Per misurare l'angolo di fase ∅, possiamo utilizzare un amplificatore operazionale in modalità comparatore, come illustrato nella figura 7.16. L'ingresso al comparatore è dato dal segnale sinusoidale vx=Vxsin(ωt)v_x = V_x \sin(\omega t), che viene applicato al terminale non invertente dell'amplificatore operazionale in circuito aperto. Il segnale risultante in uscita, vov_o, sarà una forma d'onda quadrata simmetrica, come mostrato in figura 7.16b. Quando l'ingresso è positivo, l'uscita dell'amplificatore si alzerà fino a saturare al valore della tensione di alimentazione positiva +VC+V_C. Quando l'ingresso diventa negativo, l'uscita si sposterà fino a saturare alla tensione di alimentazione negativa VC-V_C.

L'analisi della fase avviene attraverso un oscilloscopio impostato in modalità x–y, dove l'uscita vov_o dell'amplificatore è collegata all'ingresso x e il segnale vy=Vysin(ωt+φ)v_y = V_y \sin(\omega t + \varphi) è inviato all'ingresso y. La figura 7.17 mostra come si presenterà il pattern sullo schermo dell'oscilloscopio in base ai diversi angoli di fase. In questo caso, la misura dell'angolo di fase ∅ è possibile determinando la distanza tra i punti estremi degli assi x e y, come indicato dalle linee verticali. Inoltre, la formula per calcolare l'angolo di fase da queste misurazioni è φ=sin1(YoY1)\varphi = \sin^{ -1} \left( \frac{Y_o}{Y_1} \right), come descritto nella relazione (7.25).

Un vantaggio importante di questo metodo, rispetto ad altri approcci, è che le misure possono essere eseguite in modo semplice, dato che la distanza tra i punti estremi YoY_o e Y1Y_1 è facilmente identificabile senza ambiguità. Un altro aspetto interessante è che il pattern si ripete per valori di fase superiori a 180°, ma con una ripetizione periodica, come evidenziato dalla figura 7.17. Questo significa che, per esempio, non è sempre possibile distinguere tra angoli di fase φ=90\varphi = 90^\circ e φ=270\varphi = 270^\circ semplicemente guardando il pattern. Tuttavia, l'overshoot e il tasso di variazione finito di un amplificatore operazionale pratico possono aiutare a risolvere questa ambiguità, come illustrato nelle figure 7.18a e 7.18b, dove l'overshoot verticale fornisce indizi sulla polarità della fase.

Passando alla misurazione della frequenza, in modalità x–y, possiamo osservare forme d'onda Lissajous. Quando l'ingresso x è fornito da vx=Vxsin(ωt)v_x = V_x \sin(\omega t) e l'ingresso y è dato da vy=Vysin(2ωt)v_y = V_y \sin(2\omega t), si ottiene un pattern che può essere utilizzato per determinare il rapporto tra le frequenze fxf_x e fyf_y. Se, ad esempio, Nx=2N_x = 2 e Ny=4N_y = 4, il rapporto delle frequenze sarà fx/fy=2/4=1/2f_x / f_y = 2/4 = 1/2. Le figure di Lissajous, esplorate per la prima volta da Jules Antoine Lissajous nel 1857, sono utili per la misurazione della frequenza quando la frequenza sconosciuta è legata a una frequenza di riferimento tramite un rapporto semplice di numeri interi.

Tuttavia, l'uso delle figure di Lissajous per la misurazione di frequenze è limitato, risultando comodo solo quando il rapporto tra le frequenze è di piccole frazioni. La misurazione precisa diventa complicata se le frequenze non sono legate in modo semplice, rendendo il metodo meno versatile in contesti pratici.

Un altro aspetto fondamentale che merita attenzione riguarda le misurazioni delle perdite di ferro in materiali ferromagnetici, come i nuclei morbidi utilizzati in solenoidi e trasformatori. Questi materiali sono soggetti a fenomeni di isteresi e correnti parassite, che causano perdite energetiche. Utilizzando un oscilloscopio, è possibile tracciare il ciclo di isteresi di un nucleo ferromagnetico applicando una tensione sinusoidale al primario di un trasformatore e utilizzando un integratore per analizzare la risposta del secondario. Il ciclo di isteresi ottenuto visualizza la relazione tra l'intensità del campo magnetico e la densità del flusso, permettendo di determinare le perdite di ferro per unità di volume attraverso l'area del ciclo di isteresi.

È importante notare che questa tecnica è cruciale non solo per il calcolo delle perdite energetiche, ma anche per la progettazione di dispositivi elettrici più efficienti, in quanto le perdite per isteresi contribuiscono significativamente all'efficienza complessiva dei trasformatori e di altri dispositivi elettromagnetici.

La tecnologia degli oscilloscopi, con le sue varie modalità, è essenziale per l'analisi di fenomeni complessi nei sistemi elettrici e nei circuiti, consentendo una comprensione approfondita della relazione tra tempo, frequenza e fase. La comprensione di come i segnali interagiscono in questi contesti è fondamentale per applicazioni in elettronica, telecomunicazioni e ingegneria elettrica.

Come funziona la fase di conversione in un ADC a doppia pendenza?

La fase di conversione in un ADC a doppia pendenza inizia non appena l'uscita del comparatore vcv_c transita da "0" a "1" o da "1" a "0", indicando che l'uscita voiv_{oi} dell'integratore ha appena attraversato lo zero. A questo punto, l'unità logica di controllo (CLU) entra nella fase di conversione. Inizialmente, l'interruttore S1 viene impostato nella posizione 0, collegando così VinV_{in} alla resistenza RR, ingresso dell'integratore RC. La CLU resetta il contatore e inizia a contare, attendendo un numero preimpostato di conteggi, diciamo N1N_1 (che può essere in formato BCD o binario). Esistono due possibilità: l'ingresso VinV_{in} può essere positivo o negativo. Cominciamo assumendo che l'ingresso VinV_{in} sia positivo.

Quando VinV_{in} è positivo, durante il periodo di N1N_1 conteggi, la corrente ii sarà +VinRA+ \frac{V_{in}}{R} A, caricando così il condensatore CC con una polarità negativa all'uscita di OIOI. Di conseguenza, la tensione attraverso il condensatore voiv_{oi} aumenterà con polarità negativa (VinRCt\frac{ -V_{in}}{RC} t), come illustrato nella figura 9.15. L'uscita del comparatore vcv_c sarà "0" durante il periodo T1T_1 della prima integrazione, dove T1T_1 è definito come T1=N1TcT_1 = N_1 T_c. Alla fine di questo periodo di integrazione, ovvero dopo N1N_1 conteggi, voiv_{oi} raggiungerà una tensione pari a VinRCT1-\frac{V_{in}}{RC} T_1 e l'uscita del comparatore vcv_c sarà "0". La CLU rileva questa transizione dell'uscita vcv_c e imposta l'interruttore S1 nella posizione 1, S2 nella posizione 1, registrando la polarità di VinV_{in} come positiva. Inoltre, resetta il contatore e avvia un secondo conteggio N2N_2, quindi inizia la seconda integrazione.

Con queste impostazioni degli interruttori, l'integratore RC è collegato a VR-V_R. La corrente ii sarà VRRA-\frac{V_R}{R} A, scaricando il condensatore CC e cercando di promuovere una polarità positiva all'uscita di OIOI. Così, la carica nel condensatore CC (precedentemente immagazzinata in direzione opposta durante T1T_1) diminuirà, e quindi l'uscita voiv_{oi} salirà fino a zero, come mostrato nella figura 9.15. Alla fine del periodo T2T_2, voiv_{oi} raggiungerà lo zero e vcv_c salirà da "0" a "1". Rilevando questa transizione, la CLU ferma il contatore e restituisce il valore del conteggio N2N_2 al momento in cui la polarità era positiva, come equivalente digitale di VinV_{in}.

Nel caso in cui VinV_{in} fosse negativo, il processo di integrazione e scarica avviene in modo simile, ma con una polarità inversa. Durante il periodo di N1N_1 conteggi, la corrente ii sarà VinRA-\frac{V_{in}}{R} A, caricando il condensatore CC con polarità positiva all'uscita di OIOI. In questo caso, l'uscita vcv_c sarà "1" durante T1T_1, e alla fine della prima integrazione, voiv_{oi} raggiungerà una tensione pari a +VinRCT1+\frac{V_{in}}{RC} T_1. Alla fine di questo periodo, la CLU rileva il valore "1" del comparatore e imposta gli interruttori S1 a posizione 1 e S2 a posizione 0, registrando la polarità di VinV_{in} come negativa. Come nel caso precedente, inizia il secondo conteggio N2N_2 e la seconda integrazione.

La principale differenza tra l'ingresso positivo e negativo di VinV_{in} risiede nel modo in cui il condensatore è caricato e scaricato, ma il risultato finale, ovvero il conteggio N2N_2, sarà comunque una rappresentazione digitale di VinV_{in}, che può essere calcolato come una proporzione diretta tramite l'equazione N2=N1VinVRN_2 = N_1 \frac{V_{in}}{V_R}.

Un aspetto importante del funzionamento dell'ADC a doppia pendenza è la gestione del tempo di conversione. Il tempo di conversione per la modalità "Start-Stop" è dato da Tcon=TAZ+T1+T2T_{con} = T_{AZ} + T_1 + T_2, dove TAZT_{AZ} è il tempo richiesto per la fase di auto-zero, T1T_1 è il tempo della prima integrazione e T2T_2 è il tempo misurato della seconda integrazione. Nella modalità di conversione continua, il tempo di conversione è ridotto, poiché dalla seconda conversione in poi il tempo di conversione diventa Tcon=T1+T2T_{con} = T_1 + T_2.

Un altro aspetto cruciale riguarda il rifiuto del rumore e delle interferenze. Poiché l'ingresso VinV_{in} viene integrato per un tempo predefinito T1T_1, è possibile ridurre o eliminare l'effetto del rumore o delle interferenze presenti in VinV_{in} sulla risposta digitale. Poiché il rumore ha una "media zero", integrando il segnale di ingresso per un periodo sufficientemente lungo si può ridurre il suo effetto. Di conseguenza, il tempo T1T_1 viene spesso impostato in millisecondi o anche in centinaia di millisecondi, in modo da consentire una riduzione significativa del rumore.

Inoltre, l'ADC a doppia pendenza, grazie alla sua architettura, è particolarmente resistente alle interferenze, poiché il segnale viene integrato e successivamente scaricato, riducendo così l'impatto delle fluttuazioni rapide dovute a disturbi esterni.