L'effetto Rashba spin-orbitale (RSOI) ha un impatto significativo sulla propagazione degli elettroni all'interno di circuiti a bassa dimensione. In particolare, quando si considera un circuito con un contatto ferromagnetico o un gate, gli elettroni con spin diverso possono essere riflessi in modo diverso, alterando così la forma della funzione d'onda all'interno del circuito. Se un elettrone con spin-up incontra una barriera, come un contatto ferromagnetico, la sua funzione d'onda non avrà la forma di un'onda piana, ma si trasformerà in un'onda stazionaria. In questo caso, l'orientamento di spin dell'elettrone, insieme alla sua onda associata, determinerà il comportamento complessivo della funzione d'onda nel circuito. La funzione d'onda risultante si presenta come una combinazione di termini di tipo esponenziale, che riflettono la natura periodica e interferente delle onde.

Se si considerano due stati di energia identica E, la RSOI causa una differenza nei vettori d'onda, che sono espressi da k1 = k0 + √kδ e k2 = k0 − kδ, con l'energia E determinata dalla relazione m∗ α² + 2mE. Questa differenza nei vettori d'onda comporta una separazione nelle orientazioni di spin degli elettroni, portando a una distribuzione delle probabilità di trasmissione e riflessione che dipende dalla direzione del circuito e dai parametri del sistema, come il coefficiente Rashba α.

Inoltre, se gli elettroni vengono riflessi a causa di un contatto ferromagnetico o di un gate, la forma della funzione d'onda cambia notevolmente. La funzione d'onda risultante, in particolare, diventa una combinazione di onde stazionarie che dipendono dal parametro αL1, che è direttamente legato all'intensità dell'effetto Rashba. La riflessione differenziata degli elettroni spin-up e spin-down è un aspetto cruciale di questi dispositivi, poiché determina la capacità del sistema di filtrare o manipolare gli stati di spin.

L'analisi dei circuiti con una struttura Rashba richiede un'attenzione particolare alle condizioni al contorno. In uno scenario in cui il circuito è incrociato da più circuiti, la continuità della funzione d'onda e la conservazione della densità di corrente sono essenziali per determinare il comportamento complessivo del sistema. Le condizioni al contorno impongono che le funzioni d'onda siano continue attraverso l'intersezione dei circuiti e che la densità di corrente sia conservata. Queste condizioni sono governate dalle relazioni di commutazione che definiscono la conservazione dell'energia e la dinamica delle onde stazionarie.

Nel caso di una struttura di svolta semplice, dove un elettrone incidente con una certa energia E entra in un circuito, si osserva che le onde riflesse sono assenti, indipendentemente dall'angolo di svolta del circuito. Questo fenomeno è un risultato diretto della simmetria della struttura e della natura delle onde stazionarie che si generano a causa dell'interferenza tra i diversi stati di spin. In questa configurazione, gli elettroni si separano in due onde, una associata alla componente spin-up e l'altra alla componente spin-down, e la probabilità di trasmissione di ciascuna onda è distribuita equamente tra le due. Quando si considera una direzione di spin specifica, come quella lungo l'asse x positivo, le probabilità di trasmissione T21 e T22 mostrano un comportamento periodico in funzione del coefficiente Rashba α.

Un altro aspetto interessante della struttura Rashba è l'effetto che un contatto ferromagnetico può avere sul comportamento degli elettroni nel circuito. Se un contatto ferromagnetico polarizzato spin-up è posto in uno dei circuiti, questo dispositivo agisce come un filtro spin-polarizzato, permettendo il passaggio completo degli elettroni spin-up e impedendo il passaggio degli elettroni spin-down. La presenza di questo tipo di contatto altera la trasmissione e la riflessione degli elettroni nel circuito, poiché le proprietà spin-polarizzate del materiale ferromagnetico impediscono agli elettroni con spin opposto di attraversare il circuito. La struttura di questi dispositivi offre numerose possibilità per la manipolazione e il controllo del flusso di corrente in base allo spin degli elettroni, rendendoli ideali per applicazioni in dispositivi spintronici avanzati.

L'importanza dell'effetto Rashba nella progettazione di circuiti quantistici a bassa dimensione non può essere sottovalutata, in quanto fornisce un mezzo per manipolare direttamente le proprietà di spin degli elettroni, migliorando l'efficienza e il controllo nei dispositivi. La comprensione di come i vettori d'onda e le orientazioni di spin interagiscono all'interno di strutture circuitali è cruciale per lo sviluppo di dispositivi elettronici e spintronici di nuova generazione, che sfruttano sia la carica che lo spin degli elettroni per ottimizzare le prestazioni e ridurre il consumo energetico.

Perché i dispositivi basati sul carbonio potrebbero rivoluzionare l'elettronica?

La sfida principale dei dispositivi basati sul carbonio è la difficoltà di integrarli in circuiti su larga scala, come avviene con i dispositivi a base di silicio. Tuttavia, sono emersi recentemente il transistor a effetto di campo a nanotubi di carbonio (CNTFET) e il transistor a effetto di campo a nastri di grafene (GNRFET). Il grafene, in particolare, ha attirato un'attenzione crescente dopo la scoperta che strati singoli o pochi strati di grafene potevano essere prodotti relativamente facilmente attraverso l'esfoliazione meccanica del grafite o riscaldando il carburo di silicio (SiC). La struttura atomica del grafene, disposta in un reticolo esagonale, offre una disposizione unica che consente un comportamento elettronico eccezionale.

La struttura elettronica del grafene si distingue per la sua dispersione lineare, che rende gli elettroni e le lacune simili a particelle relativistiche, descrivibili dall'equazione di Dirac per particelle con spin 1/2. Questa proprietà porta a fenomeni come l'effetto Hall quantistico anomalo e la quantizzazione metà-intera della conducibilità di Hall, effetti che si osservano anche a temperatura ambiente.

Un aspetto cruciale del grafene e dei nanotubi di carbonio è la loro struttura elettronica a bassa energia, che implica che i quasiparticelle nel grafene si comportano in modo significativamente diverso rispetto ai semiconduttori convenzionali. L'effetto Hall quantistico, ad esempio, può essere osservato anche a temperatura ambiente, mentre in altri materiali semiconduttori questo fenomeno è confinato a temperature estremamente basse.

Il nanotubo di carbonio, che può essere considerato come un nastro di grafene arrotolato in un cilindro, presenta caratteristiche elettroniche affascinanti. La struttura elettronica di un nanotubo di carbonio dipende dalla sua geometria, in particolare dalla coppia di numeri interi (n, m) che definiscono il vettore chirale. Questo processo di arrotolamento porta alla formazione di nanotubi metallici o semiconduttori, a seconda delle condizioni di quantizzazione del momento lungo la circonferenza del nanotubo. I nanotubi metallici sono dotati di una caratteristica struttura a due degenerazioni, mentre i nanotubi semiconduttori, che sono più rari, mostrano una bandgap che dipende inversamente dalla larghezza del nastro di grafene.

La natura unidimensionale degli stati elettronici nei nanotubi di carbonio porta a una nuova forma di resistenza quantizzata, che si verifica a causa dell'interazione tra gli elettroni confinati nel nanotubo e gli elettrodi metallici tridimensionali. Questo fenomeno si traduce in una resistenza di contatto quantizzata, che dipende dal numero di modalità che possono trasportare la corrente attraverso il nanotubo. Questo tipo di resistenza è una caratteristica distintiva dei CNTFET, poiché la struttura a unidimensione consente una trasmissione quasi perfetta degli elettroni, riducendo al minimo la dispersione di energia. I nanotubi di carbonio presentano una mobilità dei portatori di carica che è fino a 1000 volte superiore rispetto al silicio, un aspetto che li rende particolarmente promettenti per dispositivi elettronici ad alte prestazioni.

Un'altra caratteristica interessante dei CNTFET è la loro capacità di mantenere una bassa dispersione, anche a temperature più elevate, a causa della natura unidimensionale della loro struttura. La mobilità degli elettroni in un CNT rimane alta anche a temperatura ambiente, una caratteristica che li distingue dai tradizionali semiconduttori, in cui la dispersione aumenta con l'aumento della temperatura. Inoltre, i nanotubi di carbonio sono in grado di sostenere un trasporto ballistico su lunghe distanze (fino a 100 nm), prima che avvenga un significativo scattering.

Anche la diffusione inelastiche, come quella causata dai fononi ottici e dal fenomeno di eccitazione d'impatto, diventa importante quando l'energia degli elettroni aumenta. I processi di eccitazione d'impatto sono particolarmente efficienti nei CNT, con una probabilità di eccitazione che è circa quattro ordini di grandezza più alta rispetto ai semiconduttori convenzionali. Questo rende i CNT particolarmente adatti per applicazioni in cui si desidera un'elevata efficienza di trasporto dell'elettricità e una bassa dissipazione di energia.

Nel contesto dei transistor a effetto di campo a nanotubi di carbonio (CNTFET), il ruolo fondamentale del nanotubo è quello di fungere da canale per il flusso di corrente. I primi CNTFET sono stati sviluppati nel 1998 e presentano numerosi vantaggi rispetto ai tradizionali dispositivi a base di silicio. La piccola dimensione del nanotubo consente un accoppiamento ottimale tra il gate e il canale, riducendo significativamente gli effetti di corto canale. Inoltre, la superficie liscia del nanotubo elimina la possibilità di scattering causato da difetti superficiali, un problema comune nei dispositivi convenzionali. L'alto accoppiamento e la bassa dispersione nel CNT rendono il CNTFET una delle soluzioni più promettenti per la miniaturizzazione dei circuiti elettronici, anche se l'integrazione su larga scala rimane una sfida.

Tuttavia, sebbene il CNTFET offra vantaggi significativi in termini di prestazioni, la realizzazione pratica di questi dispositivi su larga scala presenta ancora difficoltà. La precisione nell'orientamento e nella selezione dei nanotubi, nonché l'integrazione efficiente con altri componenti elettronici, sono ostacoli che devono essere superati per sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia. L'evoluzione dei processi di fabbricazione e il miglioramento della qualità dei nanotubi sono aspetti cruciali per il futuro sviluppo dei CNTFET come alternativa ai tradizionali transistor a base di silicio.