queste azirine 2H si dimerizzano ulteriormente, portando alla formazione di pirazine e altri composti ciclici. L'uso di azidi viniliche è stato ampliato da Kirschning, che ha sviluppato metodi di fotochemia in flusso per la sintesi di diidropirroli, composti di grande interesse per la chimica organica.
Le azirine 2H non si limitano solo alla sintesi di eterocicli a cinque membri. I recenti sviluppi nella reazione di cicloadizione intramolecolare, come osservato nel caso degli isossazoli, hanno mostrato che le azirine possono anche partecipare alla sintesi di strutture più complesse, come benzopirano[2,3-b]azirine-7-one, un composto utile in diverse applicazioni industriali. La fotoreazione, che porta alla formazione di intermedi come l’acilazirina, è stata estesa a vari substrati, mostrando la versatilità delle azirine 2H in chimica organica.
Per concludere, la sintesi eterociclica attraverso trasformazioni fotochimiche delle azirine 2H rappresenta un campo in rapida evoluzione. Le applicazioni potenziali di queste reazioni spaziano dalla chimica farmaceutica alla scienza dei materiali, con un'enfasi particolare sulla sintesi di composti con azoto. Questi composti sono di grande interesse in quanto possono essere utilizzati come intermedi nella produzione di farmaci, materiali avanzati e molecole bioattive. Il continuo sviluppo di nuove metodologie di sintesi, che sfruttano l’irraggiamento UV per indurre reazioni di cicloadizione e isomerizzazione, apre nuove frontiere nella ricerca chimica e nelle applicazioni industriali.
Quali sono le potenzialità delle reazioni di ciclizzazione dearomatizzante indotto da energia?
Nel 2020, il gruppo di You ha introdotto un’interessante strategia di ciclizzazione dearomatizzante intramolecolare [2+2] utilizzando indoli e pirroli in presenza di alchini come accettori di biradicali, sfruttando il trasferimento di energia promosso dalla luce visibile. Questo approccio ha portato alla sintesi di prodotti indolizidine fuse con ciclobutene, ottenuti in rese di rendimento moderato o eccellente (dal 21% al 98%). Le difficoltà legate all’utilizzo degli alchini, a causa della loro reattività inferiore rispetto agli alcheni e della maggiore tensione anelica dei ciclobuteni rispetto ai ciclobutani, sono state affrontate attraverso l’uso del trasferimento di energia, che si è rivelato cruciale per superare questi ostacoli.
Nel corso delle ricerche successive, l’approfondimento meccanistico ha mostrato come i substrati fossero attivati a uno stato tripletto tramite il trasferimento di energia dal fotosensibilizzatore eccitato. Le reazioni hanno messo in evidenza l’importanza delle interazioni multiple tra il substrato e l’ambiente chirale, che inducono l’enantioselezione. Ad esempio, un sistema di fotoenzimi, sviluppato tramite l’introduzione di amminoacidi artificiali fotosensibili, è stato utilizzato per condurre una reazione enantioselettiva di cicloadizione intramolecolare [2+2] di indoli con alcheni, raggiungendo un’alta enantioselettività (fino al 99% ee).
Le ricerche più recenti, come quelle condotte nel 2021 dal gruppo di You, hanno esplorato ulteriori possibilità, come la ciclizzazione dearomatizzante intramolecolare doppia di indoli con naftalene. In questo caso, sono stati ottenuti vari prodotti indoline bridged in buoni rendimenti. L’aspetto interessante di questa reazione è che si è osservata la formazione di un adotto [2+2] all'inizio della reazione, il quale poi si è trasformato in un adotto [4+2] più stabile. Questo cambiamento ha suggerito che il meccanismo della reazione segua un percorso reversibile di [2+2] e uno irreversibile di [4+2], che potrebbe essere controllato dalla dinamica degli intermedi biradicali transitori.
Un’altra innovazione è stata introdotta nel 2023 da Wang e colleghi, che hanno scoperto una nuova via di reazione che coinvolge specie biradicali per la ciclizzazione di indoli legati a sulfonammidi, sfruttando un fotosensibilizzatore contenente iridio. In questo caso, la reazione ha portato alla formazione di prodotti ciclobutano-fusi indoline e indoli (etero)aromatici con rese fino al 98%, e il comportamento degli intermedi è stato studiato attraverso esperimenti di quenching della luminescenza Stern-Volmer.
In parallelo a queste reazioni, nel 2021, il gruppo di You ha anche esplorato la ciclizzazione dearomatizzante intramolecolare [5+2], [2+2] e [5+4] utilizzando vinilcyclopropani come accettori di biradicali. La selettività chimica di queste reazioni è stata modulata dalla struttura dei substrati e dalle condizioni reattive, portando alla formazione di prodotti ciclobutene-fusi e strutture poliaromatiche complesse.
Oltre alle ciclodaddizioni, il gruppo di Glorius ha sviluppato nel 2022 una reazione di aminocarbossilazione ad alta regioselettività, che consente la sintesi di derivati di β-amminoacidi a partire da alcheni e (etero)aromi. Questo processo ha ampliato notevolmente le applicazioni del trasferimento di energia nella funzionalizzazione diretta di sistemi aromatici.
Le reazioni di ciclizzazione dearomatizzante indotte dalla luce, come quelle appena descritte, stanno assumendo un ruolo centrale nella chimica organica moderna grazie alla loro capacità di generare strutture molecolari complesse con alte rese e selettività. Il loro potenziale va ben oltre la semplice sintesi di prodotti indoline, aprendo la strada a nuovi approcci nella creazione di composti chirali e nella modifica mirata di eteroaromi, il che ha implicazioni significative in ambiti come la progettazione di farmaci e la sintesi di nuovi materiali funzionali.
Le considerazioni sperimentali e computazionali forniscono una visione sempre più chiara dei meccanismi sottostanti a queste reazioni, rivelando il ruolo fondamentale degli intermedi biradicali e del trasferimento di energia nel determinare i risultati reattivi. Inoltre, i calcoli DFT, insieme agli esperimenti di voltammetria ciclica e quenching della luminescenza, continuano a supportare lo sviluppo di nuovi catalizzatori e strategie per il controllo della chemoselettività e della stereoselettività.
Come la Transfer di Energia Induce Cicloadizioni [2+2] e [4+2] in Aromatici Eterociclici
Le reazioni di cicloadizione, in particolare quelle "dearomative", hanno attirato l'interesse della chimica organica per la loro capacità di trasformare composti aromatici in strutture cicliche non aromatiche, modificando così le proprietà reattive e la stabilità dei materiali. Le cicloadizioni [2+2] e [4+2] sono tra le reazioni più studiate, con applicazioni significative nella sintesi di nuovi composti polifunzionali e poliaromatici. Un aspetto affascinante di queste reazioni è l'uso di sensorizzatori tripletto e la loro capacità di trasferire energia agli areni, consentendo reazioni fotochimiche altamente selettive.
Nel contesto delle cicloadizioni con alcheni, un approccio fondamentale si basa sull’utilizzo della transfer di energia. In questi processi, l’energia fotonica viene trasferita da un sensibilizzatore eccitato in uno stato tripletto, che poi eccita l’aromatico a uno stato eccitato tripletto. L’energia trasferita permette la reazione con alcheni, portando alla formazione di intermedi biradicali che possono reagire per dare prodotti finali attraverso cicloadizioni [2+2] o [4+2].
Nel 1960, il gruppo di Steinmetz ha riportato una cicloadizione fotosensibilizzata del benzene con anidride maleica, utilizzando il benzofenone come sensibilizzatore. Il benzofenone, eccitato al suo stato tripletto, trasferisce energia all’anidride maleica, che a sua volta eccita il complesso formato con il benzene. Questa reazione genera un prodotto monoadotto che, tramite una reazione termica [4+2], porta al prodotto finale. Nel 1975, un altro importante studio del gruppo Aretz ha esplorato una cicloadizione simile utilizzando acetofenone come fotosensibilizzatore. Il trasferimento di energia ha portato alla formazione di un intermedio tripletto reattivo che ha reagito con il benzene o il naftalene per dare il prodotto desiderato.
Un altro esempio interessante di questa chimica è rappresentato dalle cicloadizioni che coinvolgono il naftalene. Nel 1997, il gruppo Kishikawa ha studiato la cicloadizione intramolecolare del benzene con amidi α,β-insaturi in presenza di un sensibilizzatore tripletto. L’interazione tra i gruppi funzionali e il trasferimento di energia da parte del sensibilizzatore tripletto hanno permesso di ottenere prodotti esclusivamente [4+2] in condizioni stericamente selettive.
Nel corso degli anni, i ricercatori hanno affinato i meccanismi e le condizioni per ottenere una selettività reattiva. Per esempio, nel 2001 il gruppo Kohmoto ha sviluppato un approccio altamente selettivo per la cicloadizione intramolecolare di amidi α,β-insaturi con il benzene. L’uso di substrati derivati dall’acido cinnamilico ha favorito la formazione esclusiva di adotti [4+2], evitando il percorso [2+2]. Questo fenomeno è stato studiato approfonditamente, dimostrando che la disposizione elettronica dei gruppi aromatici giocava un ruolo cruciale nel determinare la selettività della reazione.
Ulteriori progressi sono stati fatti nel 2018 dal gruppo Glorius, che ha utilizzato la luce visibile per promuovere la cicloadizione intramolecolare di derivati del naftolo. L’utilizzo di un sensibilizzatore come l’iridio (ppy)2(dtbbpy)PF6 ha portato alla formazione di ciclobutani e successivamente alla loro trasformazione in benzociclobuteni, dimostrando l’efficacia del trasferimento di energia anche con lunghezze d'onda luminose più lunghe.
In tempi più recenti, nel 2022, il gruppo Maji ha descritto una cicloadizione intermolecolare [4+2] di derivati del naftalene con alcheni, utilizzando un meccanismo di trasferimento di energia mediato da luce visibile. Questo approccio ha rivelato un modo interessante per produrre adotti [4+2] senza la formazione di intermedi [2+2]. Inoltre, l’esperimento ha evidenziato l'importanza dei quenching della luminescenza, che ha fornito informazioni cruciali sul meccanismo di trasferimento di energia e sull'efficienza del processo.
Queste ricerche non solo hanno espanso la nostra comprensione della chimica delle cicloadizioni, ma hanno anche aperto nuove possibilità per la sintesi di materiali avanzati. Un aspetto importante che emerge da questi studi è il ruolo centrale della selettività nella formazione di adotti [2+2] o [4+2]. La variazione dei gruppi funzionali e la scelta dei sensibilizzatori sono determinanti per il successo delle reazioni.
In particolare, per i lettori interessati a comprendere più a fondo queste reazioni, è fondamentale riconoscere come i differenti sensibilizzatori e le condizioni di reazione possano influenzare non solo la formazione di prodotti specifici, ma anche la direzione della reazione stessa. La comprensione della termodinamica e della cinetica di questi processi è cruciale per applicazioni in sintesi chimica avanzata e nella progettazione di nuove reazioni fotochimiche. I meccanismi dettagliati di trasferimento di energia tra il sensibilizzatore e il substrato, così come la gestione della stabilità degli intermedi tripletto, sono aspetti fondamentali che ogni chimico dovrebbe approfondire per sfruttare appieno il potenziale di queste reazioni.
Qual è il futuro delle reazioni di cicloadizione fotoindotte e della dearomatizzazione tramite trasferimento di energia?
Nel 2023, il gruppo di ricerca Brown ha compiuto un passo significativo nello sviluppo delle reazioni di cicloadizione selettiva [4+2] e [2+2] di naphthaleni e imine con alcheni. La chiave di questo avanzamento risiedeva nel modulating il gruppo N-sulfonilimine attaccato ai substrati aromatici, un approccio che ha dimostrato di migliorare notevolmente l'efficienza delle reazioni. Studi di quenching di Volmer e calcoli della densità di spin nel tripletto eccitato hanno rivelato che la reazione primaria avviene tramite il trasferimento di energia dal complesso fotoiniziale a Ir(ppy)2(dtbbpy)PF6, con la formazione del legame iniziale presso la posizione C1 del naphthalene, caratterizzata dalla massima densità di spin. Questo meccanismo ha portato alla formazione di un adotto [4+2] dearomatico (Scheme 34).
Le cicloadizioni fotoindotte sono state ulteriormente esplorate anche con altri substrati come il benzoisotiazolo, dove il radicale azetidina 144 è stato prodotto tramite cicloadizione [2+2] di imina con alchene. L'introduzione di gruppi rigidamente sulfoniliminici ha aumentato la diastereoselettività, un aspetto cruciale per la realizzazione di reazioni altamente selettive.
Nel 2020, il gruppo di Koenig ha sviluppato un nuovo fotosensibilizzatore organico, 2CzPN, che ha mostrato un’efficace solubilità sia in solventi organici polari che non polari. Grazie all'alta energia del tripletto di 2CzPN, è stato possibile attivare substrati aromatici come il naphthol in modo efficace per la cicloadizione dearomatizzante intramolecolare con allenes. Questo approccio ha prodotto prodotti poliedrici complessi, aprendo la strada a nuove reazioni cicloaditive basate su allenes (Scheme 35).
Nel 2023, un altro gruppo di ricerca, guidato da Maestri, ha applicato la luce visibile per attivare cicloadizioni intramolecolari dearomatizzanti [4+2] di benzene, naphthalene e N-eteroareni con allenes, in presenza di Ir(ppy)3. Sebbene inizialmente le condizioni di reazione per i derivati del benzene non abbiano mostrato un miglioramento significativo, l'uso di naphthalene ha portato a un aumento della velocità della reazione e a rese elevate del prodotto desiderato. Questo risultato ha suggerito che il sistema π di naphthalene stabilizzasse il radicale biradicale transitorio, facilitando il meccanismo di reazione (Scheme 36).
Recentemente, nel 2024, il gruppo di You ha realizzato una cicloadizione intramolecolare dearomatizzante [5+4] di derivati di naphthol con una catena laterale di vinil-ciclopropano, il che ha permesso la costruzione di anelli di dimensioni medie altamente tesi. Questa reazione ha mostrato buone rese e rapporti E/Z, consentendo la sintesi di architetture poliedriche complesse. Il trasferimento di energia dal fotosensibilizzatore eccitato al substrato ha attivato il naphthalene al suo tripletto, inducendo la successiva apertura del ciclopropano e la formazione del prodotto desiderato (Scheme 37).
Allo stesso modo, nel 2019, il gruppo di Koenig ha sviluppato una fotoreduzione tipo Birch degli arenii tramite un processo che combina il trasferimento di energia e il trasferimento di singolo elettrone. Questo approccio ha permesso di ridurre facilmente arenii in stato eccitato, una reazione che, in condizioni termiche, sarebbe stata difficile da realizzare. L'energia transferita dal fotosensibilizzatore ha promosso la riduzione del substrato e la formazione di prodotti dearomaticizzati in buona resa (Scheme 38).
Un ulteriore avanzamento nel campo è stato realizzato nel 2019 dal gruppo di You e Cho, che ha sviluppato una reazione intramolecolare di funzionalizzazione doppia dearomatizzante dei benzene tramite catalisi da trasferimento di energia in presenza di ossigeno molecolare. La reazione ha mostrato un meccanismo innovativo che prevede l'inserimento dell'ossigeno singoletto al C5 del substrato eccitato, portando alla formazione di un intermedio idroperossido che ha permesso la successiva formazione di un radicale iminil e il prodotto finale tramite una serie di passaggi radicalici (Scheme 39).
Questi sviluppi rivelano un ampio spettro di possibilità offerte dalle reazioni fotoindotte di dearomatizzazione. L'integrazione della luce visibile come fonte di energia per attivare substrati aromatici e la modulazione di gruppi funzionali come gli imini e i solfonili hanno aperto nuove strade per la sintesi di composti poliedrici con topologie complesse. Queste reazioni non solo offrono un'alternativa alle reazioni termiche tradizionali, ma permettono anche di superare sfide steriche e geometriche difficilmente affrontabili con metodi convenzionali. Le reazioni di cicloadizione e di riduzione, così come la generazione di radicali mirati, sono solo alcuni degli esempi che dimostrano l'efficacia delle strategie di trasferimento di energia nell'indirizzare la reattività dei composti aromatici.
Un elemento fondamentale da comprendere è che la stabilità e l'efficienza di queste reazioni dipendono strettamente dalla selezione di fotosensibilizzatori adeguati e dalla natura del substrato. La capacità di manipolare la densità di spin, la stabilità dei radicali e le condizioni di reazione sono determinanti per il successo delle cicloadizioni e delle riduzioni. Inoltre, la sinergia tra la luce visibile e il trasferimento di energia introduce nuove possibilità per la sintesi di composti chimici con strutture complesse che altrimenti sarebbero difficili da ottenere. La continua evoluzione di queste tecniche promette di rivoluzionare il campo della chimica organica, offrendo nuove strategie per la sintesi di molecole complesse e la scoperta di nuovi materiali.
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