La progettazione del sistema di ascensori di un edificio dipende da numerosi fattori. Questi includono il numero di piani, le diverse popolazioni che occuperanno i vari piani, la posizione di spazi a uso speciale come mense, e il tipo di occupazione per cui l'edificio è destinato. Un edificio a uso aziendale o con un unico inquilino, per esempio, potrebbe richiedere un sistema di ascensori diverso rispetto a un edificio con più inquilini.

I consulenti di trasporto verticale e i produttori di ascensori sviluppano le densità di popolazione in base allo spazio utilizzabile in un edificio e all'analisi delle popolazioni reali in edifici simili. Le stime indicano che, per ogni 14-15 m² di spazio utilizzabile, si può considerare un occupante. Tuttavia, spazi speciali come le sale di trading possono essere molto più densamente occupati, con una media di 6,5 m² per persona. È importante sottolineare che la densità di popolazione per i calcoli degli ascensori è diversa da quella utilizzata nei calcoli dei carichi HVAC, poiché questi ultimi si basano sul numero massimo di persone che si troveranno in uno spazio limitato, non su una popolazione distribuita su più piani.

Le densità previste per gli edifici in Europa e Asia sono generalmente superiori rispetto agli Stati Uniti, dove il lavoro di ciascun occupante tende a occupare una superficie maggiore. Per esempio, nel calcolo dei carichi HVAC per spazi per uffici generali, si assume che una persona occupi circa 9,3 m², mentre per il calcolo degli ascensori si considera una densità di una persona ogni 150-160 ft² (14-15 m²) di spazio utilizzabile.

Per determinare il numero iniziale di ascensori necessari in un edificio, si utilizzano alcune "regole generali" che un architetto può seguire durante la progettazione concettuale. Queste suggeriscono che, per ogni 3700-4600 m² di spazio lordo, è necessario un ascensore. Inoltre, in media, un ascensore può servire circa 225-250 occupanti. Tuttavia, tali stime sono solo indicative, e una valutazione più accurata dovrebbe essere eseguita da un consulente di ascensori mediante un'analisi del traffico.

Una volta determinata la popolazione dell'edificio, il consulente può configurare il sistema, definendo il numero di ascensori, i piani che devono servire, la velocità degli ascensori e la dimensione della cabina in base agli standard accettati. Alcuni degli aspetti principali da considerare per un banco di ascensori includono: la capacità di movimentare una percentuale della popolazione totale in 5 minuti, e l'intervallo medio, ovvero il tempo che un ascensore impiega per partire dal piano principale durante il periodo di maggiore afflusso, che solitamente si verifica nelle prime ore del mattino.

La capacità di movimentazione per un edificio per uffici di solito varia dal 12,5% al 15%, con la percentuale inferiore che è accettabile per un edificio a più inquilini, mentre la più alta è quella standard per un edificio occupato dal proprietario. Inoltre, gli edifici occupati dal proprietario tendono a richiedere tempi di attesa più brevi, con un intervallo medio di 25 secondi o meno, rispetto agli edifici con più inquilini, dove il tempo massimo accettabile è di 30 secondi.

Questi parametri di performance sono cruciali per il design ottimale degli ascensori. Gli assunti necessari per determinare la capacità di movimentazione e l’intervallo di tempo includono il numero di occupanti che utilizzeranno gli ascensori durante l'ora di punta, la quantità di persone per ciascun viaggio, il numero di ascensori nel banco e la velocità di viaggio. Le analisi del traffico vengono effettuate iterativamente per ottimizzare la configurazione del sistema, che può includere la modifica del numero di ascensori, la loro velocità, e i piani serviti da ciascun ascensore.

Nei grattacieli commerciali, è necessario l'utilizzo di più banchi di ascensori per soddisfare i criteri di capacità di movimentazione e intervallo di tempo. Esistono anche standard specifici che determinano la configurazione degli ascensori, come la dimensione della piattaforma, che per gli edifici di prima classe negli Stati Uniti deve variare tra 1600 e 1800 kg, con una larghezza maggiore rispetto alla profondità, per facilitare l'ingresso e l'uscita dei passeggeri. È anche importante che la capacità di movimentazione e i tempi medi di attesa siano relativamente uguali tra i vari banchi di ascensori, senza che la differenza tra due banchi superi il 10%.

Nel caso di edifici che richiedono una maggiore capacità di trasporto, come quelli molto alti o megagrattacieli, sono state sviluppate configurazioni innovative. Una di queste prevede l'utilizzo di un "sky lobby", dove ascensori ad alta velocità trasportano i passeggeri dal piano di ingresso a un piano intermedio, per poi trasferirli a un altro ascensore che raggiunge i piani superiori. Un'altra opzione innovativa è quella degli ascensori a doppio ponte, che consentono il trasporto di più passeggeri per ogni viaggio.

Queste soluzioni speciali sono necessarie per affrontare le sfide uniche dei grattacieli più alti, dove la tradizionale configurazione degli ascensori non sarebbe sufficientemente efficiente. In ogni caso, la scelta finale della configurazione degli ascensori dipende da un equilibrio tra i vari parametri di traffico, la disposizione degli spazi e le necessità specifiche del progetto.

Come si progetta un sistema di ascensori per edifici residenziali alti e superalti?

Nell’architettura contemporanea dei grattacieli residenziali, l’ascensore non è più soltanto un mezzo di trasporto verticale, ma una parte integrante dell’identità architettonica e funzionale dell’edificio. Ogni tipologia di residenza — appartamenti serviti, condomìni di proprietà stagionale o multiproprietà — impone un diverso approccio progettuale al sistema di ascensori. La progettazione deve rispondere non solo alle esigenze di efficienza, ma anche a criteri di prestigio, sicurezza e comfort psicologico dei residenti.

Negli edifici supertall, come il Burj Khalifa, l’introduzione di livelli “sky lobby” costituisce una soluzione magistrale al problema della distribuzione verticale. Questi spazi intermedi suddividono l’edificio in più sezioni, ognuna servita da ascensori locali che si collegano a navette express tra il piano terra e la sky lobby. Tale configurazione riduce significativamente i tempi d’attesa e di percorrenza, oltre a consentire la creazione di zone abitative con caratteristiche e qualità differenti. La hall principale e i sistemi di ascensori diventano così la soglia simbolica di ogni residenza, espressione coerente della sua posizione di mercato e del linguaggio architettonico complessivo.

Le prestazioni del sistema di trasporto verticale devono riflettere il livello del complesso immobiliare. La configurazione ottimale si definisce sulla base del picco di traffico del tardo pomeriggio, quando i residenti rientrano o escono per le attività serali. Da questi dati derivano gli intervalli medi, la capacità di gestione e il numero di cabine necessarie. L’obiettivo è garantire tempi d’attesa coerenti con la qualità e la posizione della proprietà, senza sacrificare il comfort o la privacy.

La sicurezza dei residenti impone soluzioni separate per i diversi flussi: ascensori dal parcheggio alla lobby principale, sistemi indipendenti per il personale di servizio o per le consegne, e percorsi dedicati ai visitatori. Nei complessi più esclusivi, dove l’ascensore si apre direttamente nell’abitazione, la sua affidabilità e il suo silenzio diventano elementi imprescindibili di valore. Ascensori dedicati consentono anche l’accesso discreto ai piani attici, ai servizi tecnici o alle aree comuni, evitando intersezioni indesiderate tra spazi pubblici e privati.

Gli ascensori di servizio assumono un ruolo cruciale nei trasferimenti e nei movimenti di grandi oggetti. Questi impianti, dotati spesso di doppio accesso — frontale verso il corridoio residenziale e posteriore verso il livello di carico — devono essere progettati per garantire comfort termico e acustico, anche in prossimità di aree non climatizzate. Le norme impongono che possano accogliere barelle o oggetti voluminosi, ma nei complessi di alta gamma si estende questo requisito fino alla movimentazione di pianoforti o arredi di grande pregio.

Uno degli aspetti più delicati è la gestione del rumore e delle vibrazioni. L’ascensore che attraversa un edificio alto può generare fastidiosi effetti acustici dovuti al vento o al moto dell’aria nei condotti verticali. Per questo motivo, la collaborazione con consulenti acustici è indispensabile per isolare le macchine di sollevamento e i quadri di controllo. Le sale macchine devono essere accessibili senza interferire con le unità abitative, e la loro collocazione richiede attenzione non solo funz

Quale sistema HVAC è più adatto agli edifici residenziali ad alta quota?

Nei complessi residenziali a molti piani, la scelta del sistema HVAC incide in modo determinante sull’efficienza energetica, sulla qualità del comfort termico e sulla gestione dei costi. I sistemi più frequentemente adottati si distinguono in configurazioni a due o quattro tubi, oltre a varianti ibride come le pompe di calore ad acqua di condensazione. La loro implementazione richiede un’attenta analisi in funzione della flessibilità operativa, del carico termico e delle esigenze individuali delle unità abitative.

Il sistema fan-coil a quattro tubi è il più avanzato in termini di controllo climatico personalizzato. Ogni unità residenziale può simultaneamente riscaldarsi o raffreddarsi indipendentemente dalle altre, grazie a circuiti separati per l’acqua calda e refrigerata. Ciò consente, ad esempio, che un residente utilizzi il riscaldamento mentre un altro, nella stessa colonna impiantistica, opti per il raffrescamento. L’aria viene distribuita per mezzo di condotti regolati da serrande manuali, mentre un singolo termostato gestisce la temperatura interna. L’aria esterna è canalizzata in ciascuna residenza, e i refrigeratori e le caldaie possono essere collocati su livelli tecnici dedicati. La temperatura dell’acqua refrigerata è generalmente mantenuta tra 13°C e 15,5°C per evitare la necessità di installare drenaggi di condensa in ogni fan-coil.

Nel confronto, il sistema a due tubi con fan-coil è una soluzione economicamente più vantaggiosa per gli sviluppatori. Tuttavia, l’evidente risparmio iniziale comporta una perdita significativa in termini di flessibilità operativa. In questo caso, il sistema è in grado di distribuire solo acqua calda o refrigerata, ma non entrambe contemporaneamente. Il passaggio tra le due modalità deve essere effettuato stagionalmente, manualmente o tramite valvole elettriche. Anche se le stanze sono dotate di unità simili a quelle del sistema a quattro tubi, la mancanza di indipendenza nel controllo climatico può diventare un limite rilevante, specialmente in edifici con orientamenti misti o esposizioni termiche disomogenee.

Una soluzione intermedia, largamente adottata nei grattacieli residenziali di media e alta altezza, è il sistema a pompa di calore ad acqua. Si tratta ancora di un sistema a due tubi, ma con caratteristiche ibride: l’acqua del circuito viene mantenuta a temperature comprese tra 15,5°C e 32°C e fatta circolare continuamente attraverso colonne montanti. Ogni unità abitativa dispone di una pompa di calore individuale, dotata di compressore, che può prelevare o cedere calore all’acqua di condensazione in base alla richiesta. Grazie a questa configurazione, il sistema può fornire simultaneamente riscaldamento e raffrescamento, finché la maggior parte delle unità non richiede lo stesso servizio termico. Il vantaggio aggiuntivo risiede nella possibilità di attribuire una quota maggiore dei costi energetici direttamente ai residenti.

Le scelte progettuali devono tener conto non solo delle prestazioni operative, ma anche della manutenzione, della rumorosità, del recupero di calore e della semplicità di controllo. I fan-coil possono essere configurati in sistemi VVT (Variable Volume Terminal), in cui i volumi d’aria per ogni ambiente sono regolati da terminali a volume variabile. Il termostato rimane unico, ma la distribuzione è più raffinata e adattabile. Gli impianti devono includere anche sistemi di ventilazione controllata, con l’aria esterna trattata e convogliata direttamente in ogni unità. Quando si prevede la ventilazione naturale, l’installazione di sensori di apertura finestra che disattivano i fan-coil rappresenta una misura utile per evitare sprechi energetici.

L’espulsione dell’aria esausta dai bagni avviene verticalmente mediante sub-duct collegati a un ventilatore ausiliario sul tetto, attivato tramite l’interruttore della luce. Le cappe delle cucine operano secondo lo stesso principio, ma in modo automatico. Questi dettagli rivelano l’importanza della progettazione impiantistica integrata per garantire un ricambio d’aria adeguato e controllato.

In termini normativi, i termostati nelle abitazioni in edifici alti devono rispettare criteri precisi. Devono prevedere punti di settaggio numerici in °F e °C, limiti di regolazione per impedire modifiche fuori dall’intervallo di comfort (±3°C) accessibili solo al personale autorizzato, e almeno quattro intervalli di setpoint differenti ogni 24 ore. Le funzioni di accensione e spegnimento automatico devono essere garantite da timer programmabili, sensori di presenza o interruttori temporizzati manuali. Questi dispositivi non devono tuttavia controllare direttamente la ventilazione dell’aria esterna, che deve essere gestita separatamente per garantire il purge iniziale dell’ambiente.

Infine, per rispettare gli standard minimi di ventilazione ASHRAE 62.1, i valori calcolati del flusso d’aria devono essere confrontati con i requisiti normativi: per esempio, 4 persone in 40 m² richiedono almeno 62 cfm, secondo la somma di un flusso per persona e uno per superficie. In caso di ventilazione naturale, l’efficacia del flus

Come le condizioni climatiche influenzano l’effetto camino negli edifici alti

L’effetto camino è un fenomeno fisico che si manifesta in modo significativo negli edifici alti, dove le differenze di pressione tra l’interno e l’esterno variano con l’altezza della struttura, influenzando il movimento dell’aria attraverso l’edificio. Nei climi umidi e caldi, come quello di Bangkok, la variazione delle temperature stagionali è minima: le temperature invernali si aggirano attorno ai 27°C, mentre quelle estive raggiungono circa 29°C. Questa somiglianza mantiene costante l’effetto camino durante tutto l’anno, poiché l’aria esterna rimane più calda rispetto all’interno. Di conseguenza, la pressione interna diminuisce con l’aumentare dell’altezza, generando un flusso d’aria ascendente relativamente stabile tra estate e inverno. Parallelamente, la velocità del vento aumenta drasticamente con l’altezza, passando da circa 8 km/h al livello del suolo a oltre 35 km/h in cima all’edificio, mentre la densità dell’aria diminuisce leggermente. Questo incremento di velocità del vento ai livelli superiori determina una maggiore pressione aerodinamica sulla facciata, un aspetto fondamentale che architetti e ingegneri devono considerare per garantire la stabilità e la funzionalità delle superfici esterne.

Diversa è la situazione a Dubai, caratterizzata da un clima caldo e arido, dove l’effetto camino risente in modo marcato delle condizioni ambientali più estreme. Durante l’estate, le temperature esterne superano abbondantemente quelle interne, ma il fattore predominante è l’umidità relativa estremamente bassa, mediamente intorno al 9%. Tale aridità incide profondamente sull’effetto camino, modificando la temperatura dell’aria al vertice di un edificio di 600 metri, che può variare da 26°C a 28°C con un aumento dell’umidità al 60%. L’aria secca tende a raffreddarsi meno efficacemente, riducendo la differenza di pressione interna ed esterna e alterando i flussi d’aria interni. Nei mesi più freddi, invece, la temperatura esterna scende sotto quella interna, invertendo parzialmente la direzione del gradiente di pressione, con una diminuzione della pressione interna verso l’alto. Questi effetti dinamici, fortemente influenzati dall’umidità, impongono agli specialisti del settore una progettazione attenta degli involucri edilizi e dei sistemi di ventilazione, per mitigare le perdite energetiche e assicurare il comfort degli ambienti.

Nei climi temperati come quello di Pechino, la variabilità stagionale delle temperature è più accentuata: in estate si registrano valori esterni intorno a 35°C, mentre in inverno si scende anche a –9°C. Questi sbalzi termici generano variazioni considerevoli nella pressione interna rispetto all’esterno lungo l’altezza dell’edificio, accentuando l’effetto camino e influenzando notevolmente i flussi d’aria. Durante l’estate, l’aria più calda all’esterno spinge verso l’interno causando una pressione superiore alla base dell’edificio, mentre in inverno il fenomeno si inverte. La velocità del vento si mantiene costante lungo l’altezza, ma la pressione totale diminuisce progressivamente dal basso verso l’alto, con impatti evidenti su sistemi di chiusura, porte degli ascensori e sulla distribuzione termica interna. Questi fattori devono essere valutati con estrema precisione per evitare problemi funzionali e aumentare l’efficienza energetica dell’edificio.

L’effetto camino, quindi, è una forza naturale che interagisce complessamente con le condizioni climatiche specifiche di ogni località, influenzando la pressione dell’aria interna, la velocità del vento sulle superfici esterne e, di conseguenza, il comportamento generale degli edifici alti. Gli elementi chiave da considerare sono la temperatura esterna e interna, l’umidità relativa, la velocità del vento e l’altitudine rispetto al livello del mare, poiché ciascuno modifica in modo sinergico il bilancio di pressione e la circolazione d’aria. La progettazione architettonica e ingegneristica deve quindi integrare questi parametri climatici e fisici per prevenire effetti indesiderati quali infiltrazioni d’aria incontrollate, malfunzionamenti di porte e sistemi di ventilazione, o incrementi inutili del carico termico.

Oltre agli aspetti climatici, è cruciale comprendere come l’interazione tra stack effect e pressione del vento influenzi la stabilità degli involucri edilizi, soprattutto nelle porzioni più elevate degli edifici dove le forze del vento sono amplificate. La gestione integrata di questi fenomeni permette non solo di ottimizzare il comfort interno ma anche di ridurre i consumi energetici, evitando dispersioni di calore in inverno o ingressi di aria calda in estate. La valutazione dettagliata di questi parametri diventa imprescindibile nei grattacieli e nelle strutture supertall, dove la complessità dei flussi d’aria si traduce in sfide ingegneristiche complesse.

Il lettore dovrebbe inoltre considerare come i materiali dell’involucro e la presenza di aperture influenzino ulteriormente il bilancio delle pressioni. Le superfici permeabili o non ermetiche accentuano l’effetto camino, amplificando i flussi d’aria indesiderati, mentre soluzioni progettuali mirate possono modulare il fenomeno, ad esempio tramite sistemi di ventilazione controllata o barriere d’aria. Infine, il controllo dell’umidità, spesso sottovalutato, è un elemento determinante nel modificare la densità dell’aria e le temperature interne, influenzando la pressione e i movimenti d’aria in modo non lineare.