L'analisi condotta sui dispositivi OWC (Oscillating Water Column) in relazione alla dissipazione dell'energia e alla riflessione delle onde rivela che il comportamento della colonna d'acqua è strettamente legato a fattori come il coefficiente di riflessione KR e il coefficiente di dissipazione KD. In particolare, è emerso che il picco del rapporto Ag/Ai corrisponde al minimo coefficiente di riflessione KR e al massimo coefficiente di dissipazione KD. Ciò suggerisce che una dissipazione energetica significativa si verifica in presenza di una risposta massima della colonna d'acqua, associata alla riduzione della riflessione delle onde.

Un parametro fondamentale in questo contesto è il rapporto tra il pescaggio della struttura (d) e la profondità dell'acqua (h), che nel nostro studio viene definito come critico per il valore d/h = 0,8. In questa condizione, quando la base della scatola si avvicina al fondale marino, si forma uno stretto spazio che ricorda la cavità di un risonatore di Helmholtz, un fenomeno ben noto in acustica. Il flusso nell'intercapedine tra la scatola e il fondale, infatti, è caratterizzato da un'alta velocità, e le due spigolosità della scatola generano vortici che dissipano una porzione significativa dell'energia incidente, conducendo quasi a una riflessione nulla delle onde.

Questo scenario si traduce in un’efficienza idrodinamica elevata, come mostrato nei risultati ottenuti per il caso in cui il pescaggio d/h è pari a 0,8, con un massimo coefficiente di dissipazione KD di 0,99. I vortici che si sviluppano in questa condizione sono responsabili di un massiccio trasporto di massa, che facilita la dissipazione dell'energia. In termini pratici, si osserva che, modificando gli angoli acuti della scatola in forme più arrotondate, si potrebbe ridurre la formazione di vortici e migliorare ulteriormente la dissipazione energetica.

Dal punto di vista teorico, l'efficienza idrodinamica di un OWC basato sul modello di Helmholtz è stata studiata utilizzando un risolutore di flusso potenziale sviluppato su base semi-analitica. I risultati dimostrano che la frequenza di risonanza, che determina il picco di efficienza, diminuisce con l'aumento del pescaggio della parete anteriore della camera. Ciò implica che la frequenza di risonanza è modulabile in funzione del pescaggio della parete, una caratteristica che offre margini di ottimizzazione per il design di dispositivi OWC.

Un aspetto importante nell'analisi di questi dispositivi è il fenomeno di "blocco" che si verifica in simulazioni basate su flussi viscosi o in prove reali, in cui la risposta del moto della colonna d'acqua diminuisce significativamente. Questo blocco è particolarmente rilevante quando si progettano dispositivi per l'assorbimento di onde più lunghe, e deve essere considerato per garantire una performance ottimale del dispositivo in diverse condizioni di onda.

In aggiunta, la combinazione di un sistema OWC con pareti perforate può offrire un’efficienza ancora maggiore, permettendo di sfruttare al meglio le caratteristiche di risonanza di Helmholtz per le onde lunghe e le capacità di dissipazione delle onde corte. La progettazione di un sistema ibrido, che integri le due tecnologie, ha un potenziale significativo per migliorare la capacità di assorbimento delle onde in una vasta gamma di frequenze.

Il sistema ibrido proposto si fonda su una struttura OWC che cattura l'energia delle onde lunghe attraverso la risonanza, combinato con una parete perforata che dissipa l'energia delle onde corte. Il modello teorico per questa configurazione utilizza una soluzione di flusso potenziale lineare, che consente di descrivere in modo accurato la dinamica della colonna d'acqua sotto l'azione delle onde. La capacità di estrarre energia dal moto oscillatorio della colonna d'acqua è direttamente legata all'efficacia della turbinazione dell'aria, che converte l'energia meccanica in energia elettrica.

In conclusione, la progettazione e l'ottimizzazione di dispositivi OWC basati sul principio di Helmholtz richiedono un’attenta considerazione della geometria, del pescaggio e delle caratteristiche del flusso d'acqua. La possibilità di manipolare questi fattori permette di adattare il dispositivo a diverse condizioni marine, migliorando l'efficienza complessiva del sistema e la sua capacità di produrre energia rinnovabile. È quindi essenziale approfondire non solo gli aspetti teorici ma anche le implicazioni pratiche per il design e l'implementazione di questi dispositivi, tenendo conto delle interazioni tra l'acqua, l'aria e la struttura fisica.

Come la Valutazione Numerica e i Risultati Sperimentali Supportano il Sviluppo delle Strutture Marine Multi-uso

Il rapido progresso tecnologico e l'aumento della domanda di energie rinnovabili hanno reso sempre più cruciale lo sviluppo di strutture marine multi-uso (MPMS) che possano supportare una varietà di attività oceaniche, tra cui la produzione di energia, la desalinizzazione, la pesca, e la protezione costiera. Il concetto di MPMS si sta rivelando fondamentale per ottimizzare l'utilizzo dello spazio marino e per rispondere alle sfide legate alla sostenibilità e all'innovazione in ingegneria oceanica. La validazione numerica dei modelli di simulazione e il confronto con i risultati sperimentali rappresentano una parte essenziale di questo processo, contribuendo a ottimizzare le prestazioni di queste strutture complesse.

L'analisi idrodinamica di strutture come la piattaforma galleggiante con dispositivi per l'energia dalle onde (OWC - Oscillating Water Column) si basa su modelli numerici che simulano la risposta alle forze marine in condizioni varie. La validazione del modello numerico, eseguita tramite esperimenti controllati, consente di confermare la precisione delle simulazioni e di adattarle per applicazioni future. Durante questa fase, si mettono a confronto i dati sperimentali con le previsioni numeriche per esaminare l'affidabilità del modello. Questi risultati sono essenziali per lo sviluppo di tecnologie in grado di resistere alle difficili condizioni oceaniche e, allo stesso tempo, massimizzare l'efficienza energetica e l'affidabilità operativa delle MPMS.

Un aspetto cruciale di tale analisi riguarda la pressione idrodinamica e quella dell'aria sulle strutture OWC. La risposta dinamica della piattaforma alle onde, che può essere influenzata da fattori come la velocità delle onde e le caratteristiche del vento, è simulata attraverso complesse tecniche di modellazione numerica. I risultati ottenuti sono poi confrontati con quelli di test in mare per valutare la validità delle previsioni e migliorare le simulazioni. La capacità di un modello numerico di prevedere accuratamente il comportamento delle strutture in condizioni reali è di fondamentale importanza per garantire la sicurezza e l'efficienza operativa delle MPMS.

Un altro elemento che influisce significativamente sul comportamento dinamico delle piattaforme è la presenza di piastre perforate, che possono alterare le forze di carico che agiscono sulla struttura. La configurazione numerica di questi sistemi è progettata per testare l'effetto delle piastre perforate in condizioni di flusso a rottura di diga, un fenomeno che simula l'effetto di onde improvvise generate da eventi marini estremi. La simulazione di tali condizioni consente di ottimizzare il design delle strutture, aumentando la loro robustezza e la loro capacità di resistere a forze non previste durante le operazioni.

Nel corso delle simulazioni numeriche, i risultati sono confrontati con le prove sperimentali per verificare che i modelli siano accurati nel rappresentare i fenomeni fisici reali. Tuttavia, oltre alla validazione dei modelli, è essenziale considerare altri fattori che potrebbero influenzare la performance a lungo termine delle strutture marine. Questi includono il comportamento delle piattaforme sotto l'influenza combinata di onde e vento, l'efficacia dei sistemi di ormeggio e il potenziale impatto di riflessioni costiere sulle prestazioni idrodinamiche della piattaforma.

Inoltre, i dati sperimentali devono essere interpretati considerando la variabilità naturale degli ambienti marini. Le condizioni oceaniche sono estremamente dinamiche e possono cambiare rapidamente, il che richiede che i modelli numerici siano sufficientemente flessibili da adattarsi a vari scenari operativi. Questo significa che i modelli di simulazione devono essere continuamente aggiornati e migliorati in base ai nuovi dati ottenuti da test sul campo. Un altro aspetto da tenere in considerazione è l'interazione tra le diverse attività marine che si svolgono sulla stessa piattaforma, come la pesca, il turismo e la produzione di energia. La combinazione di più usi all'interno di una stessa struttura comporta la necessità di ottimizzare non solo la struttura fisica della piattaforma ma anche la gestione operativa delle risorse.

Per il lettore, è cruciale comprendere che, oltre alla validazione dei modelli numerici, è necessario affrontare una serie di sfide pratiche legate all'implementazione delle strutture marine multi-uso. Il successo di queste strutture dipende dall'integrazione armoniosa di tecnologie avanzate, dalla capacità di operare in ambienti marini estremi e dalla gestione efficace delle risorse naturali. La ricerca in questo campo non si limita alla teoria e alla simulazione numerica, ma richiede anche un impegno concreto nel migliorare le infrastrutture e garantire che siano in grado di operare in modo sostenibile nel lungo periodo.

Come si trasformano le forze e gli spostamenti da un sistema locale a uno globale in una struttura galleggiante elastica?

Nel contesto delle strutture galleggianti elastiche integrate con dispositivi per l’estrazione dell’energia dalle onde, è fondamentale una corretta formulazione del modello strutturale che tenga conto della relazione tra forze nodali e spostamenti all'interno di un sistema di coordinate locale, e della loro trasformazione in un sistema globale. In particolare, per un elemento trave spaziale, la relazione tra le forze ai nodi e gli spostamenti nodali nel sistema locale può essere espressa nella forma matriciale:

Fl₍i,i+1₎ = Kl₍i,i+1₎ εl₍i,i+1₎

dove Fl rappresenta il vettore delle forze nodali e εl il vettore degli spostamenti nodali. I componenti di Fl includono le forze assiali, trasversali e i momenti flettenti applicati ai nodi iniziale e finale dell’elemento. Gli spostamenti εl comprendono traslazioni e rotazioni in tutte e tre le direzioni spaziali per entrambi i nodi. La trasformazione da coordinate locali a globali si ottiene attraverso la matrice di rotazione P, che si applica separatamente alle traslazioni e alle rotazioni:

εl = Pe ε
Fl = Pe Fb

In questa formulazione, la matrice Pe è una matrice blocco diagonale che incorpora la matrice P per ciascun blocco relativo a traslazioni e rotazioni. La matrice di rigidezza globale Ki,i+1 si ottiene quindi trasformando la matrice locale con:

Ki,i+1 = Peᵀ Kl₍i,i+1₎ Pe

Questa trasformazione è essenziale per analizzare le risposte dinamiche della struttura elastica galleggiante sotto l'azione di forze idrodinamiche in coordinate assolute. Utilizzando la teoria delle travi di Euler–Bernoulli, si possono calcolare le risposte in termini di flessione e rotazione a partire dal centro di massa di ciascun modulo. Il momento flettente positivo è definito come orario sulla sezione trasversale sinistra, e antiorario su quella destra, mentre la forza di taglio positiva è verso l'alto a sinistra e verso il basso a destra.

Un elemento trave infinitesimo dx sottoposto a un momento M₀ e a una forza di taglio N₀ mostra una deflessione calcolabile come:

α(x) = (N₀ x³)/(6EI) + (M₀ x²)/(2EI) + (θ₀ x)/EI + α₀

dove θ₀ è l’angolo iniziale di rotazione e α₀ è la deflessione iniziale. Una volta risolte le equazioni del moto e ottenute le matrici di rigidezza, le forze esterne ai nodi si inseriscono in questa equazione per determinare la risposta della struttura elastica in ogni punto.

Il modello descritto è stato verificato confrontando i risultati numerici con quelli ottenuti da modelli esistenti, come quello di Yago ed Endo. La piattaforma VLFS è divisa in otto moduli, ciascuno dei quali è discretizzato con mesh per rappresentare accuratamente la geometria immersa. Le risposte verticali ottenute al centro di massa dei moduli sotto l’azione di onde incidenti mostrano un’eccellente concordanza con i risultati precedenti, confermando così l’affidabilità del modello nella previsione della risposta idroelastica.

In un secondo scenario, una piattaforma galleggiante sottile è accoppiata con una serie di galleggianti oscillanti a forma di cuneo. Cinque di questi galleggianti sono connessi alla piattaforma, ciascuno con una differenza di pescaggio tra lato frontale e lato posteriore. Il sistema è immerso in acque profonde, e il modello prevede la discretizzazione della piattaforma in moduli con mesh specifici per le superfici bagnate. I parametri geometrici e meccanici sono specificati con precisione, inclusi moduli elastici e rapporti di Poisson.

Per calcolare lo spostamento relativo tra un galleggiante #m e un modulo immaginario #n si utilizza la condizione di continuità del moto, dalla quale si ottiene:

xm,n = xₘ⁽³⁾ + (yJₘ,ₙ − yRₘ) xₘ⁽⁴⁾ − (xJₘ,ₙ − xRₘ) xₘ⁽⁵⁾ − xₙ⁽³⁾ − (yJₘ,ₙ − yRₙ) xₙ⁽⁴⁾ + (xJₘ,ₙ − xRₙ) xₙ⁽⁵⁾

La potenza estratta dal moto relativo è quindi:

Pm = (1/2) ω² λ′ₚₜₒ |xm,n|²

dove λ′ₚₜₒ rappresenta lo smorzamento del sistema PTO. La potenza totale generata da tutti i galleggianti è la somma delle singole potenze Pm, mentre l’efficienza idrodinamica κₘ di ciascun galleggiante è il rapporto tra potenza estratta e potenza dell’onda incidente:

κₘ = Pm / Pin

L’efficienza media si calcola come media aritmetica sulle M unità galleggianti.

È fondamentale che il lettore comprenda la profonda implicazione fisica della trasformazione tra sistemi di coordinate: non si tratta di una mera manipolazione matematica, ma di un passaggio indispensabile per garantire la compatibilità tra le equazioni di equilibrio, la cinematica del sistema e la formulazione numerica nella modellazione tridimensionale. Ogni modulo e galleggiante interagisce non solo strutturalmente ma anche idrodinamicamente, e ignorare la corretta trasformazione porterebbe a errori significativi nella previsione della risposta dell’intero sistema. Inoltre, la modellazione accurata della distribuzione delle masse e della rigidezza lungo la piattaforma è cruciale per catturare correttamente la propagazione delle onde elastiche e il loro accoppiamento con i dispositivi di conversione dell’energia. La scelta della discretizzazione, la formulazione delle condizioni al contorno e l’interazione fluido-struttura determinano fortemente l’affidabilità del modello numerico.

Come lo sviluppo di strutture marine multifunzionali può contribuire alla sostenibilità energetica

Il mondo sta affrontando sfide energetiche sempre più gravi, e la necessità di soluzioni che coniughino la produzione di energia con la sostenibilità ambientale è diventata cruciale. Il sistema energetico globale si trova ad affrontare un incremento della domanda che non può essere soddisfatto solo con le tradizionali fonti di energia fossile. L'adozione di tecnologie innovative per la produzione e il consumo di energia è fondamentale per rispondere a questa esigenza. In questo contesto, l’energia oceanica emerge come una risorsa rinnovabile di grande potenziale. L'energia del mare comprende varie fonti, tra cui l'energia eolica offshore, le onde, le maree, l’energia solare marina e l’energia termica oceanica. Negli ultimi anni, le tecnologie per l'estrazione di energia dal mare hanno fatto enormi progressi, aprendo nuove possibilità per lo sviluppo di sistemi energetici a basse emissioni di carbonio.

Le tecnologie di estrazione dell'energia oceanica hanno due principali scopi: da un lato, forniscono energia alle aree costiere, come le città; dall’altro, alimentano attività offshore, come le piattaforme di petrolio e gas o i sistemi di acquacoltura marina. Questo modello di utilizzo dell’energia è vantaggioso perché consente lo sviluppo e il consumo locale dell’energia, riducendo i costi rispetto alle alternative energetiche tradizionali. Il miglioramento dell’efficienza energetica e il cambiamento nei modelli di consumo, in particolare attraverso l’introduzione di tecnologie innovative, sono strategie fondamentali per affrontare questa sfida.

Nel settore dell'energia eolica offshore, la tecnologia ha visto un’evoluzione significativa con l'introduzione delle turbine eoliche flottanti. Se inizialmente venivano utilizzate turbine eoliche montate su fondazioni fisse, come le monopile e le jacket, l'esigenza di sviluppare energia eolica in acque più profonde ha portato all'adozione di turbine flottanti. Le piattaforme flottanti per le turbine eoliche si basano su design simili a quelli delle piattaforme petrolifere offshore, come il sistema TLP (Tension Leg Platform), il semi-sommergibile e la piattaforma barge. Questi sistemi permettono lo sviluppo dell’energia in acque molto profonde, dove le tradizionali soluzioni non sarebbero praticabili.

Le tecnologie per l'energia dalle onde hanno anch’esse visto un’evoluzione notevole. Le principali tipologie di dispositivi per l'energia dalle onde includono i dispositivi a corpo oscillante, i dispositivi a colonna d’acqua oscillante (OWC) e i dispositivi a superamento. Recentemente, sono emerse nuove soluzioni, come i dispositivi flessibili che utilizzano la piezoelettricità, i dispositivi a sacco d'aria e i dispositivi TENG (triboelectric nanogenerators). Queste innovazioni aprono la strada a un uso sempre più efficiente e variegato dell'energia del mare.

Anche l’energia solare offshore è un settore in espansione, con due principali soluzioni: il tipo montato su pali e il tipo flottante, che può essere costituito da piattaforme modulari o membrane galleggianti. Recenti progetti, come SolarDuck e HeliFloat, propongono nuovi concetti per l’installazione di impianti fotovoltaici su piattaforme galleggianti, rendendo possibile l'adozione di questa tecnologia anche in mare aperto.

Una delle innovazioni più promettenti nel campo delle strutture marine è la creazione di piattaforme multifunzionali che integrano diverse fonti di energia rinnovabile. Un esempio di ciò sono le piattaforme galleggianti che combinano turbine eoliche offshore con dispositivi per l'energia dalle onde. Questa sinergia non solo massimizza la produzione di energia, ma migliora anche la stabilità e la durabilità della piattaforma stessa, favorendo una maggiore efficienza operativa.

L'integrazione di tecnologie rinnovabili con altre attività offshore, come l'acquacoltura, ha mostrato un notevole potenziale. Le piattaforme che combinano energia eolica e dalle onde con sistemi di acquacoltura sono già state testate in prototipi, come la piattaforma di acquacoltura alimentata dall’energia delle onde di Penghu e la prima piattaforma ibrida eolico-pesca “Guoneng Shared”. Questi progetti dimostrano come l’energia rinnovabile possa supportare attività economiche in mare, riducendo al contempo l’impatto ambientale e migliorando la sostenibilità dei sistemi.

Le città galleggianti, gli hotel galleggianti e le isole energetiche offshore sono concetti futuristici che richiederanno l’installazione di impianti di energia rinnovabile marina per garantire un fornitura di energia stabile e continua. Questi progetti richiedono soluzioni innovative che integrano diverse fonti di energia in un’unica piattaforma autosufficiente. Una di queste soluzioni è il progetto Space@sea, che sviluppa strutture marine multifunzionali per la produzione di energia, la protezione costiera e la gestione sostenibile dello spazio marino.

Un altro aspetto rilevante nello sviluppo delle strutture marine multifunzionali riguarda la protezione ecologica e l’acquacoltura. L'integrazione di coltivazioni marine, vegetazione marina e barriere coralline artificiali con infrastrutture marine esistenti non solo facilita la condivisione dello spazio, ma riduce anche i costi. Inoltre, l’utilizzo delle infrastrutture marine esistenti per supportare gli habitat naturali contribuisce a minimizzare l’impatto negativo di queste strutture sugli ecosistemi marini. Questo approccio è essenziale per garantire la sostenibilità a lungo termine delle strutture marine e ridurre la necessità di costruire nuove strutture che potrebbero danneggiare gli ecosistemi.

Le strutture marine multifunzionali rappresentano un passo fondamentale verso un futuro energetico più sostenibile. Esse non solo riducono i costi di costruzione e operativi, ma offrono anche vantaggi in termini di sinergia tra diverse attività e di sfruttamento ottimale dello spazio marino. Integrando più funzioni in una singola piattaforma, è possibile massimizzare l’efficienza delle risorse e migliorare la sostenibilità delle operazioni offshore.