Per sviluppare applicazioni dotate di funzionalità in tempo reale, è imprescindibile che server e client possano comunicare continuamente tramite un canale attivo. La piattaforma .NET offre SignalR, una libreria che semplifica enormemente la realizzazione di soluzioni real-time, permettendo la comunicazione costante e immediata tra client e server.
SignalR si basa su componenti che astraggono il modello di comunicazione, realizzando lo scambio di messaggi JSON o binari tramite una connessione attiva. La tecnica di trasporto standard è WebSockets, che abilita una connessione full-duplex, ovvero bidirezionale e persistente. Quando WebSockets non è supportato, si ricorre automaticamente a meccanismi di fallback: Server-sent events, che consentono una comunicazione unidirezionale dal server al client, e Long polling, che simula una connessione persistente tramite richieste HTTP ripetute. SignalR gestisce in modo trasparente la selezione del trasporto più idoneo, offrendo anche la possibilità di forzare l’uso esclusivo di WebSocket se necessario.
Un ruolo cruciale in SignalR è svolto dall’Hub, un oggetto speciale che funge da proxy per le comunicazioni tra server e client. Attraverso l’Hub, il server può invocare metodi sui client in remoto, sfruttando il paradigma RPC (Remote Procedure Call), che dal 1970 rappresenta un modello di comunicazione fondamentale per sistemi distribuiti. SignalR nasconde al programmatore la complessità della gestione delle connessioni e della comunicazione, fornendo inoltre funzionalità avanzate come l’invio di notifiche a tutti i client connessi, a singoli client o a gruppi di client. Le API di SignalR possono essere utilizzate in combinazione con applicazioni .NET, ma anche con altre piattaforme come JavaScript o Java, permettendo una grande versatilità nell’integrazione tra sistemi.
Per comprendere appieno le potenzialità di SignalR, è necessario conoscere i concetti di client e server. Le applicazioni web si compongono tipicamente di questi due elementi: il client, che gestisce l’interazione con l’utente, e il server, che elabora dati e coordina le attività. Nel contesto di SignalR, entrambi devono essere progettati per supportare la comunicazione in tempo reale. Un esempio concreto è un’applicazione di gestione delle attività, sviluppata con Razor Pages, in cui l’utente può creare, completare e visualizzare task in tempo reale, con aggiornamenti immediati sincronizzati tra tutti i client.
L’implementazione prevede una struttura in cui il client, tramite JavaScript (utilizzando il SDK di SignalR), comunica con il server scritto in C#, il quale utilizza l’Hub per orchestrare le interazioni. L’installazione del pacchetto SignalR JavaScript nel progetto è facilitata da LibMan, uno strumento di gestione delle librerie client simile a npm, che permette di aggiungere facilmente il necessario SDK senza appesantire il progetto.
La creazione dell’Hub rappresenta il primo passo fondamentale: esso gestisce tutte le connessioni dei client, assicurando che server e client possano scambiarsi messaggi e invocare metodi in tempo reale. Questo meccanismo permette di realizzare applicazioni interattive e dinamiche, capaci di rispondere immediatamente a eventi e modifiche, migliorando significativamente l’esperienza utente.
Oltre alla conoscenza tecnica di SignalR e dei suoi componenti, è importante considerare alcuni aspetti aggiuntivi per sfruttare appieno questa tecnologia. In primis, la gestione efficiente delle connessioni è essenziale per evitare sovraccarichi del server, specialmente in scenari con molti client simultanei. Inoltre, la sicurezza delle comunicazioni deve essere garantita, adottando protocolli crittografici come TLS e implementando adeguate policy di autenticazione e autorizzazione. Infine, la scalabilità deve essere pianificata con attenzione: SignalR supporta infatti la distribuzione su più server tramite backplane o servizi cloud, permettendo di mantenere sincronizzati i messaggi tra client collegati a istanze diverse del server.
Questi elementi rappresentano la base per progettare applicazioni real-time robuste, scalabili e sicure, capaci di sfruttare appieno le potenzialità offerte da SignalR nella piattaforma .NET.
Come si ospita un’applicazione ASP.NET Core SignalR?
L’hosting di un’applicazione ASP.NET Core SignalR non si discosta molto dall’hosting di una normale applicazione web ASP.NET Core, ma richiede alcune attenzioni specifiche dovute alla natura real-time di SignalR. In primo luogo, è fondamentale scegliere il modello di hosting più adatto. Le opzioni più comuni includono hosting tradizionale su server come IIS, Nginx o Apache, hosting su cloud provider pubblici quali Azure, AWS o Google Cloud Platform, e containerizzazione con Docker o Kubernetes. Ognuno di questi modelli offre vantaggi diversi in termini di scalabilità, gestione delle risorse e controllo sull’ambiente di esecuzione.
L’hosting tradizionale si basa su web server che fungono da reverse proxy, inoltrando le richieste dei client all’applicazione SignalR. È essenziale configurare correttamente questi server affinché supportino le connessioni persistenti, che rappresentano il fulcro del funzionamento di SignalR. Nel caso del cloud, piattaforme come Azure App Service offrono ambienti già predisposti per ospitare applicazioni ASP.NET Core, semplificando la gestione del ciclo di vita e il bilanciamento del carico. La containerizzazione, invece, consente di impacchettare l’applicazione insieme a tutte le sue dipendenze, garantendo portabilità e coerenza tra ambienti diversi, aspetto cruciale per scenari di sviluppo e produzione complessi.
Il processo di hosting si articola in fasi precise: la pubblicazione dell’applicazione, la configurazione del server, la predisposizione del reverse proxy se necessario, e infine il deployment vero e proprio. La pubblicazione, spesso realizzata tramite Visual Studio o CLI .NET, genera un pacchetto pronto per la distribuzione. La configurazione server implica l’installazione dei runtime necessari e la messa a punto dell’infrastruttura di rete per garantire la corretta gestione delle richieste e delle connessioni persistenti. Infine, il deployment trasferisce i file pubblicati nell’ambiente di hosting, attraverso FTP, Web Deploy o pipeline di integrazione continua.
Un aspetto cruciale da considerare riguarda i limiti di connessione simultanea che il server o il piano di hosting possono sostenere. Le applicazioni SignalR mantengono connessioni aperte e persistenti, che possono gravare pesantemente sulle risorse di sistema. In scenari di carico elevato, diventa necessario adottare strategie di scalabilità orizzontale, distribuendo il traffico tra più istanze e utilizzando sessioni “sticky” per mantenere la coerenza delle comunicazioni tra client e server. Questo approccio garantisce performance ottimali e affidabilità anche con un numero elevato di utenti connessi.
È importante sottolineare che, nonostante le peculiarità di SignalR, il processo di hosting si integra perfettamente con le infrastrutture consolidate per applicazioni web basate su ASP.NET Core. Questo facilita l’adozione di SignalR in contesti reali, permettendo agli sviluppatori di sfruttare le potenzialità delle comunicazioni real-time senza dover rivoluzionare le architetture esistenti.
La capacità di gestire flussi di dati in streaming, come nel caso di un semplice conto alla rovescia trasmesso dal server al client, illustra concretamente il potenziale di SignalR nell’offrire esperienze interattive fluide e reattive. Trasportare blocchi di informazioni in modo progressivo migliora la user experience e consente elaborazioni più dinamiche.
Oltre a quanto esposto, è fondamentale per il lettore comprendere che l’adozione di SignalR e il relativo hosting richiedono una visione complessiva dell’architettura applicativa e dell’infrastruttura sottostante. Le connessioni persistenti implicano un impegno costante sulle risorse di rete e sistema, perciò una corretta pianificazione della capacità e della scalabilità è imprescindibile. Inoltre, le tecniche di bilanciamento del carico e gestione delle sessioni devono essere integrate fin dall’inizio per evitare degradi di performance in fase di crescita dell’utenza.
Endtext
Come si crea una mentalità cloud-native e quali sono i principi fondamentali dell’architettura cloud?
Ogni anno il mondo del cloud computing si arricchisce di innovazioni e nuove funzionalità che spingono le aziende a cercare modalità sempre più efficaci per offrire valore ai propri utenti in un mercato in continua evoluzione. La trasformazione verso un modello cloud-native non consiste semplicemente nell’adozione di strumenti o nell’hosting di applicazioni in ambienti cloud, ma implica una profonda revisione del mindset aziendale, delle strategie di sviluppo, delle architetture e dei modelli operativi.
Le organizzazioni che ancora oggi mantengono le loro applicazioni su ambienti on-premises godono di vantaggi come maggiore controllo, conformità e sicurezza, ma allo stesso tempo si trovano a dover affrontare limitazioni in termini di scalabilità, elevati costi per infrastrutture fisiche e personale specializzato per la manutenzione. La nuvola, con la sua capacità di fornire potenza computazionale elastica e servizi gestiti, rappresenta una valida alternativa che, tuttavia, richiede di ripensare la modalità con cui le applicazioni sono progettate e sviluppate.
Passare a un modello cloud-native significa adottare un approccio in cui le risorse non sono più capitalizzate (CapEx), ma diventano spese operative (OpEx), pagate secondo un modello “pay-as-you-go”. Questa transizione consente di ridurre drasticamente gli investimenti iniziali in hardware, favorisce una scalabilità economica e flessibile e permette di focalizzare le energie sulle esigenze di business, lasciando al provider cloud la gestione di manutenzione, aggiornamenti e sicurezza dell’infrastruttura.
Tuttavia, il solo fatto di migrare servizi sulla nuvola non garantisce automaticamente l’ottimizzazione dei costi o dei benefici: un utilizzo improprio o la mancanza di una visione strategica possono generare inefficienze e costi inaspettati. Fondamentale è comprendere il modello di responsabilità condivisa, in cui il provider gestisce l’infrastruttura di base, mentre l’organizzazione è responsabile della gestione e sicurezza delle applicazioni e dei dati.
Il cloud offre differenti livelli di servizi: Infrastructure as a Service (IaaS), che fornisce risorse virtualizzate come macchine, storage e networking; Platform as a Service (PaaS), che astrae l’infrastruttura per permettere ai team di concentrarsi sulle applicazioni e i dati; Software as a Service (SaaS), che mette a disposizione applicazioni complete in modalità abbonamento. Ognuno di questi modelli richiede un diverso livello di controllo e responsabilità da parte dell’organizzazione, e la scelta tra essi influenza direttamente l’architettura e il ciclo di vita delle applicazioni.
Per guidare efficacemente l’adozione del cloud e massimizzare i vantaggi, Microsoft ha sviluppato il Cloud Adoption Framework (CAF), una guida articolata in sette fasi che aiutano le aziende a pianificare, preparare, migrare, innovare, governare e gestire le proprie risorse cloud. Questo framework aiuta a non perdere di vista gli obiettivi di business, a valutare le competenze necessarie, a garantire la sicurezza e la conformità, e a mantenere il controllo operativo e dei costi nel tempo.
Un aspetto spesso sottovalutato è l’importanza di abbracciare una mentalità cloud-native che richiede anche un cambiamento culturale nei team di sviluppo e operazioni. Non si tratta solo di tecnologia, ma di processi, metodologie Agile e DevOps, automazione, monitoraggio continuo e resilienza progettata. Solo così è possibile sfruttare appieno le potenzialità del cloud e rispondere rapidamente alle esigenze di mercato.
Importante è inoltre considerare che l’adozione del cloud deve essere accompagnata da una strategia di governance solida, che bilanci innovazione e controllo, sicurezza e agilità. Le organizzazioni devono investire in formazione continua per le proprie risorse e adottare strumenti di gestione avanzata per monitorare performance, sicurezza e costi, assicurando così un’operatività efficiente e sostenibile nel tempo.
Il passaggio a un modello cloud-native non è un percorso lineare né esclusivamente tecnologico, ma un viaggio che coinvolge aspetti strategici, organizzativi e culturali, imprescindibili per costruire applicazioni moderne, resilienti, scalabili e capaci di generare valore in un mondo digitale in rapida evoluzione.
Principi dell'architettura cloud: un'introduzione alle tecnologie fondamentali per lo sviluppo di soluzioni cloud-native
Il paradigma architetturale basato sugli eventi (Event-Driven Architecture) è essenziale per sviluppare soluzioni cloud-native che siano in grado di affrontare in modo efficace le varie richieste degli utenti. Questa architettura si fonda su principi che permettono la creazione di applicazioni scalabili e modulari, come nel caso dei microservizi, uno degli approcci più diffusi per il design di soluzioni cloud.
Un aspetto fondamentale dell'architettura cloud è la separazione dei flussi di operazioni di lettura e scrittura all'interno dell'applicazione, un concetto noto come CQRS (Command Query Responsibility Segregation). CQRS divide nettamente le operazioni di scrittura, dette comandi, da quelle di lettura, dette query, consentendo così una gestione separata dei due flussi e permettendo una maggiore scalabilità e efficienza nelle applicazioni. Questo approccio è particolarmente utile nei contesti in cui la persistenza dei dati o l'azione di scrivere informazioni non deve influire sulle operazioni di lettura. Un esempio pratico di CQRS in ASP.NET Core è facilmente implementabile grazie alla possibilità di utilizzare tecnologie moderne che permettono di gestire in modo efficiente i carichi di lavoro separati.
Un altro elemento fondamentale per l’architettura cloud è rappresentato dai broker di messaggi, che facilitano la comunicazione tra servizi decoupled (indipendenti). I broker, come Azure Service Bus o RabbitMQ, assicurano la consegna affidabile dei messaggi tra i servizi, consentendo una scalabilità indipendente. L'integrazione di questi sistemi con ASP.NET Core 9 permette di gestire il processamento asincrono e la comunicazione inter-servizi, come nel caso dei sistemi di pagamento online, dove un messaggio viene inviato al broker e processato da più applicazioni per comunicare con i gateway di pagamento.
La gestione dei messaggi che non possono essere processati a causa di errori o guasti nel broker è affidata alla cosiddetta "dead-letter queue". Questo tipo di coda di messaggi specializzata assicura che i messaggi non elaborabili vengano conservati per essere recuperati e processati successivamente, garantendo la resilienza del sistema anche in caso di malfunzionamenti temporanei del broker o del server.
Sebbene l'architettura basata sugli eventi e i broker di messaggi siano cruciali, un altro pilastro importante nell'ambito dello sviluppo di soluzioni cloud-native è l'adozione dei microservizi. I microservizi sono un modello architetturale che supporta pienamente lo sviluppo di soluzioni cloud-native. Ogni microservizio è autonomo, indipendente, e può essere scalato in modo indipendente rispetto agli altri. Inoltre, i microservizi non dipendono da un linguaggio specifico e possono essere implementati con tecnologie diverse, il che permette una grande flessibilità. Ogni microservizio ha la propria gestione dei dati, separata dagli altri, e le sue operazioni possono avvenire in modo indipendente, supportando diversi protocolli di comunicazione come HTTP/HTTPS, gRPC o code di messaggi.
Questa separazione tra i servizi comporta vantaggi significativi in termini di modularità e scalabilità. Tuttavia, va notato che i microservizi non devono essere visti come una sostituzione degli approcci monolitici, ma come un'alternativa che risponde a specifiche esigenze di sviluppo. Ogni approccio presenta i propri vantaggi e svantaggi, e la scelta dipende strettamente dal contesto applicativo e dai requisiti del sistema. L'architettura monolitica è infatti adatta a determinate situazioni in cui l'integrazione di tutti i componenti in un'unica base di codice è più vantaggiosa.
Tuttavia, i microservizi pongono sfide significative in termini di gestione della comunicazione tra servizi, della gestione delle transazioni distribuite, e della coerenza dei dati. La gestione della consistenza, della disponibilità e della resilienza dei servizi deve essere affrontata con attenzione, utilizzando tecniche e strumenti come il controllo delle versioni delle API e la gestione dei fallimenti nei sistemi distribuiti.
Un altro elemento cruciale nello sviluppo di soluzioni cloud-native è la strategia di distribuzione. Le strategie di distribuzione mirano a ridurre al minimo l'impatto sulle operazioni degli utenti finali durante l'aggiornamento di un'applicazione. Due delle tecniche di distribuzione più diffuse sono il "blue-green deployment" e il "canary deployment". La prima prevede l'uso di due ambienti identici, uno per la versione corrente dell'applicazione (blue) e uno per la versione nuova (green). Dopo aver eseguito le necessarie validazioni, viene effettuato uno switch, passando dal blue al green, minimizzando così i rischi di interruzioni per gli utenti. In Azure, questa tecnica può essere implementata configurando slot di distribuzione separati, che permettono di effettuare gli aggiornamenti in modo sicuro.
Il "canary deployment" è una variazione di questa strategia, che introduce gradualmente la nuova versione dell'applicazione a un piccolo gruppo di utenti prima di estenderla all'intero pubblico. Questa tecnica permette di monitorare l'andamento dell'aggiornamento su un campione ridotto di utenti, riducendo il rischio di problematiche su larga scala. Azure, attraverso strumenti come Azure Traffic Manager, permette di gestire il traffico e monitorare le prestazioni della nuova versione, prima di decidere se espanderla a tutti gli utenti.
Le combinazioni di queste strategie di distribuzione, assieme all'uso di strumenti e modelli architetturali moderni, contribuiscono a migliorare notevolmente l'affidabilità, la flessibilità e la sicurezza dei processi di distribuzione. Adottando queste tecniche, è possibile garantire una maggiore stabilità e ridurre al minimo l'interruzione del servizio durante gli aggiornamenti.
Infine, la piattaforma ASP.NET Core 9 offre potenti soluzioni per il cloud computing, supportando una varietà di approcci architetturali e modalità di sviluppo, con l'obiettivo di superare i tradizionali limiti del codice e garantire soluzioni che possano essere distribuite in modo agile e sicuro.
Determinante e le sue proprietà: calcolo, espansione e matrice inversa
Come la Microbiota Intestinale e la Dieta Mediterranea Influiscono sulla Funzione Cognitiva e la Prevenzione della Demenza
Qual è il ruolo della sarcopenia, dell’ascite e dell’iponatriemia nella gestione delle complicanze della cirrosi epatica?
Qual è il ruolo dell’amministrazione e dell'ambiente di lavoro in un'istituzione accademica d'élite?
Qual è l'effetto delle sonde mesoscopiche nelle misurazioni di resistenza e conduttanza?

Deutsch
Francais
Nederlands
Svenska
Norsk
Dansk
Suomi
Espanol
Italiano
Portugues
Magyar
Polski
Cestina
Русский