Warren Buffett ha affermato che "se fosse necessario il calcolo differenziale, dovrei tornare a consegnare giornali. Non ho mai visto la necessità di algebra". In altre parole, il segreto per diventare ricchi è il buonsenso, e richiede solo matematica semplice. Ma se la logica è così semplice, come mai tanti individui educati si lasciano persuadere a investire in aziende che utilizzano contabilità imprecisa invece di calcoli razionali? Buffett ha anche detto: "Wall Street è l'unico posto dove la gente arriva in Rolls Royce per chiedere consigli a chi prende la metropolitana". Queste parole sottolineano come il mondo della finanza possa sembrare contraddittorio e, talvolta, lontano dalla realtà della gente comune.

Recentemente, Warren Buffett è tornato alla ribalta quando ha acquistato una Cadillac, a seguito di un'intervista a Rich Wagoner su General Motors. Molti hanno speculato su questo gesto, interpretandolo come un segno che Buffett avesse cambiato idea sulla compagnia o stesse approfittando dei bassi prezzi delle auto per acquistare azioni GM a buon mercato. Forse, invece, la lezione più importante non sta nelle sue azioni, ma nel fare una propria analisi finanziaria prima di prendere decisioni sugli investimenti. Se i più ricchi del mondo, come Buffett, hanno una mentalità imprenditoriale basata su una solida comprensione economica, è fondamentale che anche gli altri imparino ad analizzare le situazioni finanziarie senza farsi influenzare da speculazioni esterne.

La disuguaglianza economica sta crescendo, e questo è evidente in molti contesti. Donald Trump, per esempio, ha più volte sollevato preoccupazioni sul futuro dell'economia americana, accusando una gestione inefficace delle risorse e delle politiche economiche che beneficiano i più ricchi, a scapito delle classi meno abbienti. In molte città americane, come Detroit, è palpabile il senso di declino economico. Interi settori industriali sono in crisi, i prezzi immobiliari sono in caduta libera, e le famiglie soffrono non solo economicamente, ma anche socialmente. Il modello GM, quindi, solleva una domanda più ampia: se ciò che accade a una delle principali aziende americane è rappresentativo dell'intera economia, quali sono le reali prospettive per il futuro del paese?

Negli Stati Uniti, la mentalità dell'assistenzialismo ha raggiunto livelli allarmanti. Non si tratta solo di un fenomeno che riguarda i più poveri; anche i più ricchi beneficiano di enormi sovvenzioni governative. Le grandi aziende ricevono aiuti economici sotto forma di sussidi, e anche i politici, come nel caso dei benefici pensionistici per i senatori e membri del Congresso, godono di privilegi che sembrano andare oltre la loro effettiva utilità sociale. Un esempio clamoroso è quello di un ex senatore condannato per corruzione, ma ancora in grado di ricevere pensioni dal governo, a testimonianza del fatto che chiunque, anche chi ha violato la legge, sembra godere di una forma di "diritto" agli aiuti pubblici. Questo scenario non riguarda solo l'America, ma è un fenomeno globale che riflette una gestione inefficiente delle risorse a livello mondiale.

La realtà è che i problemi finanziari sono ormai così grandi che non possono essere risolti solo dal governo degli Stati Uniti. Non basta che la Federal Reserve alzi o abbassi i tassi d'interesse per risolvere le sfide economiche. Le difficoltà globali, come il crescente debito nazionale e la perdita di valore del dollaro, sono segni di una crisi più profonda che nessuna politica economica tradizionale potrà affrontare senza una riforma strutturale. La crescente dipendenza dal credito e il deficit commerciale sono solo alcuni degli indicatori che dimostrano come l'economia mondiale stia navigando verso acque sempre più turbolente.

Oggi, l'America sta accumulando debiti su debiti, come una famiglia che cerca di risolvere i propri problemi finanziari facendosi prestiti sempre più onerosi. Questa spirale di indebitamento potrebbe non solo aumentare il debito nazionale, ma anche minare la stabilità della moneta, portando a una crescente inflazione e a una svalutazione progressiva del dollaro. L'intero sistema finanziario globale rischia di trovarsi in una situazione senza via d'uscita, dove l'eccesso di consumo e il controllo inefficace delle risorse non fanno che aggravare la crisi.

È evidente che la crisi economica che stiamo vivendo è il risultato di politiche sbagliate e di una gestione incompetente delle risorse. Ma oltre alla critica, ciò che conta davvero è l'adozione di una mentalità diversa, che privilegi l'indipendenza economica, la consapevolezza delle proprie risorse e la capacità di analizzare criticamente le situazioni. La vera ricchezza non si trova nel possesso di denaro, ma nella capacità di comprenderne l'utilizzo e di fare scelte consapevoli, che possano garantire un futuro migliore.

Come riconoscere un buon affare da un cattivo affare?

Le domande che ci poniamo quando si tratta di investire sono molte e non sempre hanno risposte semplici. La verità è che questi interrogativi non sono privi di risposte definitive, ma sono in continuo evolversi, alimentando la nostra curiosità, il nostro apprendimento e la nostra ricerca. La questione non riguarda solo il denaro, ma il desiderio di acquisire conoscenza. È proprio la ricerca di questa conoscenza che ci spinge a continuare, a diventare più ricchi non solo materialmente, ma anche spiritualmente e intellettualmente.

Nel mondo degli investimenti, ci sono sempre due fattori in gioco: la quantità di denaro che mettiamo in gioco e la nostra conoscenza. La realtà è che il denaro è solo una misura del nostro successo. Non è la fine del nostro viaggio, ma piuttosto il riflesso della strada percorsa. Così come un viaggiatore osserva le indicazioni stradali per misurare il proprio progresso, anche noi guardiamo ai soldi come un indicatore della nostra crescita e del nostro apprendimento. È un segno di quanto abbiamo imparato, del livello che abbiamo raggiunto e di ciò che ancora dobbiamo scoprire.

Molti credono che i più grandi investitori giochino per il denaro. Eppure, se parliamo con Tiger Woods, per esempio, scopriremo che la sua motivazione principale non è il denaro, ma la maestria nel gioco. Allo stesso modo, i Rolling Stones continuano a esibirsi non per i soldi, ma per l'amore di intrattenere. La passione per il gioco, la ricerca della perfezione, è ciò che li spinge. E così dovrebbe essere per chiunque desideri avere successo nel mondo degli investimenti: non basta amare il denaro, bisogna amare il processo, la crescita e la maestria che si acquisisce lungo il cammino.

Steven Pressfield, in The War of Art, ci ricorda che molti credono che gli amatori giochino solo per passione, ma in realtà la vera passione li separa dalla professionalità. Il problema principale degli amatori è che non amano abbastanza il gioco. Per diventare veramente esperti, dobbiamo superare la resistenza interiore e impegnarci con pazienza, coraggio e perseveranza. È questo impegno che ci distingue dai semplici partecipanti: impariamo, cresciamo e miglioriamo ogni giorno.

Quando ero più giovane, lavoravo senza essere pagato perché volevo imparare, volevo essere parte del gioco. Oggi, lo stesso desiderio mi guida. Studio ogni giorno, cerco di migliorare e di ampliare la mia comprensione del mondo degli investimenti. Che si tratti di golf, basket o affari, il concetto è lo stesso: solo quando ci impegniamo veramente per padroneggiare l'arte del gioco possiamo sperare di vincere. L’amore per ciò che facciamo è la chiave. Senza questo amore, senza il desiderio di imparare continuamente, non andremo lontano.

Il concetto di investimento va oltre la semplice transazione di denaro. È una questione di educazione e preparazione. Chi investe in azioni, obbligazioni o fondi comuni di investimento sta scegliendo un percorso che richiede minore esperienza e conoscenza finanziaria rispetto a chi sceglie di investire in immobili o in attività aziendali. La differenza fondamentale tra gli investimenti tradizionali e quelli immobiliari è che quest’ultimi richiedono una maggiore capacità di gestione e una comprensione approfondita delle leve finanziarie. L’uso del leverage in immobili, se non ben compreso, può portare a fallimenti anche per gli investitori più esperti.

Gli investitori più sofisticati operano su un altro livello, quello che possiamo chiamare "fast track". Questo è il percorso scelto dai ricchi e da chi ha una solida educazione finanziaria. L’investitore che entra in questo percorso sa che il rischio non è più un ostacolo insormontabile, ma una sfida da affrontare con le giuste competenze. La distinzione tra chi investe in modo passivo, attraverso azioni e obbligazioni, e chi lo fa attivamente, ad esempio con il real estate o le piccole imprese, è nettamente marcata. Gli investitori attivi sono pronti a investire tempo oltre che denaro. Il rischio non li spaventa, anzi, lo vedono come parte del gioco.

Anche se la passività può sembrare una scelta più sicura, è in realtà la passività stessa che mantiene un investitore nella "rat race", quel ciclo perpetuo di lavoro e risparmio che non porta mai alla vera libertà finanziaria. Per uscire da questo ciclo, è necessario entrare nel mondo degli investimenti attivi, dove il rischio è più alto, ma anche il potenziale di ritorno lo è altrettanto. Gli investitori esperti, come quelli nel campo del real estate o nelle piccole e medie imprese, sanno che ogni passo deve essere calcolato, ma sono anche consapevoli che senza rischiare non c'è vera ricompensa.

In sintesi, la differenza fondamentale tra un buon e un cattivo affare non è solo nelle cifre, ma nella capacità di riconoscere il valore a lungo termine. Non è l’investimento in sé a determinare il successo, ma la passione con cui affrontiamo il gioco. Chi investe senza amore per il processo, senza vera dedizione all'apprendimento, non arriverà lontano. È questa passione che guida gli investitori di successo, che li spinge a diventare sempre più esperti, a ricercare sempre nuove opportunità e a non arrendersi mai. Il denaro, alla fine, è solo un simbolo della maestria raggiunta nel gioco degli investimenti.

Perché il Controllo è Fondamentale per gli Investitori di Successo

Nel mondo degli investimenti, il concetto di leva si manifesta in molteplici forme. Una delle più potenti è la leva mentale. Le persone che ottengono successi sono molto attente ai propri pensieri. Non si limitano a pensare: "Non posso farlo" o "È troppo rischioso" o "Non posso permettermelo". Al contrario, riflettono su come potrebbero farlo, su come ridurre il rischio o su come potrebbero permetterselo. Questo approccio mentale si rivela cruciale non solo per affrontare il rischio, ma per cogliere le opportunità. La mente diventa una risorsa strategica, un campo di battaglia nel quale si combattono le idee preconcette, quelle che ci impediscono di avanzare verso il successo.

Chi decide di investire con l'obiettivo di vincere è particolarmente selettivo riguardo alle fonti di consulenza finanziaria. Così come gli atleti olimpici scelgono con attenzione gli alimenti che consumano, gli investitori di successo devono scegliere altrettanto accuratamente le informazioni che alimentano la propria mente. Per me, gran parte della battaglia si è combattuta tra ciò che mi insegnava il mio “padre povero” riguardo al denaro e ciò che mi insegnava il mio “padre ricco”. Il primo mi instillava paure legate all’incertezza economica, il secondo mi insegnava a vedere il denaro come uno strumento per acquisire controllo.

Il Potere del Controllo

Per chi vuole vincere negli investimenti, il controllo è un elemento fondamentale. Molte persone considerano l’investimento rischioso proprio perché percepiscono di non avere il controllo. Personalmente, prediligo gli investimenti in business e immobili perché questi mi danno un livello di controllo che gli investimenti in “attività cartacee” come azioni, obbligazioni e fondi comuni di investimento non possono offrire. Quando si investe in azioni o fondi, ci si affida completamente ad altri, senza alcun potere decisionale o controllo sulle dinamiche dell’investimento.

Immaginate di entrare in un’auto senza uno degli elementi essenziali per guidarla, come il volante, i freni o la marcia. Sarebbe impensabile, perché senza controllo il rischio di incidenti sarebbe elevatissimo. Analogamente, molti investitori si sentono vulnerabili perché non hanno il controllo sulle loro scelte finanziarie. L’assenza di formazione, così come l’incapacità di guidare un’auto senza una patente, fa aumentare i rischi e ridurre le possibilità di successo. Molti consulenti finanziari e broker, purtroppo, non hanno più controllo di quanto lo abbiano i loro clienti e, per questo, spesso suggeriscono di “diversificare”, un approccio che nasce proprio dalla necessità di ridurre il rischio quando il controllo è minimo.

I Sei Controlli Essenziali per un Investitore

In qualità di imprenditori e investitori immobiliari, noi focalizziamo la nostra attenzione su sei fattori di controllo che sono cruciali per raggiungere il successo: Entrate, Spese, Attività, Passività, Gestione e Assicurazioni. Controllare questi sei fattori è ciò che separa veramente i ricchi dai poveri.

Per esempio, in tema di assicurazioni, è fondamentale utilizzare entità aziendali per proteggere gli asset personali da tasse e cause legali. È questo controllo che consente di ottenere un margine di successo nelle proprie scelte finanziarie. Altrettanto importante è l’abilità di aumentare le vendite e ridurre le spese. Sebbene molte persone siano brave nel ridurre i costi, pochi sono capaci di incrementare i guadagni. Eppure, aumentare le vendite è essenziale, come mi insegnò il mio padre ricco. Dopo il mio ritorno dal Vietnam nel 1974, mi consigliò di imparare a vendere. Questo è stato il mio primo passo per diventare imprenditore. La capacità di vendere, infatti, non è solo importante per gli imprenditori: è fondamentale per chiunque voglia acquisire il controllo sul proprio reddito.

La Leva dell’Educazione

L’educazione gioca un ruolo decisivo in tutto questo. Per poter prendere il controllo dei propri investimenti, è necessario acquisire una solida preparazione finanziaria. È per questo che ho creato il programma “Teach to Be Rich”, progettato per offrire una formazione approfondita su questi sei controlli. La formazione deve essere continua e deve includere, oltre alla teoria, anche esperienze pratiche come i giochi “CASHFLOW 101” e “CASHFLOW 202”, che aiutano a rinforzare i concetti appresi.

In definitiva, avere il controllo dei propri pensieri e delle proprie azioni è essenziale per ridurre i rischi e massimizzare i ritorni sugli investimenti. La chiave del successo è quindi nell’educazione continua, nel capire come controllare non solo il proprio denaro, ma anche la propria mentalità.

Oltre la Mente: Il Potere di Controllare le Proprie Scelte

Molti si sentono impotenti perché non hanno controllo sulle proprie vite, inclusi lavoro e salario. La perdita del posto di lavoro, ad esempio, è un evento che spesso si verifica indipendentemente dal nostro impegno. L'autocontrollo, in questo contesto, diventa fondamentale per agire con consapevolezza e per scegliere i giusti strumenti finanziari, invece di affidarsi a soluzioni che ci rendono vulnerabili.

Se il sistema educativo fosse più orientato all'insegnamento del controllo, piuttosto che alla mera esecuzione passiva di compiti, potremmo formare giovani pronti a prendere in mano le redini della propria vita finanziaria. Oggi è più che mai importante insegnare alle persone come prendere il controllo delle proprie finanze, con un approccio consapevole che non dipenda dalle fluttuazioni del mercato o dalle scelte di altri.

Come Innovare con il Pensiero Espansivo: La Creatività come Motore del Successo

L’innovazione, come spesso si dice, non nasce dal nulla. Si tratta di una combinazione di pensiero creativo e intuizione pratica, di capacità di vedere oltre il consueto, unendo ciò che già esiste in modi nuovi e funzionali. È proprio questa la chiave per generare idee che rivoluzionano, sia nel campo della musica che in quello dell’edilizia o in qualsiasi altro settore. Un esempio di questo approccio creativo ci viene da Jonathan Dawe, giovane compositore americano che ha trovato un modo per combinare la musica del Rinascimento con la geometria frattale, creando qualcosa di unico a partire da un passato lontano. La sua capacità di unire influenze diverse è la stessa che ha guidato il mio successo nel concepire il progetto del grattacielo e degli hotel. A prima vista, sembra difficile paragonare la composizione musicale alla progettazione immobiliare, ma se si guarda più a fondo, si scopre che i principi alla base sono simili. La capacità di fondere idee provenienti da diverse aree crea nuove opportunità.

Allo stesso modo, la storia dell’opera ci offre una riflessione sulla creatività che nasce dalla fusione di diverse tradizioni. L’opera ha origini antiche, risalenti alla Grecia, ma ha raggiunto la sua forma moderna solo dopo secoli, quando in Italia, e precisamente a Firenze, si unì alla musica barocca del XVII secolo. In questo modo, ciò che poteva sembrare un'idea lontana e frammentaria, alla fine è diventato un linguaggio universale, un’arte che oggi è sinonimo di espressione emozionale e culturale. Anche se personalmente non sono un grande appassionato di opera, il concetto di fondo è chiaro: l’innovazione avviene quando le tradizioni si incrociano con nuovi stimoli, dando vita a qualcosa che prima non esisteva.

Un altro esempio di pensiero innovativo arriva da Beethoven, che ha cambiato il corso della musica classica con la sua Sinfonia n.9, aggiungendo le voci corali a una composizione che, inizialmente, era puramente strumentale. Sebbene oggi non possiamo immaginare quella sinfonia senza l’Ode alla Gioia, all’epoca questa scelta fu una vera e propria rivoluzione, un’idea che si stava sviluppando da anni e che si è concretizzata solo dopo tredici anni di riflessione e progettazione. Beethoven non ha pensato in piccolo; ha pensato in grande, ed è proprio questo tipo di pensiero che ci permette di innovare. Spesso, la vera innovazione non è una trovata improvvisa, ma una riflessione approfondita che va oltre i limiti e le convenzioni.

Nel mio percorso, ho imparato che la visione espansiva può portare a risultati straordinari. Un episodio che mi viene in mente riguarda un club esclusivo che gestivo in California. Avevamo una sala da ballo bellissima con una vista spettacolare sull’Oceano Pacifico, ma la sua capacità di accogliere eventi era limitata a poche centinaia di persone. Inizialmente, la soluzione proposta dal mio team di gestione era quella di ampliare la sala, ma il costo sarebbe stato esorbitante, tra ristrutturazioni, permessi e mesi di lavori. Tuttavia, durante un evento, notai che le sedie della sala erano enormi e scomode, tanto che una signora aveva difficoltà a alzarsi. Da quel momento, mi venne un’idea: sostituire le sedie con altre più piccole. Questa decisione non solo risolse il problema della capienza, ma ci permise di guadagnare di più, rivendendo le vecchie sedie. In questo modo, senza dover ampliare fisicamente la sala, siamo riusciti a incrementare il numero di eventi e, quindi, i guadagni. La lezione qui è chiara: l’innovazione non riguarda sempre la creazione di qualcosa di nuovo da zero, ma piuttosto trovare soluzioni intelligenti a problemi esistenti.

L'innovazione è anche una questione di visione. Quando si riesce a vedere il futuro e a immaginare come le cose potrebbero essere migliori, si dà vita a un’idea che va oltre le aspettative. A volte basta farsi una domanda: "Cosa manca a questo progetto? Come posso renderlo più grande e migliore?" È un approccio che non si limita a pensare al “qui e ora”, ma esplora le possibilità infinite che esistono oltre il presente. E proprio questa capacità di pensare in grande, di ampliare continuamente i propri orizzonti, è ciò che distingue chi ha successo da chi si accontenta di ciò che ha.

Molte persone, purtroppo, si trovano intrappolate in un ciclo di incertezze, dove non osano rischiare o innovare. Vivono la loro vita cercando di ottenere una promozione o un aumento di stipendio, senza mai uscire dalla loro zona di comfort. Questo atteggiamento è spesso il risultato di una formazione che premia la sicurezza piuttosto che la creatività. E così, purtroppo, molte persone si ritrovano a fare affidamento su esperti che, a loro volta, possono non essere in grado di offrire soluzioni veramente innovative. Pensano che il risparmio sia la strada più sicura, senza rendersi conto che, in realtà, è proprio la paura di investire e di rischiare che li blocca.

Per crescere e avere successo, è necessario abbandonare la paura di fare il primo passo verso l’ignoto. Se si è disposti a pensare in grande, a sfidare le convenzioni e a uscire dalla propria zona di comfort, si possono scoprire infinite possibilità. L'innovazione, alla fine, non è tanto una questione di genio solitario quanto di apertura mentale e capacità di vedere connessioni che altri non vedono. Si tratta di rendere la propria mente più ricettiva a nuove idee e di essere pronti a mettere in discussione ciò che sembra essere il consueto. Essere innovativi significa accogliere il cambiamento e spingersi oltre i confini del pensiero comune.

Perché Donald Trump e Robert Kiyosaki hanno scritto questo libro insieme

Quando si parla di denaro e libertà finanziaria, non possiamo fare a meno di considerare due nomi che hanno cambiato il volto della finanza personale: Donald Trump e Robert Kiyosaki. Due uomini che, pur provenendo da contesti diversi e con esperienze di vita altrettanto distinte, si sono trovati a condividere una visione comune e a decidere di scrivere un libro insieme. Questo libro non è solo un'opera che esplora la finanza, ma anche un mezzo per trasmettere una filosofia, una mentalità che va oltre il semplice accumulo di ricchezza.

Donald Trump, proveniente da una famiglia benestante di New York, ha iniziato la sua carriera a una giovane età ed è diventato un miliardario. Robert Kiyosaki, invece, è cresciuto nelle isole Hawaii, in una famiglia di classe media, e ha raggiunto il suo status di milionario più tardi nella vita. Entrambi, tuttavia, hanno raggiunto la libertà finanziaria, e pur avendo già tutto ciò che avrebbero potuto desiderare, scelgono di continuare a lavorare duramente, spinti da un desiderio di insegnare agli altri e cambiare il mondo.

La scelta di scrivere un libro insieme potrebbe sembrare inusuale. Perché un miliardario e un esperto di finanza personale avrebbero deciso di unirsi per scrivere una sola opera? La risposta si trova nel fatto che, nonostante le loro differenze, condividono le stesse preoccupazioni riguardo l'educazione finanziaria. Entrambi hanno visto il potenziale di unire le loro esperienze per trasmettere un messaggio più forte, capace di raggiungere un pubblico più vasto. Il loro incontro, infatti, è stato frutto di una serie di coincidenze che ha reso possibile una collaborazione che altrimenti sarebbe stata impensabile.

La loro prima interazione avvenne durante un evento a Chicago nel 2005. Una fiera sull'immobiliare organizzata dalla Learning Annex, alla quale Trump era uno degli ospiti di punta. Robert, insieme alla sua partner Sharon Lechter, si trovava dietro le quinte, pronto a dare il suo contributo alla conferenza. Quando Donald Trump arrivò, l'emozione tra i presenti era palpabile, e fu proprio in quel momento che Robert, sorpreso dall'offerta di Trump, si trovò a stringere una mano che avrebbe cambiato la sua carriera.

L'offerta di scrivere un libro insieme arrivò in maniera semplice e diretta: "Sei il numero uno nell'educazione finanziaria, io sono il numero uno negli affari, facciamolo". La proposta di Donald Trump, senza fronzoli, era un chiaro invito a creare qualcosa di straordinario. Nonostante il momento di stupore iniziale, Robert accettò, e così nacque l'idea di un libro che avrebbe unito le esperienze di due uomini di successo, con approcci diversi ma complementari.

Questa collaborazione non riguarda solo il denaro, ma un impegno verso l'educazione. Una parte dei profitti del libro sarebbe stata infatti destinata a organizzazioni che promuovono l'educazione finanziaria. In un mondo dove la disinformazione economica è ancora molto diffusa, l'iniziativa di Trump e Kiyosaki ha l'obiettivo di diffondere una cultura che non si limita alla teoria, ma che si applica concretamente alla vita quotidiana.

Cosa rende davvero importante questo libro? Non si tratta solo di insegnamenti pratici su come diventare ricchi, ma anche di una mentalità che può trasformare il modo in cui guardiamo al denaro e alla vita. È un invito a non limitarsi alla visione tradizionale, ma ad aprire la mente a nuove opportunità. A diventare ricchi non solo nel senso finanziario, ma anche intellettuale, spirituale e sociale. La ricchezza, in questa visione, non è solo un fine, ma anche un mezzo per cambiare il mondo in meglio.

Questo approccio non è solo teorico: è il risultato di anni di esperienza, successi e fallimenti di due uomini che hanno imparato a vedere le opportunità dove altri vedono ostacoli. È fondamentale che il lettore comprenda che l’educazione finanziaria non riguarda solo il guadagno immediato, ma la creazione di una base solida su cui costruire nel tempo. La mentalità che queste due figure propongono è quella di un cambiamento radicale nel modo di pensare il denaro: non come qualcosa di riservato a pochi privilegiati, ma come uno strumento che chiunque può usare per migliorare la propria vita e quella degli altri.

Inoltre, è importante notare che il percorso verso la libertà finanziaria non è lineare e richiede un impegno costante. L’educazione finanziaria non si limita alla lettura di un libro o alla realizzazione di un investimento, ma è un processo continuo che implica il cambiamento di abitudini, l’acquisizione di nuove competenze e, soprattutto, il superamento delle proprie paure e convinzioni limitanti. Trump e Kiyosaki non parlano solo di successi, ma anche di sfide, fallimenti e lezioni apprese lungo la strada, affinché il lettore non si faccia illusioni riguardo la semplicità del percorso.