L'attivazione del backup automatizzato consente all'amministratore di configurare parametri fondamentali come il periodo di conservazione, il contenitore di archiviazione e la pianificazione manuale dei backup. Un'opzione fondamentale per garantire la protezione dei dati, il backup automatico non solo semplifica la gestione quotidiana, ma offre anche la possibilità di ripristinare un database SQL a uno stato precedente, utilizzando l'interfaccia di SQL Server Management Studio (SSMS). Quando viene selezionato il ripristino dal menu dei task di un database, la finestra di ripristino consente di scegliere la versione desiderata, specificando la data e l'orario del backup da ripristinare.
La geo-replicazione attiva offre una replica secondaria di un database SQL in un’altra regione geografica, migliorando la continuità operativa del database anche in caso di disastri significativi che colpiscano la regione primaria. Sebbene disponibile in Azure SQL Database, la geo-replicazione attiva non è supportata su Azure SQL Managed Instance. Tuttavia, è possibile utilizzare i gruppi di failover, una soluzione simile, che permette agli amministratori di gestire la replica dei database SQL tra server logici situati in diverse regioni geografiche. Questi gruppi sono supportati sia da Azure SQL Database che da Azure SQL Managed Instance, con quest'ultima che limita a uno il numero di gruppi di failover configurabili.
Il log shipping in SQL Server è un altro strumento fondamentale che, attraverso un processo automatizzato, esegue il backup dei log delle transazioni su un server primario, li copia su uno o più server secondari e li ripristina sui database secondari. Questa soluzione fornisce una modalità semplice ed efficace di disaster recovery per il database primario, aumentando la resilienza dei dati senza richiedere un'infrastruttura complessa.
Un esempio pratico di gestione di continuità e resilienza dei dati si verifica in scenari di interruzione della comunicazione tra diverse regioni. Ralph, direttore IT di Contoso Corp., ha creato un cluster Always On utilizzando VM SQL Server in Azure, con sei nodi distribuiti su due regioni costiere. Tuttavia, un’interruzione di Internet ha lasciato le due regioni isolate per 18 ore, e i due impianti sono continuati a operare come se nulla fosse accaduto. Una volta ristabilita la connessione, Ralph ha scoperto che durante l’interruzione erano stati creati due database separati, ognuno con aggiornamenti propri, che hanno causato discrepanze significative, difficili da correggere.
Per evitare il ripetersi di tale scenario, Ralph avrebbe dovuto implementare una "votazione quantistica" e configurare un testimone (witness) che agisca come arbitro in caso di separazione del cluster, per evitare che entrambi i lati possano operare simultaneamente e provocare conflitti nei dati. Questo scenario, noto come "split-brain", evidenzia l'importanza di una gestione precisa della replica e dei meccanismi di failover in ambienti distribuiti.
La gestione del failover e la protezione dei dati attraverso tecnologie come la geo-replicazione attiva e il log shipping sono soluzioni potenti per garantire la continuità operativa. Tuttavia, è altrettanto fondamentale avere una strategia di monitoraggio e gestione degli incidenti ben definita. In scenari complessi come quello descritto, dove diverse soluzioni di replica e backup sono in gioco, è cruciale che i responsabili IT dispongano di meccanismi di controllo in tempo reale che possano identificare eventuali discrepanze prima che diventino problematiche gravi. La configurazione di testimoni e la gestione delle priorità di failover sono azioni preventive che possono salvaguardare l'integrità dei dati e ridurre al minimo i rischi di disastri.
Per il lettore, è essenziale comprendere che la protezione dei dati non è mai solo una questione di backup automatico, ma di implementazione coerente di politiche di continuità, failover e ripristino. La capacità di riprendersi da disastri dipende dalla strategia complessiva adottata, che deve tenere conto non solo della gestione dei dati, ma anche della gestione del rischio legato a incidenti imprevisti, come la separazione delle regioni geografiche o problemi di connessione. Quindi, la progettazione di un'infrastruttura resiliente deve considerare tutte le possibili circostanze di emergenza, rendendo i sistemi in grado di rispondere autonomamente, senza compromettere l’integrità dei dati.
Come Ottimizzare il Database in Azure: Scalabilità e Sicurezza
Azure offre una varietà di opzioni per la gestione dei database, inclusi i database SQL, le istanze gestite e le macchine virtuali con SQL Server installato. Le differenze principali tra queste soluzioni riguardano la gestione delle risorse, la scalabilità e la sicurezza, tutte variabili da considerare attentamente quando si sceglie un'opzione per l'archiviazione dei dati.
Quando si parla di un database serverless, è importante comprendere come funziona la gestione delle risorse. Sebbene il termine "serverless" possa suggerire un'assenza di server, in realtà il database viene comunque eseguito su server fisici, ma la capacità di calcolo viene allocata solo quando necessario. Questo modello risulta più economico rispetto a un'installazione provisioned, poiché le risorse di calcolo vengono distribuite dinamicamente in base al carico di lavoro, evitando costi fissi. Tuttavia, un database serverless non è adatto a tutte le applicazioni. Ad esempio, se un'applicazione richiede che il database sia sempre attivo, un'installazione provisioned potrebbe essere una scelta migliore. Inoltre, le applicazioni dovrebbero includere logiche di retry per gestire i tentativi di connessione falliti verso un database messo in pausa.
Un aspetto fondamentale della gestione dei database è la sicurezza. Azure offre diverse opzioni di sicurezza a seconda della tipologia di database utilizzato. Per i database SQL di Azure, la sicurezza è focalizzata esclusivamente sul database stesso, in quanto non c'è accesso diretto al server sottostante. Al contrario, le istanze gestite di SQL e le macchine virtuali offrono un maggiore accesso al server, con la necessità di gestire e monitorare la sicurezza a livello di sistema operativo e server.
Una delle prime preoccupazioni in ambito di sicurezza è l'auditing. Questo permette agli amministratori di monitorare specifiche attività all'interno del database. Azure SQL Database e le istanze gestite supportano l'auditing, memorizzando i log in Azure Blob Storage, mentre per le macchine virtuali con SQL Server è l'operating system a gestire i log di audit. Inoltre, Microsoft Defender per SQL offre una protezione avanzata contro minacce e vulnerabilità, anche se ciò implica un costo aggiuntivo.
Un altro aspetto importante è la protezione dei dati. Azure supporta diverse tecniche di crittografia per i dati in movimento (TLS), per i dati a riposo (TDE) e una crittografia avanzata con Always Encrypted, che protegge i dati sensibili, come numeri di carta di credito e numeri di previdenza sociale, impedendo che siano visibili anche agli amministratori del database. Azure offre inoltre autenticazione tramite Azure Active Directory, oltre a supportare l'autenticazione basata su Windows per macchine virtuali.
Quando si parla di scalabilità, due soluzioni si presentano come particolarmente utili per la gestione di tabelle che crescono in modo esponenziale. La scalabilità orizzontale, o "scalare verso l'esterno", implica l'aggiunta di più server per distribuire il carico. Tuttavia, la scalabilità verticale, che consiste nell'aggiungere risorse hardware a un'installazione esistente, è spesso la scelta iniziale. Ad esempio, Azure offre un'opzione chiamata "Hyperscale", che supporta fino a 100 TB di archiviazione per i database che superano i 4 TB di limite.
Per le tabelle che diventano troppo grandi, una soluzione praticabile è la partizione verticale. Con la partizione verticale, le tabelle vengono suddivise in partizioni più piccole basate su una colonna chiave, come una data o un prodotto, per esempio. Questo consente una gestione più efficace dei dati e migliora le prestazioni delle query, poiché i dati vengono elaborati su una base più ristretta. Inoltre, l'accesso simultaneo a più partizioni può accelerare ulteriormente l'elaborazione delle query. È anche possibile implementare la partizione orizzontale, che separa le colonne in partizioni diverse per applicare livelli di sicurezza e performance differenti a ciascuna.
Un altro metodo per migliorare la scalabilità è il "database sharding". Lo sharding comporta la suddivisione di un database o di una tabella in più unità, distribuite su server differenti. Questo approccio è utile per gestire carichi di lavoro che richiedono una capacità di elaborazione massiccia. Mentre la partizione verticale riguarda una singola istanza di database, lo sharding distribuisce i dati su più server, migliorando così la distribuzione del carico.
È essenziale comprendere che la gestione delle risorse di calcolo e archiviazione in un ambiente cloud come Azure non riguarda solo la scelta tra serverless o provisioned. L’ottimizzazione delle prestazioni di un database implica anche la consapevolezza del tipo di carico di lavoro e della necessità di scalabilità. Ad esempio, i database che necessitano di un accesso costante ai dati, o che gestiscono volumi di informazioni enormi, beneficiano maggiormente di una struttura più robusta e prevedibile, come quella offerta dalle istanze gestite o dalle macchine virtuali. Inoltre, l’adozione di soluzioni come l’auditing e la protezione dei dati deve essere vista non solo come un requisito tecnico, ma come un investimento fondamentale per garantire la sicurezza delle informazioni, sia interne che sensibili, trattate attraverso i database.
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