Le emissioni di ossidi di azoto (NOx), provenienti da combustione di carburanti fossili e traffico veicolare, rappresentano una delle fonti primarie di inquinanti che accelerano i processi corrosivi. Il monossido di azoto (NO), una volta emesso, si ossida rapidamente in diossido di azoto (NO₂) in presenza di ossigeno atmosferico, aumentando la concentrazione di agenti ossidanti nell’ambiente. Questo fenomeno è particolarmente rilevante nelle aree costiere, dove la presenza naturale di cloro nell’atmosfera marittima svolge un ruolo cruciale. Il cloro, disciolto nell’umidità, provoca una corrosione più rapida rispetto ad altri ambienti, poiché ioni come Cl⁻ e MgCl₂ sono igroscopici e abbassano l’umidità relativa critica, favorendo la salinizzazione atmosferica e, di conseguenza, l’aggressività corrosiva.

La presenza di particolato sospeso (PM), generato da combustione di carburanti, pratiche agricole e attività edilizie, contribuisce ulteriormente alla corrosione. Le particelle di dimensioni micrometriche e nanometriche assorbono umidità dall’aria, depositandola sulle superfici metalliche e abbassando la CRH. Questi strati contaminati sono carichi di inquinanti come NOx, SOx e CO₂, che intensificano le reazioni elettrochimiche e accelerano la degradazione dei materiali. Studi condotti su diversi siti industriali hanno dimostrato come il particolato umido adsorba anidride solforosa (SO₂), accelerando la corrosione del rame e di altri metalli, un dato che evidenzia la complessità degli ambienti corrosivi e la sinergia tra agenti inquinanti.

Gli ambienti chimici corrosivi industriali presentano ulteriori criticità. I processi di decapaggio acido, fondamentali per la rimozione di ossidi superficiali e incrostazioni da metalli in numerosi settori, impiegano soluzioni concentrate di acidi organici e inorganici quali acido citrico, solfamico, nitrico, fosforico, solforico, cloridrico e fluoridrico. Questi acidi, per la loro natura fortemente abrasiva, accelerano il deterioramento metallico, compromettendo la durabilità delle strutture. Un ulteriore rischio deriva dall’idrogeno prodotto in questi processi, che può penetrare nelle strutture metalliche causando fragilizzazione da idrogeno, un fenomeno subdolo ma estremamente dannoso. L’uso di inibitori di corrosione risulta indispensabile per ridurre il consumo di acido e prolungare la vita utile delle apparecchiature metalliche, rappresentando un punto cruciale nelle strategie di manutenzione industriale.

L’azione altamente aggressiva degli ioni cloruro è una delle problematiche più insidiose nel campo della corrosione industriale. Questi ioni penetrano lo strato protettivo di ossido su metalli come acciaio inox, alluminio e rame, formando cloruri metallici solubili che indeboliscono progressivamente la struttura. Le conseguenze includono fenomeni quali la corrosione sotto tensione (SCC), che genera crepe in presenza di stress meccanici anche modesti, potenzialmente causando guasti catastrofici. La corrosione puntiforme o “pitting” rappresenta un altro rischio grave, poiché i fori microscopici localizzati possono estendersi e compromettere l’integrità di strutture esposte a condizioni marine o industriali. Oltre alla corrosione, gli ioni cloruro possono danneggiare prestazioni di batterie, interferire con dispositivi elettrici e contaminare risorse idriche, sottolineando l’ampiezza dei loro effetti negativi.

Per mitigare questi rischi si adottano strategie multiple. La selezione di materiali resistenti alla corrosione da cloruri, come leghe ad alto contenuto di nichel o acciai inossidabili specifici, rappresenta la prima linea di difesa. L’applicazione di rivestimenti protettivi funge da barriera fisica contro l’aggressione degli ioni. Metodi di protezione catodica, mediante l’imposizione di correnti elettriche, riducono l’attività corrosiva degli ioni cloruro agendo direttamente sui processi elettrochimici alla base della corrosione.

I diversi tipi di corrosione, che variano in base all’aspetto visivo e meccanismo d’azione, comprendono la corrosione uniforme, la più comune e diffusa, che attacca in modo omogeneo l’intera superficie metallica. Sebbene questa risulti meno insidiosa e più controllabile, la corrosione localizzata è spesso più pericolosa. Essa si manifesta come pitting, in cui un piccolo punto di de-passivazione agisce da anodo, mentre il resto della superficie funge da catodo, creando una cella elettrochimica che accelera la degradazione in modo concentrato. Altri tipi di corrosione localizzata includono la corrosione filiforme, che si sviluppa sotto rivestimenti o pitture, e la corrosione da crevice, associata a microambienti stagnanti che favoriscono l’accumulo di umidità e sali. La corrosione galvanica, infine, si manifesta quando due metalli con potenziali elettrochimici differenti vengono messi in contatto in presenza di un elettrolita, con la formazione di una coppia catodica-anodica che induce un rapido deterioramento del metallo più attivo.

È essenziale che il lettore comprenda l’interconnessione tra fattori ambientali, chimici e materiali nella genesi della corrosione. L’influenza combinata di inquinanti atmosferici, umidità, particolato e sostanze chimiche aggressive crea un ambiente dinamico e complesso, in cui la prevenzione e il controllo richiedono approcci multidisciplinari. La corrosione non è un semplice processo di degrado, ma un fenomeno elettrochimico complesso che risponde a molteplici sollecitazioni. Comprendere la natura specifica degli agenti corrosivi e i meccanismi di danno permette di sviluppare soluzioni più efficaci, sia attraverso l’innovazione dei materiali sia tramite sistemi di protezione e manutenzione mirati. L’importanza di una valutazione integrata dei rischi e di strategie preventive avanzate risulta quindi fondamentale per la sostenibilità e sicurezza delle infrastrutture industriali.

Quali sono i tipi di corrosione nelle centrali elettriche e come affrontarli?

La corrosione rappresenta una minaccia sistemica e multiforme nelle centrali elettriche, capace di comprometterne l’efficienza, la sicurezza e la longevità. Le forme che può assumere sono molteplici e, per affrontarle, l’industria energetica ha sviluppato strategie sofisticate che combinano selezione dei materiali, rivestimenti protettivi, protezione catodica, inibitori chimici e tecniche avanzate di diagnostica e monitoraggio. Tuttavia, una comprensione approfondita delle tipologie di corrosione è essenziale per anticipare e mitigare i rischi.

La corrosione uniforme è la più diffusa e prevedibile. È simile all’arrugginimento del ferro e colpisce anche ottone, rame, magnesio e leghe di alluminio. Alcuni metalli formano strati protettivi passivi, altri invece non riescono a sviluppare barriere efficaci. La prevenzione della corrosione uniforme si basa sulla scelta di materiali resistenti e l’impiego di tecniche come la protezione catodica, la placcatura, l’anodizzazione e i rivestimenti superficiali, inclusa la verniciatura industriale. Le condizioni ambientali determinano il comportamento elettrochimico del metallo e, quindi, la sua vulnerabilità.

La corrosione per erosione si manifesta dove il fluido in movimento, combinato con la velocità relativa tra le superfici, provoca la disintegrazione del metallo. Si riconosce per i solchi direzionali e i pattern superficiali che lascia. È frequente nelle pareti dei tubi dei condensatori e nelle giranti delle pompe in lega inossidabile, così come nei componenti soggetti a flussi turbolenti ad alta velocità, come valvole, turbine a vapore, cicloni e condotte di immissione nei processi ad alta temperatura.

La corrosione galvanica, invece, deriva dal contatto tra due metalli dissimili in presenza di un elettrolita. Il metallo più attivo si comporta come anodo e si consuma, mentre quello meno reattivo funge da catodo e resta protetto. È un fenomeno particolarmente rilevante in leghe multiphase, come quelle di alluminio contenenti precipitati a base di rame. Lo zinco, per esempio, viene impiegato nei sistemi di protezione galvanica, proprio per la sua tendenza a corrodersi prima del metallo da proteggere.

La corrosione da fessura si sviluppa localmente in cavità, interstizi o aree schermate dove si accumulano soluzioni stagnanti. Guaine, giunti sovrapposti, spazi sotto bulloni o teste di rivetti sono ambienti ideali. La geometria della fessura deve permettere il passaggio del liquido, ma mantenere abbastanza isolamento per creare una zona stagnante. Le leghe che si proteggono con ossidi passivi, come l’acciaio inossidabile e l’alluminio, sono particolarmente sensibili. Il contatto con metalli dissimili o condizioni galvaniche può accelerare ulteriormente il processo corrosivo.

La criccatura da corrosione sotto sforzo (SCC) è una forma insidiosa di danneggiamento che si manifesta solo quando coesistono stress meccanici di trazione e un ambiente corrosivo. Casi emblematici includono la frattura del bossolo in ottone esposto all’ammoniaca o la fragilità caustica dell’acciaio in caldaie a vapore. Acciaio inossidabile, per esempio, si frattura in ambienti contenenti cloruri. Temperatura, tensione meccanica, composizione della soluzione e microstruttura del metallo influenzano in modo determinante la suscettibilità.

Nelle centrali termoelettriche, i fenomeni corrosivi si distribuiscono lungo l’intero ciclo: dalla caldaia, alla turbina a vapore, fino al condensatore. Le temperature nelle caldaie possono superare i 700°C, e i gas di combustione misti a ceneri raggiungono fino a 1200°C, creando ambienti estremamente reattivi. I tubi esposti al lato fuoco vengono erosi da stress meccanico e reazioni chimiche, causando assottigliamento e formazione di ossidi metallici. I gas solforosi, combinandosi con la condensa, producono acido solforico, che aggredisce anche l’aria nel preriscaldatore. Sali, alcali e particelle solide nel vapore danneggiano i dischi e le pale del rotore della turbina.

L’uso di rivestimenti spruzzati termicamente ha mostrato efficacia nel contrastare questi fenomeni. Gli acciai T22, T91 e SA516 trattati con wire arc spray o cold spray a base di nichel-cromo o nichel-alluminio presentano una resistenza superiore rispetto ad altri trattamenti termici. La scelta del rivestimento adeguato è condizionata dalla specificità dell’ambiente corrosivo e dalle proprietà meccaniche richieste.

Infine, tra le principali cause della corrosione troviamo l’umidità, i sali, i lubrificanti industriali, le temperature estreme e le particelle sospese nell’aria. Il cloruro di sodio, in particolare, è un potente acceleratore di corrosione: in presenza di ossigeno e acqua, favorisce le reazioni redox e il trasporto elettronico. Il ferro, per esempio, si ossida in ambienti salini e umidi, formando ossido ferroso e, successivamente, ruggine.

Nel contesto industriale, la corrosione non può essere eliminata, ma può essere controllata attraverso strategie integrate. È fondamentale investire nella comprensione dei meccanismi elettrochimici, nella progettazione resistente alla corrosione e

Corrosione nell'Industria Alimentare: Implicazioni e Soluzioni Tecnologiche

La corrosione rappresenta una delle minacce più significative per l'integrità dei macchinari e la sicurezza alimentare nelle strutture di trasformazione alimentare. Questo fenomeno è esacerbato dalla presenza di elevate concentrazioni di ioni cloruro e acidi organici, che si trovano nelle soluzioni utilizzate per la pulizia e la lavorazione degli alimenti. Queste sostanze possono attaccare aggressivamente le superfici metalliche, causando danni ai materiali e potenzialmente contaminando i prodotti alimentari. La comprensione dell'ambiente corrosivo in cui operano le attrezzature è fondamentale per selezionare i materiali e le soluzioni protettive più idonee.

In questo contesto, la protezione dalle corrosioni non riguarda solo la scelta dei materiali, ma richiede un approccio olistico che integri materiali avanzati, rivestimenti protettivi, tecnologie innovative e principi di progettazione igienica. Un aspetto critico in questa battaglia è la progettazione di impianti e attrezzature in modo che siano facilmente pulibili e resistenti agli agenti corrosivi. Questo tipo di progettazione è essenziale per evitare accumuli di contaminanti e garantire la sicurezza alimentare, rispondendo così agli elevati standard di qualità richiesti dal settore.

Le tecnologie per la prevenzione della corrosione continuano ad evolversi, con importanti sviluppi nelle tecniche di protezione superficiale e nei trattamenti dei materiali. Le soluzioni più avanzate includono l'uso di materiali resistenti alla corrosione, come acciai inossidabili e leghe speciali, che possono offrire una protezione durevole in ambienti aggressivi. Inoltre, l'impiego di rivestimenti protettivi innovativi, che formano una barriera tra il metallo e gli agenti corrosivi, sta diventando una pratica consolidata per estendere la durata degli impianti e ridurre la frequenza degli interventi di manutenzione.

Nel contempo, è essenziale che i produttori alimentari adottino pratiche di manutenzione preventive per monitorare costantemente lo stato delle attrezzature e rilevare i segni di corrosione prima che possano compromettere la qualità del prodotto. La manutenzione predittiva, che fa uso di tecnologie avanzate per il monitoraggio in tempo reale delle condizioni delle superfici metalliche, sta diventando una strategia sempre più diffusa nel settore.

Un altro fattore cruciale nella gestione della corrosione è l’educazione continua del personale operativo e di manutenzione. La comprensione approfondita dei rischi associati alla corrosione e delle migliori pratiche per prevenirla è fondamentale per mantenere elevati standard di sicurezza e qualità. L'integrazione della formazione sulle tecniche di protezione dalla corrosione e sul corretto utilizzo dei materiali è quindi un passo importante per garantire che le pratiche igieniche e di sicurezza siano sempre rispettate.

Le sfide legate alla corrosione nell'industria alimentare richiedono un approccio integrato e multidisciplinare. Non è sufficiente concentrarsi solo sulla scelta dei materiali o sui trattamenti superficiali, ma è fondamentale adottare una visione più ampia che comprenda la progettazione, la manutenzione, l'uso delle tecnologie emergenti e la formazione del personale. Solo così sarà possibile garantire l’affidabilità delle attrezzature, ridurre il rischio di contaminazione alimentare e ottimizzare l’efficienza operativa.

Oltre alla protezione dalle corrosioni, è fondamentale un continuo aggiornamento delle normative di sicurezza e dei requisiti igienici, che influenzano direttamente le pratiche di progettazione e gestione degli impianti. Le nuove normative spingono l'industria verso soluzioni sempre più sostenibili ed efficienti, in grado di affrontare le crescenti sfide ambientali ed economiche.

L'integrazione di strategie avanzate di prevenzione della corrosione contribuirà non solo a ridurre i costi operativi a lungo termine, ma anche a migliorare la qualità del prodotto finale, un aspetto fondamentale in un'industria che opera sotto la costante pressione della concorrenza e delle richieste di mercato.