Il caso di un cane non ambulante, che ha subito un intervento chirurgico e una lunga riabilitazione, offre spunti fondamentali su come gli ausili ortopedici e il riabilitazione possano ripristinare gradualmente la mobilità. Questo approccio integrato si rivela cruciale per il miglioramento della qualità della vita e il ritorno a una certa indipendenza funzionale, anche quando le condizioni iniziali sembrano precludere qualsiasi possibilità di movimento.
Il cane in questione, con una paraparesi non ambulante, ha mostrato gravi difficoltà motorie, in particolare con l'uso degli arti posteriori, che erano privi di movimento significativo. La difficoltà maggiore era rappresentata dalla mancanza di controllo eccentrico nel passaggio dalla posizione eretta a quella seduta, con il cane che non riusciva a reggere il peso nemmeno per brevi periodi senza il supporto esterno. La terapia mirata a migliorare la forza e l'equilibrio, unita all'uso di ausili come il carrello posteriore a ruote e l'uso di fasce sensoriali, ha avuto un impatto positivo, ma i progressi sono stati graduali.
Il piano di riabilitazione, che ha incluso il supporto con un carrello post-operatorio, ha permesso al cane di mantenere una posizione eretta e facilitato il supporto per le zampe posteriori. Le prime fasi della riabilitazione hanno visto l'adozione di una camminata assistita, con il cane che mostrava un buon grado di autonomia nel carrello, pur rifiutando inizialmente di utilizzarlo in casa. La stimolazione della coda e altre modalità di stimolazione sensoriale hanno permesso di riattivare una parziale funzione motoria negli arti posteriori, ma senza un supporto esterno, il cane non sarebbe stato in grado di camminare autonomamente.
Il trattamento è stato completato con l’uso di un’indossabile maglia compressiva, che ha supportato il core e aiutato nel controllo dell'ansia, problema significativo nella storia medica del paziente. Successivamente, il programma di riabilitazione ha incluso esercizi di stretching, massaggio miofasciale e mobilizzazioni articolari, con il supporto di tecnologie avanzate come il PEMF (campo elettromagnetico pulsato) e la stimolazione muscolare elettrica (NMES). Il rafforzamento del core e il miglioramento dell'equilibrio hanno permesso progressivamente di eliminare il carrello e di avviare la camminata indipendente.
A distanza di circa 165 giorni, il cane è riuscito a camminare per distanze di circa 10-15 metri senza l'ausilio del carrello. Il miglioramento continuo, sebbene lento, ha portato a una piena indipendenza per camminare nel contesto della casa, anche se il cane ha continuato ad utilizzare il carrello per le passeggiate all'esterno, dove la motivazione a camminare era inferiore.
Il caso evidenzia come il trattamento fisioterapico associato agli ausili ortopedici possa avere un impatto significativo sui pazienti non ambulanti, anche in situazioni di grave disabilità. L’approccio terapeutico non è solo quello di fornire dispositivi esterni, ma di lavorare sull’attivazione motoria e sul rinforzo muscolare, creando un piano riabilitativo che rispetti le necessità individuali del paziente e ne stimoli il recupero in modo completo.
Nel trattamento di cani con disabilità motorie, l’importanza di un approccio integrato tra ortesi, fisioterapia e stimolazione neuromuscolare non può essere sottovalutata. La motivazione del cane, l’ambiente domestico e la capacità del proprietario di assistere correttamente il paziente giocano ruoli fondamentali nel raggiungimento degli obiettivi terapeutici. La costanza nell’utilizzo degli ausili e la gradualità nel miglioramento della mobilità sono essenziali per ottenere progressi concreti, anche quando la condizione iniziale sembra precludere ogni speranza di miglioramento.
Nel contesto di una terapia ortopedica avanzata, è fondamentale considerare anche la gestione dell’ambiente domestico e il supporto psicologico, soprattutto nei casi di animali con ansia o altre problematiche comportamentali. La presenza di dispositivi come il "carrello posteriore" o la "maglia compressiva" non solo facilita la mobilità, ma può anche essere un importante strumento di supporto emotivo, che aiuta il cane a superare la paura di nuovi movimenti e stimoli. Inoltre, la collaborazione attiva dei proprietari, che devono essere formati nell’uso degli ausili, è cruciale per il successo del trattamento a lungo termine.
Come l'Imaging Radiografico Contribuisce alla Medicina Sportiva Canina e alla Riabilitazione
L'esame fisico rappresenta il primo passo nell'indagine di un infortunio muscoloscheletrico, ma l'uso di modalità di imaging appropriate consente una diagnosi più precisa. Questa informazioni sono fondamentali per sviluppare piani di trattamento e riabilitazione adeguati, monitorare i progressi della guarigione e formulare una prognosi per il ritorno alla funzionalità. Inoltre, le tecniche di imaging possono essere utilizzate per identificare aree di preoccupazione futura, aiutando a guidare i piani di condizionamento e le limitazioni delle attività sportive o lavorative del paziente. Ad esempio, le radiografie di screening di un cane atletico sano possono rivelare lievi cambiamenti degenerativi in un’articolazione che potrebbero non causare segni clinici. Queste informazioni possono assistere il medico e il proprietario/gestore nel determinare un programma adeguato per proteggere quelle aree da ulteriori danni e fornire un punto di riferimento qualora si manifesti zoppia in futuro.
L'accesso a tecnologie avanzate di imaging in medicina veterinaria si è notevolmente ampliato, e queste modalità sono ora ampiamente utilizzate non solo nella ricerca e negli ambienti universitari, ma anche nella pratica clinica quotidiana. Grazie a questa maggiore disponibilità, è possibile effettuare una valutazione più completa delle strutture ossee e dei tessuti molli. Ciò consente ai medici di formulare diagnosi più dettagliate e piani di trattamento più mirati, fondamentali per gli animali che praticano sport o che sono soggetti a sforzi fisici intensi.
Le radiografie costituiscono la base dell'imaging muscoloscheletrico e dovrebbero essere considerate una componente essenziale di una valutazione muscoloscheletrica approfondita quando la zoppia è stata localizzata a una specifica area. Le immagini radiografiche si ottengono tramite proiezioni ortogonali della zona di interesse, generalmente laterale e dorsale (dorsoventrale, dorso-palmare/plantare, cranio-caudale). Nella maggior parte dei casi, queste visualizzazioni forniranno informazioni diagnostiche sufficienti. Tuttavia, nell'analisi di animali da performance, le anomalie radiografiche possono risultare più sottili. In questi casi, si possono considerare ulteriori proiezioni per una visione più completa della struttura in esame, come le oblique dorsopalmare/plantare mediali-laterali (DPMLO) e dorsopalmare/plantare laterali-mediali (DPLMO). Poiché la radiografia è un'immagine bidimensionale di una struttura tridimensionale, le visualizzazioni oblique rivelano superfici nascoste dalla sovrapposizione (Figura 5.1).
Questa pratica consente non solo di rilevare lesioni evidenti, ma anche di identificare danni che, se trascurati, potrebbero compromettere la performance futura dell'atleta, a livello tanto muscolare quanto osseo. Nel contesto della medicina sportiva canina, l'uso di immagini avanzate non si limita alla diagnosi di patologie acute, ma estende la sua funzione alla valutazione preventiva, mirando a una gestione più efficace degli atleti a lungo termine.
È anche importante considerare che il monitoraggio regolare tramite tecniche di imaging consente di identificare precocemente segni di affaticamento o danno non immediatamente visibili durante una semplice valutazione fisica. Ciò è particolarmente cruciale nei cani destinati a compiti di alta performance o a lungo termine, come quelli impiegati in sport competitivi o attività lavorative intense, dove un semplice infortunio potrebbe portare a danni strutturali irreversibili se non trattato tempestivamente.
Oltre all'imaging, è fondamentale ricordare che ogni piano di condizionamento per un cane atleta deve essere personalizzato, tenendo conto delle sue specifiche esigenze fisiche, della sua storia medica e del tipo di sport praticato. L'uso di immagini per guidare le decisioni relative al carico di lavoro e alla prevenzione degli infortuni diventa quindi una risorsa insostituibile per ottimizzare le performance e prolungare la carriera sportiva dell'animale.
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