La sintesi dei MXene rappresenta un tema affascinante e complesso, che si sviluppa attraverso varie tecniche e approcci, ognuno dei quali presenta vantaggi e limitazioni specifiche. La sintesi dei MXene avviene in diverse fasi: prima la preparazione del precursore della fase MAX, poi l'incisione del strato A, che lascia uno strato singolo di MX, e infine l'uso di tecniche di intercalazione ed esfoliazione per il recupero di questi strati di MX. Questo processo può essere eseguito tramite due principali approcci: quello dall’alto verso il basso (top-down) e quello dal basso verso l’alto (bottom-up).

L'approccio top-down si basa sul concetto di ridurre strutture tridimensionali in nanosheets bidimensionali. Nel caso dei MXene, questo approccio consiste nel separare i legami M-A dalla fase MAX (precursore per la sintesi dei MXene) per ottenere una struttura a strato singolo. La sintesi dei MXene di buona qualità dipende da numerosi fattori: la scelta del materiale precursore, l'agente di incisione, le condizioni di sintesi e il processo di intercalazione-esfoliazione. Sebbene l'approccio top-down sia il più semplice e tradizionale, presenta alcuni svantaggi, in particolare per quanto riguarda l'uso di etanti acidi, che sono spesso necessari per il processo di incisione. Negli ultimi anni, tuttavia, alcuni ricercatori sono riusciti a eliminare l'uso di acidi, proponendo metodi alternativi.

I precursori per la sintesi dei MXene

L'analisi computazionale ha suggerito che esistono più di 150 combinazioni di MXene derivanti dalla fase MAX, ma la realizzazione sperimentale della maggior parte di queste strutture è ancora in fase di ricerca. La maggior parte dei MXene sintetizzati è definita dalla formula chimica Mn+1Xn. Nella fase MAX, i legami M-X sono legami ionici e generalmente più forti dei legami M-A, che hanno una natura covalente. Questi legami, simili ai legami M-X e M-A, sono presenti anche nelle fasi non-MAX, il che ha portato alla sintesi di MXene a partire da queste fasi non-MAX. Un esempio di questo tipo è il MXene Mo2CTx derivato dalla fase non-MAX Mo2Ga2C. La differenza di energia tra i legami M-A e M-X è fondamentale per il processo di esfoliazione e la produzione di strati stabili di MXene dai loro precursori.

Il processo di incisione chimica

Il processo di incisione chimica rappresenta la tecnica più comune per la sintesi dei MXene attraverso l'approccio top-down. In questo processo, il legame atomico tra M e A della fase precursore viene selettivamente rimosso, lasciando intatti i legami M-X. Nel 2011, Gogotsi e colleghi hanno avuto successo nell'incidere la fase TiAlC2 per ottenere il MXene Ti3C2Tx utilizzando il fluoro di idrogeno (HF) come agente di incisione. Le reazioni chimiche che portano alla sintesi di questo MXene possono essere descritte come segue:

Ti3AlC2 + 3HF → AlF3 + 3/2 H2 + Ti3C2

Ti3C2 + 2H2O → Ti3C2(OH)2 + H2

Ti3C2 + 2HF → Ti3C2F2 + H2

Questo metodo è stato applicato a diverse fasi MAX, ma non si limita solo all’uso del fluoro di idrogeno. In alcuni studi, è stato impiegato anche il fluoro di litio (LiF) combinato con acido cloridrico (HCl), ottenendo risultati promettenti con un miglior rendimento di MXene.

Approccio elettrochimico

Anche se l'incisione chimica tradizionale può produrre materiali con resistenza alla corrosione e conduttività elettrica migliorate, le strutture ottenute spesso non sono singole. Questo significa che, pur mantenendo le proprietà potenziate della fase MAX, la profondità di incisione è limitata, e solo alcuni nanometri di superficie vengono modificati. L'approccio elettrochimico permette di superare questa limitazione. Questo metodo esfolia i precursori a livello molecolare, utilizzando un processo che non coinvolge etanti acidi o alcalini. La sintesi elettrochimica è un processo unico, poiché non c'è alcun contatto diretto con il mondo esterno, e il sistema elettrochimico impiegato consente di ottenere strati di MXene con terminazioni –O e –OH, senza terminazioni di fluoro.

Nel 2020, è stato introdotto un metodo che consente di produrre dispositivi per l'accumulo di energia utilizzando i MXene sintetizzati tramite etching elettrochimico. Questo approccio, che combina la produzione di MXene con l'assemblaggio multistadio dei dispositivi, ha offerto nuove possibilità nel campo della tecnologia dei materiali.

Importanza dell'intercalazione e dell'esfoliazione

Un altro aspetto cruciale nella sintesi dei MXene è il processo di intercalazione ed esfoliazione. Questi processi sono fondamentali per il recupero degli strati di MXene e la loro trasformazione in materiali utilizzabili. L'intercalazione implica l'introduzione di molecole tra gli strati di MXene, migliorandone le proprietà chimiche e fisiche, mentre l'esfoliazione si riferisce al distacco controllato degli strati dal materiale madre. Entrambi questi processi sono essenziali per ottenere MXene di alta qualità, che possiedano una superficie reattiva elevata e siano in grado di rispondere a stimoli esterni in maniera efficiente.

Le tecniche di esfoliazione, come quella meccanica, sono impiegate per ottenere uno strato singolo o pochi strati di MXene. Questo è particolarmente importante per applicazioni come i dispositivi elettronici e per il miglioramento delle proprietà dei materiali di accumulo energetico. Il controllo di questi processi è una delle sfide principali nella ricerca sui MXene, poiché la qualità del materiale finale dipende strettamente dalle condizioni specifiche in cui vengono eseguiti.

Considerazioni finali

Sebbene il progresso nella sintesi dei MXene abbia raggiunto traguardi significativi, molte delle tecniche descritte sono ancora in fase di sviluppo. L'ottimizzazione dei processi di sintesi, la sostituzione di agenti di incisione acidi con metodi più sostenibili e il miglioramento dell'efficienza dei dispositivi basati su MXene sono aree di ricerca attiva. Gli sviluppi futuri potrebbero aprire la strada a nuove applicazioni industriali e scientifiche dei MXene, che potrebbero rivoluzionare settori come la conservazione dell'energia, l'elettronica e i materiali per la nanotecnologia.

Quali sono le potenzialità dei MXenes e dei materiali avanzati a base di MXenes per applicazioni elettrocatalitiche?

I MXenes rappresentano una classe promettente di materiali bidimensionali, con applicazioni che spaziano dalla catalisi elettrochimica all'energia rinnovabile. Il loro studio, in particolare in relazione alle proprietà meccaniche e catalitiche, è in continua espansione, con un focus crescente sulla comprensione di come le caratteristiche superficiali dei MXenes influenzano la loro attività catalitica. Sebbene la ricerca in quest'area sia ancora agli inizi, i risultati ottenuti finora suggeriscono che i MXenes e i composti avanzati a base di MXenes offrono potenzialità significative per il miglioramento delle tecnologie elettrochimiche e per la produzione di energia verde.

Le proprietà meccaniche di MXenes sono tra le migliori tra i materiali bidimensionali conosciuti, ciò che rende questi materiali ideali per una varietà di applicazioni. Non solo le proprietà meccaniche, ma anche le caratteristiche catalitiche sono notevolmente promettenti. In particolare, l'incorporazione di materiali aggiuntivi nei sistemi MXenes può portare a un miglioramento significativo delle proprietà sia meccaniche che catalitiche. Tuttavia, uno degli ostacoli principali che la comunità scientifica deve affrontare è la difficoltà nella preparazione semplice, economica e a bassa tossicità di questi materiali. Il miglioramento delle tecniche di sintesi rimane una delle principali sfide.

La sintesi di MXenes pratici è stata limitata a una serie di compositi noti, ma la letteratura suggerisce che esistono numerosi MXenes teorici che potrebbero essere sintetizzati in futuro. Il progresso nella sintesi e nella funzionalizzazione di MXenes per applicazioni pratiche, come quella per il miglioramento delle batterie ricaricabili, dei supercondensatori e dei catalizzatori elettrochimici, potrebbe rivoluzionare il settore dell'energia rinnovabile. Uno degli sviluppi chiave per ottimizzare le prestazioni catalitiche di MXenes è l'uso di gruppi funzionali superficiali, che svolgono un ruolo cruciale nell'attività elettrocatalitica. Questi gruppi possono essere progettati per migliorare l'interazione con le specie chimiche reattive durante le reazioni, facilitando così processi come l'ossidazione o la riduzione elettrochimica.

Sebbene esista un ampio potenziale per l'uso di MXenes in applicazioni energetiche avanzate, è fondamentale comprendere che la loro integrazione con altri materiali, come polimeri conduttivi o nanoparticelle metalliche, è essenziale per ottenere il massimo delle prestazioni. La combinazione di MXenes con altri materiali può infatti portare a sistemi ibridi con proprietà ancora superiori, in grado di soddisfare le esigenze pratiche di applicazioni come i supercondensatori ad alta capacità o i sistemi di stoccaggio energetico. Per esempio, la progettazione di elettrodi a base di MXenes per batterie e supercondensatori potrebbe migliorare l'efficienza del caricamento e della scarica, riducendo nel contempo i costi e migliorando la durata dei dispositivi.

Alcuni dei principali vantaggi di MXenes includono l'elevata conduttività elettrica, la stabilità chimica e la capacità di modificare facilmente la loro superficie per adattarsi a diverse applicazioni. Tuttavia, la preparazione di MXenes a basse temperature e con metodi semplici, privi di solventi tossici, rimane una questione complessa. In futuro, la ricerca dovrà concentrarsi sullo sviluppo di metodi sintetici che riducano i costi e l'impatto ambientale.

La ricerca sulle applicazioni dei MXenes nel campo dell'elettrocatalisi è particolarmente promettente. L'uso di MXenes in reazioni elettrochimiche come la produzione di idrogeno verde o il miglioramento delle celle a combustibile rappresenta una delle frontiere più avanzate. Tuttavia, è necessario un maggiore sviluppo e comprensione riguardo l'effetto dei gruppi funzionali superficiali su queste reazioni catalitiche. La funzionalizzazione delle superfici potrebbe permettere una maggiore efficienza nella produzione di energia, così come nell’uso di MXenes per dispositivi che catturano o immagazzinano energia, come i supercondensatori o le batterie ad alte prestazioni.

È importante anche notare che mentre MXenes offrono numerosi vantaggi in termini di prestazioni, la loro applicazione pratica richiede soluzioni innovative e scalabili per la produzione su larga scala. Ciò include l'ottimizzazione delle tecniche di sintesi per ridurre il costo di produzione e rendere questi materiali facilmente accessibili alle industrie. La ricerca in quest'area sta rapidamente progredendo, ma sarà necessario molto lavoro per superare gli ostacoli tecnologici che ancora impediscono la commercializzazione su larga scala di MXenes e dei composti a base di MXenes.