Nel 1987, quando il TIFR attraversava una fase di crisi e la comunità scientifica era insoddisfatta della direzione presa dall’istituto, il rifiuto di nominarmi direttore suscitò un forte malcontento tra i membri del personale. Seppur a conoscenza del fatto che la mia candidatura fosse stata scartata, non ero inizialmente consapevole della misura in cui questa decisione avesse turbato la struttura interna del TIFR. Il fatto che l’istituto stesse vivendo un periodo di profonda disillusione era evidente, ma il motivo per cui il mio nome fosse stato escluso rimase per molti un mistero. La spiegazione ufficiale, tuttavia, fu abilmente manipolata: si disse che non fossi interessato al ruolo di Direttore. Tale narrazione aveva il chiaro scopo di prevenire qualsiasi reazione negativa. Tuttavia, la realtà era che, nel decennio successivo, il TIFR subì un lento ma inesorabile declino, non solo a livello di reputazione esterna, ma anche nel clima interno, che divenne progressivamente più ostile e insoddisfatto.

La causa di questo crollo non fu immediatamente riconosciuta. La leadership dell’istituto, a partire dal Consiglio, non riuscì a vedere i segnali premonitori di una crisi imminente. Se fossi stato nominato Direttore, è difficile dire se avrei potuto invertire questa tendenza. Probabilmente sarebbe stato estremamente difficile, lungo e stressante. Tuttavia, ero almeno disposto a provarci. Nonostante i dubbi sulla mia capacità di ridare all’istituto i fasti degli anni ’60, il fatto che mi fosse stato negato il ruolo ha rappresentato un punto di svolta. Nel 1997, un comitato di revisione, composto da scienziati di fama, venne istituito per esaminare il lavoro e i risultati del TIFR. Questa mossa fu un segno di un cambiamento nelle politiche interne, ma i commenti del comitato non furono affatto positivi. Tra le raccomandazioni c’era quella di non rinnovare il mandato del Direttore, il che portò all’ingresso di Sudhanshu Jha come nuovo Direttore nell’estate del 1997. Questo evento sancì simbolicamente la fine di un’era al TIFR.

Nonostante la frustrazione derivante dal mio mancato avanzamento, alla fine questo episodio si rivelò essere una benedizione sotto mentite spoglie. Qualche mese dopo, infatti, mi fu offerta un’opportunità che si rivelò ben più entusiasmante e intellettualmente gratificante di quanto avrei mai potuto sperare al TIFR. La proposta giunse dal professore Naresh Dadhich dell’Università di Poona, che mi presentò un’idea originariamente concepita da Yash Pal, il presidente della Commissione Universitaria Nazionale. L’idea era quella di creare un centro nazionale di astrofisica all’interno dell’università, una proposta che si sarebbe concretizzata nel futuro come l’IUCAA, l’Indian Inter-University Centre for Astronomy and Astrophysics.

In quel periodo, Govind Swarup, un rinomato radioastronomo del TIFR, aveva avviato un ambizioso progetto per la costruzione di un telescopio radio chiamato Giant Metrewave Radio Telescope (GMRT). Il progetto era nato dalla sua esperienza con il telescopio di Ooty e mirava a realizzare un sistema molto più grande e sensibile, progettato per essere posizionato vicino all’equatore. Questa nuova versione avrebbe superato i problemi ingegneristici legati alla costruzione di telescopi simili a quelli già esistenti. Sebbene inizialmente questo progetto fosse stato ostacolato dalla mancanza di un paese che soddisfacesse tutti i requisiti necessari, come risorse finanziarie e infrastrutture scientifiche, la proposta divenne un punto di riferimento per l’astrofisica radio in India.

Nel contesto di un paese in via di sviluppo, dove le risorse per la scienza erano limitate, la proposta di un telescopio radio di grande dimensione rappresentava una vera sfida. Tuttavia, grazie alla sua determinazione e al supporto di contatti importanti all’interno della Commissione per la Pianificazione, Govind riuscì a ottenere il finanziamento necessario per il GMRT. Dopo diversi sopralluoghi, il sito per la costruzione fu scelto in una valle vicino a Narayangaon, non lontano da Pune. Questo progetto non solo rappresentò un avanzamento tecnico senza precedenti, ma anche una dimostrazione della capacità della scienza indiana di realizzare progetti complessi e ambiziosi. L’idea di Govind rappresentava la risposta indiana al progresso scientifico globale, come dimostrato dalla realizzazione di progetti simili in altri paesi sviluppati, ma anche una critica alla visione ristretta che a volte prevaleva nelle decisioni politiche riguardo alla scienza.

Ciò che emerge chiaramente dalla storia del TIFR e dei suoi successivi sviluppi è che le scelte di leadership non sono mai neutrali. L’incapacità di riconoscere i segnali di cambiamento, la mancanza di una visione a lungo termine e, soprattutto, la gestione delle aspettative interne hanno avuto un impatto devastante sull’istituto. Se da un lato la leadership può influire positivamente sul progresso scientifico, dall’altro lato può minare la stessa stabilità dell’organizzazione se non si è capaci di rispondere alle sfide che il cambiamento inevitabilmente porta con sé.

Come la Popolarizzazione della Scienza può Arricchire la Società

La diffusione della scienza non è un processo automatico, né semplice. Può sembrare una sfida ardua, ma è fondamentale per costruire una società più consapevole e curiosa. La scienza è spesso confinata all'interno di università e istituti di ricerca, lontana dalla vita quotidiana della gente. Tuttavia, esistono approcci efficaci che possono avvicinare la scienza al pubblico, specialmente alle giovani generazioni. In un contesto in cui la ricerca accademica e l'insegnamento sono visti come compiti separati, è cruciale che le istituzioni scientifiche promuovano una cultura di accessibilità, in modo che la scienza non appaia come una torre d'avorio, ma come un campo vivo e pulsante che appartiene a tutti.

Un esempio notevole di tale approccio è il programma di popolarizzazione della scienza dell'International Union for Astronomy and Astrophysics (IUCAA), che ha contribuito a trasformare il modo in cui la scienza viene vissuta dalla comunità. Fondato con l'obiettivo di portare la scienza nelle scuole, IUCAA ha organizzato numerose iniziative che hanno attirato l'attenzione di decine di migliaia di studenti. Iniziative come la celebrazione della Giornata Nazionale della Scienza, che si tiene ogni anno dal 1990, sono solo una parte di un programma che mira a rendere la scienza più tangibile e interessante per i giovani.

L'approccio è stato quello di coinvolgere i ragazzi in attività che non solo stimolassero la loro curiosità, ma che offrissero loro anche occasioni concrete per interagire con esperti e scoprire la scienza in modo pratico. Le lezioni, tenute sia in inglese che in lingue locali come il marathi o l'hindi, si rivolgono a studenti delle scuole medie e superiori. Non si trattava semplicemente di insegnare i concetti standard dei manuali scolastici, ma di aprire le loro menti a tematiche scientifiche più ampie e stimolanti. I conferenzieri sono in gran parte membri di IUCAA e altri accademici di Pune, ma anche scienziati e ricercatori internazionali sono stati invitati a portare il loro sapere, creando un punto di riferimento per studenti e insegnanti.

Una delle iniziative di maggiore successo è stato il programma estivo per gli studenti delle scuole, che li invitava a lavorare su progetti scientifici con i membri accademici di IUCAA. Ogni settimana, per tutta la durata delle vacanze estive, un gruppo di circa 125 studenti lavorava insieme su temi scientifici pratici. Alla fine della settimana, i partecipanti presentavano i risultati dei loro progetti, arricchendo non solo le loro conoscenze ma anche la loro capacità di lavorare in gruppo, di comunicare e di pensare in modo critico. Fino ad oggi, circa 1500 studenti hanno partecipato a questi programmi, che continuano ad essere una parte vitale dell'offerta di IUCAA.

Un altro aspetto importante di questo programma è l'interazione con la comunità di astronomi amatoriali. IUCAA ha organizzato workshop e incontri per appassionati di astronomia, e nel 1991 è riuscita a creare una federazione nazionale degli astronomi amatoriali, che ha unificato gli sforzi di molti gruppi locali in tutta l'India. Questi sforzi hanno portato anche alla creazione di un parco scientifico all'aperto, inaugurato nel 1998, che ospita modelli e mostre interattive per illustrare concetti scientifici complessi in modo semplice e visibile. Il parco è diventato un punto di riferimento per scuole e famiglie, che visitano regolarmente per vedere la scienza in azione.

Il successo di queste iniziative non è solo nelle cifre, ma nella qualità delle interazioni che queste occasioni di apprendimento e scambio hanno creato. Un esempio simbolico di questo impegno è la creazione del centro scientifico per bambini "Muktangan Vidnyan Shodhika", che è diventato un luogo molto popolare per gli studenti che desiderano esplorare il mondo della scienza in modo pratico. Questo centro è stato reso possibile grazie alla generosa donazione della signora Sunitabai Deshpande, con il supporto del marito, il noto scrittore e attivista culturale P.L. Deshpande. La costruzione del centro ha rappresentato un passo significativo nell'espansione della missione di IUCAA di avvicinare la scienza al grande pubblico.

Questi sforzi sono diventati un esempio di come la scienza possa essere più di una disciplina accademica isolata. La scienza, infatti, è essenziale per il progresso della società e per la creazione di una cittadinanza informata e consapevole. La popolarizzazione della scienza non solo arricchisce il tessuto culturale di una nazione, ma stimola anche innovazione e creatività. La partecipazione attiva del pubblico e, in particolare, dei giovani, può trasformare il modo in cui la società si rapporta con le sfide scientifiche del futuro. Non è solo un'attività educativa, ma un investimento nel futuro della scienza stessa.

Per ottenere il massimo da queste iniziative, è fondamentale che i ricercatori e gli educatori continuino a innovare nei metodi di insegnamento e di interazione. L’uso delle tecnologie moderne, come internet e telescopi virtuali, permette di superare le barriere geografiche e di offrire esperienze scientifiche anche a chi non ha accesso diretto agli strumenti o agli esperti. L'interazione tra scienziati e pubblico, ad esempio attraverso conferenze pubbliche, incontri interattivi e workshop, rappresenta una via privilegiata per accrescere l'interesse verso la scienza e la ricerca.