La criminologia applicata alla figura di Donald Trump ci parla di un mondo fatto di affari familiari, illegalità abituali e una lotta incessante per il potere economico e politico. Trump, un abile truffatore, maestro nel manipolare la percezione pubblica e astuto speculatore, ha costruito il suo impero criminale attraverso la Trump Organization a partire dagli anni '80, per arrivare a operare in maniera pervasiva anche all'interno delle strutture della Casa Bianca. La sua carriera, segnata da una serie di crimini bianchi e da una gestione della politica e degli affari che ha sfidato la legge, offre uno spunto unico per analizzare la sua ascesa al potere e i danni sociali e psicologici che ne sono derivati, sia durante che dopo la sua presidenza.
Trump non è solo il volto della Trump Organization, ma anche un simbolo di un’epoca in cui le barriere tra legalità e criminalità si sono abbassate, dove l’autoesaltazione e la manipolazione politica diventano strumenti legittimi per raggiungere obiettivi personali e familiari. In un contesto che riflette la natura del crimine bianco, la sua operazione imprenditoriale ha alimentato e sfruttato il sistema legale e le sue contraddizioni, spesso ottenendo vantaggi grazie a uno sfruttamento sapiente della legge.
Ma la sua storia non è solo quella di un uomo d'affari senza scrupoli. La sua ascesa alla presidenza degli Stati Uniti si inserisce in un contesto più ampio, dove il crimine e il controllo sociale si intrecciano in maniera inquietante. La sua capacità di manipolare l’opinione pubblica, sia attraverso i social media che con una retorica violenta e divisiva, non è un fenomeno isolato, ma parte di un processo storico che affonda le radici nella lunga tradizione di disuguaglianze sociali e politiche degli Stati Uniti.
Lo scontro tra le narrazioni di chi lo vede come una vittima di una "caccia alle streghe" e chi lo considera la minaccia più grave alla democrazia americana ha radici profonde in un sistema politico ed economico che non riesce a risolvere le sue contraddizioni strutturali. Questo conflitto è alimentato dalla crescente disuguaglianza economica, dalla crisi della classe media e dalla concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. La crescente polarizzazione sociale e politica non è un caso, ma una conseguenza diretta di un modello economico che esclude sempre più persone dal sogno americano, lasciando invece spazio a una ristretta élite economica e politica.
Nel contesto della criminologia, è fondamentale notare come la giustizia formale e le leggi siano spesso strumenti per proteggere i potenti, impedendo che rispondano delle loro azioni. La Trump Organization ne è un esempio lampante: pur essendo al centro di numerosi scandali legali e fiscali, i suoi vertici e i membri della sua famiglia sono riusciti, almeno fino ad oggi, a evitare conseguenze concrete. L’analisi criminologica ci permette di esaminare come le dinamiche di potere influenzino la giustizia, e come un sistema che dovrebbe garantire l'equità spesso non riesca a perseguire i responsabili di crimini legati alla corruzione e alle frodi fiscali, specialmente quando questi sono protetti da un'apparenza di legittimità.
Donald Trump, con il suo approccio pragmatico alla legge e alla politica, ha saputo sfruttare ogni lacuna nel sistema giuridico, ricorrendo alla manipolazione delle percezioni e all’inganno per preservare e accrescere il proprio potere. In questo, si inserisce un’analisi criminologica più ampia, che non si limita a osservare i singoli atti criminali, ma cerca di comprendere le condizioni sociali e politiche che consentono a tali comportamenti di prosperare. Il comportamento di Trump, così come quello dei suoi alleati e della sua famiglia, non può essere ridotto a semplici atti di corruzione, ma deve essere visto come parte di una più grande trama di disuguaglianza strutturale, di erosione delle norme democratiche e di potere assoluto.
Gli eventi che hanno caratterizzato la sua presidenza e la sua lotta per mantenere il potere sono in gran parte il prodotto di un contesto storico e socioeconomico che permette a individui come lui di prosperare. Le dinamiche di razzismo, misoginia e paura sono state sempre strumenti potenti nelle mani dei leader autoritari e sono state riproposte oggi attraverso l’uso dei social media, con un'efficacia e una rapidità senza precedenti. La violenza verbale e le minacce sono diventate una parte integrante del discorso politico, contribuendo a un ambiente in cui la verità viene costantemente messa in discussione e i fatti sono manipolati per sostenere narrative politiche estremiste.
Il caso di Trump non è dunque isolato. La sua carriera offre uno specchio delle disfunzioni del sistema capitalistico americano, che negli ultimi decenni ha visto un progressivo peggioramento delle disuguaglianze economiche e sociali. Mentre negli anni '50 e '60 il sogno americano sembrava alla portata di tutti, oggi la realtà è ben diversa. La crescente concentrazione della ricchezza e l’ascesa di una classe politica che difende gli interessi di una ristretta élite ha prodotto un ambiente favorevole alla politica di Trump, in cui la manipolazione dei sentimenti popolari e l’alimentazione delle divisioni sociali diventano strumenti di potere.
La criminologia, con il suo approccio scientifico, ci offre gli strumenti per comprendere come questo sistema di disuguaglianza e corruzione si riproduca nel tempo e come figure come Trump siano in grado di manipolare e sfruttare tale sistema. Non si tratta solo di comprendere la psicologia individuale di Trump, ma di analizzare come la sua figura e le sue azioni si inseriscano in un contesto più ampio di cambiamenti economici e sociali che hanno segnato la storia recente degli Stati Uniti. La sua ascesa al potere è il risultato di un intreccio complesso di fattori che spaziano dall’economia alla politica, dalla cultura alla giustizia.
Come Trump e i suoi alleati hanno distorto la storia della pandemia e manipolato la realtà: il caso Fauci
Nel corso dei primi mesi della pandemia di COVID-19, il presidente Donald Trump e i suoi alleati hanno avviato un'operazione di riscrittura della storia, cercando di giustificare le loro azioni e decisioni e, al contempo, demonizzando coloro che criticavano la gestione dell’emergenza sanitaria. La figura del Dr. Anthony Fauci, immunologo di fama mondiale e membro del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), è stata oggetto di un attacco diretto, dipinto come il "nemico pubblico numero uno" dalla retorica della Casa Bianca e dai media vicini all'amministrazione Trump.
Questo processo di rielaborazione storica non si è limitato a semplici dichiarazioni pubbliche, ma ha incluso anche azioni politiche concrete, come la richiesta di un'inchiesta da parte del Congresso. Trump e i suoi alleati, infatti, hanno cominciato a lodare sé stessi per la "preveggenza eroica" dimostrata durante le fasi iniziali della pandemia, ignorando o minimizzando le gravi carenze nella gestione e nella preparazione, che avrebbero poi avuto conseguenze devastanti in termini di vite perse e crisi economica. Questo contrasto tra la retorica e la realtà dei fatti ha caratterizzato l'intero arco della sua amministrazione, segnando un periodo di forte conflitto politico e ideologico.
Nel giugno 2021, un sondaggio condotto dal Washington Post e da ABC News ha evidenziato una divisione profonda tra le fazioni politiche degli Stati Uniti riguardo alla gestione della pandemia e alla vaccinazione contro il COVID-19. I dati rivelano che l'86% dei democratici aveva ricevuto almeno una dose di vaccino, contro solo il 45% dei repubblicani, con una percentuale sorprendentemente alta di elettori repubblicani che dichiaravano di non voler essere vaccinati. Questi numeri non solo mettono in evidenza il divario di fiducia tra le due fazioni politiche, ma riflettono anche l'effetto di una strategia comunicativa che ha polarizzato ulteriormente il paese, facendo della pandemia non solo una questione sanitaria, ma anche una battaglia politica.
Tuttavia, il discorso pubblico sulla pandemia non si è fermato ai semplici numeri o alle politiche sanitarie. Come sottolinea Janet McIntosh, nell'analizzare l'era Trump attraverso una lente linguistica, è emersa una vera e propria "emergenza linguistica", in cui le parole sono state usate come strumenti di manipolazione e distrazione. La retorica della Casa Bianca, infatti, ha alimentato la confusione e la sfiducia tra la popolazione, contribuendo a minare l'efficacia delle misure sanitarie e a generare un clima di sospetto nei confronti della scienza.
Questo fenomeno si inserisce in una tradizione più ampia di manipolazione delle informazioni e dei fatti, in cui la distorsione della realtà è stata una delle armi principali di Trump e dei suoi alleati. Come osservato da diversi esperti di criminologia e sociologia, tra cui Edwin M. Schur e Edwin H. Sutherland, la manipolazione delle informazioni e l'uso del potere per creare una "realtà alternativa" sono pratiche che risalgono a molto prima della pandemia, ma che sono state amplificate e perfezionate durante la presidenza di Trump. L'uso delle accuse di "fakenews" e l'attacco incessante contro i media sono diventati strumenti essenziali per consolidare il potere politico e per alimentare la divisione tra i cittadini.
Non si può negare che l’amministrazione Trump abbia avuto un impatto profondo sulla società americana, non solo dal punto di vista politico, ma anche sotto l’aspetto della cultura della verità e della percezione della realtà. Il caso di Fauci, la cui figura è stata manipolata e sfruttata per fini politici, è solo uno degli esempi di come le crisi possono essere utilizzate come occasione per ridefinire il significato di verità e responsabilità politica.
Laddove la pandemia avrebbe dovuto essere l’occasione per unire il paese contro un nemico comune, essa è stata, invece, trasformata in un’arena di lotta ideologica, dove la scienza è stata attaccata e la solidarietà sociale è stata messa in discussione. In questo contesto, il ruolo dei leader politici, dei media e degli esperti scientifici è stato decisivo. La lotta per il controllo della narrazione e della verità ha avuto e avrà probabilmente conseguenze durature per la democrazia americana, ma anche per le sue istituzioni fondamentali, come il sistema sanitario e il concetto stesso di responsabilità pubblica.
Oltre a quanto esaminato, è essenziale che i lettori comprendano la centralità della retorica politica nella formazione delle opinioni pubbliche durante una crisi globale. La polarizzazione crescente non si limita a differenze ideologiche, ma arriva a toccare la stessa percezione della realtà, e questo ha delle implicazioni dirette su come vengono affrontate le crisi future. La manipolazione delle informazioni non è solo un fenomeno mediatico o politico, ma un'arma potentissima che agisce sui meccanismi di fiducia e di solidarietà sociale, compromettendo la capacità di una nazione di rispondere collettivamente a sfide globali.
Criminalità ibrida: crimini statali e corruzione nel governo
I crimini statali includono atti politici di commissione e di omissione, ossia crimini commessi a favore dello Stato o dal governo stesso. Questi crimini, sebbene raramente vengano perseguiti secondo le leggi nazionali o internazionali, spesso beneficiano di un "insabbiamento" o di una protezione statale. Ancora più rari sono quei crimini ibridi che coinvolgono sia lo Stato che i suoi attori, come gli omicidi, le insurrezioni e le guerre civili, atti che si pongono al confine tra il diritto politico e la criminalità organizzata.
Un esempio di crimine ibrido si verifica quando un ex comandante in capo cerca di sovvertire un'elezione legittima, come nel caso del tentativo di colpo di stato ordito da Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, per annullare l'elezione di Joe Biden. Un altro tipo di crimine ibrido si osserva quando le imprese operano simultaneamente in modo legittimo e illecito. L'Organizzazione Trump, fin dal 1980, ha gestito attività criminali sotto forma di frodi fiscali a lungo termine, senza che l'IRS intervenisse. Solo nel 2021, dopo oltre 15 anni di operazioni illecite, la Trump Organization è stata accusata di frode fiscale.
La criminalità organizzata che opera all'interno di una struttura legittima può riguardare una serie di reati, dalla corruzione alla frode fiscale, dall'estorsione al riciclaggio di denaro. Questi reati sono sottoposti a leggi federali e statali, come quelle che riguardano il riciclaggio di denaro, in vigore dal 1930, le quali sono state modificate nel tempo per colpire attività illecite che alimentano futuri reati. Un esempio di tale normativa è il Title 18 U.S.C. § 1956, che punisce chiunque tenti di realizzare una transazione finanziaria con i proventi di attività criminali.
Un altro aspetto fondamentale di questa criminalità organizzata è rappresentato dalla cosiddetta "criminalità stato-corporate", un fenomeno che si verifica quando le politiche statali e le pratiche aziendali si intrecciano a beneficio reciproco, sia dal punto di vista economico che politico. La relazione tra Stato e impresa in tale contesto diventa una fonte di corruzione istituzionale. Un esempio evidente è rappresentato dall'amministrazione Trump, dove il presidente ha rifiutato di separarsi dagli affari familiari, mantenendo il controllo sull'Organizzazione Trump tramite un trust revocabile. Ciò ha permesso a Trump di continuare a trarre vantaggio dalle sue proprietà, anche mentre ricopriva il ruolo di presidente.
Un esempio di tale connivenza è l'utilizzo delle proprietà di Trump da parte dei servizi segreti degli Stati Uniti, che hanno continuato a spendere enormi somme per la protezione dell'ex presidente e della sua famiglia, con costi che superano i 300.000 dollari all'anno. Questa pratica è il risultato di una legge del 1965 che garantisce il diritto a tale protezione anche dopo il termine del mandato presidenziale, creando una continua fonte di guadagno per le sue imprese, a spese dei contribuenti.
La domanda centrale riguarda cosa accade quando una figura politica come Trump, con una ricchezza personale tra i 200 milioni e i due miliardi di dollari e un marchio altamente riconosciuto, utilizza il potere acquisito dalla sua posizione per scopi personali. La risposta si può vedere nell'escalation di abusi di potere che hanno caratterizzato la sua presidenza, culminando nell'insurrezione del 6 gennaio 2021. La manipolazione della verità, attraverso teorie del complotto e bugie di grande portata, ha reso possibile una giustificazione di atti che in altri contesti sarebbero stati considerati illegali.
La questione della criminalità ibrida, quindi, non riguarda solo le azioni individuali o i crimini statali, ma la continua intersezione tra le istituzioni politiche, il potere economico e la criminalità organizzata. Quando un governo e le sue imprese sono legati da un simile intreccio, il sistema stesso diventa vulnerabile agli abusi di potere e alla corruzione.
In tale contesto, il ruolo della legge e delle istituzioni è fondamentale, ma spesso risulta inefficace quando le leggi stesse vengono ignorate o manipolate per tutelare gli interessi dei più potenti. Ecco perché è cruciale per il cittadino comprendere l'importanza di un sistema giudiziario indipendente e di un controllo democratico efficace, senza il quale queste dinamiche di corruzione possono diffondersi e compromettere l'intero sistema politico ed economico.

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