Salim: La prima cosa che noto è che uno dei tumuli si erge completo, mentre l'altro è ancora in fase di costruzione. La cupola conica è stata edificata solo fino a poche file di mattoni sopra le finestre ad arco. I muratori hanno bisogno di più legno per erigere il ponteggio finale, ma in questa valle battuta dal vento non c’è molta legna disponibile. Dovranno cercare rifornimenti nelle foreste dell’Azerbaigian.

Abu Zayd: Cosa impari dalla cupola incompleta?

Salim: Vedo che la calotta esterna nasconde un'altra cupola. Mentre quella esterna punta verso il cielo con un angolo acuto, quella interna è più bassa e rotonda, conferendo intimità al corpo sepolto al suo interno. Perché la cupola esterna è costruita più alta? Immagino che sia per dare un aspetto più maestoso, rendendo il tumulo più visibile da lontano.

Abu Zayd: Perché potrebbe essere importante?

Salim: Posso dirti della mia esperienza. Non avevo intenzione di visitare questi tumuli, ma li ho incontrati durante il mio viaggio lungo questa via commerciale. Li ho visti da lontano, pensando che sembrassero enormi tende. Solo avvicinandomi mi sono reso conto che erano costruiti in mattoni cotti. Eppure, c'è qualcosa nell’ornamento ritmico che mi ricorda i pannelli ricamati e tessuti delle tende dei sultani Salgiuchidi e delle loro corti. Mi dicono che non amano molto le città, preferendo piuttosto piantare le tende nella campagna.

Abu Zayd: Quindi questi edifici sono come tende per i morti, che restano immutabili sotto il sole, il vento, la pioggia e la neve fino al Giorno del Giudizio?

Salim: Hai dato una forma precisa ai miei pensieri!

Abu Zayd: Ma gli uomini grandiosi che riposano nelle loro tende di mattoni hanno scelto di essere circondati dallo stesso ornamento? Ricorda cosa ti ho chiesto prima, Salim, e guarda più da vicino.

Salim: I miei occhi sono diventati pigri, vedono la foresta ma non notano gli alberi! Fammi concentrarmi di nuovo. Tornando alle mura, vedo che ogni spazio è riempito da motivi diversi, come le più fine sete prodotte sui telai di Isfahan. Nessuna è uguale all'altra. Giudico che il tumulo completato sia opera di un maestro. Il secondo somiglia più a un saggio tentativo del primo; il progetto di un brillante apprendista che rimane ancora nell'ombra del suo insegnante. Forse sono troppo severo, perché solo Allah conosce la risposta. Ma importa davvero? Il Profeta non approvava simili celebrazioni dei defunti. Sapeva che la magnificenza terrena non conta nulla alla fine.

Abu Zayd: Potresti avere ragione, mio amico, ma i muratori si preoccupano poco dei tuoi hadith, finché ci sono bei soldi da guadagnare costruendo tumuli! Aisha, puoi disegnare gli edifici usando solo le mie parole? Ho sprecato troppo tempo su questo. Se questa sera ci sarà un pasto caldo, devo uscire dalla mia umile tenda e accendere un fuoco.


Nel contesto di questi edifici, la forma e la struttura dei tumuli non sono solo una questione di estetica o di simbolismo religioso, ma rappresentano un legame profondo tra la cultura e il panorama spirituale del tempo. Questi tumuli non sono solo monumenti, ma riflettono una concezione del mondo dove l'arte, la morte e il divino si intrecciano in modo tangibile. Ogni aspetto della costruzione, dalla forma della cupola alla disposizione dei mattoni, ha un significato che va oltre la mera funzionalità: la cupola, ad esempio, non è solo una struttura architettonica, ma un simbolo di connessione tra cielo e terra, tra il visibile e l'invisibile.

Il fatto che l’opera sia incompleta o meno riflette anche l'influenza di un maestro su un apprendista. La qualità della costruzione e l'attenzione ai dettagli non sono mai casuali, ma sono il frutto di una visione che supera la semplice volontà di erigere una tomba. L'apprendista, pur riuscendo a replicare la tecnica, non possiede ancora la saggezza di chi ha creato il tumulo originale, un’idea che si riflette in ogni angolo di queste strutture.

Importante è anche la riflessione sulla morte e sul modo in cui questa viene rappresentata. I tumuli non sono solo tendenze architettoniche, ma rappresentano un luogo di resistenza contro il tempo e l’oblio. L’idea di erigere questi monumenti è, forse, un tentativo di mantenere viva la memoria di chi è sepolto, in un mondo dove tutto è destinato a perire. La differenza tra la cupola alta e quella più bassa può essere letta come una metafora della separazione tra la vita terrena e la pace eterna che si spera di raggiungere dopo la morte.

La scelta di rendere visibile il tumulo da lontano, come se fosse una tenda, conferisce al monumento una caratteristica di transitorietà, quasi come se fosse una sosta temporanea nel viaggio dell’anima. Questo contrasto tra l'impermanenza della vita e la durezza della morte rende l'edificio un simbolo di eternità, ma anche di una temporaneità, che fa riflettere su ciò che resta dopo la morte: una costruzione solida, ma non immutabile, segno della nostra stessa condizione umana.

Come la cultura islamica ha influenzato l'arte e l'artigianato attraverso i secoli: Un viaggio dal Medio Oriente alla Venezia medievale

Il viaggio di oggetti e manufatti tra diverse civiltà nel corso della storia, spesso in modo misterioso, è una testimonianza di come le culture si siano influenzate reciprocamente, portando a fusioni artistiche e culturali che hanno lasciato segni indelebili. Un esempio interessante di questo fenomeno riguarda un oggetto chiamato "ewer di al-ʿAziz", un recipiente che si crede sia stato venduto nel porto libanese di Tripoli. Sebbene manchino prove conclusive, questa vendita potrebbe spiegare come l'ewer, appartenente al califfo, sia giunto a Venezia. Questa scoperta suggerisce non solo l'importanza degli scambi commerciali, ma anche come la cultura islamica e quella occidentale abbiano cominciato a intrecciarsi fin dal Medioevo.

L'influenza della medicina greca e romana, come nel caso dell'opera di Pedanio Dioscoride, fu fondamentale per la cultura islamica. Il suo trattato, De materia medica, tradotto in arabo durante il califfato abbaside, non solo divenne un testo di riferimento, ma fu anche arricchito dalla tradizione islamica. La versione araba, risalente al 475/1083 e ora conservata nella biblioteca dell'Università di Leiden, è tra i più antichi manoscritti scientifici arabi. In questo manoscritto, che si presume sia stato illustrato a Samarcanda o Bukhara, si trova una rappresentazione dell'albero di balsamo egiziano, che produsse una resina aromatica molto apprezzata nelle medicine islamica, bizantina e cristiana. L'approfondimento di queste tradizioni mediche non solo ha permesso una continua trasmissione di conoscenza tra civiltà, ma ha anche introdotto pratiche e tecniche artistiche che continuarono a evolversi nei secoli successivi.

Nel cuore dell'Iran, i monumenti funerari della pianura di Kharraqan, costruiti dai Salgiuchidi tra l'XI e il XII secolo, rappresentano un altro affascinante esempio di come l'arte islamica si sia evoluta in relazione a pratiche architettoniche e artistiche. Questi mausolei, caratterizzati da una pianta ottagonale e decorazioni di mattoni disposti in motivi geometrici, dimostrano un legame visivo tra le strutture funerarie e gli accampamenti temporanei dei Salgiuchidi, che vivevano in tende. Questo stile artistico non solo rifletteva la vita quotidiana della nobiltà dell'epoca, ma esprimeva anche un legame profondo tra la cultura del nomadismo e quella urbana.

Un altro esempio di arte islamica che ha influenzato l'Occidente è il Sudario di San Josse, custodito oggi nel Museo del Louvre di Parigi. Questo prezioso pezzo di seta, originariamente donato all'Abbazia di San Josse da Étienne de Blois, un cavaliere crociato, è un esempio straordinario di come i manufatti tessili islamici venissero scambiati e utilizzati anche in Europa. La sua provenienza è legata alla dinastia samanide, e la sua decorazione include iscrizioni in caratteri kufici che rappresentano il legame tra l'arte islamica e quella medievale europea. Il Samite, tessuto ricco di seta, fu un elemento di prestigio in Europa per i paramenti ecclesiastici, mostrando come l'arte islamica e quella cristiana si influenzassero a vicenda.

In Herat, un'importante città dell'Afghanistan nel XII secolo, la produzione di metallo decorato divenne un simbolo di maestria artigianale. Il cosiddetto "secchio Bobrinski" è uno degli esempi più rappresentativi di questa tradizione, con la sua ornamentazione epigrafica e le figure umane che si snodano lungo il corpo del recipiente. Un aspetto interessante di questo oggetto è l'iscrizione che ne riporta la data di produzione e i nomi dei committenti, tra cui commercianti influenti. Questo secchio non solo testimonia l'abilità artigianale, ma anche il crescente potere della classe mercantile in un'epoca dominata da élite regali.

Tutti questi esempi illustrano l'incredibile ricchezza culturale e artistica che è emersa dal contatto tra diverse civiltà. Le opere prodotte in questo periodo non sono solo testimonianze di abilità artigianali, ma riflettono anche i cambiamenti sociali e politici in atto. La produzione di opere d'arte, che spaziava dall'architettura alla tessitura e alla lavorazione dei metalli, era legata non solo a motivi religiosi, ma anche a un crescente senso di identità culturale, spesso espresso attraverso simboli e iscrizioni che univano diverse tradizioni artistiche.

Importante per il lettore è comprendere che ogni oggetto, ogni manufatto, non è solo una mera espressione estetica, ma anche una finestra sulle dinamiche politiche, economiche e sociali del periodo in cui è stato creato. Gli scambi tra oriente e occidente, la circolazione delle conoscenze e delle tecniche artistiche, contribuirono a un arricchimento reciproco che ha avuto un impatto duraturo sull'arte e sulla cultura. Il passaggio di manufatti da una regione all'altra, come l'ewer al califfo o il Samite, ci offre una visione più ampia delle interconnessioni globali già presenti nei secoli passati, molto prima che il termine "globalizzazione" fosse utilizzato.