L’evoluzione delle applicazioni intelligenti, come la guida autonoma o le città intelligenti, rappresenta la spinta cruciale verso una nuova era delle comunicazioni: dalla connessione degli oggetti alla connessione dell’intelligenza. In questo contesto, l’apprendimento federato al margine (Federated Edge Learning, FEEL) emerge come paradigma innovativo e necessario, capace di garantire un addestramento distribuito dei modelli di intelligenza artificiale senza compromettere la privacy dei dati. Il modello globale viene aggiornato unicamente tramite gli aggiornamenti locali dei modelli, evitando la trasmissione di dati grezzi sensibili.
Tuttavia, l’integrazione efficace di FEEL nelle reti wireless comporta una serie di sfide fondamentali. Tra queste, la più rilevante è rappresentata dai colli di bottiglia nella comunicazione dovuti allo scambio periodico e ad alta dimensionalità degli aggiornamenti di modello. A ciò si aggiungono la lenta convergenza dei modelli, provocata dall’eterogeneità statistica e sistemica dei dispositivi, e l’inaffidabilità derivante da attacchi di inferenza o attacchi bizantini. Per rispondere a tali problematiche, è necessario sviluppare congiuntamente soluzioni sul piano algoritmico, architetturale e della sicurezza.
Dal punto di vista algoritmico, diverse tecniche di ottimizzazione federata vengono sviluppate per adattarsi al contesto wireless. Gli algoritmi di primo ordine, basati su metodi di discesa del gradiente, beneficiano dell’integrazione con tecniche come l’over-the-air computation (AirComp), che consente una rapida aggregazione dei modelli locali direttamente nel dominio wireless. Qui, la selezione dei dispositivi e il design del beamforming sono ottimizzati congiuntamente per massimizzare l’efficacia dell’apprendimento. Per ridurre il numero di round di comunicazione richiesti, vengono impiegati algoritmi di secondo ordine, che, pur aumentando il carico computazionale locale, offrono tassi di convergenza lineare-quadratica anche in presenza di dati eterogenei.
Tuttavia, in scenari dove le informazioni sui gradienti non sono disponibili o accessibili, l’ottimizzazione deve avvenire secondo logiche di ordine zero. In questi casi, si fa uso di stimatori stocastici del gradiente basati su mini-batch, capaci di funzionare anche in canali wireless soggetti a fading o errori di trasmissione. Viene così tracciato un quadro completo delle soluzioni algoritmiche disponibili in funzione della qualità e accessibilità dei dati e delle risorse computazionali e comunicative.
A livello architetturale, le limitazioni imposte dai dispositivi stragglers – ovvero dispositivi che rallentano il processo collettivo a causa di latenze o congestione – possono essere mitigate attraverso l’uso di tecnologie avanzate come le superfici intelligenti riconfigurabili (RIS) o i veicoli aerei senza pilota (UAV). Le RIS permettono una riconfigurazione dinamica dell’ambiente di propagazione del segnale, favorendo un’aggregazione più efficiente dei modelli, mentre gli UAV, grazie alla loro mobilità e posizione elevata, offrono una prospettiva di ottimizzazione congiunta della traiettoria di volo e della pianificazione dei dispositivi per ridurre la latenza complessiva dell’addestramento.
Nelle architetture multi-cellulari, si apre invece la possibilità di un apprendimento federato collaborativo tra più celle. In questo scenario, si pone l’accento sulla gestione della coerenza del modello globale e sulla sincronizzazione degli aggiornamenti, rendendo necessarie strategie intelligenti di coordinamento inter-cellulare.
Infine, l’aspetto della fiducia resta cruciale per l’adozione del FEEL su larga scala. Le minacce alla privacy e alla sicurezza richiedono meccanismi sofisticati e integrati. L’uso delle RIS può essere esteso anche alla protezione della privacy, bilanciando l’accuratezza dell’apprendimento con l’applicazione di tecniche di privacy differenziale. Algoritmi di ottimizzazione specifici permettono di massimizzare la qualità dell’addestramento pur rispettando vincoli di riservatezza. Per affrontare attacchi bizantini – nei quali alcuni nodi agiscono in modo malevolo per compromettere il modello globale – vengono introdotte architetture decentralizzate basate su blockchain. Queste prevedono protocolli di consenso resilienti ai guasti e algoritmi di aggregazione sicuri, che rinforzano la robustezza dell’intero sistema federato.
In questo panorama articolato, il lettore deve comprendere che la realizzazione pratica di un sistema FEEL affidabile e scalabile dipende dall’interazione sinergica tra ottimizzazione algoritmica, progettazione dell’architettura di rete e protezione avanzata della sicurezza e della privacy. Ogni singolo elemento non può essere trattato in modo isolato. L’efficienza complessiva e la sostenibilità del sistema richiedono un’armonizzazione profonda tra le diverse dimensioni tecniche. È inoltre essenziale sviluppare metriche di valutazione multidimensionali, capaci di misurare l’impatto congiunto di privacy, accuratezza, consumo energetico, latenza e robustezza agli attacchi. Solo così l’apprendimento federato potrà diventare il fondamento dell’intelligenza connessa nel 6G.
Come Ottimizzare l'Apprendimento Federato tramite RIS: Un'Analisi della Scalabilità e delle Performance
Il miglioramento della scalabilità algoritmica è un obiettivo centrale per i sistemi di apprendimento federato, specialmente quando si tratta di reti con risorse distribuite come quelle che utilizzano il RIS (Reconfigurable Intelligent Surface). In un contesto come quello del FEEL (Federated Edge Learning) assistito da RIS, la sfida principale è ottimizzare le performance di aggregazione dei modelli locali tramite canali wireless. Un approccio efficace in questo scenario è l’utilizzo di algoritmi di apprendimento basati su GNN (Graph Neural Networks), che dimostrano una grande capacità di migliorare la scalabilità algoritmica rispetto alle soluzioni tradizionali.
Nel modello considerato, il server edge coordina un insieme di dispositivi, ciascuno dei quali possiede un proprio dataset locale. Ogni dispositivo, indicato con , utilizza i propri dati per addestrare un modello locale, dove e sono le coppie di input e etichette rispettivamente, e è il numero di campioni di addestramento disponibili per ciascun dispositivo. Si assume che i dataset locali siano indipendenti e identicamente distribuiti (i.i.d.) tra i vari dispositivi, con lo stesso numero di campioni, cioè per ogni .
L'obiettivo principale in un sistema del genere è trovare i parametri ottimali del modello globale che minimizzano la funzione di perdita globale . Questo viene formalizzato come la minimizzazione di:
dove è il numero totale di campioni di addestramento e è la funzione di perdita locale per ciascun dispositivo .
Il processo di addestramento avviene in più fasi. Nella prima fase, il server edge invia il modello globale a tutti i dispositivi attraverso il canale di downlink. Poiché la potenza di trasmissione del server è molto maggiore rispetto a quella dei dispositivi, si assume che il fading del canale e il rumore nel downlink possano essere completamente compensati. Successivamente, ogni dispositivo calcola il proprio gradiente stocastico locale , utilizzando un mini-batch di campioni casuali dal proprio dataset. Infine, i gradienti locali vengono aggregati utilizzando AirComp, una tecnica che consente di sommare i gradienti trasmessi simultaneamente dai dispositivi nel canale aereo, riducendo così la necessità di comunicazione intensiva tra il server e i dispositivi.
L'aggregazione dei gradienti locali avviene in presenza di rumore e fading casuale nel canale di comunicazione, il che implica che la stima dei gradienti aggregati possa essere imprecisa. In questi casi, l’utilizzo di un RIS con elementi di riflessione può migliorare l’accuratezza dell’aggregazione dei gradienti, mitigando il collo di bottiglia nella comunicazione. L'aggregazione corretta dei gradienti locali è essenziale per aggiornare il modello globale:
dove è il tasso di apprendimento e è la stima del gradiente medio, che può essere affetta da errori dovuti al rumore del canale.
Durante la fase di aggiornamento locale, ogni dispositivo calcola anche la media e la varianza dei suoi gradienti locali, che vengono poi inviati al server edge per la normalizzazione. Dopo aver ricevuto questi statistiche, il server calcola la media globale e la varianza , che vengono successivamente trasmesse ai dispositivi per aggiornare i loro segnali di trasmissione.
Tutto il sistema è influenzato da fattori come la potenza di trasmissione, le condizioni del canale, i cambiamenti dei parametri del RIS, e il rumore del ricevitore. La performance di FEEL, infatti, dipende fortemente da questi parametri, che possono alterare significativamente l'accuratezza dell'aggregazione dei gradienti locali e, di conseguenza, le performance complessive dell'apprendimento federato.
Inoltre, la convergenza dell’algoritmo di apprendimento federato dipende da diversi fattori. Per esempio, è importante considerare che la funzione di perdita globale è limitata inferiormente, cioè per ogni , e che la funzione di perdita locale è S-smooth, il che significa che la norma del gradiente non cresce troppo rapidamente. L'errore associato ai gradienti locali è mediamente nullo, ma la sua varianza è limitata, il che implica che l'algoritmo può ancora raggiungere una buona approssimazione della soluzione ottimale.
Infine, è importante che il sistema consideri la possibilità di un errore nei gradienti aggregati, che può essere causato dalla combinazione dei segnali nei canali wireless. In presenza di questi errori, l'efficacia dell'aggregazione dei gradienti può essere limitata dal peggior canale tra il dispositivo e il server, ma l'uso di RIS può migliorare la situazione.
Come funziona l'addestramento distribuito in FEEL e l'utilizzo degli algoritmi di apprendimento
Il modello di apprendimento federato FEEL (Federated Edge Learning) rappresenta una delle più recenti innovazioni nell'ambito dell'apprendimento automatico distribuito. Questa tecnologia sfrutta risorse computazionali locali per addestrare modelli di intelligenza artificiale, preservando al contempo la privacy dei dati. L'addestramento avviene in modo iterativo: i dispositivi locali, detti edge devices, eseguono delle iterazioni per aggiornare i modelli, inviando successivamente gli aggiornamenti al server centrale. Il server, tramite tecniche come il Federated Averaging (FedAvg), aggrega gli aggiornamenti locali e crea un modello globale che viene poi ridistribuito ai dispositivi locali. Questo ciclo si ripete finché il modello non converge o non viene raggiunto un criterio di arresto.
Una delle principali sfide in questo processo è l'efficienza della rete di comunicazione. Poiché i dispositivi edge comunicano costantemente con il server centrale, è fondamentale l'adozione di protocolli di comunicazione ottimizzati per ridurre il consumo di larghezza di banda e la latenza, garantendo così la continuità e l'efficacia del processo di apprendimento. FEEL, in tal senso, rappresenta un approccio scalabile ed efficiente che, pur rimanendo sensibile alla privacy, permette di addestrare modelli avanzati di intelligenza artificiale senza necessità di centralizzare i dati, una caratteristica distintiva rispetto ai tradizionali sistemi di machine learning.
Per comprendere appieno come funzioni FEEL, è utile ripercorrere alcuni dei modelli di apprendimento automatico di base che costituiscono la sua base. Molti dei modelli utilizzati in FEEL sono simili a quelli tradizionali, come la regressione logistica, che è ampiamente utilizzata per risolvere problemi di classificazione binaria.
La regressione logistica è un modello classico che stima la probabilità che un dato esempio appartenga alla classe "1" piuttosto che alla classe "0". La funzione che descrive questo processo è di tipo sigmoide, che prende un valore di ingresso e lo "comprime" in un intervallo tra 0 e 1. L'obiettivo è trovare il valore ottimale dei parametri del modello, affinché la probabilità di assegnare correttamente una classe sia massimizzata. La regressione logistica utilizza una funzione di costo che misura quanto bene il modello si adatti ai dati di addestramento, e l'ottimizzazione di questa funzione è tipicamente eseguita tramite il metodo del gradiente discendente.
Quando il numero di classi aumenta, come nel caso della regressione softmax, il modello si estende per gestire la classificazione multi-classe. Invece di avere solo due classi (0 o 1), il modello softmax è in grado di assegnare probabilità a più classi, una per ciascun possibile risultato. La regressione softmax, pertanto, è un'estensione della regressione logistica, utile per problemi come il riconoscimento di cifre scritte a mano, dove le classi potrebbero essere 10 (da 0 a 9). La funzione di costo in questo caso è una somma delle probabilità di appartenenza a ciascuna classe, e l'algoritmo mira a minimizzare questa funzione tramite tecniche di ottimizzazione iterativa.
Questi modelli sono alla base del processo di apprendimento in FEEL, che li sfrutta per addestrare modelli su dispositivi edge senza trasferire i dati personali. In particolare, la comunicazione tra i dispositivi locali e il server centrale avviene solo in termini di aggiornamenti del modello, piuttosto che in termini di dati grezzi. Questo approccio non solo migliora l'efficienza, ma protegge anche la privacy degli utenti, un aspetto sempre più cruciale nell'era digitale.
FEEL, in effetti, rappresenta una soluzione scalabile ed efficiente per il training di modelli complessi in ambienti distribuiti. Utilizzando risorse locali e minimizzando il traffico di dati tra i dispositivi, consente di mantenere un alto livello di prestazioni pur rispettando i vincoli di larghezza di banda e latenza delle reti wireless. La sua applicabilità si estende a numerosi settori, da quello sanitario a quello finanziario, dove la protezione dei dati è fondamentale.
In sintesi, FEEL non è solo un'evoluzione dei tradizionali modelli di apprendimento automatico, ma una vera e propria rivoluzione nella gestione dei dati distribuiti, che offre un equilibrio tra efficienza, scalabilità e privacy. La combinazione di tecniche come il Federated Averaging e l'uso di modelli di machine learning classici, come la regressione logistica e softmax, dimostra come si possa ottenere un apprendimento collaborativo potente e sicuro, senza compromettere la sicurezza e la riservatezza dei dati degli utenti.
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