Il benchmarking nella robotica mobile è un elemento fondamentale per la valutazione delle prestazioni e la comparazione di algoritmi, hardware e sistemi robotici. Esso consente di raccogliere dati utili per comprendere le capacità e i limiti di diverse configurazioni robotiche in scenari reali e simulati. L'importanza di un design di esperimento accurato risiede nella sua capacità di garantire la riproducibilità e la replicabilità dei risultati, elementi che sono essenziali per confermare la validità delle conclusioni. In questo contesto, la creazione di un banco di prova automatizzato è uno dei passi chiave per ottimizzare il processo di benchmarking e garantire che gli esperimenti siano eseguiti con la massima precisione.

Un esempio di esperimento per un compito di esplorazione multi-robot è mostrato nella Tabella 2.2. Questo esempio, originariamente pubblicato da [4], viene qui ampliato per spiegare in dettaglio come la progettazione sperimentale debba essere strutturata per assicurare una corretta valutazione delle prestazioni. Creare tabelle di questo tipo per ciascun benchmark, che dettagliano ogni aspetto dell'esperimento, è cruciale per facilitare sia la riproducibilità che la replicabilità. Mentre la riproducibilità si concentra sulla coerenza delle conclusioni sperimentali (ad esempio, se l'algoritmo I è più veloce dell'algoritmo II), la replicabilità pone l'accento sulla consistenza dei risultati, ovvero sull'ottenimento di risultati quasi identici alla ripetizione dell'esperimento. Achieving replicability è spesso più complesso, in quanto richiede piattaforme di benchmarking identiche, comprese le configurazioni hardware e software.

Per garantire che gli esperimenti possano essere ripetuti con successo e che i risultati siano generalizzabili, è essenziale stabilire una piattaforma di test robusta. Un esempio di tale piattaforma è rappresentato dal testbed sviluppato per benchmarking in compiti di esplorazione multi-robot [4]. Il testbed si basa sul simulatore MORSE [32], un motore fisico che permette di emulare ambienti complessi, e utilizza il middleware Robot Operating System (ROS) [35] per l'interfaccia software. Il sistema è progettato per automatizzare completamente il processo di benchmarking, riducendo al minimo l'intervento umano. L'architettura del testbed prevede l'uso di un cluster di computer con 70 nodi, che forniscono risorse di calcolo distribuite per supportare simulazioni in tempo reale di team di robot. Ogni nodo del cluster è dotato di 8-12 processori e 16-48 GB di RAM, con reti cablate che consentono una comunicazione rapida tra i nodi.

Un aspetto chiave della piattaforma di test è la comunicazione tra i vari componenti del sistema. La comunicazione tra il simulatore e i controller dei robot avviene tramite la trasmissione dei dati sensoriali simulati, mentre il monitor riceve i metrici di prestazione, come la copertura della mappa esplorata e la distanza percorsa. La comunicazione inter-robot, che dipende dalla strategia di coordinamento specifica, può includere lo scambio di informazioni sulla mappa e sulla localizzazione. La gestione della comunicazione e della quantità di dati che devono essere trasferiti diventa cruciale quando si lavora con un numero elevato di robot simulati, poiché le esigenze di larghezza di banda aumentano proporzionalmente.

Un altro aspetto fondamentale del benchmarking riguarda la costruzione dei dataset, come dimostra l'esempio del dataset a lungo termine EU [9], sviluppato per la valutazione dei metodi di percezione e apprendimento nei robot. Questo dataset è stato acquisito utilizzando un sistema di percezione incorporato progettato per la guida autonoma. La chiave del design di questo sistema risiede nell'approccio multimodale alla percezione, in contrasto con l'approccio unimodale, come quello attualmente utilizzato da Tesla, che si basa principalmente su telecamere. Il sistema del dataset EU è stato progettato per garantire una copertura percettiva massimale, con l'integrazione di una vasta gamma di sensori.

La piattaforma hardware utilizzata per acquisire il dataset EU è l'UTBM RoboCar [9], che si distingue per la sua suite di sensori avanzata. A differenza di piattaforme precedenti come il KITTI AnnieWAY [2] e l'Oxford RobotCar [36], il RoboCar è equipaggiato con una varietà di sensori che garantiscono una percezione più precisa e ridondante dell'ambiente circostante. Tra questi sensori troviamo telecamere stereo, lidar 3D e fotocamere fisheye. I lidar Velodyne HDL-32E montati sul tetto del veicolo, per esempio, offrono un campo visivo orizzontale di 360 gradi e verticale di 40 gradi, con una portata di misura fino a 100 metri. La loro installazione e il loro utilizzo sono ottimizzati per ridurre le interferenze reciproche tra i sensori, grazie a tecniche di fase-locking e post-elaborazione per eliminare i "data shadows". Inoltre, l'integrazione di fotocamere con obiettivi fisheye consente di catturare immagini con un campo visivo estremamente ampio (185 gradi), essenziale per ottenere una visione panoramica dell'ambiente senza distorsioni anche durante movimenti veloci.

Un altro aspetto fondamentale che il lettore deve comprendere è l'importanza di un buon design dell'infrastruttura di raccolta e gestione dei dati. Ogni esperimento deve essere accompagnato da una strategia chiara per l'acquisizione, l'analisi e la presentazione dei dati. La capacità di visualizzare e analizzare i dati in modo efficace è cruciale per trarre conclusioni significative, poiché la raccolta di enormi quantità di dati senza un'adeguata gestione e analisi può portare a risultati fuorvianti o inutilizzabili. Strumenti come le curve di precisione e richiamo, o grafici lineari per la visualizzazione dei risultati, sono essenziali per sintetizzare le informazioni in maniera comprensibile e confrontare i vari esperimenti.

Quali sono i metodi di apprendimento online nei robot mobili e come contribuiscono all'autonomia e alla navigazione consapevole dell'uomo?

L'apprendimento online nei robot mobili è una delle aree di ricerca più dinamiche e promettenti nel campo della robotica. Esso si fonda sulla capacità dei robot di apprendere e adattarsi in tempo reale mentre interagiscono con l'ambiente, senza la necessità di interrompere le loro operazioni o di essere ri-allenati da zero ogni volta che incontrano una nuova situazione. Questo approccio è particolarmente rilevante nei compiti che richiedono un alto grado di autonomia a lungo termine, come la navigazione robotica consapevole dell'uomo.

La navigazione consapevole dell'uomo (human-aware navigation) si concentra sulla capacità di un robot di percepire, comprendere e interagire con gli esseri umani in modo sicuro e cooperativo. Questo tipo di interazione è fondamentale nei contesti di lavoro condivisi, dove i robot devono muoversi in ambienti affollati senza compromettere la sicurezza o il comfort delle persone. L'apprendimento online svolge un ruolo cruciale in questo ambito, poiché consente ai robot di adattare continuamente i loro comportamenti in risposta ai cambiamenti nel comportamento umano e nelle condizioni ambientali.

Un altro aspetto chiave dell'apprendimento online è la sua capacità di affrontare problemi complessi come il "catastrophic forgetting". Questo fenomeno si verifica quando un modello di apprendimento, una volta addestrato su un nuovo compito, perde la capacità di ricordare o applicare correttamente le conoscenze precedenti. Negli scenari di robotica mobile, questa è una sfida significativa, soprattutto quando i robot devono affrontare compiti di navigazione complessi su lunghi periodi. Tecniche come la continua adattabilità e l'integrazione di reti neurali profonde (deep neural networks) nell'apprendimento online sono state proposte come soluzioni per mitigarne gli effetti, permettendo ai robot di apprendere nuove competenze senza compromettere quelle precedenti.

La percezione del robot è strettamente legata alla capacità di rilevare e tracciare oggetti nell'ambiente, una competenza essenziale per la navigazione autonoma. L'utilizzo di sensori avanzati come il lidar 3D è cruciale in questo contesto. Questi dispositivi di scansione laser permettono ai robot di ottenere una rappresentazione precisa e tridimensionale dell'ambiente circostante, facilitando il rilevamento degli ostacoli e la localizzazione. Le architetture di scansione lidar sono progettate per raccogliere dati a lungo raggio e con alta precisione, e il loro impiego consente una navigazione più sicura e accurata, che è essenziale per i robot che operano in ambienti dinamici.

Tuttavia, l'integrazione di queste tecnologie avanzate richiede un profondo processo di ottimizzazione e calibrazione. Il sistema sensoriale deve essere configurato in modo che il robot possa distinguere tra oggetti di interesse e quelli irrilevanti, evitando falsi positivi che potrebbero compromettere l'affidabilità del comportamento del robot. Allo stesso modo, la fusione dei dati provenienti da diverse fonti sensoriali – come fotocamere, lidar e sensori di movimento – è una tecnica fondamentale per migliorare la precisione della percezione.

Inoltre, l'approccio all'apprendimento online non si limita solo alla navigazione e alla percezione, ma si estende a tutte le altre componenti che definiscono l'intelligenza incarnata del robot. L'intelligenza incarnata implica che un robot non solo esegua compiti fisici ma che, grazie alla sua capacità di apprendere e adattarsi, comprenda e reagisca in modo dinamico alle circostanze che incontra. L'adozione di metodi di apprendimento online, dunque, consente ai robot di sviluppare una sorta di "memoria esperienziale" che migliora costantemente la loro capacità di prendere decisioni e interagire con il mondo esterno.

Una delle sfide principali in questo campo riguarda la capacità di un robot di apprendere in modo incrementale senza dover essere continuamente rifornito di nuovi dati da esperti umani. L'apprendimento online deve essere sufficientemente flessibile per evolversi autonomamente, facendo in modo che il robot possa generalizzare le conoscenze apprese in vari contesti. Questo è un aspetto particolarmente interessante per le applicazioni di lunga durata, come quelle nei veicoli autonomi, che devono affrontare situazioni nuove e impreviste su base quotidiana.

Il libro in cui vengono esplorati questi temi si rivolge a ricercatori e professionisti che hanno una conoscenza di base della robotica mobile. Si concentra sulle metodologie avanzate e sulle tecniche più recenti, ma non fornisce spiegazioni approfondite dei concetti base. Gli esperti sono quindi incoraggiati a consultare la ricerca originale per una comprensione dettagliata e per implementare questi principi nella loro pratica quotidiana. Nonostante l'assenza di risultati sperimentali diretti, il testo offre una panoramica teorica utile per chi cerca di orientarsi nel panorama della robotica mobile e della percezione robotica.

L'approfondimento delle tecniche di benchmarking nell’ambito della robotica mobile, che valuta le prestazioni dei robot attraverso parametri e metriche standardizzate, è un altro aspetto fondamentale. Questo processo è essenziale per comprendere e migliorare le capacità dei sistemi di robotica autonoma. La costruzione di testbed e la creazione di dataset adeguati sono attività cruciali per il progresso in questo settore, poiché forniscono il materiale necessario per confrontare diverse soluzioni tecnologiche.

Che cos'è l'intelligenza incarnata e come si relaziona con l'evoluzione dei robot mobili?

L’intelligenza incarnata si riferisce a un sistema intelligente che percepisce e agisce sulla base di un corpo fisico. Questo tipo di intelligenza non è confinata a processi puramente astratti o computazionali, ma emerge attraverso l’interazione tra un agente intelligente e l’ambiente fisico. L’intelligenza incarnata si sviluppa attraverso la capacità di un robot o di un agente di raccogliere informazioni sensoriali, comprendere i problemi, prendere decisioni e attuare azioni, il tutto mediato dalla sua interazione con il mondo circostante. Sebbene queste idee possano sembrare moderne, le radici del pensiero sull’intelligenza incarnata possono essere fatte risalire agli albori dell'intelligenza artificiale (AI). Alan Turing, nel suo lavoro pionieristico, ha esplorato la possibilità che le macchine potessero eventualmente competere con gli esseri umani in vari campi intellettuali. Tuttavia, la questione centrale era capire quali fossero le attività più appropriate per iniziare, come la risoluzione di problemi astratti (ad esempio, giocare a scacchi) rispetto a un apprendimento che coinvolgesse l’interazione fisica e sensoriale con l’ambiente (come imparare a parlare o a comprendere il linguaggio).

L’intelligenza incarnata è spesso contrapposta all'intelligenza disincarnata. Quest'ultima si riferisce alla capacità di una macchina di eseguire compiti puramente intellettuali in un contesto astratto, come accade con i computer che giocano a scacchi o risolvono problemi matematici. Le macchine come Deep Blue o AlphaGo sono esempi di intelligenza disincarnata: esse eseguono calcoli complessi senza interagire fisicamente con il mondo esterno. D'altra parte, l'intelligenza incarnata riguarda i robot che devono interagire fisicamente con il mondo, come nel caso della comprensione e produzione del linguaggio, oppure dell'interazione con oggetti fisici e la navigazione in ambienti complessi.

A differenza dei sistemi multi-robot (MRS), che implicano l'uso di robot mobili che interagiscono fisicamente tra loro nel mondo reale, i sistemi multi-agente (MAS) e l'intelligenza artificiale distribuita (DAI) si concentrano su agenti software che operano in contesti virtuali e non hanno necessità di una presenza fisica. Questi agenti software sono stazionari, mentre i robot mobili devono affrontare e interagire con gli ostacoli e le sfide fisiche del mondo.

Questa distinzione tra intelligenza disincarnata e incarnata è cruciale per comprendere il campo della robotica moderna e delle sue applicazioni. I robot che sviluppano e applicano intelligenza incarnata devono avere un’interazione diretta con l’ambiente fisico, il che implica una gestione complessa di sensori, attuatori e algoritmi avanzati. Ad esempio, un robot progettato per navigare in un ambiente complesso non solo deve rilevare ostacoli, ma deve anche prendere decisioni in tempo reale su come evitare o aggirare questi ostacoli in modo fluido e sicuro, mantenendo una conoscenza aggiornata della sua posizione e dell’ambiente circostante.

Un altro aspetto importante riguarda la capacità di questi robot di adattarsi e imparare dal proprio ambiente, un concetto che va oltre la semplice esecuzione di compiti pre-programmati. L’apprendimento online, la generazione autonoma di campioni e l’adattamento a situazioni non previste sono tutti processi che rendono i robot capaci di "evolversi" in risposta a nuove sfide. La possibilità di apprendere dall'interazione continua con l'ambiente consente loro di adattarsi a situazioni inaspettate senza la necessità di interventi esterni. Questo approccio è fondamentale per migliorare le capacità dei robot in scenari reali, dove la varietà e la complessità degli stimoli possono essere immense.

Un ulteriore punto cruciale riguarda la mitigazione dell’oblio catastrofico, un fenomeno che si verifica quando un robot dimentica ciò che ha imparato in precedenza per adattarsi a nuove situazioni. Le soluzioni per questo problema includono tecniche come l'estrazione di campioni di apprendimento e l'uso di moduli di adattamento a breve e lungo termine. Questi moduli consentono al robot di bilanciare il bisogno di apprendere nuove informazioni senza perdere conoscenze pregresse cruciali per il suo funzionamento.

Inoltre, è essenziale considerare che l’intelligenza incarnata è strettamente legata alla robotica sociale e all’interazione tra uomo e robot. Un aspetto che sta acquisendo sempre più importanza riguarda la capacità dei robot di rispondere alle emozioni umane e interagire in modo naturale con gli esseri umani. L’introduzione di robot che possono percepire e rispondere ai segnali sociali è fondamentale per il loro utilizzo in contesti come l'assistenza, l'intrattenimento o l'educazione. La robotica sociale non solo richiede competenze tecniche avanzate, ma implica anche una comprensione profonda delle dinamiche psicologiche e sociali che regolano le interazioni umane.

In conclusione, la chiave per comprendere l’evoluzione della robotica moderna e l’intelligenza incarnata è riconoscere che il futuro della robotica va oltre l’automazione di compiti ripetitivi e si estende alla creazione di agenti intelligenti che possano vivere e interagire con gli esseri umani e il loro ambiente in modo autonomo, sicuro e umano.

Come Valutare la Navigazione Robotica in Ambienti Sociali: Metodi e Metriche

Nel contesto della robotica mobile, uno degli aspetti cruciali riguarda la valutazione delle capacità di navigazione dei robot in ambienti condivisi con esseri umani. Questo tipo di navigazione, conosciuto come "navigazione consapevole dei sociali", ha l’obiettivo di permettere ai robot di interagire e muoversi in modo sicuro ed efficace vicino agli esseri umani, minimizzando al contempo i rischi e migliorando l’esperienza per gli utenti. La valutazione di tale navigazione può essere realizzata da diverse prospettive: quella del robot e quella dell’umano.

Quando si tratta di valutare la performance di un robot in contesti dove interagisce con gli esseri umani, due approcci principali vengono comunemente adottati: le metriche centrate sul robot (RCM, Robot-Centric Metrics) e quelle centrate sull’umano (HCM, Human-Centric Metrics). Entrambe queste categorie sono fondamentali per comprendere la qualità della navigazione robotica, ma ciascuna mette in risalto diversi aspetti del comportamento del robot e della sua interazione con l’ambiente sociale.

Le Metriche Centrate sul Robot

Tra le metriche centrate sul robot più utilizzate, troviamo quelle che valutano l’efficienza e la sicurezza del robot nella sua navigazione. La percentuale di tempo extra (extra time ratio) è una di queste metriche, che misura il tempo aggiuntivo che un robot impiega per completare un compito quando interagisce con esseri umani. Tale metrica viene definita come il rapporto tra il tempo impiegato dal robot per completare il compito in assenza e in presenza di umani. Un valore elevato indica una maggiore difficoltà per il robot nel gestire la presenza umana.

Similmente, la distanza extra (extra distance ratio) quantifica la distanza aggiuntiva percorsa dal robot in presenza di esseri umani, mentre la percentuale di successo (success ratio) valuta la capacità del robot di completare il compito senza urtare o interferire con un umano. Altre metriche importanti includono il rapporto di pericolo (hazard ratio), che misura il tempo durante il quale il robot si trova troppo vicino a un umano (entro una distanza di sicurezza), e il rapporto di decelerazione (deceleration ratio), che quantifica la capacità del robot di rallentare adeguatamente quando si avvicina a un essere umano.

Le Metriche Centrate sull’Umano

Le metriche centrate sull’umano (HCM) sono altrettanto importanti, poiché prendono in considerazione la percezione e la reazione degli esseri umani nei confronti dei robot. In particolare, la scala delle caratteristiche sociali del robot (RoSAS, Robotic Social Attributes Scale) è uno degli strumenti principali utilizzati per valutare l’accettabilità sociale di un robot. Questa scala si concentra su tre aspetti principali: il calore, la competenza e il disagio che un umano percepisce durante l’interazione con un robot.

La percentuale di tempo extra umano (human extra time ratio) è una metrica che misura come la presenza di un robot influenza il tempo che un umano impiega per completare il proprio compito. Essa viene calcolata come il rapporto tra il tempo che una persona impiega per completare un compito senza e con la presenza del robot.

La Valutazione Complessa: Oltre le Metriche

Una delle principali difficoltà nell’analisi della navigazione robotica in ambienti sociali è che molte di queste metriche non possono da sole fornire una valutazione completa delle prestazioni di un robot. È necessario un approccio che combini sia la prospettiva del robot che quella dell’umano, includendo un’analisi delle reazioni reciproche. Ad esempio, mentre un robot potrebbe navigare in modo sicuro ed efficiente senza entrare in collisione con gli umani, potrebbe comunque causare disagio o ansia nei partecipanti umani se il suo comportamento non è percepito come naturale o rispettoso dello spazio personale.

L’uso di approcci di benchmarking che includono simulazioni, raccolta di dati da esperimenti reali e l’impiego di metriche psicologiche, diventa cruciale per ottenere una valutazione esaustiva della navigazione robotica. A tal fine, è fondamentale progettare esperimenti che siano ripetibili, statistici e che considerino variabili quali il rumore sensoriale, l’imprecisione degli algoritmi e la variabilità del comportamento umano.

Il design dell’esperimento stesso è altrettanto essenziale. È necessario definire con precisione l’ambiente di sperimentazione, se si tratta di una simulazione, di un dataset o di un test con robot fisici, così come il soggetto e l’ambito dell’esperimento. Le metriche di valutazione, i parametri dell’esperimento e i criteri di terminazione devono essere stabiliti con chiarezza per garantire risultati affidabili e comparabili.

Considerazioni Finali

Al di là delle metriche e dei metodi di valutazione, è importante che i ricercatori e i progettisti di sistemi robotici comprendano che la navigazione consapevole dei sociali non riguarda solo l’efficienza o la sicurezza fisica del robot, ma anche il benessere psicologico degli umani. Le esperimentazioni devono dunque tener conto non solo della capacità del robot di navigare in un ambiente, ma anche delle sue interazioni sociali. Gli sviluppi futuri dovranno focalizzarsi sempre di più sulla progettazione di robot che possano non solo coesistere in spazi condivisi, ma che possano anche rispettare e adattarsi alle dinamiche sociali degli ambienti in cui operano.