Le colonne d’acqua oscillanti (OWC) si sono dimostrate una soluzione efficace per il miglioramento delle prestazioni dei frangiflutti, in particolare quando applicate a scale sub-ondulatorie. Questo approccio innovativo sfrutta l’interazione idrodinamica tra più colonne d'acqua per creare fenomeni di risonanza multipla che aumentano l’efficienza energetica, riducendo al contempo l’impatto delle onde sulla struttura di protezione costiera. L'efficienza idrodinamica totale, come evidenziato dai risultati di simulazioni teoriche, mostra significativi miglioramenti in sistemi a più camere pneumatiche rispetto a quelli a camera singola. La capacità di attenuare le onde e di estrarre energia dalle stesse migliora considerevolmente quando il sistema è composto da più pontoni, anche se tale prestazione si stabilizza quando il numero di pontoni supera una certa soglia.

Il concetto fondamentale alla base del miglioramento delle prestazioni del sistema OWC-breakwater è la risonanza multipla che si verifica tra le colonne d’acqua. Questo fenomeno è particolarmente evidente quando la distanza tra le colonne d'acqua è sub-ondulatoria, creando condizioni ideali per una risonanza che ottimizza l'assorbimento e l'estrazione dell'energia dalle onde. In un sistema OWC a più camere, come quello con tre camere, si nota una maggiore ampiezza di banda, il che implica un miglior assorbimento delle onde a diverse frequenze. Il concetto di "larghezza di banda" è cruciale, poiché determina la capacità di un dispositivo di funzionare efficacemente su un ampio spettro di frequenze delle onde, aumentando così la stabilità e l’efficacia del sistema.

L'efficienza dei frangiflutti, che non si limita alla sola riflessione e trasmissione delle onde, ma coinvolge anche l’assorbimento dell’energia cinetica delle onde, risulta sensibilmente migliorata rispetto ai tradizionali sistemi a singolo pontone. Quando il numero di camere pneumatiche aumenta, la larghezza di banda dell'energia assorbita si espande, ma oltre un certo numero di camere, il miglioramento delle prestazioni tende a stabilizzarsi. Questo suggerisce che l'ottimizzazione della geometria delle camere pneumatiche è un fattore determinante per raggiungere una prestazione ottimale in termini di riduzione dell'energia delle onde, soprattutto nel caso di onde lunghe.

La comparazione tra dispositivi OWC a più camere e frangiflutti convenzionali dimostra che l'integrazione di più camere pneumatiche non solo migliora le prestazioni di attenuazione delle onde ma contribuisce anche a una riduzione del danno alle strutture costiere. I sistemi a più camere, infatti, si rivelano particolarmente adatti per operare in condizioni di onde lunghe e sono capaci di ridurre significativamente la riflessione delle onde sulla zona costiera, sia sul lato mare che sul lato interno, aumentando la protezione delle aree vulnerabili.

Un aspetto particolarmente interessante riguarda l'applicazione dei dispositivi OWC in ambienti con topografia variabile del fondo marino. La presenza di sabbia, barriere coralline o altre irregolarità sul fondo del mare può modificare in modo significativo la propagazione delle onde. Studi teorici e sperimentali suggeriscono che fenomeni come la risonanza di Bragg, che si verifica quando la lunghezza d'onda incidente è due volte quella delle irregolarità del fondo, possono influenzare la riflessione e la trasmissione delle onde, modificando le prestazioni dei frangiflutti. L’interazione tra le onde e il fondale marino può portare sia a benefici che a svantaggi in termini di estrazione di energia, a seconda della tipologia di topografia.

Le simulazioni numeriche e gli studi sperimentali hanno dimostrato che la progettazione di sistemi OWC deve tenere conto della geometria del fondale per ottimizzare l'assorbimento e la dissipazione dell'energia ondosa. Il ruolo del fondo marino, quindi, non è trascurabile: la sua configurazione può migliorare o peggiorare la capacità di un dispositivo OWC di operare efficacemente.

Un altro punto fondamentale da considerare è che la progettazione ottimale di un dispositivo OWC non dipende esclusivamente dal numero di camere pneumatiche, ma anche dalla loro configurazione e dal modo in cui queste camere interagiscono tra loro e con l'ambiente circostante. Aumentare il numero di camere può infatti aumentare la potenza assorbita, ma oltre un certo numero, i guadagni si stabilizzano, suggerendo la necessità di una progettazione più sofisticata, che consideri anche fattori come la forma e la disposizione dei pontoni.

Inoltre, va sottolineato che l'efficacia di questi dispositivi non è solo un problema di ingegneria meccanica, ma coinvolge anche una comprensione approfondita dei fenomeni idrodinamici e delle loro interazioni con l'ambiente marino. Le soluzioni più promettenti per il miglioramento delle prestazioni dei frangiflutti si basano su modelli matematici complessi che prevedono la propagazione delle onde e le risposte dei dispositivi OWC, con un'attenzione particolare alla resistenza ai carichi meccanici e agli impatti ambientali.

Come l'ambientazione della barriera corallina influenza l'efficienza idrodinamica degli array OWC

Nel contesto degli array di Colonna d'Acqua Oscillante (OWC), il problema dell'interazione tra onde e strutture idrodinamiche è fondamentale per comprendere l'efficacia delle diverse configurazioni geografiche e morfologiche. In particolare, quando si tratta di barriere coralline, la loro topografia complessa e variabile gioca un ruolo decisivo nelle performance energetiche degli OWC. La geometria della barriera corallina, che include componenti come il forereef, il reef flat e la laguna, influisce profondamente sulla distribuzione delle onde e sulla dinamica di dissipazione e risonanza.

La descrizione matematica della bathimetria di una barriera corallina può essere formulata come una funzione delle altezze e profondità variabili in relazione alla posizione lungo la linea di costa. A partire dalla base della barriera, il profilo può essere modellato in tre sezioni principali: il forereef, il reef flat e la laguna. Ognuna di queste aree contribuisce in modo differente alla riflessione, diffrangimento e risonanza delle onde incidenti. Nel caso di una configurazione con barriera corallina, l'interazione delle onde con la struttura del reef determina la formazione di onde stazionarie, caratterizzate da nodi e ventri, che a loro volta influenzano i parametri idrodinamici come l'efficienza idrodinamica (η), la suscettanza di radiazione (μ) e la conduttanza di radiazione (c).

Le equazioni per il calcolo dell'efficienza idrodinamica e dei coefficienti di riflessione evidenziano l'importanza dei parametri come la compressibilità dell'aria e la resistenza PTO (Power Take-Off). Ad esempio, la resistenza PTO ottimale è definita come una combinazione dei parametri c e μ, e la sua influenza sul comportamento dinamico delle onde è tale da modificare la risposta degli array OWC. L'analisi delle frequenze di risonanza, ottenute attraverso la risoluzione delle equazioni di movimento e le condizioni di continuità tra i vari sottodomini, mostra come la presenza di una barriera corallina possa introdurre nuovi picchi di efficienza rispetto a una configurazione con fondale orizzontale.

Confrontando i risultati numerici ottenuti per l'efficienza idrodinamica (η) e la suscettanza di radiazione (μ) in scenari con e senza bathimetria corallina, si osserva che l'efficienza degli array OWC risulta significativamente modificata dalla presenza della barriera corallina. In particolare, la distribuzione delle onde in prossimità della barriera crea frequenze di risonanza aggiuntive, non osservabili in configurazioni con fondale orizzontale. Questi picchi di efficienza corrispondono a frequenze che soddisfano la condizione μ + μPTO → 0, suggerendo che l'interazione tra la suscettanza di radiazione e la compressibilità dell'aria indichi una risonanza del volume d'acqua.

Va notato che a frequenze più basse, alcuni picchi e avvallamenti nell'efficienza non possono essere spiegati solo dalla relazione μ + μPTO → 0, ma piuttosto dalla risonanza indotta direttamente dalla struttura del reef. Queste oscillazioni a basse frequenze sono un fenomeno distintivo nelle configurazioni con barriera corallina e rappresentano un aspetto fondamentale nell'analisi delle prestazioni idrodinamiche in ambienti complessi.

Quindi, il comportamento idrodinamico di un array OWC non può essere compreso pienamente senza considerare l'effetto della bathimetria naturale, in particolare quella delle barriere coralline. L'introduzione di una barriera corallina modifica le modalità di risonanza e la risposta delle onde, influenzando direttamente l'efficienza energetica. La comprensione di questi effetti è cruciale per ottimizzare le performance degli OWC in ambienti marini reali, dove la variabilità topografica è la norma piuttosto che l'eccezione.

La comprensione approfondita delle interazioni tra le onde e la struttura del reef permette di prevedere con maggiore precisione il comportamento delle tecnologie di energia da onde. Gli studi comparativi tra scenari con fondale orizzontale e scenari con barriera corallina offrono spunti preziosi per il design e l'implementazione di soluzioni OWC più efficienti. Queste osservazioni possono rivelarsi decisive per le applicazioni future in cui la preservazione ambientale e la produzione energetica sostenibile sono prioritarie.

L'integrazione di Piattaforme Galleggianti Modulari con Array di Boe Oscillanti per l'Estrazione di Energia dalle Onde

Le piattaforme galleggianti modulari, costituite da più moduli separati da distanze specifiche, offrono vantaggi significativi rispetto alle strutture tradizionali monolitiche, specialmente in relazione all'efficienza nell'estrazione di energia dalle onde. Nel contesto dell'analisi idrodinamica di queste piattaforme, è importante considerare le dinamiche relative tra i moduli e l'impatto delle onde incidenti sulla risposta complessiva del sistema. Un aspetto critico da esplorare riguarda l'effetto del movimento relativo tra i moduli, che è consentito e influisce in modo significativo sull'efficienza del sistema.

Per un sistema di piattaforma galleggiante modulare, come mostrato nei diagrammi di risposta per i movimenti di sollevamento e rollio, si osservano differenze marcate tra i moduli. Per esempio, nel caso di onde incide a un angolo β di 45°, il modulo posizionato sul lato esposto (modulo #5) mostra una risposta significativamente maggiore rispetto agli altri moduli. Questo fenomeno suggerisce l'importanza di considerare l'eterogeneità nelle risposte di ciascun modulo durante la progettazione di tali sistemi. Infatti, l'efficienza idrodinamica di una piattaforma modulare può essere migliorata solo se si prendono in considerazione le caratteristiche specifiche di ciascun modulo, ottimizzando la disposizione e le caratteristiche di progettazione in base alle condizioni ambientali.

Il design di una piattaforma galleggiante modulare, che include una serie di boe oscillanti, richiede una comprensione approfondita della dinamica di movimento relativa tra la piattaforma e l'array di boe. L'analisi della risposta in movimento di sollevamento (heave) per diversi angoli di incidenza delle onde ha rivelato che le piattaforme multi-modulo presentano un'efficienza superiore in determinate gamme di frequenza (circa 0,7-1,2 rad/s e 1,4-1,5 rad/s). La risposta relativa tra la piattaforma e le boe oscillanti determina la potenza estratta dal sistema, e variando la smorzamento PTO (Power Take-Off), è possibile ottimizzare le prestazioni complessive.

Nel caso specifico di una piattaforma semi-sommersa integrata con boe oscillanti, l'efficienza del sistema è strettamente legata alla combinazione delle dimensioni dei galleggianti con la capacità di smorzamento ottimale. Quando il sistema è sottoposto a onde di incidenza a β = 45°, il comportamento delle singole boe e la loro interazione con la piattaforma può determinare variazioni significative nella potenza estratta. È stato riscontrato che, in generale, la potenza estratta e l'efficienza idrodinamica del sistema seguono una tendenza che inizialmente aumenta per poi diminuire man mano che aumenta il livello di smorzamento PTO. Questo fenomeno evidenzia la necessità di un controllo preciso delle condizioni di smorzamento per massimizzare l'estrazione energetica.

L'integrazione delle boe oscillanti su piattaforme semi-sommerse rappresenta un approccio promettente per l'estrazione di energia dalle onde. L'analisi della potenza estratta e dell'efficienza complessiva consente di identificare le condizioni ottimali per l'implementazione di tali sistemi, fornendo un'indicazione preziosa per la progettazione e la gestione di impianti di energia marina.

Inoltre, è fondamentale tenere in considerazione che la progettazione di piattaforme galleggianti modulari con boe oscillanti non si limita solo all'ottimizzazione delle risposte idrodinamiche in base alle caratteristiche delle onde. È altrettanto importante studiare le interazioni tra la struttura della piattaforma e i dispositivi di conversione dell'energia (PTO), per garantire un funzionamento efficiente anche in condizioni di mare variabili. Il controllo dell'orientamento e del movimento relativo tra i vari componenti della piattaforma, così come la gestione dell'effetto di smorzamento, rappresentano aspetti chiave per ottenere il massimo rendimento energetico da un sistema di questo tipo.

Influenza degli effetti idroelastici sulle piattaforme galleggianti e l'efficienza dell'estrazione di energia da onde

La dinamica di una piattaforma galleggiante integrata con dispositivi per l'energia delle onde è complessa e influenzata da numerosi fattori idrodinamici. Tra questi, l'elasticità della piattaforma e gli effetti delle onde oblique giocano un ruolo fondamentale nel determinare l'efficienza complessiva del sistema di estrazione dell'energia. La comprensione e la modellazione di tali fenomeni sono essenziali per progettare piattaforme galleggianti più efficienti e sostenibili.

In particolare, gli effetti idroelastici devono essere considerati quando si analizzano le piattaforme galleggianti in condizioni di onde oblique. Se una piattaforma è progettata senza tenere conto dell’elasticità del suo materiale, si corre il rischio di sottovalutare l’efficienza dell’estrazione di energia, come evidenziato dai risultati numerici per il caso in cui l’angolo β delle onde è pari a 45°. In questo scenario, l’omissione della componente elastica della piattaforma ha portato a una stima errata dell’efficienza idrodinamica media, con una sottostima che raggiunge circa il 56% nella gamma di frequenze di onde comprese tra 0,65 e 1,25 rad/s. Questo fenomeno è particolarmente evidente quando si esaminano i moti relativi tra i galleggianti e la piattaforma, dove l'effetto idroelastico modifica significativamente le risposte rispetto a un modello che considera una piattaforma rigida.

Le deformazioni verticali della piattaforma, come evidenziato dalla figura 8.8, mostrano che le deformazioni aumentano notevolmente in presenza di onde oblique (β = 45°). Quando la piattaforma è elastica, la massima deformazione verticale si verifica alle estremità della struttura, evidenziando che per piattaforme di grandi dimensioni (con un elevato rapporto lunghezza/larghezza), gli effetti idroelastici non sono trascurabili e devono essere inclusi nelle analisi progettuali.

Al fine di comprendere meglio questi effetti, è fondamentale considerare non solo le caratteristiche geometriche della piattaforma, ma anche le condizioni ambientali, come la riflessione delle onde dalla costa. Le riflessioni costiere possono alterare significativamente le proprietà idrodinamiche del sistema, come mostrato nei risultati numerici per una piattaforma galleggiante situata vicino alla costa. Le simulazioni condotte per diverse distanze dalla costa (S3 = 10 m, 50 m, 100 m) hanno evidenziato che le forze verticali di eccitazione cambiano in modo oscillatorio al variare della frequenza delle onde, con ampiezze che aumentano progressivamente man mano che la piattaforma si allontana dalla riva.

Le piattaforme galleggianti che operano in zone costiere devono affrontare complessità aggiuntive a causa di questi riflessi, i quali modificano le risposte dinamiche delle strutture. Il metodo del "principio immaginario" utilizzato per includere l’effetto della riflessione costiera, attraverso la combinazione delle funzioni di Green in acqua libera e la loro parte immaginaria, si è rivelato utile nel modellare questi fenomeni. Il calcolo delle forze di eccitazione in presenza della riflessione costiera ha dimostrato che, sebbene l'orientamento delle onde non influenzi significativamente la dinamica per onde perpendicolari alla piattaforma (β = 0°), le onde oblique richiedono una considerazione dettagliata degli effetti idroelastici per ottimizzare la progettazione.

In questo contesto, l’uso di modelli numerici avanzati è fondamentale per predire con maggiore accuratezza il comportamento delle piattaforme galleggianti in ambienti costieri, dove le interazioni tra onde e struttura possono essere altamente variabili e dipendere dalla distanza dalla costa e dalla configurazione della piattaforma stessa. Inoltre, la divisione della piattaforma in moduli deformabili consente di studiare le risposte locali, rendendo più dettagliata l'analisi delle sollecitazioni in punti specifici della struttura.

Un aspetto importante da considerare è che l’adozione di soluzioni progettuali che non includano la considerazione dell’idroelasticità potrebbe compromettere gravemente l'efficienza del sistema di estrazione dell'energia. Di conseguenza, i progettisti dovrebbero tenere conto di questi effetti già nelle fasi preliminari della progettazione, in particolare quando la piattaforma è esposta a condizioni di onde oblique o a riflessioni costiere.