La generazione di ultrasuoni tramite il riscaldamento transitorio indotto da laser è un campo di grande rilevanza nella ricerca scientifica e nelle applicazioni industriali, in particolare nella diagnostica medica non invasiva. Questo processo sfrutta l'effetto fotoacustico, in cui un impulso laser viene assorbito da un materiale, causando una rapida espansione termica che genera onde acustiche. Queste onde possono essere rilevate per ottenere informazioni sui materiali o per applicazioni di imaging come l'ecografia ottica. Il processo è particolarmente utile per la generazione di ultrasuoni ad alta frequenza, necessari per risoluzioni spaziali elevate nelle tecniche di imaging.

Gli studi recenti hanno messo in evidenza i numerosi vantaggi di questa tecnica, come la capacità di generare impulsi acustici intensi e ad ampio spettro, senza la necessità di componenti meccanici complessi. Ad esempio, l'utilizzo di nanotubi di carbonio funzionalizzati come target per la generazione di impulsi ultrasuoni è stato studiato con risultati promettenti. La loro struttura unica permette di ottenere una conversione fotoacustica altamente efficiente, rendendo possibile la generazione di ultrasuoni con una qualità superiore.

Uno degli sviluppi significativi in questo settore è l'introduzione di materiali ottici e compositi che facilitano una conversione fotoacustica più efficiente, riducendo la perdita di energia e migliorando la sensibilità delle rilevazioni. I materiali come film metallici sottili e cristalli fotonici sono stati utilizzati per ottimizzare la generazione di ultrasuoni ad alta frequenza, con applicazioni che spaziano dall'imaging intravascolare all'esplorazione di tessuti biologici. L'uso di questi materiali avanzati ha portato alla creazione di trasduttori ottici ad alte prestazioni, capaci di operare in ambienti difficili come quelli biologici o in contesti clinici.

Nel campo dell'imaging medico, la generazione di ultrasuoni ad alta frequenza attraverso impulsi laser offre vantaggi significativi rispetto alle tecniche tradizionali. Una delle principali sfide delle tecniche di imaging ad ultrasuoni convenzionali è la limitata risoluzione spaziale, che può essere migliorata notevolmente con l'impiego della fotoacustica. L'uso di tecniche avanzate come gli array di etaloni per la rilevazione delle onde ultrasuoni consente una risoluzione superiore, rendendo questa tecnologia particolarmente utile per applicazioni come la tomografia a ultrasuoni o l’imaging tridimensionale dei tessuti.

I benefici della fotoacustica si estendono anche alla medicina personalizzata, dove le caratteristiche dei tessuti biologici possono essere analizzate in modo non invasivo. Le ricerche stanno evidenziando come la combinazione di tecnologie ottiche e acustiche possa non solo migliorare la qualità dell'imaging, ma anche ridurre il tempo necessario per ottenere risultati accurati, aumentando così l'efficacia delle diagnosi cliniche.

Tuttavia, nonostante i progressi significativi, ci sono ancora sfide tecniche da superare, come l'ottimizzazione dell'efficienza di conversione fotoacustica e la necessità di sviluppare dispositivi ancora più compatti e portatili. Inoltre, è fondamentale migliorare la comprensione dei fenomeni termici e meccanici coinvolti nella generazione di onde ultrasuoni per poter progettare sistemi che siano non solo efficaci ma anche sicuri per l'uso umano, minimizzando possibili effetti collaterali a lungo termine.

Oltre a ciò, la ricerca continua a esplorare nuovi materiali, come le leghe di nanoparticelle di oro o il polidimetilsilossano (PDMS), che potrebbero migliorare ulteriormente le prestazioni dei trasduttori ottici. La sintesi di nuovi composti in grado di favorire il trasferimento termico e di migliorare l’efficienza complessiva dei dispositivi potrebbe aprire nuove opportunità per applicazioni mediche e industriali. È importante anche esplorare il potenziale di altre tecniche di imaging, come la risonanza magnetica ottica, che potrebbero integrarsi con la generazione di ultrasuoni per ottenere una diagnosi ancora più precisa.

La combinazione di fotoacustica e ultrasuoni, inoltre, potrebbe rivoluzionare non solo l'imaging medico ma anche il trattamento di alcune malattie, grazie alla capacità di focalizzare con precisione le onde acustiche in determinati punti del corpo, migliorando l'efficacia di trattamenti come la terapia ad ultrasuoni focalizzati.

Quali sono le applicazioni della spettroscopia fotoacustica nella diagnosi e caratterizzazione dei tessuti biologici?

La spettroscopia fotoacustica (PAS) è una tecnica che offre un'analisi innovativa delle proprietà dei tessuti biologici, esplorando i loro cambiamenti spaziali e temporali attraverso segnali acustici generati da impulsi laser. Utilizzando una combinazione di spettri ottici e acustici, questa metodologia permette di ottenere informazioni dettagliate sulle caratteristiche fisiche e chimiche dei tessuti, contribuendo alla diagnosi e alla comprensione delle patologie.

Un problema significativo nell'analisi dei segnali fotoacustici è la difficoltà di comprendere le informazioni sui cambiamenti temporali delle componenti frequenziali non stazionarie, che sono spesso invisibili attraverso le tradizionali trasformate di Fourier. Una soluzione efficace a questa sfida è rappresentata dallo spettro tempo-frequenza (PA-TFS), che sfrutta la trasformata continua di wavelet e altre tecniche di analisi nel dominio tempo-frequenza. Queste tecniche consentono di "scomporre" il segnale non stazionario in segnali di dominio temporale più brevi, rivelando così i cambiamenti delle frequenze nel tempo.

Il PA-TFS offre un quadro più completo rispetto alla tradizionale spettroscopia basata solo sulla frequenza, permettendo di analizzare come le componenti frequenziali si evolvono nel tempo, fornendo informazioni fondamentali sulla distribuzione spaziale dei tessuti biologici. Ad esempio, in un segnale composto da diverse frequenze variabili nel tempo (come 1 MHz, 2 MHz, 4 MHz e 8 MHz), la trasformata di Fourier classica fornisce solo una visione globale delle frequenze, ma non svela come queste cambiano nel corso del tempo. Al contrario, l'analisi tempo-frequenza mostra chiaramente la distribuzione delle frequenze in relazione al tempo, migliorando notevolmente la comprensione della struttura dei tessuti biologici.

Inoltre, la spettroscopia fotoacustica può essere ulteriormente migliorata utilizzando il PA-TFS in combinazione con la spettroscopia fotoacustica fisiocemica (PA-PCS), che integra l'analisi delle componenti chimiche dei tessuti attraverso diversi intervalli di lunghezza d'onda. Questa combinazione di dimensioni ottiche e acustiche consente di ottenere mappe ricche di informazioni fisiche e chimiche, che possono essere utilizzate per monitorare la composizione dei tessuti e studiare le alterazioni associate a malattie come il cancro. L'uso di lunghezze d'onda che coprono bande di assorbimento di componenti biochimici come l'emoglobina, il collagene, i lipidi e l'acqua permette di costruire spettri che rivelano la distribuzione spaziale delle fonti di assorbimento ottico nei tessuti.

Una delle applicazioni cliniche promettenti della spettroscopia fotoacustica è la diagnosi del cancro della pelle, un'area in cui la tecnica ha mostrato notevoli potenzialità. Il microambiente tumorale (TME) contiene vari componenti come collagene e lipidi, che giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell'invasione del tumore. L'analisi fotoacustica di questi componenti nel TME ha dimostrato di essere un metodo efficace per distinguere diversi tipi di tumori cutanei, come il carcinoma squamoso (SCC) e il carcinoma basocellulare (BCC). Esperimenti ex vivo hanno rivelato che i livelli di lipidi e collagene nei tumori sono significativamente inferiori rispetto ai tessuti normali, con differenze statisticamente significative tra SCC e BCC. L'uso di un classificatore basato su macchine di supporto vettoriale (SVM) ha permesso di raggiungere alti tassi di accuratezza nella classificazione dei tumori, dimostrando l'efficacia della PASA (Photoacoustic Spectrum Analysis) nel rilevamento e nella differenziazione dei tumori cutanei.

In definitiva, l'approccio basato sulla spettroscopia fotoacustica, attraverso l'analisi combinata di dimensioni ottiche e acustiche, offre una nuova visione della caratterizzazione dei tessuti biologici e delle loro alterazioni patologiche. Il PA-TFS e il PA-PCS permettono di ottenere informazioni precise e dettagliate sulle componenti chimiche, fisiche e spaziali dei tessuti, offrendo vantaggi significativi rispetto ad altre tecniche di imaging tradizionali, come la risonanza magnetica o l'ecografia. Questa metodologia ha potenzialità non solo nella diagnosi del cancro ma anche nel monitoraggio di altre malattie che coinvolgono alterazioni nella composizione e nella microstruttura dei tessuti.

In aggiunta a quanto esposto, è importante considerare che, sebbene la spettroscopia fotoacustica rappresenti un avanzamento significativo nella diagnostica medica, la sua applicazione clinica su larga scala richiede ulteriori studi di validazione. È essenziale che le tecniche vengano perfezionate per garantire l'affidabilità e la riproducibilità dei risultati, così come la loro integrazione con altre modalità diagnostiche per offrire diagnosi più precise e personalizzate. L'evoluzione della spettroscopia fotoacustica, in combinazione con tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning, potrebbe portare a nuove frontiere nella medicina preventiva e terapeutica.

Come la Microscopia Fotoacustica Sta Rivoluzionando la Diagnosi del Cancro al Seno

La microscopia fotoacustica (PAI) si sta affermando come una modalità diagnostica promettente per il cancro al seno, sfruttando le caratteristiche uniche di assorbimento ottico dell'emoglobina. Combinando informazioni funzionali e anatomiche, la PAI offre un approccio non invasivo e ad alta risoluzione per visualizzare i tumori al seno, con vantaggi significativi rispetto alle tradizionali tecniche di imaging. Questi progressi recenti pongono la PAI come un possibile strumento rivoluzionario nella diagnosi precoce e nel monitoraggio dei trattamenti, promettendo di migliorare l'accuratezza dei diagnosi e, di conseguenza, gli esiti per i pazienti.

Le applicazioni cliniche della microscopia fotoacustica sono state oggetto di numerosi studi e trial clinici, che hanno confermato il suo potenziale nel rilevamento dei tumori al seno e nella guida delle decisioni terapeutiche basate su indicatori fisiologici. Le sue capacità di rilevamento si basano principalmente sull'assorbimento selettivo della luce da parte dei tessuti, in particolare attraverso l'emoglobina, che consente una visualizzazione dettagliata delle strutture vascolari e della morfologia del tumore. A differenza di altre tecniche di imaging, la PAI fornisce una rappresentazione funzionale e anatomica combinata, permettendo un'analisi più completa delle caratteristiche del tumore.

Un aspetto fondamentale della microscopia fotoacustica è la fusione delle informazioni funzionali e anatomiche. La combinazione con l'ecografia, ad esempio, consente di ottenere immagini più dettagliate della vascolarizzazione e dell'ossigenazione dei tumori, fattori cruciali nella valutazione della loro aggressività. Questa sinergia fornisce una comprensione più approfondita delle caratteristiche morfologiche e funzionali del tumore, il che è essenziale per una diagnosi precoce e per il monitoraggio continuo durante il trattamento. Nonostante le enormi potenzialità, la PAI è ancora in fase di sviluppo, con la necessità di perfezionare la tecnologia per aumentarne l'affidabilità e l'accessibilità nei contesti clinici quotidiani.

Un ulteriore vantaggio della microscopia fotoacustica è la sua capacità di ridurre o eliminare l'uso di sostanze di contrasto, che sono spesso utilizzate in altre modalità di imaging. La PAI, infatti, consente un imaging "senza etichetta", cioè senza necessità di coloranti o marcatori esterni, offrendo così una diagnosi più naturale e meno invasiva. Inoltre, la tecnologia non impiega radiazioni ionizzanti, riducendo così i rischi per la salute del paziente, un aspetto cruciale nell'era della medicina personalizzata e della crescente preoccupazione per la sicurezza a lungo termine dei trattamenti medici.

Le ricerche recenti hanno portato a sviluppi significativi, come l'integrazione di reti neurali profonde per migliorare il contrasto e la risoluzione delle immagini fotoacustiche, specialmente in condizioni di bassa fluenza ottica. I sistemi di intelligenza artificiale (IA) consentono infatti di migliorare la qualità delle immagini in tempo reale, facilitando una diagnosi più precisa e tempestiva. L'introduzione di algoritmi di "de-noising" tramite reti generative antagoniste (GAN) è un altro sviluppo promettente, che aiuta a ridurre il rumore nelle immagini, migliorando ulteriormente l'affidabilità dei risultati.

Oltre alla precisione nel rilevamento, la microscopia fotoacustica sta anche cambiando la pratica chirurgica. L'uso di tecniche fotoacustiche durante gli interventi chirurgici sta diventando sempre più diffuso per migliorare la resezione sicura dei tumori cerebrali e altre lesioni, rendendo l'operazione più mirata e meno invasiva. L'integrazione di tecnologie fotoacustiche in tempo reale nelle sale operatorie potrebbe portare a una riduzione significativa dei margini di errore durante le resezioni tumorali, con conseguente miglioramento degli esiti post-operatori.

Nonostante i progressi, ci sono sfide da affrontare prima che la microscopia fotoacustica possa diventare una tecnologia standardizzata in clinica. La sua implementazione richiede strumenti sofisticati e una formazione adeguata per gli operatori sanitari. Inoltre, è fondamentale continuare la ricerca per affinare la tecnologia, rendendola più accessibile e riducendo i costi, affinché possa essere adottata ampiamente in ospedali e cliniche.

Infine, è importante notare che la microscopia fotoacustica non è destinata a sostituire le tecniche di imaging tradizionali, come la mammografia o l'ecografia, ma piuttosto a integrarle, fornendo una visione più completa e dettagliata dei tumori al seno. La combinazione di diverse modalità di imaging potrebbe infatti portare a una diagnosi più rapida e accurata, migliorando significativamente le possibilità di successo del trattamento e riducendo i rischi associati a diagnosi tardive.

Come migliorare l'imaging fotoacustico (PA) per dispositivi medici minimamente invasivi: sfide e soluzioni

L'ottimizzazione dei risultati nei pazienti sottoposti a procedure mediche minimamente invasive richiede una visualizzazione accurata dei dispositivi interventistici, inclusi strumenti intraoperatori e impianti metallici. L'imaging ad ultrasuoni (US) è da lungo tempo una delle modalità più utilizzate per guidare tali procedure, ma la visibilità di dispositivi metallici come aghi o cateteri può risultare insufficiente a causa di riflessioni speculari e artefatti acustici. In questo contesto, l'imaging fotoacustico (PA), che combina l'assorbimento ottico e la rilevazione ultrasonica, si è affermato come una modalità promettente. Combinando i vantaggi dell'imaging ottico e ultrasonico, l'imaging PA offre un contrasto ottico distintivo, un'alta risoluzione ultrasonica e una grande profondità di imaging. Grazie alla relativamente alta capacità di assorbimento ottico dei metalli, rispetto a molti cromofori tissutali, l'imaging PA risulta utile nella visualizzazione di dispositivi interventistici inseriti nei tessuti, come aghi metallici, cateteri di ablazione e impianti metallici (ad esempio, semi di BT o stent coronarici).

Le ricerche precedenti, condotte sia su tessuti es vivo che su modelli animali in vivo, hanno dimostrato che l'imaging PA può migliorare la visibilità dei dispositivi interventistici nei tessuti. Tuttavia, ci sono ancora sfide importanti da affrontare prima che l'imaging PA possa essere ampiamente adottato nella pratica clinica per la guida delle procedure minimamente invasive. La qualità dell'immagine, infatti, resta un aspetto critico da migliorare. L'imaging PA dei dispositivi interventistici può risultare subottimale a causa di artefatti e di una fluence di luce insufficiente. Gli artefatti tipici comprendono rumori acustici, come le riverberazioni acustiche, le aberrazioni e gli artefatti fuori piano dovuti alla visibilità limitata dei trasduttori ad array lineare. In questo scenario, algoritmi avanzati di formazione del fascio, come il SLSC beamformer, hanno mostrato promesse nel migliorare le immagini PA ottenute con bassa fluence. Con lo sviluppo rapido delle tecniche di machine learning, i metodi basati su deep learning (DL) hanno dimostrato la loro efficacia nel migliorare la qualità dell'immagine PA dei dispositivi interventistici, specialmente nella fase di post-elaborazione.

Nonostante ciò, per l'imaging in piano, dispositivi come gli aghi metallici possono essere risolti solo parzialmente a causa della limitata profondità di penetrazione della luce (inferiore a 2 cm in vivo). Per migliorare la visibilità della punta dell'ago nelle inserzioni profonde, la luce di eccitazione PA può essere indirizzata alla punta attraverso una fibra ottica inserita nel lume dell'ago stesso. In questo caso, la punta dell'ago può essere evidenziata dai segnali PA generati dall'assorbimento ottico, sia dai tessuti davanti all'ago che dai rivestimenti della punta. Tuttavia, nella pratica, i segnali PA generati in prossimità della punta possono essere influenzati da rumori acustici e movimenti tissutali, che possono compromettere l'accuratezza della registrazione della punta. A tal fine, sono stati studiati anche modifiche ai dispositivi, come le strategie di rivestimento. Rivestimenti a base di nanocompositi possono migliorare la visualizzazione degli aghi nei tessuti biologici altamente scatteranti, grazie alla loro forte capacità di assorbire la luce e ad una elevata efficienza di espansione termica. Tuttavia, la loro stabilità meccanica, come l'adesione ai dispositivi e la biosicurezza, devono essere ulteriormente studiate attraverso modelli animali e umani per ottenere le approvazioni regolatorie necessarie.

Un altro ostacolo significativo all'adozione clinica dell'imaging PA riguarda l'integrazione delle attuali tecnologie PA/US. La maggior parte dei sistemi commerciali integrano moduli di erogazione della luce ingombranti, come i laser a stato solido e i laser a diodi, che richiedono una valutazione completa dei rischi e l'implementazione di dispositivi di sicurezza specializzati, come gli interblocchi, nelle sale operatorie. Inoltre, è necessario fornire dispositivi di protezione per gli occhi, come occhiali, sia per gli operatori (chirurghi e infermieri) che per i pazienti durante l'operazione. In questo senso, le LED potrebbero rappresentare una promettente alternativa ai laser a stato solido, grazie al loro costo relativamente basso e alla minore energia emessa, eliminando la necessità di protezioni contro i pericoli da laser.

Ulteriormente, la formazione degli operatori è fondamentale per garantire un'interpretazione corretta delle immagini PA, utilizzando fantocci standardizzati che aiutino a familiarizzare con le tecniche di imaging e con i parametri da monitorare. Sebbene gli algoritmi di deep learning abbiano fatto passi da gigante nel miglioramento delle immagini PA, l'applicazione pratica in tempo reale e la gestione di artefatti durante le procedure cliniche rimangono aree chiave per il progresso futuro.

Che cos'è la Tomografia Fotoacustica? Un'analisi delle tecnologie emergenti per l'imaging biomedico

L'imaging biomedico è uno degli strumenti più potenti nella diagnosi e nel trattamento delle malattie, permettendo di ottenere informazioni fondamentali sulla salute e sul funzionamento degli organi e dei tessuti. L'uso di tecniche di imaging per monitorare parametri biologici è una delle aree di crescita più rapida della medicina moderna. Dalla più piccola organella alla struttura complessa di interi organi, ogni parte del corpo umano è oggi oggetto di indagini mediante diverse modalità di imaging. Tuttavia, ogni tecnica ha limiti intrinseci, che rendono necessaria la ricerca di nuovi approcci per migliorare la qualità e la profondità delle immagini ottenute. In questo contesto, la Tomografia Fotoacustica (PACT) rappresenta una tecnologia emergente che potrebbe rivoluzionare il panorama dell'imaging biomedico.

La Tomografia Fotoacustica (PACT) combina due modalità complementari di imaging: l'ultrasuono e l'ottica. Mentre l'ultrasuono è noto per la sua sicurezza e portabilità, non sempre è in grado di fornire una risoluzione adeguata nei tessuti molli. L'imaging ottico, d'altra parte, può raggiungere una risoluzione molto alta, ma la diffusione della luce nei tessuti biologici limita la profondità di penetrazione a pochi millimetri. La combinazione di queste due tecniche supera le limitazioni di ciascuna, permettendo di ottenere immagini ad alta risoluzione e a profondità maggiori.

La PACT si basa sull'effetto fotoacustico, scoperto da Alexander Graham Bell nel 1880. Durante uno dei suoi esperimenti con il fotofono, Bell osservò che le onde sonore venivano generate quando un raggio di luce modulato veniva assorbito da una superficie metallica. Sebbene inizialmente l'effetto fosse stato utilizzato in studi di spettroscopia fotoacustica per l'analisi dei gas, la sua applicazione in campo biomedico è relativamente recente. Grazie ai progressi nelle sorgenti laser a impulsi ad alta energia, nei rivelatori a ultrasuoni sensibili e nei sistemi elettronici di acquisizione dati veloci, la tecnologia fotoacustica ha trovato applicazione nell'imaging biomedico, con particolare riferimento alla visualizzazione di tessuti molli in vivo.

Il principio alla base della PACT è relativamente semplice. In primo luogo, un tessuto viene illuminato da una sorgente di luce pulsata (di solito un laser a impulsi nanosecondici). Questa luce viene assorbita dai cromofori presenti nel tessuto, come emoglobina, melamina e acqua, e causa un aumento locale della temperatura. L'aumento della temperatura porta ad un'espansione termoelastica del tessuto, generando onde acustiche, chiamate onde fotoacustiche (PA). Queste onde vengono poi rilevate da sensori ad ultrasuoni, che acquisiscono i segnali PA provenienti dal confine del tessuto. Infine, i segnali acquisiti vengono elaborati per ricostruire l'immagine delle strutture interne del tessuto.

La generazione efficiente dei segnali PA dipende da due condizioni cruciali: il confinamento termico e il confinamento dello stress. Il confinamento termico si verifica quando la durata dell'impulso laser è molto più breve rispetto al tempo di rilassamento termico del tessuto, impedendo che il calore si diffonda durante l'illuminazione. Analogamente, il confinamento dello stress avviene quando la durata dell'impulso laser è inferiore al tempo di rilassamento dello stress, evitando che l'espansione termoelastica si diffonda durante l'irraggiamento. In entrambe le condizioni, l'energia termica e lo stress meccanico rimangono confinati nella zona riscaldata, ottimizzando la generazione e la qualità dei segnali PA.

La capacità di penetrare in profondità nei tessuti è una delle principali vantaggi della PACT rispetto alle tecniche di imaging ottico tradizionali. Le onde acustiche possono propagarsi a distanze molto maggiori rispetto alla luce, consentendo di visualizzare strutture biologiche più profonde, con una risoluzione spaziale che può raggiungere un millimetro o meno. La tecnologia può essere utilizzata per l'imaging pre-clinico di piccoli animali, permettendo di studiare in dettaglio le caratteristiche morfologiche e funzionali dei tessuti, ma ha anche un enorme potenziale nell'imaging clinico umano, dove potrebbe offrire vantaggi significativi rispetto ad altre modalità come la risonanza magnetica (MRI) o la tomografia a raggi X.

L'applicazione della PACT in ambito clinico e pre-clinico è vasta. In ambito pre-clinico, questa tecnologia è utilizzata per lo studio del comportamento dei farmaci, la monitorizzazione delle lesioni tumorali e l'indagine dei processi vascolari nei modelli animali. In campo clinico, la PACT sta emergendo come una potenziale alternativa all'uso di tecniche di imaging tradizionali, come la risonanza magnetica o la tomografia a raggi X, soprattutto per la sua capacità di fornire immagini ad alta risoluzione senza l'uso di radiazioni ionizzanti.

Un ulteriore vantaggio della Tomografia Fotoacustica è la sua capacità di sfruttare i cromofori endogeni, come l'emoglobina e la melanina, che sono naturalmente presenti nei tessuti biologici. Questi cromofori possono fornire informazioni vitali sulla perfusione sanguigna, l'ossigenazione dei tessuti e l'andamento dei tumori, senza la necessità di introdurre sostanze chimiche contrastanti. Tuttavia, l'uso di agenti di contrasto esterni, che possono essere iniettati per migliorare la visualizzazione di particolari caratteristiche dei tessuti, rappresenta un ulteriore campo di sviluppo per migliorare ulteriormente l'accuratezza e la versatilità della PACT.

Questa tecnologia ha ancora un grande potenziale di sviluppo. I futuri progressi nella miniaturizzazione dei dispositivi, nell'affinamento dei sensori ad ultrasuoni e nella calibrazione dei sistemi di acquisizione dati promettono di rendere la Tomografia Fotoacustica una modalità di imaging ancora più potente, con applicazioni sempre più ampie in medicina diagnostica, chirurgia e monitoraggio delle malattie.