Il controllo e la creatività sono due aspetti che, se gestiti con saggezza, possono portare a risultati straordinari in ambito finanziario e imprenditoriale. Quando si parla di investimenti, ad esempio, non sempre si ha la possibilità di esercitare un controllo diretto. Nei mercati finanziari, come quello delle azioni o dei fondi comuni, le decisioni sul rendimento sono prese da altri. Gli investitori, in questo caso, sono vincolati alle scelte di chi gestisce gli asset. Al contrario, nel settore immobiliare, è possibile esercitare un livello significativo di controllo, sia sul reddito che sulla gestione fiscale. Gli immobili offrono infatti un'ampia gamma di opportunità per chi desidera ottenere rendimenti attraverso modifiche strategiche: si può aumentare il valore di una proprietà con semplici interventi estetici o addirittura cambiarne l'uso o la destinazione d'uso per aumentare notevolmente il valore.

Nel settore immobiliare, inoltre, il controllo sulla tassazione è più flessibile. Vendere un bene cartaceo, come un'azione o una obbligazione, comporta limitazioni in termini di gestione fiscale, mentre con gli immobili e le attività imprenditoriali è possibile scegliere quando e come pagare le tasse, o persino rinviare tale pagamento grazie alle leggi che favoriscono il reinvestimento nei propri beni o attività. Questa flessibilità permette di sfruttare il capitale in modo più strategico.

Un altro aspetto fondamentale del controllo riguarda la gestione aziendale. Se si è proprietari di un’impresa, è possibile assumere o licenziare i dirigenti in base alle esigenze aziendali, creando una struttura che lavori in modo efficiente. Al contrario, se si investe in azioni o fondi, la qualità della gestione è decisa da altri, e l'unica alternativa è quella di vendere le proprie quote se non si è soddisfatti delle performance. La capacità di modificare il modello di business e di adattarsi alle circostanze consente di innovare continuamente. Ad esempio, una società può decidere di diversificare le proprie attività creando nuovi marchi o ampliando la propria offerta. Questo processo di continuo adattamento richiede un equilibrio tra razionalità e intuizione, tra approccio analitico e creatività. Un buon esempio di questo approccio è rappresentato dall'esperienza di Donald Trump, che ha saputo trasformare una residenza privata, Mar-a-Lago, in un club esclusivo di grande successo. Questa trasformazione non è stata solo una mossa economica, ma anche una manifestazione della sua capacità di vedere oltre la funzione iniziale dell'immobile, integrando il suo aspetto creativo con un’attenta gestione.

La creatività non è solo una qualità artistica, ma è strettamente legata alla capacità di vedere opportunità dove altri vedono solo problemi. Chi è creativo non si limita a risolvere un problema, ma è in grado di costruire soluzioni innovative che aggiungono valore. In questo contesto, la creatività è supportata dal controllo: senza una gestione efficace, anche le idee più brillanti possono andare perdute. Il controllo, però, non significa rigidità. Al contrario, è la base che consente alla creatività di esprimersi senza limitazioni. Un ambiente di lavoro ben progettato e funzionale, come quelli di Trump Tower, è la prova che una gestione razionale e mirata degli spazi può aumentare significativamente la produttività e l'innovazione.

Questa combinazione di creatività e controllo è visibile anche nell’approccio imprenditoriale di Robert Kiyosaki. La sua filosofia aziendale si basa sulla convinzione che l’equilibrio tra il lato sinistro e destro del cervello - quello logico e quello creativo - sia essenziale per il successo. Avere una solida educazione finanziaria è fondamentale, ma altrettanto importante è la capacità di essere creativi e adattarsi rapidamente ai cambiamenti. Questo non significa solo trovare nuove idee, ma anche applicarle in modo strategico e farle crescere nel tempo.

Infine, bisogna comprendere che la creatività non è solo un atto estemporaneo, ma una disciplina che richiede pratica continua. Non si tratta di aspettare l'ispirazione, ma di coltivarla giorno dopo giorno. La creatività è la chiave per risolvere i problemi e per rendere ogni impresa unica. Se sei in grado di pensare fuori dagli schemi, sei in grado di trasformare un'idea in un business di successo.

Come l'educazione tradizionale non prepara per il mondo reale: la lezione di due padri

A un certo punto, mi sono reso conto che l'educazione mancava di qualcosa di essenziale, di una verità che solo chi è disposto a guardare in faccia la realtà può comprendere. Il sistema educativo tradizionale non ci prepara al mondo reale, e invece di proiettarci verso il futuro, ci fa retrocedere. Ci prepara a diventare dipendenti, non liberi. Era in quel momento che capii che avrei seguito le orme di mio "padre ricco", l'uomo che aveva insegnato a me e al mio migliore amico, non quelle di mio padre biologico. Il motivo per cui decisi di seguire il mio "padre ricco" non era tanto per la sua mancanza di istruzione formale, ma per il suo spirito imprenditoriale, per il suo desiderio di insegnare e di far crescere chi gli stava vicino, anche senza il supporto di un titolo universitario. Questo uomo, che inizialmente non aveva nulla, sarebbe diventato uno degli uomini più ricchi delle Hawaii.

Il 1974 fu un anno fondamentale per me. Fu l'anno in cui capii che non avrei seguito le orme di mio padre, ma anche l'anno in cui fu introdotto l'ERISA, che avrebbe portato alla creazione del piano 401(k). Guardando il mondo con gli occhi di mio padre, capii che la mia generazione avrebbe affrontato gli stessi problemi di lui. La mia generazione sarebbe stata composta da persone ben istruite, lavoratrici e oneste, ma incapaci di sopravvivere finanziariamente, dipendenti da un sistema che non offriva loro una vera libertà economica. L'insegnamento che ne derivava era chiaro: essere ben istruiti e onesti non è sufficiente per avere successo nel mondo moderno. La scuola non insegna come gestire il denaro, come creare ricchezza. Non importa se sei ricco o povero, intelligente o meno: ciò che tutti abbiamo in comune è che dobbiamo imparare a usare il denaro, eppure nessun sistema educativo lo insegna.

Nel corso degli anni, le statistiche hanno dimostrato che la nostra educazione sta andando sempre più indietro. La rivista Time ha titolato un articolo "La Nazione dei Droppati", evidenziando come il numero di ragazzi che abbandonano la scuola sia nascosto dietro statistiche alterate. E, paradossalmente, oggi gli abbandoni scolastici non sono solo un problema di dispersione educativa, ma di opportunità. I ragazzi che non finiscono gli studi non hanno più le possibilità di trovare un lavoro ben retribuito, come avveniva un tempo nelle fabbriche, ma sono costretti a occupazioni mal retribuite nel settore dei servizi. Il risultato è che l'America è diventata una nazione di consumatori, non di produttori. Questo è un problema che avrà un impatto negativo per anni a venire, un problema che non riguarda solo i singoli individui, ma l'intero sistema che non è più in grado di preparare le nuove generazioni.

Nonostante ciò, continuo la lotta che mio padre ha iniziato. Io la combatto da una posizione diversa, da quella di un uomo ricco, non più da un dipendente in cerca di una paga fissa. Non attacco direttamente il sistema, ma cerco di farlo cambiando la mentalità attraverso l'esempio, dimostrando che si può ottenere molto di più se si è disposti a imparare e a innovare. La compagnia che ho creato, "Rich Dad", ha messo in campo diverse iniziative educative che offrono corsi gratuiti e risorse per insegnare ai bambini, ai genitori e agli insegnanti come affrontare la gestione del denaro e dell'economia. Purtroppo, questo tipo di insegnamento non è ancora presente nelle scuole pubbliche, dove si continua a trasmettere un'educazione obsoleta.

Oltre alla lotta contro un sistema educativo inefficace, un altro insegnamento che ho ricevuto, attraverso l'esempio di mio padre e di altri imprenditori di successo, è quello dell'importanza della perseveranza. Mio padre, Fred Trump, non aveva un'istruzione universitaria e, quando aveva solo undici anni, si trovò a dover lavorare per mantenere la sua famiglia dopo la morte di suo padre. Non si è mai fermato a lamentarsi; ha lavorato incessantemente, passando da lavori umili come lucidare scarpe e trasportare materiali da costruzione, fino a diventare il costruttore di successo che tutti conosciamo. Era un uomo che non ha mai dato nulla per scontato e che ha mantenuto standard molto elevati in ogni aspetto della sua vita. Anche quando le difficoltà sembravano insormontabili, la sua risposta era solo una: continuare a lavorare. Non ha mai avuto tempo per le lamentele.

Questo è un aspetto fondamentale da comprendere: il successo non arriva senza sforzo. Non basta essere intelligenti, bisogna essere disposti a lavorare duro, a perseverare anche quando le cose vanno male. L'educazione formale può sicuramente fornire conoscenze, ma la vera capacità di affrontare il mondo arriva dall'esperienza diretta, dal "lavorare sul campo", dove la resistenza, la determinazione e l'intelligenza pratica fanno la differenza.

Infine, ciò che possiamo imparare da tutto ciò è che, sebbene l'istruzione tradizionale ci dia gli strumenti per navigare in un mondo che cambia, non è sufficiente a prepararci veramente alla vita adulta. La vita richiede capacità pratiche che le scuole non ci insegnano, come l'abilità di gestire le proprie finanze, di prendere rischi calcolati e di adattarsi a un mondo che cambia rapidamente. La domanda da porsi è: come possiamo ripensare l'educazione per preparare veramente i giovani a vivere e prosperare nel mondo che li aspetta?

Cosa rende un vero leader e cosa significa davvero l’eccellenza personale?

Un uomo che non ha mai imparato a obbedire non potrà mai essere un buon comandante. Così affermava Aristotele, e questa verità, col tempo, diventa sempre più evidente per chiunque abbia vissuto un percorso formativo incentrato su disciplina, responsabilità e leadership. La comprensione del comando parte dal riconoscimento dell'autorità, e l’autorità stessa nasce dalla padronanza di sé. La scuola militare ha rappresentato per molti non solo un sistema educativo, ma un processo di forgiatura interiore, una lenta ma costante costruzione di carattere.

Sin da giovane, l’esposizione costante a citazioni potenti — tratte da pensatori antichi, condottieri militari, filosofi e uomini di sport — ha formato un archivio mentale in grado di rispondere alle situazioni più complesse. Le parole diventano strumenti di chiarezza, fendono la confusione e riportano la mente verso l’essenziale. Non si tratta di vuota retorica, ma di orientamenti morali e pratici, assimilati nel profondo, pronti a emergere nel momento opportuno.

Un episodio emblematico risale al periodo scolastico: un compagno di studi, grande appassionato di storia, passava ore immerso nella Seconda Guerra Mondiale. Alla mia osservazione, che dopo tanto studio doveva ormai essere un esperto, rispose con umiltà: "Più studio, più capisco quanto poco so". Quella risposta, anziché demotivare, ha instillato una sete di conoscenza ancora più viva. La storia non si può comprendere senza conoscere le cause, gli antefatti, i contesti. Comprendere implica decostruire, scavare, accettare la propria ignoranza come punto di partenza.

Questa consapevolezza ha dato origine a un’abitudine: chiedermi ogni giorno cosa posso imparare che ancora non so. È un esercizio di curiosità vigile e costante. L’eccellenza, come disse ancora Aristotele, non è un atto isolato, ma un’abitudine. Non si manifesta in un gesto grandioso, ma nella somma di piccoli atti coerenti, quotidiani.

Durante gli anni all’università, le abitudini acquisite in ambito militare hanno dimostrato il loro valore. Mentre altri si limitavano al programma obbligatorio, io cercavo di andare oltre, studiando mercati, immobili, procedure di fallimento. Il mio obiettivo non era sopravvivere accademicamente, ma emergere, arrivare preparato a un mondo in cui il "sufficiente" non basta. Solo chi investe tempo e attenzione in ciò che gli altri trascurano potrà farsi trovare pronto.

Alla base di tutto c’è il dominio di sé. Platone lo definiva la prima e migliore delle vi

Perché È Fondamentale Studiare Contabilità e Diritto Aziendale per il Successo Finanziario

Il percorso scolastico, pur non essendo stato sempre il mio preferito, ha rappresentato un passaggio fondamentale nella mia vita. Anche se non ho utilizzato la maggior parte di ciò che ho studiato, raccomando vivamente ai giovani di completare la propria formazione almeno fino alla laurea, per ragioni che vanno oltre la semplice acquisizione di nozioni.

Innanzitutto, la scuola superiore e l'università sono fasi cruciali per la crescita personale. Da giovane, ero convinto di sapere già tutto; ma una volta lasciata la scuola, ho scoperto quanto fossi distante dalla realtà. La laurea è un biglietto di accesso, non solo per il mondo del lavoro, ma per dimostrare a te stesso di essere riuscito a concentrarti per un lungo periodo su qualcosa di significativo. Senza una laurea, non avrei mai avuto l'opportunità di entrare in una scuola di volo della Marina, e da pilota di elicotteri, ho visto personalmente come la laurea fosse il fattore che separava chi poteva volare da chi no, indipendentemente dalle capacità pratiche. Molti dei miei colleghi erano piloti migliori di me, ma senza quel "biglietto" formale, non erano autorizzati a comandare un velivolo.

La laurea offre anche l'opportunità di esplorare interessi e argomenti che altrimenti avresti ignorato. Quando ho frequentato l'accademia, ho scoperto una passione per l'economia. Se non fossi andato all'università, probabilmente non avrei mai compreso appieno le dinamiche economiche globali, né avrei imparato il linguaggio tecnico utilizzato dagli economisti. Comprendere anche solo una parte di concetti come il Prodotto Nazionale Lordo (PNL) rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL), o le differenze tra M1, M2 e M3, ha avuto un impatto significativo sulla gestione delle mie finanze.

Quando mi chiedono cosa studiare, rispondo sempre con due suggerimenti: contabilità e diritto aziendale. Non perché tutti debbano diventare contabili o avvocati, ma perché questi due campi offrono una comprensione profonda di come funziona un'impresa, e di come leggere e interpretare i numeri in modo da capire veramente la situazione economica di un'azienda o di un investimento. La contabilità, infatti, è come indossare occhiali a raggi X che ti permettono di vedere ciò che gli altri non vedono.

La maggior parte degli investitori e consulenti finanziari sono in realtà venditori, piuttosto che veri esperti del settore. E questo è il motivo per cui è cruciale avere una solida conoscenza della contabilità e del diritto aziendale: solo così potrai davvero capire le dinamiche dietro i consigli che ti vengono dati. Spesso, i consulenti finanziari ti convinceranno a delegare la gestione del tuo denaro perché ti faranno credere di possedere un accesso privilegiato a conoscenze che tu non hai.

La contabilità, come il diritto aziendale, ti insegna a leggere i bilanci e le dichiarazioni finanziarie con un occhio critico, ed è così che puoi imparare a riconoscere la differenza tra un consiglio genuino e uno che nasconde solo il desiderio di far fruttare la loro commissione. Uno degli aspetti più importanti di questa disciplina è la distinzione tra "attivo" e "passivo". Se hai letto "Padre Ricco, Padre Povero", ricorderai sicuramente come la definizione di "attivo" differisse tra il mio padre ricco e il mio padre povero. Per quest'ultimo, la casa che possedeva era un "attivo", mentre per il mio padre ricco era un "passivo", proprio perché la casa non generava reddito, ma comportava solo costi e oneri.

La contabilità e il diritto aziendale ti permettono di comprendere veramente le dinamiche che regolano i flussi di denaro all'interno di un'impresa, e questo ti aiuta a prendere decisioni migliori quando si tratta di investimenti. Se non comprendi appieno come funziona il flusso di cassa, rischi di fare errori fatali come quello che vediamo troppo spesso: acquistare una casa solo per non "buttare via" i soldi dell'affitto, quando in realtà, in un periodo di mercato sfavorevole, potrebbe essere più vantaggioso continuare a locare.

L'importanza del flusso di cassa è fondamentale anche per gli imprenditori. In effetti, la maggior parte degli investitori commette l'errore di investire in strumenti finanziari che non hanno il controllo, come azioni, obbligazioni e fondi comuni. La verità è che, per un vero investitore, la chiave del successo è avere il controllo sul flusso di cassa, e questo controllo non lo si ottiene facilmente investendo in fondi o stock, ma con investimenti diretti in attività reali come l'immobiliare o la costruzione di business.

La comprensione del flusso di cassa e della contabilità ti aiuterà a evitare gli errori comuni che molte persone commettono quando seguono il consiglio di esperti che non hanno una reale comprensione di come funziona il denaro a livello pratico. Il fatto che una persona dica di possedere una casa "perché non si sprecano più soldi in affitto" non significa che quella casa sia un buon investimento. Il vero investitore sa che, a volte, è meglio aspettare, non acquistare quando i prezzi sono alle stelle, ma acquistare quando il mercato è in calo e si ottengono affari migliori.

Inoltre, comprendere le differenze tra vari tipi di investimenti, come immobili, azioni o obbligazioni, ti aiuterà a prendere decisioni più informate. Investire senza una reale conoscenza del mercato è un po' come giocare alla roulette: sembra emozionante, ma le probabilità sono contro di te. Formati, studia e acquisisci competenze, e sarai i

Perché la salute e la ricchezza sono misurate nel tempo?

Molti di noi vivono la vita con una percezione distorta dei valori fondamentali, dando priorità a ciò che è meno importante e sacrificando ciò che lo è davvero. Un tempo, il mio padre, pur avendo un riconoscimento significativo nel suo campo, non godeva di buona salute, né di ricchezza, né di felicità. La sua salute stava peggiorando a causa di un’abitudine dannosa che lo accompagnava da anni: il fumo di due o tre pacchetti di sigarette al giorno. Alla fine, morì di cancro ai polmoni. Non aveva ricchezze, nonostante guadagnasse una buona somma, poiché spendeva tutto ciò che guadagnava e non investiva. Credeva che, alla fine della sua carriera, la pensione da insegnante, la previdenza sociale e l’assistenza medica sarebbero state sufficienti a garantire il suo benessere. Ma la verità è che la sua felicità era assente, perché il suo impegno nel lavoro lo rendeva sempre più distante da tutto il resto. Era raramente a casa, e, sebbene avessi praticato sport per tutta la mia vita, non ha mai assistito a una sola delle mie partite. Lavorava incessantemente, viaggiando per tutto lo stato e partecipando a riunioni scolastiche, ma non trovava mai il tempo per i propri figli.

In realtà, la salute e la ricchezza sono concetti che possono essere misurati in termini di tempo. Se si è malati, un medico può dirti: "Hai sei mesi di vita". Questo è un chiaro indicatore che la tua salute è compromessa. La stessa cosa accade con la ricchezza: se hai diecimila dollari in risparmi e le tue spese mensili ammontano a mille dollari, la tua ricchezza durerà dieci mesi. Ma la felicità, al contrario, è molto più difficile da misurare, anche se sappiamo che gran parte della felicità deriva dalla percezione del tempo a disposizione e dalle scelte che facciamo. Ad esempio, Forbes definisce una persona ricca come colui che guadagna almeno un milione di dollari all’anno, ma ciò che la società considera "ricchezza" non è sempre quello che ti rende felice.

La definizione di "persona povera" è ancor più rivelatrice. Un importante istituto finanziario definisce povero chi non possiede almeno centomila dollari in liquidità per investire. Se consideriamo questa definizione, la maggior parte della popolazione americana sarebbe definita povera. Ma, come sottolineato da una fonte affidabile che aveva lavorato in questa azienda, non solo tale criterio veniva applicato per selezionare i clienti, ma anche per il reclutamento del personale. Non era importante il titolo di studio o l'esperienza lavorativa, bensì il numero di persone che si conoscevano, e che avevano più di centomila dollari da investire. Se si possedeva una lunga lista di contatti, si veniva assunti; se no, no.

È importante capire che la salute e la ricchezza non sono mai stati concetti separati, ma sono spesso strettamente legati alla nostra visione del tempo. Esistono persone che, pur avendo buona salute, si trovano a vivere una vita di estrema miseria, o viceversa, persone che, pur avendo ricchezze, vivono nell'infelicità. La ricchezza e la salute possono davvero determinare la qualità della vita, se non la sua durata. Se sei fortunato ad avere entrambe le cose, la tua vita sarà probabilmente più lunga e anche più soddisfacente di quella di chi ne è privo.

Per comprendere appieno questi concetti, bisogna riflettere su come la maggior parte delle persone sacrificano la salute in nome della ricchezza. Lavorano sodo, guadagnano soldi, ma non si prendono cura del proprio corpo. Allo stesso modo, molti sacrificano la loro felicità per il denaro, spostando continuamente la realizzazione dei propri sogni, mentre il tempo scivola via.

La lezione che possiamo imparare da queste esperienze è che la ricerca di un equilibrio tra salute, ricchezza e felicità è fondamentale. Per coloro che si avvicinano alla pensione senza avere un grande patrimonio, è vitale fare scelte più consapevoli. Investire in ciò che amiamo, dedicarsi a ciò che ci appassiona, e agire su quei desideri, anche a piccoli passi, può fare la differenza. Non serve essere ricchi per essere felici, ma bisogna investire nelle proprie passioni, migliorare la propria condizione fisica e mentale, e non lasciarsi schiacciare dalla paura del fallimento.

Chi vive senza troppa ricchezza, come nel caso di un mio amico, può comunque realizzare i propri sogni. Lui, nonostante fosse un impiegato statale che odiava il suo lavoro, ogni sabato si dedicava al golf, sua grande passione. Lavorava nel negozio di un campo da golf e insegnava a chi ne aveva bisogno. Con il tempo, questo piccolo impegno si è trasformato in una vera e propria opportunità di carriera, che lo ha portato a reinventarsi al momento della pensione. Così come lui, anche altri possono trovare la propria strada, a patto di non rinunciare a fare ciò che amano.

Investire non significa solo acquistare azioni o immobili, ma anche destinare risorse in ciò che si conosce e si ama. Solo così è possibile avere successo, perché, quando si è appassionati di qualcosa, è più facile imparare, comprendere i rischi e i benefici e fare scelte migliori. Mi piace investire in immobili e oro, settori che conosco bene e che mi appassionano. Questo approccio, basato sull’amore per l’oggetto dell’investimento, è quello che porta ai risultati più solidi e duraturi.

Infine, un altro consiglio che considero essenziale è quello di avere un mentore o un coach. Non è facile cambiare le proprie abitudini da soli, specialmente quando si tratta di salute. Anni fa, dopo aver visto una foto che mi faceva sembrare più grasso che mai, decisi che era il momento di cambiare. Non per paura di morire, ma per amore della vita che avevo davanti. Con l’aiuto di un coach, sono riuscito a perdere oltre 50 chili e a migliorare significativamente la mia salute. Questo cambiamento ha richiesto una vera e propria ristrutturazione mentale, ma i risultati sono stati sorprendenti. Cambiare il proprio modo di pensare è il primo passo per cambiare veramente la propria vita.