Millikan (2017) sviluppa una descrizione metafisica del mondo per fornire una base realistica all'informazione naturale. Tuttavia, restano difficili da risolvere due problemi principali. In primo luogo, Millikan sostiene che, affinché un evento possa essere un "infosign" di un altro, entrambi gli eventi devono appartenere a due famiglie ricorrenti corrispondenti. Nel linguaggio di Millikan, un "infosign" è un segno naturale ricorrente localmente. Inoltre, gli "infosigns" sono affordances che permettono agli organismi di diventare segni intenzionali. Tuttavia, gli organismi tendono a interpretare una singola correlazione come un segno intenzionale. Millikan afferma che la funzione di mappatura semantica di questi segni è derivata, ma rimane ancora necessario fornire una spiegazione completa su come questa venga derivata da altri segni.

In secondo luogo, Millikan sostiene che, sebbene i segni intenzionali siano definiti all'interno di sistemi cooperativi produttori-consumatori, è il consumatore a determinare il loro significato. D'altro canto, ella esige che gli "infosigns" siano alla base dei segni intenzionali, pur essendo questi ultimi privi di un intento esplicito di trasportare informazioni naturali. Questo implica che le correlazioni accidentali potrebbero diventare funzioni di mappatura semantica intenzionale se soddisfano lo scopo del consumatore. Questo suggerisce che gli "infosigns" definiti da Millikan non siano necessari per l'esistenza dei segni intenzionali o, forse, dovremmo evitare di definire gli "infosigns" come correlazioni localmente ricorrenti. Tuttavia, il consumatore non ha bisogno di una giustificazione.

Sebbene queste teorie comprendano i requisiti per le relazioni informative in modo diverso, in termini di correlazione, forza, classe di riferimento, ecc., esse condividono un impegno ontologico comune: l'informazione naturale è radicata nella natura e fonda il significato convenzionale. In altre parole, il significato, la rappresentazione o l'intenzionalità devono avere una base naturalistica. Questo approccio affronta diversi problemi, come ho esaminato sopra. Sebbene non si tratti di una trattazione completa di tutte le teorie e discussioni, è sufficiente per aiutarci a individuare le problematiche nel tentativo di fondare il significato, l'intenzionalità o la rappresentazione nell'informazione. Per fornire una spiegazione soddisfacente del significato, dobbiamo risolvere o eliminare questi problemi.

Un approccio radicalmente diverso alla comprensione del significato, che è stato trascurato dalla filosofia naturalista mainstream, è la teoria dei segni di Peirce, o semiosi. La ragione per cui i filosofi hanno rifiutato di prendere in considerazione questo approccio è che esso comprende ogni segno come avente un interpretante—qualcosa che lo interpreta e lo traduce in altri segni. In altre parole, l'interpretazione è necessaria affinché qualcosa possa essere un segno. Questo può sembrare soggettivo e quindi incompatibile con il naturalismo. Tuttavia, credo che la semiosi pierciana possa offrire un modo innovativo per comprendere il significato, con la sua naturalizzazione moderna, la biosemiosi, senza affrontare le problematiche sopra menzionate. In questo libro, difendo l'idea che il significato si fonda nell'informazione, ma all'interno di un quadro di biosemiosi, in particolare nella teoria delle dinamiche emergenti e nella biosemiosi proposta da Deacon (1997; 2012a). Le teorie fornite nel libro spiegano in modo completo la concezione dell'informazione, offrendo una base naturalistica per comprendere l'intenzionalità, il significato, il riferimento e la rappresentazione. Naturalizzando la concezione di interpretazione, questa teoria naturalistica può risolvere o eliminare i problemi affrontati dalle precedenti teorie naturalistiche.

Questi problemi includono il problema del senso e del riferimento, il problema della determinazione del contenuto, il problema dell'uso da parte dell'organismo (come una correlazione possa servire come una relazione segnica per l'uso di un organismo), il problema della falsa rappresentazione (o il problema della normatività, cioè come la normatività della rappresentazione emerga dalla natura), il problema della classe di riferimento, il problema della forza, il problema della relazione singolare, il problema dell'emergenza del linguaggio, il problema della finzione e altri ancora. La trattazione di questi temi è approfondita nelle sezioni successive del libro.

Per comprendere appieno la relazione tra significato e informazione, è cruciale tenere conto della complessità intrinseca delle nozioni di "interpretazione" e "significato". Nonostante la visione naturalista proponga una base fisica per l'informazione, il rischio di fraintendere le modalità con cui questa viene utilizzata e interpretata non può essere ignorato. Una piena comprensione del processo semantico richiede di considerare le molteplici sfaccettature con cui un segno può assumere significato, non solo come una mera trasmissione di dati, ma come un atto di interpretazione che è fondamentalmente legato al contesto biologico dell'organismo che lo riceve e lo utilizza. L'evoluzione delle teorie semantiche, come quella di Peirce, offre un quadro utile per esplorare la natura dinamica e contestuale del significato, che va oltre le spiegazioni statiche della filosofia del linguaggio tradizionale.

La meraviglia del fraintendimento reciproco: un'analisi attraverso la teoria dei giochi

Il fraintendimento reciproco tra il Taoista e il macellaio è un aspetto affascinante e centrale della narrazione, che ci invita a riflettere su come, nonostante la mancanza di comunicazione diretta, le interazioni possano comunque giungere a un esito condiviso, un equilibrio che appare casuale ma che si fonda su una logica sottostante. La storia racconta di un macellaio e un Taoista che interagiscono senza realmente comprendere le intenzioni dell'altro, ma che, a sorpresa, giungono a una conclusione che soddisfa entrambi, senza che vi sia alcuna comunicazione chiara. Ogni azione e reazione dei due protagonisti è, infatti, basata su previsioni soggettive del comportamento dell'altro, senza che nessuna delle due parti condivida realmente le proprie informazioni.

Nel contesto di questa interazione, il macellaio possiede maiali che pesano circa 50 kg, mentre il Taoista ha in mente un maiale dal peso inferiore, di circa 30 kg. Ogni parte prende decisioni sulla base di una propria previsione: il Taoista crede che il macellaio stia ponendo indovinelli gestuali, mentre il macellaio interpreta le azioni del Taoista come una contrattazione riguardo ai maiali. Quello che sembra un incomprensibile fraintendimento tra i due si risolve, in modo inaspettato, in un esito comune che soddisfa tutte le parti, creando un equilibrio che potrebbe sembrare il risultato di una negoziazione effettiva, quando in realtà non c'è stata alcuna comunicazione esplicita.

Questa situazione può essere formulata attraverso la teoria dei giochi, in cui si ipotizza che ogni partecipante al gioco (il Taoista, il macellaio e l’imperatore che osserva) agisca in base a una propria previsione delle scelte degli altri, senza che ci sia una conoscenza comune. Il risultato finale è un equilibrio di Nash, un concetto fondamentale della teoria dei giochi, in cui nessun partecipante può migliorare la propria posizione cambiando la propria strategia, dato che tutti gli altri hanno già scelto la loro. In altre parole, le azioni individuali si allineano senza che nessuno sia consapevole delle reali intenzioni degli altri.

Il fraintendimento reciproco tra il Taoista e il macellaio si concretizza come una situazione in cui ciascun partecipante ha una propria "teoria" del gioco, ma queste teorie non si sovrappongono. Il macellaio e il Taoista, pur non avendo alcuna informazione in comune, riescono a raggiungere un esito che sembra soddisfare le aspettative di tutti, come se ci fosse un'intesa implicita che si è formata senza una comunicazione diretta. Questo fenomeno, tuttavia, solleva una domanda: come è possibile che le loro interazioni, pur non contenendo alcuna comunicazione informativa, si risolvano in un equilibrio soddisfacente?

La soluzione risiede nell'idea di "equilibrio di Nash". Sebbene i giocatori non abbiano informazioni comuni, ciascuno può anticipare le mosse dell'altro basandosi su una previsione delle loro decisioni. In un gioco come questo, le strategie individuali di ciascun partecipante portano comunque all'allineamento delle loro azioni, portando all'assenza di un miglioramento possibile per nessuna delle due parti, che rappresenta appunto l'equilibrio di Nash.

Questa analisi, se applicata alla teoria dei giochi, mostra che non è necessario che le informazioni siano condivise per arrivare a un risultato comune. L’"equilibrio" che si crea nel gioco tra il Taoista e il macellaio è il frutto di una serie di previsioni errate, ma comunque coerenti, che si incastrano perfettamente per arrivare a una conclusione che soddisfa tutte le parti coinvolte. Questo è un esempio di come la teoria dei giochi possa spiegare situazioni in cui non c'è una comunicazione esplicita, ma dove le azioni individuali delle persone si allineano comunque in modo da raggiungere un esito comune.

Inoltre, la percezione dell'Imperatore, che osserva la scena e interpreta l'interazione come un processo significativo di comunicazione, aggiunge una seconda dimensione al fraintendimento. L'Imperatore, infatti, crede che i gesti tra il Taoista e il macellaio rappresentino una comunicazione intenzionale, pur essendo consapevole che tra di loro non esiste una vera condivisione di conoscenze. Ciò dimostra come il fraintendimento possa estendersi anche al livello di un osservatore esterno, che interpreta erroneamente una serie di azioni come una comunicazione, quando in realtà si tratta di una combinazione di previsioni individuali che si allineano casualmente.

L’aspetto più intrigante di questo scenario è che la teoria dei giochi, pur non presupponendo una comunicazione effettiva, può spiegare come le azioni possano essere coordinate in modo tale da arrivare a un risultato soddisfacente per tutte le parti, nonostante il fraintendimento reciproco. Questo fenomeno di "comunicazione fallita" che in realtà porta a un equilibrio non è limitato a questo caso specifico, ma può essere applicato anche ad altri contesti in cui le interazioni si sviluppano sulla base di aspettative errate, ma comunque coerenti.

Alla luce di quanto esposto, è importante comprendere che, sebbene la comunicazione effettiva sia un fattore cruciale in molte situazioni, non è sempre necessaria per arrivare a risultati condivisi. Il fraintendimento reciproco può talvolta agire come una sorta di catalizzatore che, senza una vera comprensione, porta comunque a un risultato che sembra soddisfare tutte le parti coinvolte. Questo principio non solo è applicabile nel contesto delle interazioni tra individui, ma anche in situazioni più complesse, come nei giochi di segnalazione, dove l’apparente successo delle interazioni non implica necessariamente una trasmissione di informazioni reali.