C'è un concetto che tutti conosciamo, ma raramente esploriamo nella sua interezza: la costante distorsione della realtà. La scienza e la fantasia sono due facce della stessa medaglia che cercano di spiegare il mondo e, spesso, ci conducono in territori sconosciuti, dove il confine tra ciò che è possibile e ciò che è solo frutto della nostra immaginazione diventa indistinto. La scienza è un campo in continua evoluzione, eppure spesso siamo più colpiti dall'incapacità di prevedere il futuro che dalle scoperte concrete. Ogni previsione che facciamo risulta invariabilmente errata, lasciando posto a quella curiosa sensazione di disorientamento.

Il caso di Nostradamus è emblematico. La sua presunta capacità di prevedere eventi storici cruciali è stata celebrata per secoli, nonostante la gran parte delle sue profezie siano frutto di interpretazioni forzate. Un esempio lampante si ha quando si parla della sua presunta previsione su Hitler. Molti sostengono che Nostradamus avesse parlato di un personaggio chiamato “Hister”, sostenendo che si trattasse di Hitler, semplicemente per un errore di lettera. Tuttavia, questa interpretazione forzata rivela una verità ancora più interessante: le profezie di Nostradamus sono un perfetto esempio di come la nostra mente cerchi di trovare ordine dove non esiste. Le previsioni che sembrano così straordinarie spesso non sono altro che una distorsione del presente, un tentativo di dare un senso a un futuro incerto.

D'altronde, se guardiamo al progresso della scienza negli ultimi dieci anni, si nota un affascinante fenomeno: non possiamo prevedere ciò che verrà, ma dobbiamo imparare a capire cosa è già accaduto. La scienza fiction, ad esempio, sta esplorando temi che si sono avverati solo parzialmente, mentre altre idee sono rimaste nel regno delle utopie. La fusione tra scienza e fantasia ha creato un ibrido che sfida le convenzioni della logica e ci invita a vedere il mondo sotto una luce completamente nuova. Le storie di fantascienza più riuscite sono quelle che non tentano di prevedere, ma piuttosto di esplorare le implicazioni di ciò che potrebbe accadere, creando mondi possibili che spingono oltre i limiti della nostra comprensione.

Negli ultimi dieci anni, un altro campo che ha visto notevoli sviluppi è il cinema. Se la fantascienza è spesso complessa e astratta, il cinema horror riesce a tradurre l’idea di paura e orrore in immagini potenti e coinvolgenti. Le emozioni che i film horror riescono a trasmettere sono spesso più immediate e viscerali, eppure riescono a toccare corde molto profonde della nostra psiche. Grazie ai progressi nelle tecniche degli effetti speciali, il cinema è diventato uno strumento più efficace per evocare stati emotivi complessi. I film horror, quindi, sembrano comunicare una verità universale: ciò che non vediamo, ciò che ci sfugge, è sempre più spaventoso di ciò che vediamo.

Nel contesto di una società sempre più incentrata sul consumismo e sullo svago visivo, si è assistito anche alla rivoluzione del video. La diffusione dei videoclub è ormai un fenomeno globale, dove il concetto di "video" non è più limitato ai film ma ha preso piede in ogni angolo della nostra vita quotidiana. Paradossalmente, in una cultura dove le immagini sono tutto, ci siamo talvolta dimenticati di guardare ciò che è davvero importante. Il video ci ha offerto un accesso illimitato a immagini, ma ha anche acuito il nostro senso di smarrimento, poiché troppo spesso ci perdiamo nell’apparenza, dimenticando ciò che sta al di là.

Eppure, se guardiamo al cambiamento culturale degli ultimi anni, uno dei più grandi effetti collaterali dell’era visiva è l’emergere di una nuova estetica del fantastico. La fantasia ha preso nuove forme, ma in modo diverso rispetto al passato. Un esempio lampante è rappresentato dai cliché cinematografici. Mentre in passato era impensabile immaginare un film senza i suoi elementi più riconoscibili, come i nomi grandiosi e stravaganti degli scrittori di fantascienza, oggi assistiamo a una sorta di banalizzazione. La nuova ondata di film ha sviluppato nuovi cliché visivi che rischiano di essere altrettanto opprimenti e ripetitivi quanto quelli che volevano sostituire.

La cultura visiva che oggi ci circonda è diventata talmente invadente da deformare anche la nostra percezione del mondo. Come mai tutti i personaggi dei film sanno immediatamente come riconoscere l’eroina o la cocaina? Perché, in un film, quando qualcuno trova una borsa contenente sostanze illecite, non c’è mai una riflessione sul suo valore o sulla sua pericolosità? Eppure, in un angolo di questa distorsione della realtà, possiamo trovare qualcosa che sfida la nostra comprensione: la realtà, o meglio, l’incapacità di riconoscerla, come nel caso del sangue. Nei film, nonostante l'esperienza e il ruolo dei protagonisti, è sempre necessario toccare qualcosa prima di poterlo identificare. Un curioso paradosso che suggerisce che la verità, quella che sta proprio davanti ai nostri occhi, a volte ci sfugge perché troppo complessa.

La fine di una conversazione drammatica, infine, ci porta a riflettere su un altro aspetto interessante: l’impossibilità di dare cattive notizie senza seguire un preciso copione. Nel cinema, è raro che qualcuno comunichi una notizia tragica senza prima far sedere il destinatario. Un gesto rituale, che ci fa riflettere sulla nostra tendenza ad addolcire la realtà, purtroppo distorcendola.

Infine, in tutto questo caos di immagini, simboli e previsioni, quello che rimane è il tentativo di trovare una risposta alle domande che ci tormentano. E, in fondo, forse non esistono risposte definitive. La scienza e la fantasia ci offrono mondi paralleli, eppure entrambi ci lasciano con più domande di quante ne rispondano. Ma forse è proprio in questa ricerca senza fine che si nasconde il vero fascino del futuro, in continua evoluzione, che ci sfida a non dare nulla per scontato.

Perché le stelle ci ingannano? Il destino nelle mani degli astrologi

La ricerca del futuro è un desiderio che affonda le radici nei tempi antichi, radicandosi profondamente nel pensiero e nel linguaggio umano. Gli uomini hanno sempre cercato di capire cosa riservasse loro il destino, e nel corso dei secoli hanno adottato i metodi più disparati per ottenere questa conoscenza anticipata. Ad esempio, un tempo si usava esaminare le interiora dei polli, cercando segni che potessero preannunciare il futuro. Oppure ci si concentrava sulle linee della mano, come probabilmente farei anch'io se avessi passato tutta la giornata a frugare dentro un pollo. Un'abitudine tutt'altro che pulita, ma che, senza dubbio, chi la praticava aveva un nome altisonante per descriverla, un nome che le conferiva una certa rispettabilità: magari "Previsioni e Profezie attraverso la Manipolazione Avicola". Ma tra tutti i metodi tradizionali usati per predire il futuro, dalle carte al consulto di oracoli, dalle consultazioni a pagamento ai giornali dedicati a predire il futuro nelle corse e nel calcio, le stelle sembravano offrire le migliori possibilità.

Le stelle sono sempre state un misterioso spettacolo, in costante mutamento, e ovviamente legato in qualche modo agli dèi, tanto che sembrava del tutto logico pensare che avessero una qualche influenza sulle sorti umane. Da questa convinzione è nata la professione dell'astrologo, una figura che ci accompagna da molto tempo, nonostante il fatto che le stelle abbiano una fastidiosa tendenza a dirci cose che non vogliamo sentire, e a farlo in un linguaggio così vago e impreciso che qualsiasi valore potessero avere le loro rivelazioni svanisce nel nulla.

Immaginate cosa significava essere un generale romano che doveva affrontare una battaglia il giorno seguente, una battaglia che avrebbe potuto cambiare le sorti del mondo. Si rivolgeva al suo astrologo, chiedendo consiglio su come schierare le truppe, se fosse meglio lanciare la cavalleria per prima e tenere gli arcieri per dopo, e se i barbari sarebbero riusciti a rovesciare l'impero, o se la debole fiammella della civiltà sarebbe riuscita a resistere ancora per un decennio. L'astrologo consultava rapidamente le stelle e gli dava la seguente profezia direttamente dalla Nebulosa della Testa del Cavallo: "I rapporti personali in ufficio potrebbero essere difficili questo mese, ma una vecchia amicizia potrebbe portare a una nuova visione della vita. Non nascondere le tue ansie al tuo ragazzo, e il tuo colore fortunato è il blu". Questo è il tipo di cose che dicono sempre! A volte, per evitare una vaga sensazione di imprecisione, aggiungono dettagli come: "Se sei nato un giovedì e hai i capelli rossi e gli occhi azzurri, evita di cadere dalle finestre del decimo piano. Potrebbe essere doloroso." E chi potrebbe mai discutere su questo? Chiunque abbia mai fatto un volo del genere non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.

Eppure, nonostante l'assurdità di queste previsioni, l'astrologia ha avuto un ampio seguito, come testimonia la creazione, circa quindici anni fa, di una rivista settimanale chiamata "Your Stars", che doveva offrire previsioni astrologiche dettagliate per ogni lettore. Nonostante l'ingaggio dei migliori astrologi del paese, la rivista è sopravvissuta solo un mese, poiché le vendite non hanno mai soddisfatto le aspettative. Un'ironia che, in un certo senso, riassume perfettamente la mia opinione sull'astrologia.

Astrologia, come la conosciamo oggi, è pura fuffa. Eppure, c'è chi ha una visione diversa dell'astrologia, e vale la pena ricordare che alcuni dei grandi pensatori del passato, uomini di genio come Leonardo da Vinci, erano affascinati anche dall'astrologia. Leonardo, ad esempio, non solo è noto per i suoi studi anatomici, ma anche per il suo legame con la medicina diagnostica precocemente sviluppata, sebbene non tutti conoscano la sua curiosa connessione con il mondo dell'astrologia. Eppure, Leonardo, come tutti i grandi, era un uomo di molteplici interessi, e lo stesso suo rapporto con la pittura è emblematico del suo approccio interdisciplinare.

Ma l'astrologia, purtroppo, rimane un campo di studio che è poco più di un'intrattenimento, un passatempo per chi vuole dare un ordine a un universo che per sua natura è caotico. Spesso, chi si occupa esclusivamente di una disciplina finisce per ignorare il contesto più ampio in cui quella disciplina si inserisce. Gli scienziati professionisti tendono a concentrarsi su una specifica area del sapere, mentre una visione interdisciplinare, che prende in considerazione esperienze apparentemente non collegate, può portare a una comprensione più completa. Ho scoperto questo approccio, che unisce la neurologia e l'ottica, nel mio personale tentativo di esplorare misteri come quello della leggenda del Vascello Fantasma. E, alla fine, ho risolto il mistero, dimostrando che il capitano del Vascello Fantasma non era condannato a vagare per i mari, ma piuttosto aveva perso il controllo della sua nave a causa di un parassita xilofago che infestava il legno utilizzato per la sua barca.

Non importa quanto profondamente si ricerchi il futuro nelle stelle o nelle altre pratiche esoteriche. La verità rimane che la vita, con le sue incertezze, non può essere scrutata con precisione. Gli astrologi, seppur avendo radici antiche, non possono davvero illuminare la via. Ciò che possiamo fare è vivere con consapevolezza, senza credere che le stelle abbiano davvero il potere di determinare il nostro destino.

Che cosa si nasconde nel mistero del Triangolo di Bermondsey?

Lo portai in un pub vicino per calmarlo e ordinai due grandi gin-tonic. Lui afferrò entrambe le bottiglie di tonico e le versò nel suo gin. “Cosa stai facendo?” chiesi. “Sto diluendo il mio gin,” rispose. “Uso sempre due bottiglie perché sono in parte tedesco - questa è l’efficienza tipica del doppio tonico.” “Bella battuta,” dissi, cercando di prenderlo in giro. “Cosa spruzza fuori da un sifone in un bicchiere di whisky e fa commenti sarcastici?” “Non lo so,” disse. “La soda caustica,” risposi. “Capisci? Soda caustica!” “Oh mio Dio,” disse nervosamente, “e io pensavo che stavo impazzendo... sapevo che non avrei mai dovuto entrare nel Triangolo di Bermondsey.”

"Era proprio di questo che volevo parlarti," dissi, colto l’attimo. Ordinai altri due gin, tre tonici e, nel giro di un’ora, riuscii a farmi spiegare da lui il mistero del Triangolo di Bermondsey. La storia risale a circa due milioni di anni fa, o forse dieci milioni - Von Donegan non voleva essere troppo preciso con le date - e si scoprì che il Triangolo di Bermondsey era, in realtà, la culla della civiltà sulla Terra. Lasciate perdere tutto quel parlare di Lago Vittoria, Lago Rudolph, Mesopotamia e Valle del Nilo - qui è successo tutto. Proprio qui! E non solo la razza umana ebbe inizio in questo luogo, ma l'area era abitata da ben quattro civiltà non umane!

Una cosa si può dire per Von Donegan: certamente offre un buon rapporto qualità-prezzo. Questo diagramma (Diagramma 8) mostra le Isole Britanniche come erano due milioni o dieci milioni di anni fa. C’era l'Irlanda a ovest, che somigliava molto a come appare oggi. Poi c'erano le alte terre della Scozia e del Galles, abbastanza vicine. Il motivo per cui sono così vicine ha a che fare con la scienza della tettonica delle placche. Un tempo, sembra incredibile, tutti i continenti vagavano in giro su grandi piastre! E ad un certo punto, America e Canada si lanciarono attraverso l'Atlantico e si scontrarono con l'Irlanda - un impatto che deve aver rovinato parecchio il loro bonus senza incidenti. Oltre a spingere l’Irlanda più vicino all’Inghilterra, quella collisione formò anche le montagne del Galles, il Lake District e le Highlands scozzesi - quella è che la chiamerei un’efficienza tipica della tettonica. America e Canada, dopo aver combinato tutto quel disastro, tornarono nel loro posto senza neppure lasciare un biglietto con i loro nomi e indirizzi.

In quel periodo, l’intera parte orientale e meridionale dell'Inghilterra era coperta da un mare poco profondo, le cui acque erano calde e cristalline – l’habitat perfetto per una grande e intelligente specie di merluzzo. La civiltà dei Popoli del Merluzzo prosperò per molti secoli. Erano una razza felice e appagata, il cui unico vizio era quello di ubriacarsi un po’ ogni sabato sera con la loro bevanda locale, il cosiddetto "codswallop". L’unica spina nel fianco dei Popoli del Merluzzo era una razza di tuberi giganti, conosciuti come i "Taters", che si erano sviluppati nelle fertili pianure della preistorica Irlanda e del Galles.

Ho parlato in passato della capacità delle piante di sviluppare intelligenza, e questa nuova ricerca conferma tutto quello che avevo detto. La civiltà dei Taters fiorì per secoli e la loro cultura raggiunse un grado di sofisticazione tale da sviluppare un sistema delle caste. Le evidenze suggeriscono che la classe aristocratica era conosciuta come i Re Edward, e c’è anche una leggenda che narra di una giovane Tater nobile che, entusiasta, corse dalla madre annunciando: “Mamma, mi sono fidanzata!” La madre rispose: “Con chi? Ricorda che sei una King Edward, e non puoi sposare chiunque venga lungo.” E la giovane Tater rispose: “È Dickie Davies di 'The World of Sport'.” E la madre disse: “Non puoi sposare quel comune tubero!”

Purtroppo, tra i Popoli del Merluzzo e i Taters nacque un’accesa inimicizia. La causa principale fu il rumore che facevano i Popoli del Merluzzo quando si ubriacavano ogni sabato notte – e se mai vi è capitato di stare vicino a un merluzzo che è un po' ubriaco, saprete di certo cosa intendo. I Taters cominciarono ad attaccare i Popoli del Merluzzo, che risposero costruendo una gigantesca recinzione di rete metallica lungo il confine occidentale del loro dominio per escludere i Taters. Questo ristabilì lo status quo, e le due razze avrebbero potuto imparare a convivere pacificamente... se non fosse stato per un malefico scherzo della Natura.

In quel preciso momento, la Terra si inclinò sul suo asse! Si spostò di ben 23 gradi e mezzo. Chi ha una mente scientifica, logica, allenata, comprenderà subito la gravità di questo evento, senza nemmeno bisogno di entrare nei dettagli. Fu una catastrofe! Ancora più grande, incredibile a dirsi, di quella causata dalla recente riorganizzazione della BSFA! Tutta l’acqua che copriva l’Inghilterra orientale si riversò nel Mare del Nord, lasciando i poveri Popoli del Merluzzo che si dimenavano in pozzanghere, morendo in modo orribile e prolungato. E, come se non bastasse, i Taters furono scaraventati con grande violenza contro la recinzione di rete... furono tagliati a fette e piovvero sui merluzzi morenti sotto forma di prismi rettangolari.

La scena è quasi troppo orribile da contemplare: due razze nobili e un tempo orgogliose annientate in un batter d’occhio, i loro miseri resti mescolati insieme senza possibilità di separazione. In quel momento, la Natura – come se si vergognasse per il suo stesso lavoro macabro – coprì la scena di massacri con una coltre di ghiaccio e neve.

Ecco la spiegazione: la Terra aveva inclinato il suo asse di 23 gradi e mezzo, ma lo fece con un tale scossone che la calotta glaciale polare scivolò ulteriormente, come un uovo fritto in una padella antiaderente, e si posò esattamente sulla parte meridionale dell'Inghilterra. La linea che segnava il limite inferiore della calotta glaciale passa, non senza significato, proprio attraverso Bermondsey.

Ma il colpo di scena successivo fu ancora più scioccante: una razza di esseri alieni discese dalle stelle e, poiché provenivano da un pianeta molto freddo, si stabilirono att