I legami vibronici nelle molecole di squaraine giocano un ruolo cruciale nell'interpretazione delle loro proprietà ottiche, particolarmente in relazione alla vibrazione e alla delocalizzazione elettronica. Nelle molecole di squaraine in soluzione, è stato osservato che le eccitazioni elettroniche sono debolmente accoppiate a modalità ad alta frequenza, come i modelli intorno ai 1500 cm−1, ma sono invece dominate da accoppiamenti con vibrazioni a bassa frequenza. Questo fenomeno è fondamentale per comprendere il comportamento spettroscopico delle molecole e il loro potenziale utilizzo in applicazioni ottiche avanzate.

Le misurazioni tramite pump-probe, che offrono una visione dettagliata delle oscillazioni rapide delle molecole eccitate, mostrano un accoppiamento particolarmente debole tra gli stati elettronici e le vibrazioni ad alta frequenza, con un fattore Huang-Rhys inferiore a 0.03. Questo risultato contrasta con i modelli teorici che suggerivano un accoppiamento più forte. Le simulazioni numeriche, che utilizzano il modello DHO (Displaced Harmonic Oscillator), sono state in grado di riprodurre accuratamente i dati sperimentali, indicando che i legami vibronici nelle molecole di squaraine possono essere descritti in modo soddisfacente usando l'approssimazione di Born–Oppenheimer.

Dal punto di vista teorico, i fattori Huang-Rhys (S) per le modalità di vibrazione calcolati per la molecola di squaraine in vacuo indicano che le modalità più forti sono quelle che si verificano a circa 155 cm−1 e 573 cm−1, corrispondenti ai movimenti di stiramento simmetrico della molecola. Questi movimenti sono coerenti con i risultati sperimentali che evidenziano le stesse frequenze. Tuttavia, modalità ad alta frequenza intorno ai 1500 cm−1, sebbene presenti nel calcolo teorico, sono poco dislocate, suggerendo una debole interazione tra gli stati elettronici e queste vibrazioni ad alta energia.

Le simulazioni hanno anche evidenziato un forte allineamento tra i residui sperimentali e simulati, confermando la validità delle previsioni teoriche e il fatto che i legami vibronici nelle molecole di squaraine sono deboli nei confronti delle vibrazioni ad alta frequenza. Questo è un aspetto importante, poiché implica che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le molecole di squaraine non mostrano accoppiamenti vibronici significativi con i movimenti ad alta frequenza, ma piuttosto con modalità a frequenza più bassa.

Un altro elemento cruciale nel comprendere i legami vibronici nelle squaraine è l'effetto della delocalizzazione della carica elettronica nel contesto della struttura molecolare. Il modello ESM (Excitonic State Model) suggerisce che la delocalizzazione della carica riduca notevolmente il legame vibronico, in quanto la simmetria della carica elettronica tende a minimizzare l'interazione tra gli stati elettronici e le vibrazioni del reticolo. Questo porta ad una riduzione del fattore Huang-Rhys, come previsto per la molecola di squaraine. In particolare, il valore di ρ (un parametro che rappresenta la delocalizzazione della carica) influisce sul grado di spostamento delle coordinate di vibrazione, riducendo l'accoppiamento vibronico rispetto ai modelli di dye polari costituiti da unità non delocalizzate.

Questo comportamento suggerisce che le molecole di squaraine, caratterizzate da un forte momento dipolare ottico e un accoppiamento vibronico ridotto, possiedono proprietà ottiche interessanti, in particolare nel contesto di applicazioni che richiedono forti e ultrastronghe interazioni, come quelle nel campo dei semiconduttori organici e delle tecnologie di accoppiamento forte.

In conclusione, i legami vibronici nelle molecole di squaraine in soluzione non sono dominati dalle vibrazioni ad alta frequenza, ma piuttosto da una piccola serie di modalità a bassa frequenza che caratterizzano la risposta ottica della molecola. Questo risultato è supportato sia dai dati sperimentali che dalle simulazioni teoriche, che mostrano un alto grado di accordo tra i due. Le implicazioni di queste scoperte sono significative per l'uso delle squaraine in dispositivi ottici avanzati, dove il controllo dell'accoppiamento vibronico è fondamentale per migliorare le prestazioni in tecnologie come l'accoppiamento forte e ultrastrong, specialmente in films sottili di squaraine.

Come la Plasmonica Guida il Trasporto Coerente degli Eccitoni in Sistemi Molecolari

Nel contesto dei sistemi di eccitoni plasmonici fortemente accoppiati, l’interazione tra gli eccitoni locali e i plasmoni dà luogo a dinamiche complesse e affascinanti. Gli eccitoni J-aggregati, localizzati ma accoppiati tramite il vicino accoppiamento dei vicini (nearest-neighbor coupling), si formano con una distribuzione spaziale che li estende su circa 25 molecole. Questi eccitoni, che tendono a essere fortemente spostati verso il rosso (red-shifted), si trovano in una configurazione in cui una frazione di loro appare come stati superradiante, mentre una quantità considerevole si presenta come eccitoni scuri, poco visibili nel comportamento ottico.

In una struttura che presenta fenditure, come nel caso della catena di monomeri squaraine, le funzioni d'onda degli eccitoni localizzati (X) rimangono sostanzialmente invariate sotto l'influenza del plasmonic mode. Tuttavia, si osserva una lieve mescolanza degli eccitoni all'interno delle fenditure. Il contributo del plasmon all'onda di questi eccitoni è marginale, mentre per gli eccitoni superradianti (XS), che si trovano al centro delle fenditure, l'interazione con il plasmon è molto più forte. Questo accoppiamento provoca la formazione di uno stato LP (longitudinale plasmon), che risulta dominato dai contributi degli eccitoni XS e P, con la presenza di minori contributi dagli eccitoni XW.

Il comportamento ottico lineare, visualizzato attraverso l’assorbimento, rivela un picco isolato in modo energetico dovuto allo stato LP, mentre il picco degli eccitoni X risulta allargato in modo ineguale, a causa dell'interferenza distruttiva tra le diverse componenti. L'assorbimento UP, invece, appare significativamente più debole, dato che i momenti di dipolo del plasmon (μP) e la somma degli eccitoni (μW e μS) sono di ampiezza simile. La loro emissione interferisce quindi in modo distruttivo nella regione del picco UP.

Le simulazioni degli eccitoni Frenkel forniscono un quadro microscopico di come le oscillazioni coerenti della popolazione degli eccitoni (CPO) siano influenzate dal plasmon. In particolare, l’interferenza tra gli eccitoni localizzati XS e XW provoca oscillazioni di popolazione fuori fase, visibili nei dati sperimentali. Le oscillazioni più rapide, con un periodo TR, sono caratteristiche del comportamento dei plasmoni, mentre oscillazioni più lente, con periodo TX, si manifestano tra gli eccitoni. Queste oscillazioni, legate alla differenza di energia tra gli stati X e LP, risultano dominate dalla dinamica degli eccitoni situati tra le fenditure, dove l’effetto del campo plasmonico locale è relativamente debole.

Un elemento chiave di queste osservazioni è che le oscillazioni coerenti spaziali tra gli eccitoni XS e XW sono associate al trasporto coerente degli eccitoni attraverso la struttura, un fenomeno che persiste durante il tempo di coerenza del sistema accoppiato. Questa dinamica rappresenta un’importante estensione del modello TC (Tradizionale Coupled) in sistemi molecolari, con implicazioni per la comprensione del trasporto di energia in sistemi nanostrutturati. La manipolazione di queste oscillazioni coerenti apre la strada a nuove possibilità per la gestione del trasporto quantistico di eccitoni su lunghe distanze, sfruttando l’interazione plasmonica per facilitare il trasporto tra diverse regioni spaziali.

Questi risultati sono in linea con studi precedenti che descrivono fenomeni coerenti in sistemi atomici e molecolari, come la generazione di luce lenta o l’archiviazione ottica, e potrebbero avere un impatto significativo sulla futura elaborazione dell'informazione ottica in sistemi solido-stato. In effetti, la capacità di manipolare il trasporto coerente degli eccitoni attraverso l’interazione con il plasmon potrebbe essere un passo fondamentale per la realizzazione di nuove tecnologie basate sul controllo ottico quantistico, come nel caso delle transizioni adiabatiche stimolate o delle applicazioni di lasing senza inversione.

Per sfruttare appieno queste potenzialità, sarà cruciale la visualizzazione diretta e temporale delle dinamiche di trasporto degli eccitoni, un passo che contribuirà a un approfondimento delle dinamiche nei sistemi a eccitoni plasmonici fortemente accoppiati e potenzialmente rivoluzionerà le tecnologie future nell’ambito della fotonica e dell'informazione ottica.

Come i Fenomeni Ottici Influenzano la Percezione dei Colori in Strutture Superficiali

La capacità di un materiale di produrre effetti visivi particolari, come i colori strutturali, dipende in gran parte dall’interazione della luce con la superficie del materiale stesso. Quando la luce interagisce con strutture microscopiche, può essere diffratta, riflessa, rifratta e assorbita in modo da generare effetti ottici complessi. Questi fenomeni sono dipendenti dalla lunghezza d’onda della luce incidente, dall'angolo di incidenza, dalla polarizzazione e dalla geometria delle strutture, determinando la colorazione visibile. Nonostante la luce ambientale sia generalmente non polarizzata, l’interazione con la superficie può rivelare effetti polarizzanti specifici, che possono influenzare la percezione visiva.

La luce ambientale, proveniente da sorgenti incoerenti come il sole o l'illuminazione artificiale, può essere descritta come una miscela di onde luminose di diverse lunghezze d’onda, ma anche la forma fisica e la morfologia della superficie giocano un ruolo cruciale nel determinare come questi effetti ottici si manifestano. In particolare, le dimensioni laterali delle strutture, che possono variare da micron a millimetri, devono essere confrontate con la lunghezza d’onda della luce incidente per produrre effetti visivi significativi. Sono tre i regimi principali che influenzano la manifestazione di questi effetti: il regime macroscopico, il regime diffrattivo e il regime subdiffrattivo, ognuno con caratteristiche distintive di interazione luce-superficie.

Inoltre, le caratteristiche spettrali delle sorgenti di illuminazione, che possono essere "calde" o "fredde", direzionali o diffuse, influenzano ulteriormente il tipo di effetto visivo prodotto. Le superfici strutturate devono essere progettate in modo da massimizzare la visibilità di tali effetti, considerando anche la risposta percettiva dell'occhio umano, che gioca un ruolo altrettanto importante nella comprensione di questi fenomeni ottici.

La percezione dei colori, infatti, non è un processo semplice, ma dipende dalla risposta spettrale dell'occhio umano, che è in grado di rilevare lunghezze d'onda comprese tra i 400 e i 700 nm, con un picco di sensibilità intorno ai 555 nm. Gli occhi umani possiedono tre diversi tipi di coni sensoriali, ciascuno responsabile della percezione di una gamma specifica di lunghezze d’onda: blu (circa 430 nm), verde (circa 535 nm) e rosso (circa 590 nm). La combinazione e l’intensità della stimolazione di questi coni determinano la percezione dei colori.

Esistono due principali teorie della percezione del colore che hanno contribuito alla comprensione di come l'occhio umano interpreti i segnali visivi: la teoria tricromatica, che postula che il colore sia il risultato della combinazione di tre colori primari (rosso, verde e blu), e la teoria dei colori opposti di Hering, che suggerisce che la percezione del colore derivi dalla combinazione di coppie opposte di colori (nero-bianco, rosso-verde, giallo-blu). Oggi, il sistema di rappresentazione dei colori più utilizzato è il modello CIE (Commission International de l’Éclairage), che descrive i colori in uno spazio tridimensionale basato sulle proporzioni di rosso, verde e blu.

La rappresentazione di questi colori può essere fatta tramite diversi diagrammi, come il diagramma cromatico CIE, che mostra la composizione di ciascun colore, o il diagramma CIE Lab*, che rappresenta i colori in modo più accurato rispetto al modello originale, organizzando i colori in tre assi per luminosità e tono.

Per quanto riguarda le strutture ottiche responsabili dei colori artificiali, è importante notare che, oltre agli effetti fisici derivanti dall’interazione con la luce, il colore percepito dipende anche da altri fattori, come l’angolo di osservazione e la geometria superficiale. Gli effetti di interferenza, come quelli che si verificano in cavità Fabry–Perot, sono tra i più semplici meccanismi che possono generare colori strutturali. La distanza tra gli strati riflettenti, che deve essere calibrata in funzione della lunghezza d’onda della luce, permette di ottenere effetti di interferenza che modulano la riflessione in modo da produrre una colorazione visibile.

Un aspetto fondamentale nella progettazione di superfici strutturate per ottenere colori artificiali è il controllo preciso delle dimensioni e della geometria delle strutture a livello microscopico. Le dimensioni di queste strutture devono essere ottimizzate per rispondere a specifiche lunghezze d'onda della luce incidente, così da produrre il colore desiderato senza compromettere l'intensità visiva.

Inoltre, la percezione dei colori non è uniforme tra tutte le persone. Mentre alcuni esperti possono percepire sottili variazioni cromatiche che passano inosservate ad altri, la maggior parte degli osservatori è in grado di rilevare differenze evidenti quando la differenza di colore (ΔE) è superiore a una certa soglia. Ad esempio, se ΔE è inferiore a 1, la differenza di colore è impercettibile, mentre se ΔE supera 5, la differenza è ben evidente anche per un osservatore non esperto.

In un contesto di sicurezza ottica, come nella progettazione di elementi di protezione o autenticazione, gli effetti visivi devono essere chiaramente distinguibili per l'osservatore, in modo che eventuali alterazioni o falsificazioni possano essere facilmente rilevate. La comprensione di come il colore e la sua percezione possano variare in base a fattori fisici e psicologici è quindi essenziale per l’efficace utilizzo di colori strutturali artificiali in applicazioni pratiche.

La combinazione di questi fattori fisici, strutturali e percettivi rende il campo della colorazione strutturale non solo affascinante ma anche di grande importanza per applicazioni avanzate nella scienza dei materiali, nella tecnologia e nella sicurezza visiva.