Le strade storiche e rurali rappresentano un ambiente unico per i veicoli a guida autonoma (AV). Questi ambienti, spesso accidentati e imprevedibili, possono rendere la navigazione più complessa per i sistemi automatizzati. In molte aree storiche, le linee bianche sono spesso assenti, non solo per preservare il valore estetico e culturale del paesaggio, ma anche per eliminare riferimenti visivi fondamentali su cui i sistemi autonomi fanno affidamento per la pianificazione del percorso. Nel contesto delle aree rurali, in particolare nel Regno Unito, le strade strette e le manovre necessarie per permettere il passaggio di altri veicoli presentano una sfida ulteriore per i veicoli autonomi. In queste circostanze, i conducenti umani tendono a prendere decisioni istintive, come fermarsi o, nei casi più complessi, fare marcia indietro per cedere il passo. Tuttavia, quando due veicoli autonomi si trovano a fronteggiarsi su strade così strette, la situazione diventa più complessa: come decidere chi deve cedere il passo? Potrebbe esserci un protocollo o una gerarchia, forse dando priorità ai veicoli più nuovi o più avanzati? Alcuni hanno addirittura proposto il concetto di "paga per priorità", in cui i veicoli potrebbero negoziare il diritto di precedenza tramite sistemi connessi, con un veicolo che compenserebbe l'altro per evitare la retromarcia. Questi scenari evidenziano le sfide di decisione e le implicazioni sociali che i sistemi autonomi devono affrontare per navigare efficacemente in ambienti rurali.

La capacità di percepire l'ambiente circostante è cruciale per i veicoli autonomi, in quanto è attraverso questa percezione che possono affrontare le situazioni complesse descritte in precedenza. Il termine "percezione", che per gli esseri umani significa la capacità di vedere, sentire o prendere coscienza di qualcosa, in un contesto tecnologico si riferisce alla capacità di una macchina, come un veicolo autonomo, di comprendere e interpretare l'ambiente circostante. I veicoli autonomi si affidano a sensori sofisticati per raccogliere dati, che vengono successivamente elaborati per determinare l'azione da intraprendere. I principali sensori utilizzati nei veicoli autonomi includono telecamere, radar, LiDAR, ultrasuoni, GPS e microfoni (per il suono). La combinazione di questi sensori consente ai veicoli di raccogliere informazioni in tempo reale e di "percepire" l'ambiente circostante, anche in condizioni di visibilità limitata o maltempo.

Inoltre, la tecnologia V2X (Vehicle to Everything) e l'informazione proveniente dal cloud offrono un ulteriore livello di comunicazione. Per esempio, un veicolo potrebbe ricevere informazioni riguardo a un ingorgo stradale o sulla distanza che lo separa dal veicolo che lo precede, migliorando la capacità di reazione e la gestione della situazione.

Le telecamere, in particolare, svolgono un ruolo fondamentale nell'abilità del veicolo di rilevare oggetti e determinare le azioni appropriate. Grazie alla loro capacità di misurare angoli con precisione, le telecamere possono rilevare oggetti come veicoli in avvicinamento, pedoni o segnali stradali, e fornire dati vitali per la pianificazione del percorso. Una telecamera con un ampio campo visivo è ideale per strade strette nelle città, mentre una visione più angolata, fino a 300 metri, è più adatta per le strade principali. Tesla, ad esempio, ha adottato una filosofia unica, affermando che l'autonomia totale può essere raggiunta utilizzando solo telecamere, un sistema che chiamano Tesla Vision, che si affida interamente all'elaborazione basata sulla visione e alle reti neurali avanzate.

Tuttavia, questa strategia di Tesla ha sollevato critiche. Un esempio significativo riguarda il sistema di controllo dei tergicristalli, che è gestito tramite il sistema di visione, invece che con sensori tradizionali per la pioggia. Sebbene l'approccio riduca la complessità hardware e i costi, il sistema ha dimostrato delle lacune, come la risposta ritardata alla pioggia leggera o la sensibilità eccessiva in alcune situazioni, come quando le luci dei veicoli provenienti dalla direzione opposta riflettono sul parabrezza. La dipendenza esclusiva dalle telecamere rende il sistema vulnerabile in caso di ostacoli che potrebbero occludere la visuale delle telecamere, come neve, sporco o pioggia intensa.

Un altro esempio interessante riguarda l'innovazione delle telecamere eventi (Event Cameras), che si basano su un concetto ispirato al comportamento naturale dell'occhio umano, le micro-saccadi. Questi movimenti rapidi e microscopici degli occhi, che si verificano anche quando si fissa un punto, impediscono la desensibilizzazione visiva, migliorano la percezione del contrasto e ottimizzano il riconoscimento dei dettagli. Le telecamere eventi, che non catturano immagini frame per frame come le telecamere tradizionali, ma registrano i cambiamenti di luminosità a livello dei singoli pixel, sono particolarmente adatte per scenari dinamici con rapidi movimenti o scarsa illuminazione.

Le telecamere con micro-saccadi artificiali, che introducono un movimento impercettibile nei sensori per migliorare la percezione dei dettagli e ridurre il rumore, potrebbero essere un'ulteriore evoluzione delle tecnologie di percezione nei veicoli autonomi. Questo permetterebbe di migliorare il riconoscimento degli oggetti e la capacità di navigazione in condizioni ambientali difficili, come pioggia o nebbia.

La percezione, quindi, non è solo una questione di avere una buona visione dell'ambiente, ma riguarda anche come i sistemi possano interpretare correttamente le informazioni provenienti dai sensori per prendere decisioni intelligenti e sicure. Le sfide legate a quest'ambito sono molteplici e, nonostante i progressi, sono ancora in fase di evoluzione. La fusione dei dati provenienti da diversi sensori, l'uso di algoritmi avanzati per l'elaborazione e il miglioramento costante delle capacità di percezione rimarranno temi cruciali per il successo della guida autonoma nelle strade più difficili, come quelle storiche e rurali.

Come la comunicazione V2X sta trasformando la sicurezza e l'efficienza del traffico stradale

Il futuro dei veicoli connessi è segnato dalla crescente importanza della comunicazione tra veicoli (V2V) e tra veicoli e infrastrutture (V2X). Grazie all'innovativa tecnologia sviluppata dalla start-up Veniam della Silicon Valley, i veicoli sono in grado di scegliere autonomamente la migliore tecnologia di trasmissione in base alle specifiche esigenze, passando senza soluzione di continuità tra le alternative disponibili. Questo sistema assicura una connettività costante e senza interruzioni, fondamentale per la sicurezza stradale e l'esperienza del conducente. Ad esempio, i veicoli possono avvisarsi reciprocamente in caso di incidenti imminenti o di condizioni di traffico pericolose, come un ingorgo o un tratto di strada ghiacciato, migliorando in modo significativo la gestione del traffico.

Entro il 2025, si prevede che il numero di veicoli connessi supererà i 470 milioni tra Europa, Stati Uniti e Cina. Inizialmente, la maggior parte dei veicoli si collegherà direttamente al cloud, ma in futuro, sempre più veicoli comunicheranno direttamente tra loro e con l'infrastruttura stradale, come semafori e attraversamenti pedonali. Ciò consentirà di ottimizzare il flusso del traffico, ad esempio grazie alla possibilità di sincronizzare i veicoli con i semafori, regolando la velocità in base alla previsione del cambiamento del colore del semaforo, riducendo così la congestione e migliorando l'efficienza del traffico.

Tuttavia, la mancanza di uno standard globale armonizzato per la comunicazione V2X rappresenta ancora una sfida significativa. In Cina, ad esempio, viene utilizzata la tecnologia cellulare-V2X (C-V2X), che si basa sulle comunicazioni mobili, mentre in Europa e negli Stati Uniti si prevede l'introduzione di tecnologie basate su Wi-Fi (DSRC e ITS G5) in aggiunta al C-V2X. Questo mix di standard internazionali potrebbe causare problemi di compatibilità tra i veicoli, ma la soluzione proposta da Bosch, un'unità di connettività universale, consente di superare tali difficoltà. I veicoli equipaggiati con questo sistema potranno comunicare tra loro e con l'ambiente circostante, indipendentemente dalla marca del veicolo o dal paese di utilizzo, aumentando la sicurezza e l'affidabilità della comunicazione V2X.

Il software sviluppato da Veniam gioca un ruolo cruciale nell'ottimizzazione della connessione, monitorando costantemente la disponibilità delle tecnologie V2X, nonché i costi e la latenza della trasmissione dei dati. Ogni millisecondo conta, specialmente in situazioni critiche come l'allerta al conducente riguardo a un altro veicolo che si sta immettendo sulla strada. In questi casi, la comunicazione deve avvenire in tempo reale con una tecnologia altamente affidabile, che, pur avendo costi di trasmissione più elevati, non può essere rinviata. Al contrario, aggiornamenti software dal cloud o mappe di navigazione possono essere posticipati finché non si rende disponibile una rete Wi-Fi statica a basso costo, ideale per il trasferimento di grandi volumi di dati.

Un altro aspetto fondamentale della comunicazione V2X è la connessione tra motociclette e automobili, che rappresenta un'importante innovazione per la sicurezza dei motociclisti. I veicoli scambiano informazioni riguardanti il tipo di veicolo, la velocità, la posizione e la direzione di marcia, fino a dieci volte al secondo. In questo modo, i conducenti di automobili sono avvisati della presenza di una moto molto prima che la possano vedere, permettendo una guida più difensiva e consapevole. La tecnologia si basa sullo standard WLAN pubblico (ITS G5), che garantisce tempi di trasmissione di pochi millisecondi, essenziali per la sicurezza stradale.

Tuttavia, l'incremento della connettività solleva anche gravi preoccupazioni per la sicurezza informatica. Con il crescente numero di sistemi wireless integrati nei veicoli, la protezione contro gli attacchi informatici diventa una sfida sempre più urgente. Secondo un'indagine recente, quasi il 100% delle automobili moderne include tecnologie wireless vulnerabili, e molti produttori potrebbero non essere in grado di rilevare facilmente se un veicolo è stato compromesso. Gli attacchi fisici attraverso dispositivi diagnostici onboard hanno mostrato che è possibile manipolare alcuni sistemi, come la direzione, mentre l'auto è in movimento, creando rischi enormi per la sicurezza.

Per affrontare queste minacce, è necessario adottare una gestione dei rischi che comprenda tre principi chiave: la sicurezza preventiva, la vigilanza costante e la resilienza del sistema. La protezione dei singoli sensori, che sono il cuore della connettività dei veicoli, è cruciale. Un'auto moderna è, di fatto, un centro dati mobile, contenente decine di sistemi computazionali e milioni di linee di codice. Ogni componente, dal GPS alla diagnostica, fino ai sistemi di manutenzione, è vulnerabile agli attacchi. In un futuro prossimo, quando i veicoli si collegheranno anche ai dispositivi stradali, come i semafori, la sicurezza dovrà essere integrata fin dalle fasi di progettazione e sviluppo, non aggiunta come misura punitiva in seguito a un incidente.

La transizione dai sistemi veicolari indipendenti a un ambiente connesso è un cambiamento radicale che richiede un impegno serio da parte di tutti i soggetti coinvolti nel processo produttivo, dai progettisti agli ingegneri, dai rivenditori agli executive aziendali, per garantire che i veicoli siano sicuri, vigili e resilienti agli attacchi.

Qual è il ruolo delle GPU nel miglioramento della guida autonoma e come influenzano il futuro della mobilità?

La tecnologia dei veicoli autonomi sta avanzando rapidamente, portando con sé nuove sfide nel trattamento e nell'elaborazione dei dati. Una delle componenti cruciali per il progresso di questi veicoli è la capacità di elaborare enormi quantità di dati in tempo reale, necessaria per l'intelligenza artificiale che guida questi sistemi complessi. Un veicolo autonomo genera una quantità immensa di dati ogni ora di funzionamento, con alcuni veicoli che arrivano a produrre fino a 1 TB di dati ogni 60 minuti. Quando si considera una flotta intera di veicoli autonomi, questa produzione di dati può crescere a petabyte, rendendo imperativo avere soluzioni avanzate per l'elaborazione di queste informazioni.

Le GPU (unità di elaborazione grafica) si sono rivelate fondamentali in questo contesto. Grazie alla loro architettura specializzata, le GPU sono in grado di gestire enormi volumi di dati in parallelo, molto più velocemente rispetto ai tradizionali CPU (unità di elaborazione centrale). I sistemi autonomi si basano principalmente sull’intelligenza artificiale e sull'apprendimento profondo (deep learning), che richiedono l'elaborazione di grandi dataset per addestrare i modelli di guida. Le GPU accelerano questi processi attraverso operazioni matriciali e vettoriali, fondamentali per l'intelligenza artificiale, riducendo enormemente i tempi di addestramento, da giorni a pochi minuti, come nel caso dei sistemi sviluppati da NVIDIA. Questo miglioramento nella velocità e nell'efficienza è essenziale per il futuro della guida autonoma, poiché consente una continua ottimizzazione dei software di guida e facilita la loro implementazione in ambienti reali.

Il vantaggio principale delle GPU rispetto ai CPU sta nella loro capacità di elaborare compiti in parallelo. Un veicolo autonomo deve raccogliere e processare simultaneamente i dati provenienti da numerosi sensori, come telecamere, LiDAR, radar, e da altre fonti. La gestione di questi dati e la loro integrazione in tempo reale sono essenziali per prendere decisioni rapide e accurate durante la guida. I CPU, benché ottimizzati per compiti sequenziali, non sono in grado di gestire con la stessa efficacia il carico di lavoro parallelo richiesto per il funzionamento in tempo reale di un veicolo autonomo.

Le GPU sono particolarmente vantaggiose per i veicoli autonomi grazie alle loro capacità di apprendimento profondo. Il riconoscimento di immagini, il riconoscimento vocale e l'elaborazione del linguaggio naturale sono tutti compiti che le GPU eseguono con maggiore efficienza rispetto ai CPU. Questi compiti sono fondamentali per il veicolo autonomo, poiché permettono al sistema di "vedere" e comprendere l'ambiente circostante, riconoscendo pedoni, altri veicoli e ostacoli, e prendendo decisioni su come muoversi di conseguenza. In più, le GPU sono in grado di gestire l'analisi di grandi quantità di dati provenienti dai sensori, creando mappe 3D, eseguendo fusioni di sensori e individuando ostacoli in tempo reale, operazioni essenziali per la sicurezza del veicolo.

La potenza di calcolo delle GPU non solo migliora l'efficienza, ma riduce anche la latenza, rendendo le decisioni del veicolo più rapide e precise. In scenari complessi come il traffico urbano o in condizioni di scarsa visibilità, il veicolo deve essere in grado di reagire tempestivamente a nuove informazioni. Le GPU, grazie alla loro capacità di elaborare simultaneamente diversi flussi di dati, sono in grado di garantire risposte più veloci rispetto ai CPU.

Un altro aspetto cruciale è la scalabilità delle GPU. A differenza dei CPU, che sono progettati per eseguire compiti in serie, le GPU possono essere combinate in un sistema che le rende scalabili per affrontare compiti sempre più complessi man mano che i veicoli si spostano in ambienti differenti. Questa capacità di adattamento è fondamentale per il funzionamento ottimale dei veicoli autonomi che operano in diverse condizioni di traffico, topografia e meteo.

Nonostante i numerosi vantaggi, l'adozione delle GPU nel campo della guida autonoma non è priva di sfide. Le GPU tendono a essere più esigenti in termini di consumo energetico rispetto ai CPU, un aspetto che può essere problematico in veicoli elettrici, dove l'efficienza energetica è un parametro cruciale per ottimizzare la durata della batteria. Inoltre, l'integrazione delle GPU all'interno dei sistemi di bordo richiede soluzioni software e hardware più complesse, con costi più elevati e un maggiore sforzo per il raffreddamento del sistema, dato che le GPU generano più calore rispetto ai CPU.

Nonostante queste difficoltà, le GPU rimangono una componente fondamentale nell’evoluzione dei veicoli autonomi, poiché la loro capacità di gestire enormi volumi di dati in tempo reale e di ottimizzare l'apprendimento automatico è ciò che permetterà alle auto autonome di diventare una realtà sempre più concreta.

È anche importante notare che, mentre le GPU rappresentano il cuore dell'elaborazione dei dati, esse non operano in isolamento. Sono supportate da altre tecnologie, come i radar, i sensori LiDAR, e i sistemi di intelligenza artificiale che lavorano sinergicamente per garantire il corretto funzionamento del veicolo. Inoltre, il continuo miglioramento dell'infrastruttura di rete e dei sistemi di comunicazione veicolo-veicolo (V2V) e veicolo-infrastruttura (V2I) sarà essenziale per rendere i veicoli autonomi una presenza costante nelle nostre strade.

Quali sono le sfide e le opportunità per il futuro delle auto autonome?

Le tecnologie di guida automatizzata stanno evolvendo rapidamente, portando a un cambiamento significativo nelle dinamiche della mobilità. Tuttavia, l'adozione di veicoli completamente autonomi (AV) e l'integrazione di sistemi di guida automatica su larga scala restano un obiettivo a lungo termine, costellato da sfide tecniche, sociali e normative. La progressiva automazione dei veicoli, come dimostrato dai sistemi di guida assistita già presenti su molte automobili, è una tappa fondamentale verso la realizzazione di veicoli completamente autonomi. Tuttavia, il percorso è ancora irto di ostacoli, alcuni dei quali sono intrinsecamente legati alla tecnologia stessa, altri alla società e alla regolamentazione.

La guida automatizzata, sebbene prometta di ridurre gli incidenti e migliorare la sicurezza stradale, richiede una preparazione da parte degli utenti, che dovranno acquisire una nuova consapevolezza delle capacità e delle limitazioni di queste tecnologie. Alcune delle sfide principali che potrebbero ostacolare il progresso dell’automazione veicolare includono il comportamento degli utenti, la responsabilità in caso di incidenti e la gestione delle interazioni sociali nel contesto della guida automatizzata.

Un primo punto di attenzione riguarda il training degli utenti. Molti automobilisti sono già abituati ad alcune funzioni di guida assistita, come il controllo adattivo della velocità e la guida in corsia, ma una comprensione più profonda delle capacità del veicolo autonomo è fondamentale per evitare malintesi. Ad esempio, quando il sistema segnala una necessità di intervento, l’automobilista dovrà essere pronto a prendere il controllo del veicolo.

Il secondo tema di rilevanza è la responsabilità legale. In caso di incidente, diventa cruciale determinare chi sarà ritenuto responsabile: il conducente o il sistema automatizzato? La questione è complessa, in quanto le decisioni riguardo alla priorità da dare, come quella di proteggere prima i passeggeri o i pedoni, dovranno essere prese dal software del veicolo.

Un altro rischio da considerare è la stupidità sociale. Alcuni studi suggeriscono che gli esseri umani potrebbero iniziare a sfruttare la prevedibilità dei veicoli autonomi, come nel caso del gioco del “pollo” agli attraversamenti pedonali, dove le persone potrebbero cercare di attraversare la strada in modo rischioso, sapendo che l’auto si fermerà. In modo simile, si potrebbero osservare bambini che giocano vicino alle strade, ritenendo l'ambiente più sicuro grazie alla presenza dei veicoli autonomi.

La comunicazione tra i veicoli è un altro aspetto cruciale. Mentre gli automobili interagiranno sempre di più tra loro, è ancora necessario risolvere come le macchine autonome possano comunicare in modo efficace con i veicoli tradizionali. La capacità di capire le intenzioni degli altri, tramite segnali visivi o comportamentali, come i lampeggiamenti, potrebbe risultare problematica in un contesto misto, dove non tutti i veicoli sono autonomi.

Un altro punto importante riguarda le condizioni atmosferiche. I veicoli autonomi hanno una capacità limitata di gestire situazioni complesse come strade innevate o bagnate. La scarsa visibilità causata da neve, nebbia o pioggia, così come superfici stradali scivolose, rappresentano sfide non facili da superare per i sensori dei veicoli. Per garantire la sicurezza in queste circostanze, i veicoli devono essere equipaggiati con sistemi avanzati che possano rispondere a queste problematiche in modo efficace.

Nonostante queste sfide, il progresso verso la piena automazione continua. In alcune città, sono già in corso programmi pilota per testare veicoli ad alta automazione, ma l'adozione diffusa è ancora lontana. La transizione verso veicoli completamente autonomi potrebbe richiedere ancora molti anni, con le stime che indicano una possibile diffusione su larga scala intorno al 2035 o oltre. Molti ostacoli rimangono, tra cui la mancanza di un quadro normativo chiaro, la preparazione delle infrastrutture stradali e, soprattutto, l'accettazione sociale di questa nuova forma di mobilità.

Le aziende come BMW e Tesla, che sono tra i principali sviluppatori di tecnologie di guida automatizzata, stanno facendo progressi significativi. BMW ha annunciato di puntare alla guida autonoma di livello 4 entro il 2026, mentre Tesla, pur avendo implementato funzioni avanzate di guida assistita nel suo sistema di Full Self-Driving (FSD), richiede comunque la supervisione attiva del conducente. Le automobili BMW, ad esempio, offrono oggi capacità di guida autonoma di livello 3, ma l'automazione totale resta una sfida.

Per rendere possibile un'adozione su larga scala dei veicoli autonomi, è necessario affrontare vari problemi: la progettazione di infrastrutture adeguate, l’adeguamento delle normative di sicurezza, e l’approvazione sociale di questi nuovi sistemi. È fondamentale che le autorità legislative e le agenzie di regolamentazione si adattino rapidamente alle innovazioni tecnologiche, creando un contesto che consenta l'introduzione sicura ed efficace dei veicoli autonomi nelle nostre città.