Le matrici di connessione rappresentano uno degli strumenti centrali nell'approccio di Conley allo studio dei sistemi dinamici classici. In particolare, esse forniscono informazioni fondamentali sull'esistenza di orbite di connessione nelle decomposizioni di Morse. Queste matrici possono essere considerate una generalizzazione dell'operatore del confine del complesso di Morse nella teoria di Morse, dove il ruolo di tali matrici è quello di descrivere come gli stati in un sistema dinamico possano essere collegati tra loro nel contesto della decomposizione del sistema.

Sebbene la teoria delle matrici di connessione sia stata sviluppata in vari articoli di ricerca, la sua applicazione pratica è stata a lungo ostacolata dalla dispersione dei concetti e delle tecniche in numerosi lavori. Di conseguenza, l'accesso a questi strumenti per i neofiti o per coloro che desiderano applicarli in nuovi contesti è stato relativamente difficile. Recentemente, alcuni aspetti della teoria dinamica di Conley sono stati adattati al contesto combinatorio, in particolare nel caso dei campi multivettoriali sui complessi di Lefschetz, aprendo nuove strade per l'applicazione delle matrici di connessione.

L'introduzione di matrici di connessione nell'ambito combinatorio ha portato alla necessità di sviluppare nuovi concetti, come le matrici di connessione basate su posets variabili, e la definizione formale di matrici di connessione multiple. Questi sviluppi non solo permettono di semplificare l'approccio teorico, ma offrono anche nuove intuizioni che possono essere applicate anche in contesti classici, rivelando potenziali che precedentemente sfuggivano. La struttura combinatoria consente una presentazione della teoria che evita alcune delle difficoltà tecniche tipiche degli approcci precedenti, rendendo il processo di apprendimento e applicazione più snodato e accessibile.

Nel contesto combinatorio, l'applicazione delle matrici di connessione avviene attraverso la considerazione dei campi multivettoriali definiti su complessi di Lefschetz, un tipo di struttura topologica che facilita l'analisi dei comportamenti dinamici attraverso la combinazione di informazioni topologiche e algebriche. Le matrici di connessione, così strutturate, offrono un linguaggio potente per la comprensione dei collegamenti tra differenti parti di uno spazio dinamico, e quindi per la descrizione dei fenomeni di transizione che definiscono la dinamica del sistema.

La combinazione tra la teoria dei campi multivettoriali e quella delle matrici di connessione fornisce quindi una base robusta per lo studio di sistemi dinamici complessi, consentendo di comprendere meglio le dinamiche sottostanti attraverso l'analisi combinatoria e topologica. L'adattamento di queste teorie al contesto combinatorio ha aperto nuovi orizzonti, sia dal punto di vista della ricerca teorica che da quello delle applicazioni pratiche. Inoltre, la potenzialità delle matrici di connessione non si limita solo agli ambienti classici, ma si estende a nuovi campi, potenziando il loro impiego in situazioni più generali e complesse.

Tuttavia, ciò che è fondamentale comprendere quando si entra in questo campo è che l'applicazione delle matrici di connessione richiede una buona padronanza sia degli strumenti topologici che algebrici, nonché della capacità di maneggiare concetti complessi come i posets variabili e le decomposizioni di Morse. Sebbene le tecniche combinatorie possano sembrare più accessibili rispetto agli approcci precedenti, la loro piena comprensione e applicazione richiedono un'accurata preparazione teorica.

Le matrici di connessione, nel loro complesso, offrono una potente metodologia per esplorare la relazione tra la topologia e la dinamica di sistemi complessi, ma è essenziale per il lettore non solo acquisire familiarità con le definizioni e i concetti, ma anche con le applicazioni concrete di queste tecniche. Solo così è possibile cogliere appieno il potenziale della teoria combinatoria nella descrizione dei fenomeni dinamici, con un impatto che può estendersi ben oltre i confini della matematica pura.

Quali sono le caratteristiche di un complesso di catene filtrato da poset?

Consideriamo il complesso Lefschetz mostrato nel pannello di destra della Fig. 3.1, dove esaminiamo l'insieme di parole X:={A,B,C,AB,AC,BC,CD,CE,ABC}X := \{ A, B, C, AB, AC, BC, CD, CE, ABC \} e il modulo libero C:=Z2XC := \mathbb{Z}_2 \langle X \rangle con base XX e coefficienti nel campo Z2\mathbb{Z}_2. Per ogni parola xXx \in X, definiamo la sua dimensione come uno in meno del numero di caratteri in xx, e denotiamo l'insieme delle parole di dimensione ii come XiX_i. Definiamo poi:

Ci={Z2Xise iZ,0altrimenti.C_i = \begin{cases}
\mathbb{Z}_2 \langle X_i \rangle & \text{se } i \in \mathbb{Z}, \\ 0 & \text{altrimenti}. \end{cases}

In questo modo otteniamo una gradazione Z\mathbb{Z}-algebrica di CC data dalla somma diretta:

C=iZCi.C = \bigoplus_{i \in \mathbb{Z}} C_i.

Inoltre, consideriamo P={p,q,r,s,t,u}P = \{ p, q, r, s, t, u \} come un poset con ordine parziale \leq definito dal diagramma di Hasse:

strpqu\begin{array}{cccccc} & s & \longrightarrow & t \\ & \downarrow & & \downarrow \\ & r & \longrightarrow & p \longrightarrow & q \\ & & \longrightarrow & u \\
\end{array}

Per pPp \in P, definiamo XpX_p come l'insieme delle parole associate a ciascun elemento di PP. In particolare:

Xp={A},Xq={B},Xr={AB},Xs={CD},Xt={CE},Xu={C,AC,BC,ABC}.\begin{aligned}
X_p &= \{ A \}, \\ X_q &= \{ B \}, \\ X_r &= \{ AB \}, \\ X_s &= \{ CD \}, \\ X_t &= \{ CE \}, \\ X_u &= \{ C, AC, BC, ABC \}. \end{aligned}

Quindi, l'insieme {Xp}pP\{ X_p \}_{p \in P} costituisce una partizione di XX, che induce una gradazione di CC:

C=pPCp,C = \bigoplus_{p \in P} C_p,

dove Cp=Z2XpC_p = \mathbb{Z}_2 \langle X_p \rangle.

Consideriamo ora l'omomorfismo d:CCd: C \to C di grado 1-1, definito sulla base XX dalla matrice:

ABABCACBCABCCDCE110010100101101010\begin{matrix}
A & B & AB & C & AC & BC & ABC & CD & CE \\ 1 & 1 & 0 & 0 & 1 & 0 & 1 & 0 & 0 \\ 1 & 0 & 1 & 1 & 0 & 1 & 0 & 1 & 0 \\ \end{matrix}

È facile verificare che dd è PP-filtrato e soddisfa d2=0d^2 = 0. Pertanto, il triplo (P,C,d)(P, C, d) con la gradazione Z\mathbb{Z}-algebrica (4.13) e la gradazione PP-algebrica (4.15) è un complesso di catene filtrato da poset ben definito.

È importante notare che se JPJ \subseteq P, allora (CJ,dJ)(C_J, d_{J}) non è necessariamente un complesso di catene. Tuttavia, possiamo fare la seguente proposizione.

Proposizione 4.3.4

Assumiamo che JJ sia un sottoinsieme convesso di PP. Allora:

(i) (CJ,dJ)(C_J, d_{J}) è un complesso di catene.

(ii) (CJ,dJ)(C_J, d_{J}) è omotopicamente isomorfo al complesso quoziente (CJ/CJ<,d)(C_{J \leq} / C_{J <}, d'), dove dd' è l'omomorfismo indotto da dJd_{J \leq}.

Il passo cruciale nella dimostrazione di (i) è verificare che dJ2=0d^2_{J} = 0. Se JJ è un insieme discendente, la corollarietà 4.1.4 implica subito che dxCJd x \in C_J. Si ottiene quindi dJx=(πJdιJ)(x)=dxd_J x = ( \pi_J \circ d \circ \iota_J )(x) = dx, e dJ2x=dJdx=d2x=0d^2_J x = d_J dx = d^2 x = 0, il che dimostra che dJ2=0d^2_J = 0.

Per completare la dimostrazione di (ii), consideriamo i sottoinsiemi discendenti I:=J<I := J< e K:=JK := J\leq, che soddisfano K=IJK = I \cup J. Poiché dd è un omomorfismo filtrato, abbiamo dpq=0d_{pq} = 0 per pJp \in J e qIq \in I, il che implica che la matrice di dKd_K prende la forma:

dIIdIJ0dJJ\begin{matrix} d_{II} & d_{IJ} \\ 0 & d_{JJ}
\end{matrix}

Poiché KK è un insieme discendente, abbiamo già verificato che dKK2=0d^2_{KK} = 0, il che implica che dJJ2=0d^2_{JJ} = 0.

Pertanto, (CJ,dJ)(C_J, d_J) è un complesso di catene filtrato, e possiamo affermare che il triplo (J,CJ,dJ)(J, C_J, d_J) è un complesso di catene filtrato.

Proposizione 4.3.5
Sia (P,C,d)(P, C, d) un complesso di catene filtrato da poset, e sia JPJ \subseteq P un sottoinsieme convesso. Allora il triplo (J,CJ,dJ)(J, C_J, d_J) è anch'esso un complesso di catene filtrato.

Di conseguenza, un singoletto {p}P\{ p \} \subseteq P è sempre un sottoinsieme convesso, quindi otteniamo immediatamente il corollario:

Corollario 4.3.6
Sia (P,C,d)(P, C, d) un complesso di catene filtrato da poset arbitrario. Allora il paio (Cp,dp)(C_p, d_p) è un complesso di catene per ogni pPp \in P.

Un aspetto importante da comprendere in questo contesto è che se un complesso di catene filtrato è essenziale da un punto di vista topologico, allora ogni modulo associato ad un elemento del poset può essere essenziale o inessenziale in base al suo comportamento omotopico. I concetti di "complesso di catene essenziale" e "complesso di catene inessenziale" si riferiscono alla capacità di un modulo di contribuire in modo significativo alle strutture omotopiche o al Conley index, che è cruciale nelle applicazioni alla dinamica.