Il modello sviluppato per il rilevamento in tempo reale della pressione idraulica rappresenta un significativo passo avanti nell’ottimizzazione delle operazioni delle macchine TBM (Tunnel Boring Machines). L’applicazione dell’algoritmo di ottimizzazione archimedea online (AOA) consente un’efficace ottimizzazione dinamica della pressione idraulica, migliorando così la stabilità operativa attraverso la riduzione delle concentrazioni di stress nei cilindri idraulici. Tale approccio è stato validato sperimentalmente tramite un banco di prova SESA TBM, dimostrando la sua efficacia e aprendo la strada a un’evoluzione teorica e pratica della tecnologia di scavo sincronizzato e assemblaggio segmentale.
L’implementazione di sistemi di monitoraggio e controllo avanzati nelle TBM richiede una profonda integrazione tra sensori IoT e modelli digitali in tempo reale, elementi chiave per la realizzazione di piattaforme digital twin. Queste piattaforme, utilizzando tecniche di deep learning come le reti convoluzionali grafiche (GCN) e le reti a memoria a lungo termine (LSTM), permettono non solo la stima della performance, ma anche l’ottimizzazione multi-obiettivo online (MOO), adattandosi alle condizioni operative variabili del cantiere. Un caso applicativo in Singapore ha confermato l’utilità di tale sistema per incrementare l’efficienza e la sicurezza nelle operazioni di scavo.
Parallelamente, l’approccio sistematico alla gestione dei rischi nelle operazioni TBM, che include modelli dinamici come le reti bayesiane discrete nel tempo (DTBN), consente una valutazione predittiva e diagnostica accurata dei guasti, come quelli del tagliente dello scudo. Ciò supporta decisioni sia in avanti (feedforward) che a ritroso (feedback), garantendo un controllo stabile e affidabile nel tempo. L’adozione di metodi multi-obiettivo, quali gli algoritmi genetici per l’ottimizzazione dell’allineamento della linea di tunnel, illustra come la ricerca di un equilibrio tra investimenti, comfort e tempi di avanzamento sia cruciale per la pianificazione strategica.
L’integrazione di tecnologie di modellazione informativa (BIM) con teorie dell’evidenza, come quella di Dempster-Shafer, arricchisce ulteriormente la capacità di percepire, visualizzare e gestire i rischi in maniera dinamica, attraverso piattaforme di visualizzazione interattive come Dynamo. Questi sistemi aumentano la prontezza e l’efficacia degli interventi di mitigazione, migliorando significativamente la sicurezza e l’efficienza complessiva del progetto.
Inoltre, l’adozione di reti neurali profonde (DNN) per la previsione e il controllo dei rischi di scavo, integrata con tecniche di ottimizzazione basate su discesa del gradiente, consente di affrontare in modo intelligente e proattivo le interazioni complesse tra tunnel, terreno e strutture circostanti. Tali approcci rappresentano un progresso sostanziale nella gestione integrata della sicurezza e della stabilità strutturale durante le operazioni di scavo, come dimostrato dallo studio di caso nella metropolitana di Wuhan.
L’interconnessione di questi diversi livelli tecnologici e metodologici crea un ecosistema digitale intelligente per la costruzione di tunnel che va oltre la semplice automazione, spostandosi verso una costruzione sostenibile, adattativa e predittiva. L’intelligenza artificiale e l’Internet delle cose, unite a modelli matematici avanzati e a una gestione integrata dei dati, stanno trasformando il settore, offrendo strumenti decisionali più raffinati e garantendo una migliore allocazione delle risorse e mitigazione dei rischi.
È fondamentale comprendere che il successo di questi sistemi dipende non solo dall’adozione di tecnologie avanzate, ma dalla loro integrazione coerente in un quadro di gestione olistica. La sinergia tra rilevamento in tempo reale, analisi predittiva, ottimizzazione multi-obiettivo e visualizzazione dinamica dei rischi crea una piattaforma robusta per il miglioramento continuo delle performance operative e della sicurezza. La trasformazione digitale nella costruzione di tunnel deve essere vista come un processo evolutivo, che richiede un costante aggiornamento delle metodologie, una profonda comprensione del contesto geotecnico e operativo, e un’attenzione particolare all’interazione tra macchine, ambiente e operatori.
La capacità di anticipare guasti e di adattare le strategie operative in tempo reale non solo riduce i costi e i tempi di costruzione, ma contribuisce a minimizzare l’impatto ambientale e a garantire la sostenibilità a lungo termine delle infrastrutture. L’adozione di modelli digitali e di intelligenza artificiale è quindi una componente essenziale per affrontare le sfide future del settore e per rispondere efficacemente alla crescente domanda di infrastrutture resilienti e intelligenti.
Come si può rilevare efficacemente la condizione geologica durante lo scavo di una galleria?
La rilevazione accurata delle condizioni geologiche è fondamentale per il successo della costruzione di una galleria. Un approccio innovativo consiste nell’identificare direttamente tali condizioni attraverso l’analisi delle immagini raccolte dal nastro trasportatore. Questo metodo si articola in tre fasi principali: acquisizione e pre-elaborazione dei dati, sviluppo di un modello di deep learning ensemble con fusione informativa basata su Dempster-Shafer Theory (DST), e infine valutazione e interpretazione del modello tramite SHAP (SHapley Additive exPlanations).
Durante lo scavo della galleria, il terreno rimosso viene trasportato da un nastro trasportatore azionato da una coclea, con un vagone posizionato dietro la TBM (Tunnel Boring Machine) che raccoglie i detriti per portarli in superficie. Per monitorare in tempo reale lo stato dello scavo e consentire aggiustamenti tempestivi, si installa normalmente una videocamera CCTV che registra le immagini del terreno sul nastro. Queste immagini rappresentano fedelmente le condizioni del terreno scavato, ma devono essere acquisite in modo controllato per evitare disturbi dovuti a fattori ambientali o umani. Ciò implica una posizione fissa della telecamera, un’illuminazione sufficiente e l’assenza di ostruzioni che possano compromettere la qualità delle riprese.
Le immagini raccolte però contengono spesso rumore e oggetti indesiderati, come parti scoperte del nastro o elementi ai margini della foto, che possono interferire con il processo di classificazione. Inoltre, la riduzione delle immagini a matrici numeriche di dimensioni standard (224x224 pixel) e la decomposizione in canali RGB possono comportare perdita di informazioni importanti, con conseguente calo di accuratezza del modello. Per questo motivo, è indispensabile un’adeguata pre-elaborazione dei dati. Nel metodo adottato si applica una tecnica di ritaglio casuale, eliminando i bordi dell’immagine più soggetti al rumore e selezionando aree centrali di 400x400 pixel che vengono successivamente ridimensionate. Questa procedura aiuta a mantenere l’informazione più rilevante, compensando anche le variazioni di scala delle immagini catturate da dispositivi differenti.
La formazione del modello avviene suddividendo il dataset in modo casuale, ma preservando la coerenza tra le immagini ritagliate provenienti dallo stesso originale, per evitare bias e migliorare la generalizzazione. Si utilizza MobileNet V2 come modello base dell’ensemble di deep learning, un’architettura particolarmente efficiente grazie alle sue innovazioni: convoluzioni depthwise separabili, linear bottleneck e residui invertiti. La convoluzione depthwise separabile consiste in due fasi distinte, che operano sui singoli canali dell’immagine e successivamente combinano le informazioni, riducendo drasticamente i costi computazionali rispetto alla convoluzione tradizionale che coinvolge tutti i canali simultaneamente.
Il concetto di linear bottleneck e residui invertiti si basa sull’idea di ridurre la perdita di informazione durante la trasformazione dei dati attraverso le funzioni di attivazione, soprattutto per tensori di dimensioni ridotte. Si espande inizialmente la dimensione del tensore con una convoluzione pointwise seguita da attivazione ReLU6, poi si applica una convoluzione depthwise e infine una proiezione lineare per ridurre la dimensione del tensore senza perdita di informazioni non lineari. Questo processo garantisce un flusso informativo più ricco e una migliore rappresentazione delle caratteristiche geologiche nelle immagini.
L’uso della fusione informativa DST all’interno dell’ensemble permette di combinare efficacemente le predizioni di modelli base diversi, migliorando la robustezza e l’affidabilità delle classificazioni. Inoltre, l’interpretazione del modello mediante SHAP offre trasparenza sulle decisioni del sistema, evidenziando quali parti dell’immagine influenzano maggiormente la classificazione, elemento cruciale per validare i risultati e facilitarne l’accettazione da parte degli ingegneri.
Oltre alla descrizione tecnica e procedurale, è essenziale comprendere che l’affidabilità di questi sistemi dipende fortemente dalla qualità e dalla coerenza delle immagini raccolte. L’infrastruttura di acquisizione deve essere progettata per minimizzare variabilità e disturbi, poiché errori o rumori persistenti possono compromettere la performance del modello. È importante inoltre considerare che le condizioni geologiche possono variare rapidamente e localmente, perciò il modello deve essere continuamente aggiornato e validato con nuovi dati per mantenere elevata la precisione predittiva.
Questa tecnologia rappresenta un significativo passo avanti verso l’automazione e l’efficienza nel monitoraggio geologico durante lo scavo, ma deve essere integrata con il giudizio esperto e le misurazioni tradizionali per garantire la sicurezza e la qualità dell’opera. Il progresso nei modelli di deep learning e nell’acquisizione dati permette di anticipar
Come si valuta e seleziona il metodo di scavo ottimale in condizioni complesse?
Il processo decisionale per la selezione del metodo di scavo ottimale si basa su una metodologia quantitativa e rigorosa, in cui i coefficienti di vicinanza (closeness coefficients) rappresentano un elemento fondamentale. Questi coefficienti, indicati con per l’alternativa nella -esima iterazione, vengono combinati nella formula , con numero totale di iterazioni. La graduatoria finale delle alternative si basa su questi valori , dove l’alternativa con il coefficiente più alto è considerata la soluzione ottimale.
Dopo la determinazione di questa soluzione ottimale attraverso il metodo TOPSIS, si procede a un’analisi di sensibilità. Questa analisi ha lo scopo principale di valutare come piccole variazioni nei dati di input influiscano sui risultati finali. Un aspetto essenziale di questa valutazione è la misurazione del contributo dei diversi criteri nella decisione, così da assegnare pesi più accurati e individuare i fattori critici. In questo contesto, la sensibilità globale di ciascun criterio rispetto al coefficiente di vicinanza dell’alternativa ottimale viene calcolata utilizzando il coefficiente di correlazione di rango di Spearman, formalizzato nella formula:
dove indica il rango della valutazione del campione per il criterio nella iterazione , e il rango del coefficiente di vicinanza per l’alternativa nella stessa iterazione.
L’applicazione pratica di questo modello è stata effettuata su un progetto reale di metropolitana, il tratto Zhongshan Park-Xunlimen della linea 2A di Wuhan, un tunnel doppio binario che attraversa un’area urbana densamente popolata con condizioni geologiche complesse e problematiche di costruzione significative. Le diverse alternative di scavo considerate – tra cui TBM per roccia dura, metodi di scavo minerario e metodi con scudo – sono state valutate da un gruppo di esperti secondo 16 criteri. Le valutazioni linguistiche degli esperti sono state trasformate in modelli a nube, che hanno generato matrici di valutazione campionate tramite un processo iterativo di 1000 simulazioni per modellare l’incertezza insita nelle valutazioni stesse.
Per aggregare i dati, è stata impiegata la tecnica di ponderazione basata sull’entropia, che consente di stabilire pesi differenziati per ciascun criterio in base alla quantità di informazione che esso fornisce. Successivamente sono stati calcolati i punti ideali positivi (PIS) e negativi (NIS), e le distanze di ogni alternativa rispetto a questi punti sono state usate per ottenere i coefficienti di vicinanza che guidano la decisione finale.
Il valore più elevato di coefficiente di vicinanza indica che l’alternativa è più vicina alla soluzione ideale, quindi più adatta in base alle condizioni date. Questo metodo fornisce una graduatoria affidabile delle alternative e consente una comprensione approfondita del ruolo di ogni criterio nella scelta.
La complessità di un simile approccio deriva dall’interazione tra molteplici criteri tecnici, economici e ambientali, oltre che dalla necessità di modellare l’incertezza e la variabilità delle valutazioni. La scelta di un metodo di scavo ottimale non è solo una questione di valori assoluti, ma di una ponderazione accurata e consapevole di ogni fattore che possa influire sul successo e la sicurezza dell’opera.
Oltre all’analisi quantitativa, è fondamentale comprendere il contesto operativo e le condizioni geologiche specifiche del sito di costruzione, che possono comportare rischi significativi non completamente catturati dai modelli numerici. L’interpretazione delle simulazioni deve quindi essere accompagnata da un’attenta valutazione esperta e dalla disponibilità a revisionare pesi e criteri qualora emergano nuove informazioni o cambiamenti nelle condizioni.
La flessibilità metodologica, l’uso di tecniche di aggregazione robuste e la capacità di modellare l’incertezza attraverso approcci come i modelli a nube e le analisi di sensibilità avanzate rappresentano strumenti imprescindibili per una decisione consapevole e ottimale in contesti ingegneristici complessi.
Come il Deep Reinforcement Learning Migliora il Controllo di Attitudine delle TBM Rispetto al Metodo Manuale?
L’analisi comparativa tra il controllo manuale e il Deep Reinforcement Learning (DRL) basato sull’algoritmo TD3 mette in luce differenze sostanziali nella gestione delle forze di spinta e nella precisione del controllo dell’attitudine della TBM (Tunnel Boring Machine). I dati mostrano che mentre il metodo manuale tende a concentrarsi su una gamma ristretta di azioni, il DRL esplora efficacemente tutto lo spazio di progettazione, permettendo una regolazione più dinamica e preventiva dei parametri della macchina.
La limitazione principale del controllo manuale risiede nella sua natura passiva: le azioni correttive vengono intraprese solo a seguito di anomalie, comportando ritardi pericolosi e scarsa variabilità nelle manovre. Al contrario, il modello DRL, grazie a una previsione temporale basata su tecniche LSTM, anticipa le necessità di correzione, regolando la TBM in modo continuo e ottimale. Questo approccio consente di mantenere una posizione più stabile e ridurre deviazioni verticali e orizzontali, migliorando sensibilmente la sicurezza e l’efficienza del processo di scavo.
Il confronto tra TD3 e DDPG, entrambi algoritmi di DRL, rivela come TD3 surclassi DDPG in termini di performance e stabilità. TD3 incorpora strategie avanzate quali doppi critici, aggiornamenti ritardati e smoothing della politica, che riducono la varianza delle azioni e permettono una stima più precisa delle ricompense. DDPG, invece, tende a sovrastimare i reward e a generare azioni più variabili e meno affidabili, che possono compromettere la stabilità delle operazioni sotterranee.
Le distribuzioni delle forze di spinta applicate dai cilindri di spinta evidenziano come TD3 mantenga valori più uniformi e meno oscillanti rispetto a DDPG e al controllo manuale. Ciò riduce i rischi associati a cambiamenti bruschi di pressione e forza, cruciali per evitare danni strutturali durante l’avanzamento del tunnel.
L’integrazione di modelli spaziale-temporali nella simulazione dell’ambiente di lavoro della TBM permette all’agente di interagire con le dinamiche della macchina in modo realistico e predittivo. La combinazione di modelli LSTM con funzioni di perdita e metriche di valutazione accoppiate facilita l’apprendimento di strategie ottimali per il controllo della posizione. La sperimentazione su dati reali di un progetto a Singapore conferma l’efficacia di questo approccio, che rappresenta un significativo progresso nell’automazione delle operazioni di tunneling.
Oltre ai vantaggi diretti nell’efficienza operativa e nella riduzione degli errori, è essenziale comprendere che l’adozione di sistemi DRL implica un cambiamento nel paradigma di controllo: si passa da un intervento reattivo e limitato a un controllo proattivo e adattativo. Questo richiede una gestione accurata dei dati, un continuo aggiornamento dei modelli di previsione e una robusta infrastruttura di calcolo. Inoltre, la sicurezza delle operazioni dipende dalla capacità del sistema di adattarsi a condizioni variabili e impreviste, mantenendo sempre la stabilità dell’ambiente sotterraneo.
È importante inoltre riconoscere che l’implementazione pratica di DRL in macchine complesse come le TBM deve considerare la calibrazione dei modelli, la validazione su larga scala e la collaborazione tra operatori umani e sistemi automatici. Il controllo autonomo non elimina la necessità di supervisione umana, ma la rende più efficace e tempestiva.
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