Nel contesto delle scavi in galleria, la relazione tra la pressione di supporto applicata e il cedimento del terreno è un fattore cruciale per garantire la stabilità del fronte di scavo. Studi recenti hanno evidenziato che una pressione di supporto insufficiente provoca spostamenti significativi del terreno e il potenziale collasso del fronte, mentre una pressione eccessiva può indurre fenomeni di sollevamento del terreno circostante. È quindi fondamentale analizzare la dipendenza tra queste variabili per una valutazione affidabile della sicurezza delle operazioni di scavo. Tuttavia, a causa delle incertezze geologiche e delle limitate osservazioni disponibili, rappresentare questa dipendenza in modo rigoroso e realistico si rivela complesso.

La teoria delle copule emerge come uno strumento estremamente flessibile e potente per modellare distribuzioni congiunte di variabili dipendenti, separando le distribuzioni marginali delle singole variabili dalla struttura di dipendenza che le lega. In base al teorema di Sklar, una funzione copula consente di combinare in modo univoco le distribuzioni marginali per costruire una distribuzione multivariata complessiva, tenendo conto di relazioni anche non lineari e di dipendenze asimmetriche o presenti nelle code delle distribuzioni. Questa caratteristica si rivela particolarmente vantaggiosa nel campo delle costruzioni sotterranee, dove le variabili possono seguire leggi di probabilità diverse e le relazioni fra esse non sono sempre semplicemente lineari.

Nell’ambito della valutazione della affidabilità del fronte di scavo, l’utilizzo delle copule permette di superare i limiti delle analisi tradizionali, che spesso assumono indipendenza tra variabili o non modellano adeguatamente la correlazione esistente. Inoltre, considerando l’inevitabile scarsità di dati (spesso meno di 30 osservazioni), è possibile migliorare la stima della affidabilità sfruttando simulazioni Monte Carlo che integrano l’incertezza legata alla variabilità delle misure e delle condizioni operative. L’approccio proposto si basa su un modello bivariato che considera congiuntamente la pressione di supporto e il cedimento del terreno, consentendo così una rappresentazione più fedele del sistema.

Un aspetto tecnico fondamentale consiste nell’identificazione della distribuzione marginale più adeguata per ciascuna variabile. Vengono prese in considerazione diverse famiglie di distribuzioni, tra cui la log-normale, la Gumbel troncata, la normale troncata e la Weibull, valutate attraverso criteri informativi come l’Akaike Information Criterion (AIC) e il Bayesian Information Criterion (BIC). La scelta della copula più adatta, tra opzioni come la gaussiana, Clayton, Frank o Gumbel, si basa invece sulle caratteristiche di dipendenza, inclusa la presenza di dipendenze nelle code, che influenzano sensibilmente l’accuratezza delle analisi di affidabilità.

Il vantaggio più significativo delle copule risiede nella possibilità di modellare in modo indipendente le distribuzioni marginali e la struttura di dipendenza, permettendo quindi di adattare il modello anche a situazioni in cui le variabili presentano comportamenti probabilistici diversi o la dipendenza è complessa. Questo si traduce in stime di affidabilità più robuste e realistiche, con un potenziale impatto significativo sulle strategie di progettazione e gestione degli scavi.

È importante considerare che la qualità delle stime dipende fortemente dalla quantità e dalla qualità dei dati disponibili. Dati scarsi possono introdurre bias nelle stime delle distribuzioni marginali e nei parametri della copula, influenzando negativamente i risultati. Per questo motivo, l’integrazione di metodi di simulazione, come la Monte Carlo, rappresenta un elemento cruciale per l’analisi, permettendo di quantificare l’incertezza e fornire valutazioni più attendibili anche in condizioni di informazione limitata.

La modellazione accurata della dipendenza tra pressione di supporto e cedimento del terreno non solo migliora la previsione del comportamento del fronte di scavo, ma consente anche di esplorare gli effetti di differenti criteri di collasso e di variare le condizioni operative per ottimizzare la sicurezza e l’efficienza delle attività. Tale approccio può essere ulteriormente esteso per includere altri parametri critici del sistema, ampliando così la comprensione e il controllo delle dinamiche complesse che caratterizzano gli scavi sotterranei.

Come migliorare l’efficienza delle TBM con l’ottimizzazione multi-obiettivo e il controllo intelligente

L’urbanizzazione crescente ha incrementato in modo significativo la necessità di sviluppare infrastrutture sotterranee, quali sistemi metropolitani, condotte di petrolio e gas, e altre opere di ingegneria del sottosuolo. Le macchine per lo scavo di tunnel (TBM) rappresentano una soluzione avanzata grazie alla loro capacità di automatizzazione e operatività affidabile. Tuttavia, le TBM tradizionali, strutturalmente limitate, operano in modo intermittente: scavano un anello, si fermano in attesa del montaggio dei segmenti, e solo dopo riprendono lo scavo. Questo processo alternato di scavo e montaggio rallenta i tempi di costruzione e aumenta i costi complessivi. Per superare tali limitazioni, si è sviluppato il metodo di scavo e assemblaggio simultaneo dei segmenti (SESA), che può incrementare l’efficienza di costruzione fino al 30-50%.

Tra i metodi per raggiungere la sincronizzazione, il sistema a doppio cilindro idraulico è particolarmente diffuso in Paesi come Cina e Giappone per la sua semplicità strutturale, affidabilità e versatilità. Durante il funzionamento, i cilindri idraulici anteriori e la testa di taglio eseguono lo scavo, mentre i cilindri posteriori e la macchina di assemblaggio dei segmenti lavorano in sincronia per posizionare i segmenti. Tuttavia, questo metodo comporta sfide significative: in particolare, durante l’assemblaggio di segmenti diversi, alcuni cilindri posteriori devono essere retratti per liberare spazio, causando squilibri e concentrazioni di stress nella macchina, che possono compromettere sia la TBM che i segmenti stessi.

L’effetto negativo della concentrazione degli stress è particolarmente marcato nelle TBM SESA, poiché può condurre a malfunzionamenti e ridurre la durata dei componenti. Per affrontare queste problematiche, diventa fondamentale sviluppare un sistema di monitoraggio dello stato della TBM SESA e una strategia di redistribuzione delle pressioni nei cilindri. A tale scopo, metodi intelligenti avanzati, come l’ottimizzazione multi-obiettivo, si sono dimostrati efficaci nel trovare soluzioni ingegneristiche ottimali basate su dati reali, con elevate prestazioni in termini di efficienza, precisione e affidabilità.

L’ottimizzazione multi-obiettivo, infatti, è stata ampiamente utilizzata per il controllo attivo delle TBM, soprattutto nella fase di scavo. Tuttavia, poche ricerche si sono concentrate sull’ottimizzazione del processo di assemblaggio dei segmenti, che richiede invece soluzioni continue e adattative. Gli algoritmi tradizionali, tipicamente offline, faticano a fornire risposte ottimali in tempo reale a causa della natura dinamica e continua del processo di assemblaggio.

In questo contesto, l’apprendimento online combinato con l’ottimizzazione multi-obiettivo emerge come una strategia rivoluzionaria. Questa metodologia aggiorna continuamente i modelli attraverso nuovi dati acquisiti in tempo reale, consentendo un adattamento dinamico e un miglioramento costante delle decisioni operative. L’applicazione di tali approcci consente di ottimizzare simultaneamente molteplici parametri di controllo in situazioni di funzionamento continuo, massimizzando l’efficienza complessiva del processo e minimizzando rischi e costi.

Gli studi più recenti mostrano come l’integrazione di modelli di machine learning, in particolare quelli basati su reti neurali avanzate e algoritmi genetici, possa migliorare la capacità predittiva e la qualità delle decisioni di controllo della TBM. Inoltre, meccanismi di ricompensa personalizzati nel contesto del deep reinforcement learning si sono rivelati fondamentali per affinare le strategie operative, contribuendo a un progresso significativo nell’applicazione di sistemi intelligenti nel complesso ambiente di scavo e assemblaggio dei tunnel.

Oltre agli aspetti tecnici e operativi, è essenziale che il lettore comprenda come l’adozione di sistemi intelligenti e metodi di ottimizzazione adattativi rappresenti non solo un progresso tecnologico, ma anche una necessità per garantire la sicurezza e la sostenibilità dei cantieri sotterranei. Il controllo in tempo reale e la capacità di reazione dinamica a condizioni impreviste riducono il carico di lavoro manuale, limitano i rischi di guasti e migliorano la qualità delle opere finali.

Importante è anche riconoscere che l’implementazione di tali tecnologie richiede un’interazione sinergica tra ingegneri, tecnici e sistemi di controllo automatizzati, in un contesto di continua raccolta dati e analisi predittiva. La comprensione approfondita dei principi di ottimizzazione multi-obiettivo e delle tecniche di apprendimento automatico permette di sfruttare al massimo il potenziale delle TBM intelligenti, favorendo una nuova era di efficienza e innovazione nel settore delle infrastrutture sotterranee.

Come la Teoria delle Evidenze D-S e il BIM Possono Ottimizzare la Gestione dei Rischi nella Costruzione Sotterranea

La teoria delle evidenze Dempster-Shafer (D-S) emerge come uno strumento efficace per gestire l'incertezza e l'ambiguità nelle informazioni, aspetti cruciali in ingegneria, soprattutto in contesti complessi come la costruzione sotterranea. Integrando questa teoria con i modelli di Building Information Modeling (BIM), si ottiene una sinergia che migliora sensibilmente la gestione del rischio. Grazie all'integrazione del BIM con la teoria D-S, è possibile raccogliere dati mirati, fondere informazioni in condizioni di incertezza e visualizzare i risultati per un controllo del rischio più efficace.

In questa prospettiva, l'integrazione tra BIM e teoria delle evidenze D-S non si limita a raccogliere e analizzare i dati, ma li trasforma in una visione chiara e comprensibile del rischio. Il processo inizia con l'estrazione delle informazioni pertinenti dai modelli BIM, che vengono successivamente elaborate attraverso la teoria D-S per analizzare e percepire i rischi. Infine, i risultati del rischio percepito vengono reintegrati nel modello BIM, permettendo una visualizzazione chiara e immediata delle probabilità di rischio. Questo approccio rende il processo di gestione del rischio non solo più preciso ma anche più intuitivo.

Un passaggio fondamentale di questa metodologia è l'estrazione dei dati dal BIM tramite l'uso di API (Application Programming Interface). Le API permettono la comunicazione tra diversi software, facilitando l'interazione con i modelli BIM e l'estrazione delle informazioni rilevanti per la valutazione dei rischi. Ad esempio, in un progetto di costruzione di tunnel, per analizzare i rischi di perdita d'acqua, è necessario seguire una serie di passaggi, tra cui la selezione degli oggetti da analizzare, la filtrazione delle informazioni e la successiva estrazione attraverso l'uso di strumenti come Revit Lookup e pyRevit. Questi strumenti permettono di raccogliere dati relativi a parametri progettuali ed ambientali, che verranno poi trattati dalla teoria D-S.

Il processo di fusione delle informazioni per la valutazione dei rischi prevede l’utilizzo della teoria D-S per determinare il "Basic Probability Assignment" (BPA), ovvero l'assegnazione delle probabilità agli eventi in esame. La fusione delle evidenze tramite la regola di combinazione di Dempster, consente di integrare le informazioni provenienti da diverse fonti, riducendo al minimo l'incertezza. Successivamente, i risultati ottenuti vengono "defuzzificati", traducendo la probabilità di rischio in valori concreti e facilmente interpretabili.

Una delle potenzialità più promettenti di questa integrazione è la visualizzazione del rischio. Una volta che il rischio percepito è stato calcolato e definito, viene reintegrato nel modello BIM, dove diventa visibile sotto forma di mappa di rischio o rappresentazione grafica. Questo passaggio è fondamentale per fornire suggerimenti proattivi e preventivi, che possono essere utilizzati per ottimizzare la sicurezza e ridurre al minimo i rischi durante la fase di costruzione.

Un altro aspetto cruciale nella fusione delle informazioni è la gestione dei dati multi-sorgente. Quando le informazioni provengono da fonti diverse, è essenziale un processo di fusione accurato, che permetta di ottenere un risultato affidabile. La teoria D-S, attraverso il suo modello probabilistico, consente di combinare queste evidenze in modo tale che l'incertezza intrinseca nei dati non comprometta l'affidabilità del risultato finale. Questo approccio è fondamentale in ambienti come la costruzione sotterranea, dove le condizioni ambientali e i fattori esterni sono spesso difficili da prevedere.

Per applicare concretamente questa metodologia, un passo importante è l'uso di strumenti avanzati di modellazione e programmazione, come Revit e pyRevit. Grazie all'API di Revit, è possibile estrarre le informazioni dal modello BIM e prepararle per l'analisi dei rischi. La programmazione attraverso questi strumenti permette di personalizzare l'estrazione e il trattamento dei dati in base alle specifiche esigenze del progetto.

Oltre alla fusione delle informazioni, un aspetto che spesso viene trascurato è la gestione dei conflitti tra le evidenze. Quando si combinano diversi set di dati, è possibile che alcuni dei dati siano in conflitto, portando a incertezze nei risultati. La teoria D-S offre un metodo per affrontare questi conflitti, calcolando un coefficiente di conflitto (K) che misura la discrepanza tra le evidenze. Questo coefficiente è utilizzato per regolare la fusione delle informazioni, garantendo che i risultati finali siano il più possibile coerenti e affidabili.

Infine, la teoria D-S non solo aiuta a prendere decisioni basate sui dati, ma fornisce anche una solida base per la gestione dei rischi in tempo reale. Il continuo monitoraggio delle condizioni e la fusione delle informazioni aggiornate permettono una visione dinamica dei rischi, che può essere utilizzata per adattare la strategia di gestione del rischio man mano che il progetto prosegue.

Con l’integrazione di BIM e teoria delle evidenze D-S, i professionisti dell’ingegneria civile possono affrontare l’incertezza e i rischi in modo più efficace, migliorando la sicurezza e l’affidabilità dei progetti di costruzione sotterranea. La visione del rischio diventa non solo un supporto decisionale, ma un strumento attivo per la prevenzione e la gestione dei problemi in tempo reale.

Come si ottimizza la sicurezza nelle costruzioni di tunnel attraverso l’intelligenza artificiale e l’ottimizzazione multi-obiettivo?

La progettazione e la gestione delle operazioni di scavo tunnel rappresentano una sfida complessa, dove la sicurezza e l’efficienza devono essere bilanciate in condizioni spesso incerte e variabili. L’ottimizzazione multi-obiettivo (MOO) si è rivelata una metodologia cruciale per affrontare tali sfide, permettendo di gestire simultaneamente molteplici criteri, come la pressione di supporto limite, la deformazione della superficie del terreno e i parametri di avanzamento della macchina da scavo (TBM).

Un'applicazione rilevante del MOO è l’ottimizzazione dei parametri operativi della TBM, come la velocità di avanzamento e la velocità di rotazione, che influenzano direttamente l’efficienza, la stabilità e la sicurezza del processo di scavo. Diversi studi, come quelli di Wang et al. e Nikakhtar et al., hanno dimostrato che la ricerca di valori ottimali mediante algoritmi evolutivi come NSGA-II e PSO può migliorare significativamente la performance operativa e ridurre gli insediamenti superficiali indesiderati, andando oltre le semplici stime empiriche.

Nonostante questi progressi, l’applicazione dell’ottimizzazione multi-obiettivo per la mitigazione dei rischi indotti dallo scavo è ancora agli albori. In tale contesto si inserisce il metodo DNN-GDO, una soluzione innovativa che combina reti neurali profonde (Deep Neural Network, DNN) con un algoritmo di ottimizzazione basato sulla discesa del gradiente (Gradient Descent Optimization, GDO). Questa combinazione consente di sfruttare l’efficienza computazionale e la stabilità di convergenza della discesa del gradiente per esplorare lo spazio decisionale in modo efficace e flessibile.

L’approccio DNN-GDO permette di attribuire pesi differenziati agli obiettivi in base alla loro importanza pratica, offrendo soluzioni più realistiche e adattate al contesto reale del cantiere. Inoltre, grazie alla capacità di calcolare il contributo specifico di ogni variabile alla riduzione del rischio, il metodo migliora la trasparenza e la spiegabilità delle decisioni, un aspetto spesso trascurato nelle tecniche di MOO tradizionali.

Il framework proposto si articola in tre fasi principali: la preparazione e la pre-elaborazione dei dati, la predizione dei rischi mediante DNN e il controllo ottimizzato del rischio tramite GDO. Questa pipeline end-to-end consente una rilevazione precoce dei rischi in ambienti complessi di scavo e fornisce strumenti decisionali per prevenire incidenti.

La rete neurale utilizzata è un perceptrone multistrato, progettato per approssimare funzioni multivariate continue in spazi ad alta dimensionalità. La struttura tipica include un livello di input, diversi livelli nascosti dotati di funzioni di attivazione ReLU e un livello di output senza funzione non-lineare, per garantire previsioni di rischio efficaci. L’introduzione di connessioni residue tra i livelli nascosti favorisce l’apprendimento di relazioni complesse e accelera la propagazione dei dati, migliorando la capacità di modellare fenomeni non lineari tipici dello scavo.

Il processo di addestramento della rete si basa sulla minimizzazione dell’errore quadratico medio tramite backpropagation, con aggiornamenti iterativi dei pesi basati sul gradiente negativo dell’errore, permettendo alla rete di affinare progressivamente le sue capacità predittive.

L’innovazione chiave risiede nell’integrazione della discesa del gradiente nell’ottimizzazione multi-obiettivo, trasformando la rete in uno strumento dinamico per la ricerca simultanea di soluzioni ottimali che si avvicinano al fronte di Pareto. Ciò significa che si possono trovare configurazioni operative che bilanciano efficacemente i diversi rischi, senza sacrificare eccessivamente alcun aspetto.

Questo modello non solo ottimizza i parametri di scavo, ma identifica anche le variabili critiche su cui intervenire per migliorare la sicurezza, offrendo ai gestori del progetto un supporto decisionale fondato su dati e algoritmi avanzati.

Oltre a quanto esposto, è fondamentale comprendere che l’adozione di tecniche basate sull’intelligenza artificiale e sull’ottimizzazione multi-obiettivo richiede una solida base di dati accurati e rappresentativi, poiché la qualità delle previsioni dipende direttamente dalla qualità e quantità delle informazioni disponibili. La modellazione dei rischi in scavo è inoltre intrinsecamente legata a fattori geomeccanici, idrogeologici e ambientali che variano da sito a sito, richiedendo quindi adattamenti e personalizzazioni dei modelli.

Inoltre, il coinvolgimento di esperti multidisciplinari rimane essenziale per interpretare i risultati prodotti dai modelli e per implementare misure di mitigazione efficaci. Le tecnologie di ottimizzazione devono quindi integrarsi con l’esperienza ingegneristica e la gestione operativa per tradurre le soluzioni teoriche in azioni concrete e sicure.

Infine, l’approccio proposto apre nuove prospettive per il miglioramento continuo e l’automazione dei processi di tunneling, con potenziali sviluppi futuri nell’uso di sistemi di monitoraggio in tempo reale e apprendimento online, che permetterebbero di adattare dinamicamente le strategie operative alle condizioni emergenti nel cantiere.

Quali sono i parametri decisivi per la riduzione del rischio nei tunnel e come ottimizzarli?

L'analisi dei dati di ottimizzazione per la riduzione del rischio nelle operazioni di scavo dei tunnel evidenzia un interessante equilibrio tra la gestione dei parametri operativi e l'efficacia delle soluzioni ottenute. I risultati mostrano come l'ottimizzazione dei parametri operativi possa portare a una significativa riduzione dei rischi legati al cedimento del suolo e all'inclinazione degli edifici circostanti, senza la necessità di modificare ogni singolo parametro di progettazione o geologico. In questo contesto, l'algoritmo di ottimizzazione GDO (Gradient Descent Optimization), applicato ai modelli di rete neurale profonda (DNN), offre soluzioni che bilanciano in modo efficiente vari fattori di rischio.

Quando si considera il miglioramento della distanza tra le soluzioni originali e quelle ottimizzate, è possibile osservare miglioramenti tangibili che vanno dal 0.996% al 25.458%, a seconda del punto di output e dei parametri di peso applicati. Le soluzioni ottimali proposte mostrano un compromesso evidente tra la riduzione del cedimento del suolo e l'inclinazione degli edifici, un aspetto cruciale per garantire la sicurezza e la stabilità delle strutture circostanti durante il processo di scavo.

Particolare attenzione è stata rivolta alla selezione dei parametri operativi, come la velocità di rotazione della testa di scavo (x9), il volume di iniezione del materiale di rinforzo (x11) e la distanza orizzontale relativa (x12). Questi parametri si sono rivelati essere i più influenti nella riduzione del rischio, mostrando un grado di influenza significativamente più alto rispetto ad altri parametri legati al progetto del tunnel o alla geologia del sito. La velocità di rotazione, ad esempio, è risultata essere il parametro con l'influenza maggiore, seguito dal volume di iniezione del materiale di rinforzo e dalla distanza orizzontale relativa.

L'analisi dei dati ha dimostrato che ottimizzare solo sei parametri operativi, piuttosto che tutti i 16 parametri di progettazione, è sufficiente per ottenere una riduzione efficace dei rischi associati al cedimento del suolo e all'inclinazione degli edifici. Questo approccio è non solo pratico, ma anche economicamente vantaggioso, poiché consente una gestione più flessibile delle variabili operative durante le fasi di scavo del tunnel. L'applicazione mirata di questi parametri operativi permette di ottenere soluzioni ottimali con miglioramenti medi nella distanza compresi tra il 0.021% e il 0.027%, con una riduzione dei parametri Y1 e Y2 che oscilla tra il 2.106% e il 3.275%, a seconda dei pesi applicati e delle variabili modificate.

Un altro aspetto importante dell'analisi è la comprensione dell'impatto di ogni parametro nel contesto dell'ottimizzazione. La metrica sviluppata, basata sul concetto di discesa del gradiente, permette di interpretare quantitativamente l'influenza di ciascun parametro sull'ottimizzazione. I parametri operativi e quelli relativi alla progettazione dell'edificio hanno un ruolo predominante nel ridurre i rischi, mentre i parametri legati alla progettazione del tunnel e alla geologia, pur importanti, hanno un impatto minore in fase di ottimizzazione.

La conoscenza di quali variabili influenzano maggiormente l'ottimizzazione è fondamentale per indirizzare correttamente gli interventi durante la progettazione e l'esecuzione del tunnel. La priorità dovrebbe essere data alla regolazione dei parametri operativi chiave, come la velocità di rotazione e il volume di iniezione, poiché questi hanno dimostrato di offrire i maggiori miglioramenti nelle soluzioni ottimali.

In sintesi, l'approccio proposto per la gestione del rischio nei tunnel non solo dimostra l'efficacia della selezione dei parametri operativi, ma suggerisce anche che l'ottimizzazione mirata su un numero limitato di variabili può risultare altrettanto efficace quanto l'ottimizzazione di tutti i parametri. Questo approccio pratico e basato sull'analisi dei dati consente di migliorare la sicurezza delle operazioni di scavo riducendo al contempo i costi e aumentando l'efficienza delle operazioni.