I tumori che originano dai ventricoli laterali o dal terzo ventricolo mostrano una grande varietà di manifestazioni cliniche e radiologiche, e la loro localizzazione può determinare significativi effetti neurologici. Questi tumori, che possono essere astrocitomi, gliomi o cisti, si sviluppano in una zona centrale del cervello, che include strutture vitali come il chiasma ottico, il sistema ipotalamico e il talamo. A causa della vicinanza a queste aree, la loro evoluzione può portare a sintomi invalidanti come idrocefalo, disturbi endocrini e gravi deficit visivi.

I tumori che colpiscono la regione anteriore del terzo ventricolo sono spesso associati a sintomi come l'idrocefalo e la perdita della vista, con deficit endocrini che possono variare da assenti a significativi. Questi tumori includono principalmente astrocitomi e cisti. I tumori della regione infundibolare, come quelli associati al complesso della sclerosi tuberosa, possono causare disfunzioni ipofisarie, come ipopituitarismo e diabete insipido, che si manifestano con arresto della crescita e pubertà ritardata o precoce nei bambini.

Nella maggior parte dei casi, i tumori che coinvolgono il terzo ventricolo si originano dalla parete laterale del ventricolo, vicini al forame di Monro. Gli astrocitomi giganti subependimali (SEGA) sono un esempio comune in questi casi. Pur essendo una neoplasia a bassa malignità, la sua crescita può essere abbastanza rapida nei bambini, portando a gravi complicazioni come la compressione dei nervi ottici o dell'ipotalamo. Sebbene alcuni SEGA non mostrino caratteristiche cliniche o radiologiche di sclerosi tuberosa, questi tumori sono spesso trattati con inibitori della via mTOR per ridurre la loro crescita.

I tumori posteriori del terzo ventricolo sono meno comuni ma possono essere altrettanto devastanti. I sintomi caratteristici comprendono la sindrome di Parinaud, che si manifesta con una limitazione della vista verso l'alto e un nistagmo di convergenza. I gliomi intrinseci del tronco cerebrale e gli astrocitomi anaplastici IDH-wildtype sono esempi di tumori che si sviluppano in queste aree, con prognosi generalmente sfavorevole. Questi tumori sono tipicamente ad alta malignità e possono invadere strutture adiacenti, come il talamo o la capsula interna.

Gli astrocitomi pilocitici, che sono più comuni nei bambini, sono tumori ben delimitati e di solito non invasivi, ma possono crescere lentamente e causare un aumento della pressione intracranica. Nella diagnosi, questi tumori appaiono tipicamente come lesioni ben definite, solitamente solitarie, con una componente cistica visibile alla risonanza magnetica. Sebbene siano generalmente di basso grado, alcuni di questi tumori possono trasformarsi in forme maligne, soprattutto in assenza di un trattamento tempestivo.

Un'altra rara forma di tumore che colpisce il terzo ventricolo è il neurocistoma centrale. Questo tumore, pur rappresentando solo una piccola percentuale di tutti i tumori cerebrali primari, ha una prognosi generalmente favorevole, con esito positivo se diagnosticato precocemente. Questo tipo di tumore è solitamente localizzato vicino al setto pellucido, nella regione dei ventricoli laterali, e può comportare sintomi neurologici legati alla sua crescita e compressione delle strutture circostanti.

È fondamentale considerare che la prognosi dei tumori cerebrali dipende molto dalla loro tipologia, dalla localizzazione e dalla velocità di crescita. I tumori a bassa malignità, come gli astrocitomi pilocitici e i SEGAs, tendono ad avere una prognosi migliore, mentre i tumori ad alta malignità, come gli astrocitomi anaplastici e i gliomi IDH-wildtype, presentano una prognosi più severa. Inoltre, è essenziale una diagnosi precoce, poiché la resezione chirurgica dei tumori nei ventricoli laterali o nel terzo ventricolo può comportare complicazioni gravi se la massa tumorale ha invaso strutture vitali circostanti. L’utilizzo di trattamenti innovativi, come gli inibitori della via mTOR, ha portato a significativi miglioramenti nella gestione dei SEGAs e di altre neoplasie ventricolari.

Qual è l'approccio terapeutico ottimale per i tumori del tronco cerebrale nei pazienti pediatrici?

I tumori del tronco cerebrale (BSGs) rappresentano una delle sfide più complesse e critiche in neurologia e neurochirurgia, in particolare nei pazienti pediatrici. La loro localizzazione anatomica, che coinvolge strutture vitali e funzioni neurologiche fondamentali, rende il trattamento di questi tumori particolarmente delicato. La scelta della terapia dipende da numerosi fattori, inclusa la diagnosi precisa, la dimensione e la posizione del tumore, e la risposta del paziente alle diverse opzioni terapeutiche. Le principali modalità di trattamento includono la resezione chirurgica, la radioterapia e la chemioterapia, ciascuna con le proprie indicazioni, vantaggi e limitazioni.

Nel contesto dei tumori del tronco cerebrale, la resezione chirurgica è generalmente considerata la strategia di trattamento principale, ma la sua esecuzione dipende da diversi fattori. L'estensione della resezione (EOR, Extent of Resection) è un elemento cruciale, poiché la resezione totale (GTR, Gross Total Resection) è spesso associata a una migliore sopravvivenza, ma comporta rischi significativi, dati i potenziali danni alle strutture circostanti vitali. In alcuni casi, la resezione subtotale (STR, Subtotal Resection) può essere necessaria, quando la resezione totale non è tecnicamente possibile o comporterebbe danni neurologici irreparabili.

La chirurgia, tuttavia, non è sempre praticabile o raccomandata. In alcuni pazienti, soprattutto quelli con tumori profondi o localizzati in zone difficili da raggiungere, la resezione potrebbe essere troppo rischiosa. In questi casi, altre opzioni come la radioterapia stereotassica (SRS) o la chemioterapia (CT) possono essere utilizzate, talvolta anche in combinazione. La SRS, per esempio, è indicata per tumori che non possono essere asportati chirurgicamente, specialmente in caso di localizzazione profonda del tumore o quando il rischio di danno alle strutture circostanti è elevato. Gli approcci a radiochirurgia stereotassica, come il Gamma Knife (SRS-GK), sono utilizzati per ridurre la crescita tumorale e prevenire la recidiva, sebbene i risultati a lungo termine siano ancora oggetto di discussione.

Un altro aspetto importante da considerare nel trattamento dei tumori del tronco cerebrale nei bambini è la gestione delle complicanze post-operatorie. La resezione chirurgica, anche se risolutiva, può causare una serie di effetti collaterali, tra cui deficit neurologici, problemi motori, e difficoltà respiratorie. In alcuni casi, è necessario ricorrere a interventi aggiuntivi, come la tracheostomia o l'inserimento di un PEG (gastrostomia endoscopica percutanea), per gestire le difficoltà post-operatorie e migliorare la qualità della vita del paziente.

L'approccio terapeutico ottimale deve sempre essere personalizzato, tenendo conto delle caratteristiche individuali del paziente, delle sue condizioni cliniche e dell'evoluzione del tumore. In alcuni casi, la sorveglianza e il monitoraggio radiologico periodico possono rappresentare una strategia valida, soprattutto quando i tumori sono asintomatici o quando la resezione chirurgica non è sicura. La decisione di optare per un trattamento chirurgico, radioterapico o chemioterapico deve essere presa in modo collettivo, coinvolgendo un team multidisciplinare che includa neurochirurghi, oncologi, radiologi e altri specialisti.

Oltre alla gestione immediata del tumore, è fondamentale considerare anche l'impatto a lungo termine sul paziente. La prognosi per i pazienti con tumori del tronco cerebrale è variabile. Sebbene alcune serie di dati suggeriscano tassi di sopravvivenza a 5 o 10 anni molto elevati con un trattamento adeguato, i pazienti possono comunque affrontare problemi neurologici persistenti, soprattutto se il trattamento è stato tardivo o incompleto. In molti casi, i trattamenti efficaci possono essere combinati con riabilitazione neurologica per migliorare le funzioni motorie e cognitive, nonché per gestire le eventuali difficoltà di linguaggio e deglutizione.

Le recidive di tumori del tronco cerebrale, sebbene meno comuni con il trattamento appropriato, rimangono un rischio significativo. In queste situazioni, le opzioni terapeutiche possono includere una resezione chirurgica aggiuntiva, se tecnicamente possibile, o l'uso di trattamenti radioterapici e chemioterapici per controllare la progressione del tumore.

Un altro punto fondamentale nella gestione di questi tumori è l'importanza della diagnosi precoce. Molti tumori del tronco cerebrale nei bambini possono manifestarsi con sintomi vaghi e aspecifici, come cefalee, nausea, e difficoltà motorie. Tuttavia, la loro diagnosi tempestiva attraverso l'uso di tecniche avanzate di imaging, come la risonanza magnetica (RM), è essenziale per determinare l'approccio terapeutico più efficace e migliorare le possibilità di sopravvivenza.

Infine, è cruciale che i pazienti e le loro famiglie siano ben informati riguardo alle opzioni terapeutiche e alle potenziali complicanze. Un processo decisionale condiviso e ben informato, insieme a un adeguato supporto psicologico, può fare una grande differenza nella qualità della vita del paziente e nella sua capacità di affrontare le sfide legate al trattamento e alla guarigione.