L'attacco di Bruxelles ha rivelato un dato sconvolgente: il 50% degli americani ha supportato l'azione. Se l'attacco di Orlando è, come affermato da Trump, "solo l'inizio", la domanda che resta è: cosa succederà dopo? A quale ora e in quale luogo? In questo scenario, Trump ribadisce il suo messaggio proattivo di populismo, proponendosi come l'uomo che risolverà la minaccia del terrorismo islamico.
Durante le primarie, Trump cercò di presentarsi come un "uomo di potere", visibile nei suoi interventi politici energici e nei suoi tweet provocatori (Rosen 2016). Nonostante la sua campagna fosse spesso caratterizzata da accuse di misoginia e sessismo (Anderson 2017; Rosen 2016), Trump dimostrò una straordinaria abilità nell’eludere le critiche. Un esempio lampante è il Tweet #9, in cui Trump utilizza il corpo femminile come un simbolo per colpire sia l'islam radicale che Hillary Clinton. Con questo gesto, Trump cerca di offuscare le esperienze di terrore su scala internazionale, mescolandole con la paura locale. Così facendo, si dissolve il confine tra paura globale e i suoi effetti immediati, come sostenuto da Pain (2010).
Il soprannome "Crooked Hillary", insieme ad altri appellativi usati durante la campagna, ha avuto una grande rilevanza psicologica, rinforzando, nel subconscio dei suoi sostenitori, un discorso di colpa e sospetto legato allo scandalo delle email di Clinton (BBC 2016b). Attraverso i suoi tweet, Trump ha saputo manovrare l'immaginario collettivo, sfidando i sostenitori di Hillary a riconsiderare la sua vera preoccupazione per le donne, mettendo in discussione l'autenticità del suo impegno verso i diritti femminili. Nonostante la sua figura fosse spesso legata alla misoginia, uno studio di Wang, Li e Luo (2016) ha rivelato che non esistevano differenze di genere significative tra i sostenitori di Clinton e quelli di Trump su Twitter.
La sua politica estera "America First" divenne un elemento centrale, pronunciata chiaramente nel suo discorso di accettazione dopo la Convenzione Nazionale Repubblicana (Politico 2016). L'adozione della massima reaganiana "Pace attraverso la forza" si tradusse nella cosiddetta "Dottrina Trump", che divenne il fondamento di un'ideologia militare ed economica forte e determinata. Trump prometteva ai suoi elettori che non avrebbero mai più subito attacchi sul suolo americano sotto la sua amministrazione.
Un altro pilastro di questa visione era l'ordine e la legge, che Trump abbracciò con entusiasmo, autodefinendosi il presidente della legge e dell'ordine (Stanley 2016). A livello politico, Trump ha rappresentato una rottura con le tradizioni precedenti, una figura capace di alimentare la paura della minaccia esterna e di proiettare il suo messaggio direttamente nei cuori di milioni di americani. La sua comunicazione attraverso Twitter è stata determinante in questa evoluzione politica, sfruttando la piattaforma per modellare l'identità collettiva e suscitare emozioni forti come paura, rabbia e speranza.
L'analisi di come Trump abbia usato Twitter per costruire una narrazione di paura e identità si può comprendere meglio se si considera l'uso del confine geografico e la percezione dello "straniero" come minaccia. Le sue dichiarazioni contro l'immigrazione, insieme alla proposta della costruzione di un muro lungo il confine con il Messico, si intrecciavano con una retorica di difesa dello spazio nazionale, inteso come un luogo sicuro da difendere a tutti i costi. La paura di un "Altro" che invadeva gli Stati Uniti si traduceva in una narrativa che risuonava profondamente con i timori più radicati della popolazione americana.
In questo contesto, Twitter ha svolto un ruolo fondamentale nel dare voce alla "maggioranza silenziosa". Le sue performance online sono state un'estensione del suo comportamento in pubblico, dove ogni tweet, provocatorio e carico di tensione, alimentava il dibattito politico e accresceva il suo potere comunicativo. La crescente discrepanza tra i "mi piace" privati e i retweet pubblici ha rivelato un supporto segreto ma potente, che non trovava spazio nei tradizionali canali di comunicazione politica.
In definitiva, l'elezione di Donald Trump ha segnato l'inizio di una nuova era, l'epoca di Twitter, dove le parole diventano armi, capaci di scatenare reazioni inimmaginabili. La sua campagna si è svolta nel regno dell'immaginazione, da "Make America Great Again" a "America First", proponendo una visione del mondo che non esisteva ancora, ma che i suoi sostenitori hanno abbracciato con passione. Senza Twitter, probabilmente, Trump non sarebbe riuscito a catalizzare l'ondata di dissenso popolare che lo ha portato alla Casa Bianca.
Come la popolarità della WWE è influenzata dalle dimensioni del mercato: una panoramica delle tendenze di partecipazione nel 2015 e 2016
L’edizione di WrestleMania XXXI si è svolta a Santa Clara, California, un evento che ha attirato l'attenzione di migliaia di spettatori. Tuttavia, analizzando le statistiche di partecipazione agli eventi della WWE, emerge un fenomeno interessante che riguarda la relazione tra la grandezza dei mercati urbani e la partecipazione agli spettacoli di wrestling. In generale, i mercati di dimensioni più piccole tendono a registrare un numero più elevato di partecipazione per 1.000 abitanti rispetto alle aree metropolitane più grandi. Questo fatto solleva interrogativi su come i vari fattori sociali ed economici possano influenzare la popolarità e l'entusiasmo per questo sport di intrattenimento.
Nel 2015, un'analisi dei dati relativi alle partecipazioni agli eventi di wrestling ha evidenziato come le aree metropolitane più grandi, come Miami, Portland, Washington D.C., Detroit, Houston e Phoenix, si trovino tra le ultime posizioni in termini di partecipazione per 1.000 abitanti. La WWE, in queste città, non sembra generare lo stesso tipo di evento che si riscontra in altre località più piccole. Al contrario, le zone meno popolose registrano una densità di spettatori maggiore, come nel caso della Contea di Beltrami, in Minnesota, dove con una popolazione di circa 44.000 abitanti, ben 2.500 persone hanno partecipato a un evento di wrestling, portando il rapporto di partecipazione a 56,25 spettatori per 1.000 abitanti.
Le ragioni di questa disparità possono essere molteplici. In primo luogo, in mercati più piccoli, eventi come quelli della WWE possono acquisire una risonanza maggiore, poiché si trattano di occasioni più rare e di grande impatto per la comunità locale. In contrasto, nelle grandi città, dove le opportunità di intrattenimento sono più abbondanti, un evento come la WWE potrebbe non sembrare altrettanto eccezionale, e quindi l'afflusso di spettatori potrebbe essere inferiore rispetto a un luogo dove il wrestling è una delle principali attrazioni.
Nel 2016, la WWE ha continuato a registrare una grande variabilità nelle partecipazioni. Mentre eventi come il WrestleMania XXXII a Dallas hanno visto una partecipazione di oltre 100.000 spettatori, numerosi eventi più piccoli si sono svolti con presenze di meno di 1.000 persone, molti dei quali appartenenti al programma NXT. Questo evidenzia una tendenza che è stata osservata anche nel 2015: la WWE sembra attrarre un numero maggiore di appassionati in mercati di dimensioni medio-piccole rispetto alle grandi metropoli.
Tuttavia, è interessante notare che anche in mercati di grandi dimensioni, come quelli delle aree metropolitane di New York, Los Angeles e Chicago, la partecipazione agli eventi di wrestling non è insignificante. Queste aree registrano una partecipazione compresa tra i 3,8 e i 4,6 spettatori ogni 1.000 abitanti. L'ipotesi che può spiegare questi numeri è che, nonostante la disponibilità di numerosi eventi e attività di intrattenimento nelle grandi città, la WWE continui ad avere una base di fan consistente e appassionata anche in queste località.
La dinamica delle grandi città si scontra con le peculiarità delle piccole comunità, dove un evento come il wrestling può catalizzare l'energia locale in modo particolare. Le piccole città sono più inclini a dare un forte supporto a un evento raro e di grande risonanza come la WWE, dove i fan possono sentirsi parte di qualcosa di esclusivo. In questo contesto, il wrestling assume un significato simbolico e identitario più forte rispetto alle aree dove eventi di dimensioni simili sono più frequenti.
Il fenomeno di partecipazione alla WWE non si limita solo a fattori demografici o geografici, ma può essere influenzato anche da variabili politiche e culturali. Un’analisi delle tendenze di voto nelle aree che ospitano eventi WWE mostra una correlazione interessante con il supporto a Donald Trump nelle elezioni del 2016. Questo potrebbe suggerire che la popolarità della WWE, così come il supporto a Trump, riflette un certo tipo di identità culturale legata a valori più tradizionali e alla celebrazione di uno spettacolo che esprime una forma di intrattenimento esagerata, competitiva e spettacolare.
In sintesi, la partecipazione agli eventi di wrestling può essere vista come un riflesso di dinamiche più ampie legate alla cultura locale e all’interesse per eventi che vanno oltre lo sport stesso. Le piccole e medie città sembrano reagire con maggiore energia a questi eventi, che per loro sono eventi di grande rilevanza, mentre le aree metropolitane più grandi, pur ospitando numeri elevati di spettatori, non raggiungono lo stesso livello di densità di partecipazione.
Il lettore deve comprendere che la popolarità della WWE è influenzata da un insieme di fattori che vanno al di là della semplice disponibilità di spettatori. Le dimensioni del mercato, la rarità dell'evento, le dinamiche socio-culturali e persino le preferenze politiche possono contribuire a formare il panorama della partecipazione a questi eventi. È essenziale considerare anche come la percezione di esclusività e l’importanza culturale di un evento possano variare significativamente in base alla località, rendendo ogni evento di wrestling unico nel suo genere, sia in termini di affluenza che di coinvolgimento emotivo.

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