Unire un nuovo colore in un lavoro all’uncinetto richiede precisione, pulizia e metodo. Non si tratta solo di cambiare filo, ma di farlo in modo tale che l’estetica del lavoro resti integra, e che la struttura non venga compromessa. Il punto cruciale è evitare un eccesso di estremità da nascondere, che possono rovinare l’aspetto finale e rendere il lavoro meno durevole nel tempo.
Per iniziare, si prepara un cappio iniziale con il nuovo colore, che non va lasciato libero ma immediatamente tirato attraverso il punto specificato del lavoro, con l’uncinetto inserito nel punto esatto dove deve iniziare il nuovo giro o la nuova sezione. Si lavora poi una catenella per fissare il nuovo filo, seguita da due catenelle aggiuntive, se il punto successivo richiede una base di tre catenelle (come spesso accade nei punti alti).
La tecnica più pulita prevede di lavorare i primi punti del nuovo giro direttamente sopra le due estremità del filo: quella del colore precedente e quella del nuovo colore. In questo modo, i fili vengono inglobati nella trama stessa del lavoro, eliminando quasi del tutto la necessità di doverli fermare con l’ago in un secondo momento. Questo è particolarmente utile nei lavori circolari, come sottobicchieri, presine o cuscini, dove le giunture sono più evidenti se non gestite con cura.
Il lavoro in tondo, specie nei progetti con cambi di colore frequenti, impone disciplina nella gestione del bordo e delle giunzioni. Si inizia spesso con un anello magico o una serie di catenelle chiuse a cerchio, e si prosegue aumentando il numero di punti per mantenere il lavoro piatto. È essenziale rispettare la simmetria e la distribuzione degli aumenti per evitare arricciature o ondulazioni.
Nel caso di progetti come i sottobicchieri in cotone o le presine a righe, è importante anche la scelta del filato. Il cotone non mercerizzato, per esempio, ha una presa più naturale e un aspetto opaco, che valorizza la struttura delle maglie e si presta bene a essere lavato frequentemente. Questo lo rende ideale per oggetti funzionali e decorativi allo stesso tempo.
L’uncinetto circolare impone anche attenzione nel passaggio tra i giri. La chiusura con una maglia bassissima nel punto iniziale del giro precedente, seguita da un avvio coerente con il tipo di punto (catenelle per punti alti, punto basso diretto per le maglie basse), permette di mantenere la regolarità visiva. Quando si lavora con colori multipli, la precisione in questi passaggi diventa essenziale, perché ogni imperfezione si evidenzia nella geometria delle righe e degli spazi.
Per progetti a doppio strato, come le presine più spesse, si lavora due dischi separati che vengono poi uniti con una cucitura all’uncinetto, usando il punto basso. In questa fase si lavora attraverso entrambi gli strati, assicurandosi che i punti corrispondano perfettamente per evitare disallineamenti. L'aggiunta di un anello per appendere, realizzato con catenelle chiuse in cerchio, completa l’oggetto in modo funzionale.
È importante sapere che il numero totale di maglie per giro deve essere costantemente controllato. Gli aumenti devono essere distribuiti in modo matematicamente coerente: ogni giro comporta un numero crescente di maglie, ma la logica della distribuzione (es. ogni 5 maglie, un aumento) va seguita con rigore. Questo consente di ottenere cerchi perfetti, senza deformazioni.
La rifinitura è parte integrante del progetto. I capi vanno bloccati o leggermente stirati, seguendo le indicazioni del produttore del filato. Questo garantisce che il lavoro resti piatto, simmetrico e duraturo. Le estremità residue, se presenti, vanno nascoste con ago da lana, inserendole tra le maglie interne, preferibilmente lungo una linea di punti doppi o una zona poco visibile.
Oltre alla tecnica, c’è l’armonia cromatica da considerare. L’uso di sfumature ben coordinate (come avviene nei set che alternano toni come Bee, Gooseberry, Raspberry e Ecru) permette di ottenere composizioni visivamente eleganti e moderne. I colori chiari come l’ecru o il pesca sono ideali per bordature, mentre i toni più saturi possono costruire la base strutturale.
Infine, la consapevolezza del ritmo: ogni progetto circolare si costruisce attraverso una progressione ritmica di punti, colori, aumenti. Questa ripetizione è al tempo stesso tecnica e meditativa. La perfezione non è solo nel risultato finito, ma nella coerenza interna del processo.
È importante comprendere che l’apparente semplicità dei punti base – maglia bassa, maglia alta, catenella – non corrisponde a una semplicità esecutiva. La maestria sta nel controllo, nella ripetizione precisa, nella cura delle transizioni. Cambiare colore senza lasciare tracce è un atto di controllo del mezzo, che distingue il principiante dall’artigiano esperto.
Come si lavora l’openwork all’uncinetto e perché il filet resta una tecnica insostituibile
L’uncinetto traforato, o openwork, affascina per la sua leggerezza visiva e per la versatilità con cui può essere adattato a filati sottili o morbidi, a seconda della destinazione finale del lavoro. Dai colletti in pizzo e bordi per cuscini fino a scialli e tende, la tecnica dell’openwork mantiene intatto il suo fascino per l’equilibrio tra vuoto e pieno, per la geometria del reticolo e la ripetizione armonica delle maglie.
Ogni motivo traforato nasce dalla manipolazione dello spazio attraverso maglie di base alternate a catenelle sospese. La costruzione di questi disegni avviene innanzitutto attraverso la creazione di spazi aerei, le cosiddette chain spaces, realizzati con semplici archetti di catenelle tra una maglia e l’altra. I punti fondamentali restano sempre gli stessi — maglia bassa, mezza alta, alta, altissima — ma il modo in cui vengono disposti e intervallati determina il carattere del pizzo.
Nel caso del chain loop mesh, ad esempio, il ritmo si crea alternando archetti di cinque catenelle a maglie basse inserite nelle catenelle della riga sottostante. Il punto resta aperto ma stabile, adatto a tessuti che richiedono flessibilità e trasparenza, come sciarpe o stole. Un’attenzione importante è riservata al bordo: la maglia bassa finale di ogni riga va eseguita nella catenella di base creata all’inizio della riga precedente, pena il restringimento progressivo del lavoro.
Un’altra variante è il picot net stitch, dove ogni gruppo di tre maglie basse è intervallato da piccoli anelli decorativi di quattro catenelle chiusi con un punto bassissimo. Il risultato è una rete elegante, punteggiata da nodi regolari che introducono ritmo e struttura visiva. Sopra ogni riga di picot, si lavora una riga di archetti a due catenelle e maglie alte, che rafforza la struttura del pizzo pur mantenendo la trasparenza.
Tra tutte le tecniche openwork, il filet crochet è forse la più sistematica, quasi architettonica. La sua logica binaria — pieno o vuoto — consente la costruzione di motivi complessi seguendo semplici schemi quadrettati. Ogni quadrato vuoto si ottiene con una maglia alta seguita da due catenelle, mentre il quadrato pieno si costruisce con tre maglie alte: due centrali e una su ciascun lato, appoggiate alle maglie sottostanti.
Lo schema si legge dal basso verso l’alto, da destra verso sinistra per le righe dispari e viceversa per le pari, come una tessitura continua dove ogni quadrato prende forma nel dialogo tra le righe. L’inizio del lavoro prevede un numero di catenelle che sia multiplo di tre, più cinque maglie aggiuntive. Questo consente di formare il primo quadrato della griglia e garantire il bordo destro.
La forza del filet sta nella chiarezza del suo codice: basta seguire il diagramma quadrettato per ottenere bordi, decorazioni, centrini o tende. L’alternanza regolare di blocchi pieni e spazi vuoti forma disegni che possono essere figurativi o astratti, geometrici o floreali. A differenza di altre tecniche, il filet è completamente reversibile, e questo lo rende ideale per usi decorativi su oggetti visibili da entrambi i lati, come tende o pannelli sospesi.
Un aspetto cruciale riguarda la scelta del filato: il cotone sottile è il più adatto per lavori precisi e stabili, mentre per progetti più morbidi, come stole o copertine leggere, si possono usare fili in lana o fibre miste. L’uncinetto deve essere proporzionato al filato, sempre piuttosto piccolo, per non perdere la definizione del motivo traforato.
Infine, ogni tecnica descritta — dal chain loop mesh al filet — richiede una certa attenzione nella costruzione della catenella iniziale. Quando si lavora un pezzo largo, è preferibile creare una catenella più lunga di quanto necessario e disfare l’eccesso una volta completata la prima riga. Questo evita il rischio di dover ricominciare in caso di errore nel conteggio iniziale.
È importante comprendere che ogni tipo di traforo ha una sua grammatica, e che il disegno finale nasce dalla capacità di leggere questa grammatica e tradurla in ritmo, tensione e struttura. L’uncinetto traforato non è soltanto decorazione: è una scrittura fatta di vuoti e pieni, una lingua tessile che si rivela nella ripetizione delle forme.
L'influenza dell'anestesia generale sull'attività sinaptica corticale e sui motoneuroni inferiori
Come si corregge il bilanciamento del bianco e si controlla l’esposizione per immagini fedeli e d’atmosfera?
Qual è l'impatto del trasferimento di massa tra fasi in cromatografia a letto impaccato?
Settimana di Assistenza Legale per i Minorenni: Attività Educative nella Scuola Secondaria n.2 di Makarev
Domanda di registrazione per la partecipazione alla prova finale di scrittura (riassunto) per il conseguimento dell’ammissione all’esame di stato conclusivo dell’istruzione secondaria superiore
Informazioni sul supporto tecnico e materiale per l'insegnamento della lingua inglese
Domanda di Iscrizione a una Classe della Scuola Primaria

Deutsch
Francais
Nederlands
Svenska
Norsk
Dansk
Suomi
Espanol
Italiano
Portugues
Magyar
Polski
Cestina
Русский