L'adsorbimento di molecole organiche su nanotubi di carbonio (CNTs) sospesi in aria modifica significativamente le interazioni tra gli eccitoni e i trioni, fenomeno che ha importanti implicazioni per la progettazione di dispositivi nanotecnologici. Le molecole come il CuPc (copper-phthalocyanine) e il pentacene possono alterare in modo significativo l'energia degli eccitoni attraverso un fenomeno noto come schermatura dielettrica. L'energia degli eccitoni, come quella dell'eccitone .E11, può subire modifiche che arrivano fino a 100 meV, un cambiamento molto maggiore rispetto alla semplice adsorbimento di molecole organiche in soluzioni.

Un altro fenomeno interessante che emerge dall'adsorbimento di molecole è la comparsa di emissioni da trioni a energie più basse rispetto agli eccitoni .E11. Questa osservazione è probabilmente dovuta al trasferimento di carica tra le molecole di CuPc e i nanotubi di carbonio, creando un legame tra gli eccitoni e i trioni. La correlazione tra la separazione energetica degli eccitoni e dei trioni e l'energia di emissione dell'eccitone è ben visibile nei dati sperimentali. Un modello basato sulla legge del potere delle interazioni tra molti corpi e la costante dielettrica può spiegare quantitativamente questa correlazione, offrendo una visione universale che può essere applicata a nanotubi di carbonio con condizioni superficiali diverse.

L'uso delle molecole organiche per la funzionalizzazione non covalente dei nanotubi offre un percorso promettente per lo sviluppo di dispositivi CNT avanzati. Non solo per migliorare le proprietà ottiche, ma anche per manipolare gli effetti degli eccitoni a livello quantistico. Le molecole come il pentacene sono in grado di modificare il paesaggio energetico degli eccitoni in modo tale da favorire fenomeni come l'annichilazione eccitone-eccitone (EEA), creando potenziali locali che migliorano la capacità di emissione di singole fotoni.

Nel caso dei nanotubi di carbonio sospesi in aria decorati con pentacene, è stato osservato che l'adsorbimento della molecola è dipendente dall'angolo chirale del nanotubo. I nanotubi con angoli chirali superiori a 20° hanno una maggiore probabilità di essere decorati. Questo fenomeno è in parte spiegato dalle simulazioni teoriche che suggeriscono che la configurazione energeticamente più favorevole per l'adsorbimento del pentacene si verifica quando la molecola si allinea parallelamente ai legami C-C nel nanotubo armchair. Le simulazioni di densità funzionale hanno evidenziato che questa configurazione porta a un'adsorbimento più stabile.

In termini sperimentali, i nanotubi decorati con pentacene mostrano una maggiore efficienza nell'emissione di singoli fotoni a temperatura ambiente. Le misurazioni di fotocorrelazione e le spettroscopie di luminescenza a tempo risolto rivelano una forte anti-bunching, caratteristica tipica delle sorgenti di fotoni singoli, che può essere utilizzata in applicazioni di comunicazione quantistica e sensori altamente sensibili. La decorazione con pentacene, quindi, non solo influisce sulle proprietà ottiche dei nanotubi, ma potrebbe anche fornire una nuova modalità di controllo delle emissioni fotoniche a livello molecolare.

L'approccio di funzionalizzazione non covalente con molecole come il pentacene rappresenta una soluzione interessante per controllare la diffusione degli eccitoni e per migliorare le prestazioni ottiche e quantistiche dei dispositivi basati su nanotubi di carbonio. La possibilità di manipolare in modo preciso l'interazione tra gli eccitoni mediante molecole organiche potrebbe anche aprire nuove frontiere nella progettazione di materiali intelligenti e dispositivi con proprietà uniche.

Infine, un aspetto importante da sottolineare è che l'adsorbimento di molecole organiche, come il pentacene, non è uniforme su tutti i nanotubi di carbonio. L'orientamento della molecola rispetto alla struttura del nanotubo gioca un ruolo cruciale nel determinare l'efficacia dell'adsorbimento e, di conseguenza, l'impatto sul comportamento degli eccitoni. Pertanto, è fondamentale considerare non solo le caratteristiche chimiche delle molecole, ma anche l'orientamento spaziale e le caratteristiche geometriche dei nanotubi stessi per ottimizzare le proprietà optoelettroniche dei dispositivi.

Come la risonanza Fano e i dispositivi metamateriali possono migliorare le comunicazioni ad alta velocità e l'imaging ottico

La crescente domanda di dispositivi per la comunicazione ultra-rapida e l'imaging ottico avanzato ha stimolato lo sviluppo di nuove tecnologie basate su metamateriali e superfici metasuperficiali. Una delle scoperte più promettenti in questo campo è l'utilizzo del fenomeno di risonanza di tipo Fano, che, se implementato con una metasuperficie, può migliorare significativamente l'efficienza della modulazione e la risposta in banda larga, rendendola ideale per applicazioni come la comunicazione ultra-veloce.

La modulazione ad alta efficienza e la risposta a banda larga di una metasuperficie possono svolgere un ruolo cruciale in sistemi di comunicazione ad alta velocità, dove è necessaria una modulazione rapida del segnale per garantire il trasferimento dati in tempo reale. L'utilizzo della risonanza di Fano, che sfrutta le interazioni tra le onde elettromagnetiche e le strutture non lineari a livello nanometrico, ha dimostrato di offrire un livello di contrasto modulabile superiore rispetto alle superfici metasuperficiali convenzionali. Queste superfici possono essere progettate in modo da combinare atomi metamagnetici polarizzati incrociati, consentendo una conversione di polarizzazione ad alta efficienza e senza aberrazioni cromatiche, migliorando così la qualità del segnale.

Un esempio rilevante di tale progresso è il dispositivo di modulazione realizzato con uno strato sottile di germanio amorfo (Ge), che presenta una perturbazione fotoconduttiva debole. Questo dispositivo ha mostrato prestazioni eccellenti con una larghezza di modulazione superiore al 90% e un tempo di commutazione di soli 10 ps, operando in un intervallo di frequenza molto ampio che va da 0,6 GHz a 1,1 GHz. Tale prestazione è un esempio evidente di come i metamateriali possano essere utilizzati per creare dispositivi fotonici estremamente veloci, con la capacità di modulare il segnale in tempo reale, sfruttando la risposta ultraveloce dei materiali.

Inoltre, alcuni studi recenti hanno introdotto dispositivi di metamateriali per terahertz (THz), che mostrano dinamiche di carica ultrarapide nei materiali perovskiti, come il MAPbBr3, utilizzando superfici metasuperficiali. In questi esperimenti, le cariche sono state eccitate a stati energetici superiori tramite fotoeccitazione, e la risposta dinamica è stata misurata a diversi ritardi temporali utilizzando una sonda THz. I risultati hanno rivelato che il processo di rilassamento dei portatori di carica in materiali perovskiti avviene su un timescale nanosecondo, caratterizzando la vita media di ricombinazione dei portatori stessi. Queste caratteristiche sono fondamentali per applicazioni come gli interruttori ottici ultraveloce, che sono cruciali per i dispositivi fotonici ottico-elettrici.

Un altro aspetto interessante delle superfici metasuperficiali è il miglioramento dei campi THz e la loro non linearità su scala nanometrica. Grazie alla loro capacità di localizzare e amplificare i campi THz in modo estremamente mirato, è possibile osservare e manipolare le proprietà non lineari di materiali sensibili alla luce, come il retinal, una proteina fotosensibile. L'isomerizzazione foto-indotta, che è uno dei processi chimici più rapidi conosciuti in biologia, è stata studiata con l'ausilio di spettroscopia Stark ultraveloce. Utilizzando una struttura ad antenna Bow-tie per migliorare il campo elettrico THz, è stato possibile indurre e misurare il cambiamento del momento dipolare della molecola, fornendo nuovi insights sul meccanismo di isomerizzazione. Questo studio ha contribuito a chiarire la dinamica degli stati eccitati nelle proteine fotosensibili, con implicazioni per lo sviluppo di tecnologie biomolecolari avanzate.

I dispositivi THz e le superfici metasuperficiali, quindi, non solo aprono nuove strade per migliorare la velocità di modulazione e la qualità della trasmissione dei segnali in sistemi di comunicazione, ma anche per esplorare nuovi fenomeni fisici e chimici. L'utilizzo di queste tecnologie può essere esteso per monitorare l'efficienza di schermatura dinamica attraverso strati di materiali bidimensionali, come il Ti3C2 MXene, che offrono una modulazione fine delle onde THz a seconda dello spessore e della struttura del film.

La comprensione delle caratteristiche di risposta non in equilibrio dei portatori di carica nei materiali semiconduttori è essenziale per progettare dispositivi sempre più veloci e sensibili, in grado di operare su scale temporali dell'ordine dei picosecondi e nanosecondi. Questo tipo di ricerca non solo avanza la tecnologia dei metamateriali, ma offre anche spunti per il miglioramento delle applicazioni industriali e scientifiche, come nel caso degli interruttori ottici e dei dispositivi fotonici che utilizzano l'elettronica su scala nanometrica.

Quali sono le tecniche avanzate per la produzione di colori strutturali artificiali sulla superficie?

Nel nostro mondo ricco di colori, le superfici eleganti in bianco e nero continuano a suscitare l'interesse dei designer. Il nero strutturale, usato a fini decorativi, è derivato dai rivestimenti antiriflesso dei dispositivi optoelettronici, principalmente celle fotovoltaiche o blocchi di fasci. Per ottenere questo tipo di colorazione, sono preferite superfici texturizzate casualmente in modo che la luce venga dispersa nell'ambiente, senza riflettere specularmente. A seconda della forma e delle dimensioni delle strutture di rilievo, la superficie apparirà bianca, grigia o nera. Le caratteristiche ampie (di dimensioni micrometriche) e lisce o micro-lenti producono il colore bianco, mentre strutture piccole (nanometriche) e appuntite, fatte di materiali assorbenti (o ricoperte da essi), faranno apparire la superficie nera. L'aspetto opaco o lucido dipende dalla riduzione delle dimensioni delle strutture al di sotto del limite di diffrazione.

Il primo utilizzo di superfici plastico-nanostrutturate coperte da materiali assorbenti (come uno strato metallico) per aumentare il contrasto visivo è stato proposto da Christiansen et al. Le immagini mostrate nei loro studi rivelano che i sottili film metallici apparivano neri quando venivano depositati su un dielettrico con nanostrutture antiriflesso tipo "occhio di falena" (tapered e compatte). In prima approssimazione, l'assenza di riflessione può essere spiegata dal graduale cambiamento dell'indice di rifrazione, anche se la morfologia della superficie testurizzata può anche indurre modalità di gap plasmonici. Un'analisi da campo vicino ha rivelato che non erano coinvolti plasmoni di superficie, ma le proprietà di assorbimento sono state semplicemente spiegate da un complesso gradiente dell'indice di rifrazione, come nel caso del silicio.

Un altro esempio di colore nero strutturale è stato recentemente pubblicato da Tao e collaboratori, che hanno riportato la fabbricazione di codici QR flottanti combinando nanostrutture di macro e micro dimensioni. Come nel lavoro precedente, il colore nero è generato dalla nanostruttura dielettrica conico-coating metallico che assorbe la luce in un regime indipendente dalla polarizzazione. Questo esempio dimostra l'efficacia delle tecniche di interferenza basata sul colore, un metodo ormai consolidato, che ha permesso di ottenere colori stabili all'angolo grazie all'approccio raffinato del Fabry–Perot.

Passando alla realizzazione pratica, la fabbricazione di colori strutturali in 2D su larga scala presenta sfide significative, specialmente nel contesto della nanotecnologia industriale. Per affrontare queste difficoltà è necessario risolvere una serie di problematiche: scalabilità, risoluzione, costi, qualità dell'interazione tra i materiali e durata delle strutture. Questi fattori devono essere attentamente considerati per sviluppare processi di modellazione affidabili ed efficienti, in grado di soddisfare le esigenze industriali.

La produzione di strutture colorate in 2D è una delle principali sfide nel campo della nanofabbricazione. Con il passare degli anni, sono state sviluppate diverse tecniche per creare nanostrutture. La litografia a fascio di elettroni (EBL) e la fresatura con fascio di ioni focalizzati (FIB) sono state considerate metodi ideali per creare strutture 2D ad alta precisione, offrendo una risoluzione eccezionale. Tuttavia, a causa della bassa velocità di elaborazione e dei costi elevati, questi metodi non sono pratici per la produzione su larga scala. Sono tuttavia molto adatti per applicazioni di piccola scala, prototipazione rapida o fabbricazione di stampi, necessari per le tecniche di replicazione, che permettono una produzione economica su larga area.

Il processo roll-to-roll (R2R) e la litografia a nanoimpronta (NIL) sono emersi come alternative promettenti per superare le limitazioni sopra descritte. Questi metodi consentono la scalabilità necessaria per una produzione ad alta velocità, ma soffrono di problemi legati alla precisione di allineamento e alla uniformità su tutta la superficie. Nonostante queste difficoltà, R2R e NIL restano tecnologie chiave per la fabbricazione su larga scala di superfici colorate strutturalmente, offrendo alta efficienza e riduzione dei costi.

Un altro approccio interessante prevede l'uso di monostrati autoassemblati (SAM) nella produzione R2R, dove le sfere di polistirene o silice si auto-organizzano per formare modelli o cristalli fotonici colloidali. Tecniche fondamentali come lo spin-coating, l'assemblaggio Langmuir–Blodgett (LB) e l'assemblaggio per forze capillari offrono vantaggi distinti, ma presentano anche limitazioni. I problemi comuni che influenzano le proprietà ottiche includono difetti causati da imperfezioni nell'organizzazione delle particelle. Ad esempio, la trasmissione diretta può essere influenzata negativamente. Controllare le dimensioni delle particelle, specialmente per le nanoparticelle più piccole di 10 nm, è una sfida con i metodi di auto-assemblaggio tradizionali. Per superare queste limitazioni, è stato necessario affinare i processi di auto-assemblaggio. Un nuovo metodo sviluppato da Kadiri et al. si basa sull'auto-assemblaggio assistito dalla topografia, che consente di controllare meglio i difetti.

L'evoluzione e l'innovazione nelle tecniche di produzione di colori strutturali su superfici sono un aspetto cruciale della nanotecnologia moderna, con applicazioni che vanno dalla decorazione all'ottimizzazione delle prestazioni ottiche in vari dispositivi. Il progresso nella fabbricazione di questi colori, che richiede sia precisione a livello microscopico che la capacità di essere applicati su larga scala, rimane una delle sfide più stimolanti e affascinanti nel campo della scienza dei materiali e dell'ingegneria.