La separazione tra dinamica e algebra è sempre più evidente nel recente approccio algoritmico alle matrici di connessione proposto da Harker et al. [21, 46]. In effetti, la separazione tra dinamica e algebra consente agli autori in [21, 44, 46] di impostare la definizione di una matrice di connessione di una decomposizione di Morse seguendo una sequenza di passaggi. Sebbene qui vengano omessi alcuni dettagli tecnici, il processo può essere descritto come segue: (i) Considerare una decomposizione di Morse M:={Mp}pPM := \{M_p\}_{p \in P} dello spazio delle fasi, indicizzata da un poset PP. (ii) Per ogni insieme discendente IPI \subset P, considerare l'attrattore associato MIM_I, costituito da punti su traiettorie i cui insiemi limite si trovano in pIMp\bigcup_{p \in I} M_p, e costruire un vicinato attrattore NIN_I in modo che la mappa INII \to N_I sia un omomorfismo di reticoli. (iii) Sotto alcune ipotesi di regolarità, la famiglia di vicinati attrattori {NI}\{N_I\} del passo (ii) induce un complesso di catene filtrato da PP. (iv) La matrice di connessione di MM è un oggetto algebrico associato a un complesso di catene filtrato da un poset, in particolare con il complesso di catene filtrato da PP del passo (iii). Come diventerà chiaro successivamente, i risultati presentati qui permettono di semplificare questo processo eliminando sostanzialmente il passo (ii). Questo aspetto sarà descritto in dettaglio nella sezione successiva, così come nel Capitolo 2.

La teoria di Conley, in particolare attraverso le matrici di connessione, è uno strumento estremamente utile nello studio qualitativo dei sistemi dinamici. Tuttavia, per applicarla, è necessario disporre di un sistema dinamico ben definito su uno spazio metrico compatto. Questo non è il caso quando il sistema dinamico è rappresentato solo tramite un insieme finito di campioni, come nel caso delle serie temporali raccolte da osservazioni o esperimenti. Lo studio dei sistemi dinamici noti solo dai campioni è diventato una parte fondamentale del campo in rapida espansione della scienza dei dati. In questo contesto, una generalizzazione della teoria di Morse presentata da Robin Forman [19] si rivela particolarmente fruttuosa. Nella sua generalizzazione, la varietà liscia è sostituita da un complesso CW finito e il campo vettoriale gradiente della funzione di Morse dal concetto di campo vettoriale combinatorio. Queste strutture possono essere facilmente costruite dai dati e analizzate mediante la teoria di Morse combinatoria, o anche detta teoria di Morse discreta, proposta da Forman. Recentemente, i concetti di insieme invariato isolato e indice di Conley sono stati estesi a questo contesto combinatorio [5, 25, 30, 35, 38]. In questo libro, estendiamo queste idee costruendo matrici di connessione di una decomposizione di Morse di un campo multivettoriale combinatorio. Per ottenere questo, è necessario modificare la sequenza di creazione della matrice di connessione, poiché nel caso combinatorio, e persino nel caso di un multifluo, il passo (ii) non può essere completato in generale. Per superare questa difficoltà, allarghiamo il poset originale per garantire l'esistenza della necessaria reticolazione di vicinati attrattori. Gli elementi aggiunti vengono poi rimossi introducendo una certa equivalenza nella categoria dei complessi di catene filtrati da poset con una struttura di poset variabile. Un beneficio collaterale di questo approccio è la riduzione della sequenza, eliminando il passo (ii). Tale semplificazione è possibile poiché, sotto il poset esteso, il complesso di catene filtrato del passo (iii) può essere ottenuto direttamente dalla decomposizione di Morse tramite una partizione associata dello spazio delle fasi indicizzato dal poset esteso. Sebbene la motivazione principale del nostro libro sia l'adattamento della teoria delle matrici di connessione al contesto combinatorio dei campi multivettoriali, riteniamo che l'approccio presentato possa avere un potenziale più ampio.

Formalmente parlando, le matrici di connessione sono oggetti puramente algebrici e sono presentate in questo modo fin dall'inizio. Tuttavia, nei lavori iniziali, esse sono fortemente legate alle considerazioni dinamiche. In particolare, il concetto importante di unicità e non unicità è trattato esclusivamente attraverso la dinamica sottostante. Come già accennato, il distacco tra algebra e dinamica è iniziato con Robbin e Salamon [44] e risulta ancora più marcato in Harker et al. [21]. Tuttavia, per quanto ne sappiamo, finora non è stata fornita una definizione puramente algebrica di unicità. Harker et al. [21] dimostrano che due matrici di connessione dello stesso complesso di catene filtrato sono coniugate tramite un isomorfismo filtrato. Chiaramente, questo non è il concetto di unicità utilizzato nel contesto della dinamica. Nel nostro approccio, proponiamo una più forte equivalenza algebrica delle matrici di connessione, che permette complessi di catene filtrati senza una matrice di connessione unica. In questo modo, la teoria proposta delle matrici di connessione per campi multivettoriali combinatori consente di provare un importante nuovo risultato: l'unicità delle matrici di connessione per i campi vettoriali combinatori Forman gradienti, basata esclusivamente sulla sopra citata nozione più forte di equivalenza.

Riteniamo che il distacco dalla dinamica nella teoria delle matrici di connessione giustifichi gli sforzi, poiché potrebbe portare a applicazioni in nuovi campi. Il potenziale di applicazioni nell'analisi topologica dei dati è già stato discusso in [21], e i legami tra le matrici di connessione e la topologia persistente sono visibili anche in [13]. Inoltre, i campi vettoriali combinatori sono stati utilizzati con successo nello studio di problemi sia algebrici che combinatori [22, 27, 45]. Infine, i campi multivettoriali combinatori consentono di costruire esempi di una varietà di fenomeni dinamici complessi in modo diretto. Speriamo quindi che i risultati di questo libro rendano i metodi topologici in dinamica, e in particolare il concetto di matrici di connessione, più accessibili a un pubblico matematico più ampio.

Qual è la relazione tra flussi combinatori e complessi di Lefschetz?

L'analisi dei flussi combinatori e la loro connessione con i complessi di Lefschetz ha ricevuto molta attenzione in contesti di teoria dei complessi e topologia algebrica. Questo tipo di studio è particolarmente utile quando si cerca di comprendere come i flussi possono essere rappresentati e analizzati attraverso catene fisse e celle critiche.

Il risultato principale che emerge da queste considerazioni è che le catene fisse sotto un flusso combinatorio sono in corrispondenza biunivoca con le catene delle celle critiche in un complesso di Lefschetz. Questa corrispondenza offre uno strumento potente per costruire basi per le catene fisse in modo naturale, utilizzando le celle critiche di un complesso di Lefschetz, e allo stesso tempo equipaggiare queste basi con la struttura di un complesso di Lefschetz.

Consideriamo il seguente risultato. Sia VV un campo vettoriale combinatorio gradiente su un complesso di Lefschetz regolare XX, e sia XcXX_c \subset X l'insieme delle celle critiche di VV. Per ogni xXcx \in X_c, definiamo xˉ:=xFix V \bar{x} := \infty x \in \text{Fix } V. La proposizione che segue dimostra che l'insieme Xˉ:={xˉxXc}\bar{X} := \{ \bar{x} | x \in X_c \} costituisce una base di Fix V\text{Fix } V. Inoltre, per ogni xXcx \in X_c, possiamo rappresentare ogni catena xˉ\partial \bar{x} come una combinazione lineare delle celle critiche zXcz \in X_c con coefficienti reali axza_{xz}, come mostrato nell'equazione (8.12).

Questa rappresentazione è fondamentale perché dimostra che le catene critiche di XX possono essere utilizzate per costruire una base della complessità, che mantiene la struttura di un complesso di Lefschetz. La rappresentazione di xˉ\partial \bar{x} in termini di celle critiche implica che la base Xˉ\bar{X} è indipendente linearmente, e che ogni elemento della base è rappresentabile come una combinazione lineare delle celle critiche di XX. Questo porta alla conclusione che (Xˉ,κ)(\bar{X}, \kappa), dove la graduazione di Xˉ\bar{X} è indotta dalla mappa dimensionale, è un complesso di Lefschetz, con C(Xˉ)=Fix VC(\bar{X}) = \text{Fix } V.

Una volta stabilita la base Xˉ\bar{X}, è essenziale identificare un ordine parziale naturale sulle sue celle. Questo può essere fatto osservando che la mappa XcXˉX_c \to \bar{X} è una biiezione, permettendo di trasportare l'ordine parziale da XcX_c al complesso di Lefschetz Xˉ\bar{X}. In particolare, per due elementi arbitrari xˉ,yˉXˉ\bar{x}, \bar{y} \in \bar{X}, scriviamo xˉVyˉ\bar{x} \leq_V \bar{y} se si ha {x}V{y}\{x\} \leq_V \{y\} in XcX_c. Questo risultato è fondamentale per costruire un ordine parziale naturale nel complesso di Lefschetz associato al campo vettoriale combinatorio gradiente.

Il passo successivo è verificare che questo ordine parziale in Xˉ\bar{X} sia valido. In altre parole, dobbiamo assicurarci che se yˉκxˉ\bar{y} \prec_{\kappa} \bar{x}, allora yˉVxˉ\bar{y} \leq_V \bar{x}. Questo può essere fatto dimostrando che, dato che l'ordine κ\prec_{\kappa} è la chiusura transitiva di κ\prec_{\kappa}, è sufficiente dimostrare che yˉκxˉ\bar{y} \prec_{\kappa} \bar{x} implica yˉVxˉ\bar{y} \leq_V \bar{x}.

Da un punto di vista pratico, il risultato mostra che i flussi combinatori e la struttura di Lefschetz sono strettamente legati e che possiamo utilizzare le celle critiche del complesso di Lefschetz per costruire basi per i flussi combinatori, mantenendo una struttura ben definita e utile per ulteriori sviluppi teorici e applicazioni pratiche in topologia algebrica e teoria dei complessi.


L'approfondimento di questa teoria rivela inoltre la potenza del concetto di ordine parziale naturale, che non solo facilita la comprensione della struttura del flusso combinatorio, ma anche del complesso di Lefschetz. Inoltre, è cruciale notare che il concetto di base e indipendenza lineare è essenziale quando si vogliono applicare questi risultati in contesti più ampi, come nella topologia delle varietà o nella teoria delle catene omotopiche. Senza la connessione tra catene fisse e celle critiche, molte delle applicazioni pratiche di questa teoria non sarebbero possibili, rendendo questo risultato un passo fondamentale nello sviluppo della topologia combinatoria.