I MXene, materiali bidimensionali di carburi e nitruri di metalli di transizione, hanno suscitato un notevole interesse negli ultimi anni grazie alle loro proprietà eccezionali, come l’elevata conducibilità, la vasta area superficiale e la capacità di essere modificati chimicamente per migliorarne le performance. Questi materiali, inizialmente studiati per le loro applicazioni nei supercondensatori, stanno dimostrando un potenziale significativo in una varietà di settori, grazie alla loro combinazione unica di alta densità energetica e potenza di scarica rapida.

I progressi recenti nell’ottimizzazione dei sistemi ibridi basati su MXene, in particolare quelli combinati con ossidi metallici, polimeri conduttivi e materiali a base di carbonio, hanno portato a miglioramenti significativi nei parametri prestazionali elettrochimici dei supercondensatori. Le modifiche strutturali, come il restacking dei materiali MXene e il miglioramento dell'accessibilità agli ioni, sono riuscite a superare sfide critiche, mantenendo intatti i vantaggi intrinseci di questi materiali. L'alta capacità di accumulo, la stabilità ciclica e la capacità di scarica rapida sono aspetti cruciali che rendono i supercondensatori MXene ideali per applicazioni in dispositivi elettronici portatili, stoccaggio di energia a scala di rete e altre tecnologie ad alta potenza.

Nonostante i progressi, le difficoltà relative alla sintesi su larga scala, alla stabilità a lungo termine e alla produzione economica continuano a rappresentare ostacoli significativi. La ricerca futura è focalizzata sulla realizzazione di metodi di sintesi più efficienti, sull’esplorazione di nuove composizioni e sulla comprensione dei meccanismi fondamentali che regolano le prestazioni di questi materiali. I supercondensatori basati su MXene potrebbero diventare una tecnologia di riferimento per il futuro dell’immagazzinamento di energia, ma il loro successo commerciale dipenderà dalla risoluzione di queste problematiche tecniche ed economiche.

Nel contesto delle applicazioni pratiche, il continuo miglioramento delle prestazioni elettrochimiche dei dispositivi MXene è legato a diverse aree chiave: il design dell'elettrodo, la selezione dell'elettrolita e i processi di fabbricazione. Le modifiche chimiche, come l’implementazione di gruppi funzionali sulle superfici dei MXene, hanno consentito di ottimizzare la loro reattività e la loro capacità di immagazzinamento energetico. Altri sviluppi riguardano la creazione di nuovi materiali compositi, che uniscono i vantaggi dei MXene con quelli di altre sostanze, come i polimeri conduttivi o i materiali a base di carbonio, per migliorare ulteriormente la stabilità e la capacità ciclica del sistema.

La combinazione di MXene con ossidi metallici e altri materiali ad alte performance sta migliorando notevolmente la densità energetica e la capacità di carica-scarica. Questi materiali ibridi presentano una notevole capacità di resistenza agli stress ciclici, un aspetto fondamentale per il miglioramento della durata operativa dei supercondensatori. Inoltre, la progettazione delle interfacce tra i vari materiali si sta rivelando cruciale per ottimizzare la conduttività elettrica e migliorare la risposta dinamica dei dispositivi.

Questi sviluppi pongono i supercondensatori basati su MXene come una soluzione promettente per una vasta gamma di applicazioni, dalla microelettronica all’energia rinnovabile. L'integrazione di MXene in dispositivi commerciali potrebbe contribuire a rivoluzionare il campo della tecnologia di immagazzinamento dell'energia, con un impatto particolarmente significativo in quei settori che richiedono una rapida capacità di carica e scarica, come i veicoli elettrici e i sistemi di accumulo energetico a scala di rete.

A dispetto di questi risultati promettenti, la strada verso l’adozione su larga scala dei supercondensatori MXene non è priva di sfide. Una delle problematiche principali riguarda il costo elevato di produzione dei materiali, che limita attualmente l'accessibilità di questi dispositivi a livello commerciale. Inoltre, la sintesi dei MXene a partire da precursori complessi può risultare lunga e laboriosa, aumentando ulteriormente i costi. Perciò, una delle priorità della ricerca futura sarà la ricerca di metodi di produzione più rapidi e a basso costo, mantenendo al contempo le eccellenti prestazioni dei dispositivi.

A parte gli aspetti tecnici, è importante considerare anche l'impatto ambientale della produzione dei MXene e delle batterie supercondensatori. Le tecnologie emergenti richiedono sempre maggiore attenzione alla sostenibilità, e quindi la ricerca dovrà concentrarsi non solo sulle prestazioni, ma anche sulla riduzione dell’impatto ambientale, cercando soluzioni che ottimizzino l'uso delle risorse naturali e riducano al minimo i rifiuti prodotti durante la fabbricazione.

Quali sono le proprietà dei MXene e come vengono utilizzati nelle tecnologie di rivestimento?

La tecnologia di rivestimento ha un ruolo fondamentale nella protezione delle superfici, con l’obiettivo di migliorarne la durata e la resistenza agli agenti esterni, come la corrosione. Un esempio comune di applicazione di rivestimenti è l'uso della cromatura per proteggere i cerchi delle ruote dei veicoli e i bruciatori a gas dalla corrosione, mentre la nichelatura è utilizzata principalmente per scopi decorativi e per i componenti meccanici. Tuttavia, nonostante i progressi, la maggior parte delle tecnologie di rivestimento tradizionali affronta problematiche legate alla presenza di difetti intrinseci, come fessure e micropori, che compromettono l’efficacia a lungo termine. In questo contesto, la necessità di sviluppare soluzioni stabili e durevoli per la protezione delle superfici è sempre più urgente.

I materiali bidimensionali (2D), tra cui i MXene, stanno emergendo come soluzioni promettenti per migliorare le prestazioni dei rivestimenti. I MXene sono una classe di carburi e nitruri di metalli di transizione, introdotti da Yury Gogotsi, e presentano una struttura chimica specifica che segue la formula Mn+1XnTx, dove "M" rappresenta un metallo di transizione, "X" è il carbonio o l'azoto e "Tx" è il gruppo di terminazione sulla superficie dei fogli di metallo. I MXene sono caratterizzati da una struttura a strati che consente loro di possedere proprietà molto particolari, come la conducibilità elettrica eccellente, unita alla stabilità strutturale e meccanica. La versatilità dei MXene è dovuta alla loro capacità di modificare la superficie attraverso trattamenti chimici, che permettono di regolare le proprietà elettriche e chimiche in funzione delle necessità applicative.

La preparazione del materiale, infatti, è una fase cruciale. I MXene vengono tipicamente sintetizzati mediante l'etching chimico di un materiale di fase MAX, seguito da tecniche di esfoliazione. In questo processo, il materiale di partenza, come Ti3AlC2, viene trattato con acido fluoridrico o una combinazione di LiF e HCl per rimuovere selettivamente il gruppo “A” (ad esempio l’alluminio), creando così la struttura a strati di MXene. Successivamente, il trattamento chimico delle superfici permette di ottenere una varietà di gruppi terminali, come –OH, –F, e =O, che conferiscono ai MXene una vasta gamma di proprietà.

La struttura a strati dei MXene conferisce loro caratteristiche uniche: i metalli di transizione all'interno del materiale agiscono come “autostrade elettroniche”, permettendo un rapido trasporto degli elettroni, mentre gli spazi tra gli strati servono come varchi molecolari che consentono il passaggio di ioni. Questa peculiarità rende i MXene ideali per applicazioni in ambienti dove è richiesta una buona conduttività e una gestione efficiente degli ioni, come nei dispositivi di immagazzinamento dell'energia e nei rivestimenti protettivi.

Le proprietà elettriche dei MXene, in particolare, sono straordinarie. Il comportamento metallico di questi materiali è simile a quello delle loro fasi MAX precursori, con una densità elettronica che rimane costante vicino al livello di Fermi. Inoltre, la possibilità di modificare la struttura elettronica tramite modifiche chimiche e trattamento termico, come l'annealing in ambiente privo di ossigeno, può migliorare notevolmente la mobilità elettronica, rendendo i MXene ancora più efficienti per l'uso in tecnologie avanzate. Questi materiali mostrano una conduttività elettrica superiore rispetto ad altri materiali 2D come il grafene esfoliato e i solfuri/metalli idrossidi, specialmente quando trattati con metodi di etching più forti.

Per quanto riguarda le proprietà ottiche, i MXene come Ti3C2Tx mostrano un effetto Tyndall osservabile quando vengono separati in strati sottili sospesi in acqua, indicando una trasparenza fino al 97% nelle pellicole monostrato. Questo implica che, rispetto al grafene, i MXene potrebbero possedere proprietà ottiche superiori, particolarmente adatte per applicazioni optoelettroniche. La capacità di modulare le proprietà ottiche di MXene in base alla loro composizione e alla tecnica di preparazione apre nuove possibilità per il design di materiali avanzati per schermi e dispositivi fotonici.

Un altro aspetto cruciale dei MXene è la loro stabilità chimica. Sebbene siano generalmente stabili, possono subire ossidazione quando esposti a ambienti ossidanti come l'acqua e l'ossigeno disciolto, con conseguente degrado delle loro proprietà. Per prevenire tale deterioramento, le dispersioni di MXene vengono spesso conservate in ambienti privi di ossigeno, per preservarne la stabilità nel tempo. In questo senso, l’interfacciamento tra i MXene e l’ambiente circostante è una questione chiave, poiché la manipolazione delle superfici e la selezione delle condizioni di stoccaggio possono prolungarne la durata di vita e migliorare l’efficacia nelle applicazioni industriali.

Per concludere, i MXene, grazie alla loro struttura unica e alle straordinarie proprietà fisiche e chimiche, offrono soluzioni innovative per numerose applicazioni nel campo dei rivestimenti. Le possibilità di personalizzare le proprietà superficiali e strutturali attraverso trattamenti chimici e modifiche strutturali consentono di adattarli alle esigenze di diversi settori, dal settore automobilistico a quello delle nanotecnologie, aprendo la strada a nuove frontiere nella protezione delle superfici e nelle tecnologie avanzate di materiali.

L'uso dei MXene nelle terapie combinate per il cancro: una panoramica delle applicazioni avanzate in diagnostica e trattamento

I materiali MXene, con la loro struttura bidimensionale unica e le eccezionali proprietà fisico-chimiche, hanno dimostrato di possedere un grande potenziale in campo biomedico, in particolare nelle applicazioni per la terapia e la diagnostica del cancro. La combinazione di MXene con nanoparticelle, come quelle di ossido di ferro superparamagnetico (Fe₃O₄), ha permesso lo sviluppo di compositi avanzati che non solo facilitano il trattamento fototermico (PTT), ma migliorano anche l'efficacia delle tecniche di imaging. Tali compositi, biocompatibili e altamente efficienti, sono in grado di trasformare l'energia del laser in calore con una notevole efficienza (~48,6%), una caratteristica cruciale per il trattamento del cancro in vitro e in vivo. La combinazione delle loro proprietà fototermiche con l'eccellente rilassamento T2 (~394,2 mM⁻¹ s⁻¹) consente un miglioramento significativo del contrasto nelle immagini da risonanza magnetica (RM), fornendo una visualizzazione precisa del tumore.

Nel 2017, Dai e colleghi hanno sviluppato nanosheet compositi a base di carburo di tantalio (Ta₄C₃) MXene per un trattamento tumorale fototermico guidato da imaging multimodale. Utilizzando una reazione redox sulla superficie di Ta₄C₃, è stato possibile far crescere in situ particelle di ossido di manganese (MnOx), dando origine a compositi MnOx/Ta₄C₃. Il tantalio all'interno della struttura ha servito come agente di contrasto per migliorare le immagini della tomografia computerizzata (TC), mentre il componente MnOx ha risposto all'ambiente tumorale per fornire un miglioramento del contrasto nelle immagini di risonanza magnetica ponderate in T1. I risultati hanno mostrato anche un'ottima capacità di conversione fototermica, che ha permesso una soppressione efficace della crescita tumorale tramite PTT.

Un'altra applicazione interessante è quella dei MXene derivati dal W₁.³³C i-MXene, che sono stati progettati per guidare la terapia fototermica contro il cancro in combinazione con il monitoraggio mediante imaging multimodale. Questi compositi, funzionalizzati con albumina sierica bovina (BSA), hanno mostrato una buona stabilità e performance, migliorando la selettività nell'accumulo tumorale e la rapida clearance dal corpo con una minima tossicità sistemica. Oltre alle eccellenti proprietà di conversione fototermica, questi nanosheet hanno mostrato immagini diagnostiche migliorate tramite TC e imaging fotoacustico, permettendo di monitorare in tempo reale l'efficacia del trattamento.

I Mo₂C MXene sono stati sviluppati come agenti terapeutici e diagnostici che assorbono luce in tutto lo spettro NIR. Sottoposti a irradiazione NIR, queste nanoparticelle inducono simultaneamente ipertermia e generano specie reattive dell'ossigeno (ROS), un approccio efficace per le terapie combinate fototermiche e fotodinamiche contro il cancro. L'abilitazione all'imaging fotoacustico e alla TC in vivo ha reso queste nanosphere promettenti, con una buona biocompatibilità.

Un altro esempio significativo è quello dei nanosheet di Ti₃C₂ MXene funzionalizzati con nanoparticelle NaErF₄, progettati per la terapia fototermica guidata da imaging NIR-IIb. Questi nanocompositi hanno mostrato un'efficienza di conversione fototermica del 43,62%, una stabilità fototermica elevata e un'efficace inibizione tumorale (~92,9%). Grazie alla presenza di ioni Er³⁺, che conferiscono proprietà magnetiche, i compositi MXene hanno anche potenzialità diagnostiche per la risonanza magnetica ponderata in T2, senza significativi effetti tossici a dosi terapeutiche.

Tuttavia, nonostante le numerose potenzialità, l'impiego dei MXene in biomedicina presenta ancora delle sfide, in particolare riguardo alla sicurezza biologica e alla tossicità. La composizione chimica, la dimensione, la solubilità e le proprietà di superficie dei MXene sono fattori critici che influenzano la loro tossicità e devono essere accuratamente valutati per garantire che i MXene possano essere utilizzati in sicurezza in contesti clinici. Attualmente, le indagini sulla tossicità dei MXene, in particolare in relazione all'uso in vivo, sono ancora limitate, e sono necessarie ulteriori ricerche per studiare questi aspetti in modo approfondito.

In sintesi, l'uso dei MXene nei trattamenti combinati per il cancro rappresenta un'opportunità straordinaria per migliorare l'efficacia terapeutica e diagnostica. Grazie alla loro capacità di combinare il trattamento fototermico con l'imaging avanzato, i compositi MXene aprono nuove strade per il trattamento del cancro, rendendo possibile una diagnosi precoce e un trattamento altamente mirato. Tuttavia, è fondamentale comprendere che, sebbene i risultati siano promettenti, il passaggio da studi preclinici a applicazioni cliniche richiederà una valutazione rigorosa della sicurezza e dell'efficacia di questi nuovi materiali.