Il dibattito sulle direzioni che l'istruzione superiore dovrebbe prendere è ormai centrale, non solo in ambito accademico, ma anche nella politica e nella società in generale. Negli ultimi anni, un numero crescente di persone, tra cui amministratori universitari e politici, ha iniziato a mettere in discussione la validità di certi corsi di laurea, accusandoli di essere una perdita di denaro e risorse. Tra questi, i corsi nelle discipline umanistiche, come la storia, la filosofia, la letteratura comparata e le lingue classiche, sono spesso al centro di tali critiche. L'incremento di programmi che pongono l'accento sulle materie scientifico-tecniche (STEM) e sull'acquisizione di competenze pratiche come la programmazione, il marketing digitale e la gestione dei dati sta portando a una progressiva marginalizzazione delle discipline umanistiche.
Questa tendenza è già visibile in molte università, dove alcuni corsi di laurea nelle arti liberali vengono ridotti o combinati con altri, come compromesso per mantenere una forma di esistenza di questi programmi, ma senza una vera e propria autonomia. Esempi di ciò includono l'Università dell'Illinois, che ha unito antropologia e linguistica con la scienza informatica, o l'Assumption College, che sta eliminando corsi come storia dell'arte, geografia e le lingue classiche per fare spazio a programmi più orientati al mercato, come l'analisi dei dati o la terapia fisica e occupazionale. Queste scelte non sono senza controversie, poiché molti vedono nell'eliminazione delle discipline umanistiche una perdita di profondità e una riduzione della capacità critica degli studenti.
L'istruzione superiore ha da sempre avuto una missione che va oltre la preparazione per un semplice lavoro: essa deve coltivare la mente, preparare i giovani adulti alla cittadinanza illuminata e aiutarli a comprendere meglio il proprio posto nella storia, connettendoli alle tradizioni che trascendono il momento presente. L'attacco alle scienze sociali e alle umanistiche non rappresenta solo una trasformazione della missione universitaria, ma una regressione verso un pensiero miope e privo di visione a lungo termine. La formazione universitaria non può limitarsi a creare forza lavoro, ma deve anche alimentare menti libere e critiche.
Le opinioni sulla direzione che l'istruzione superiore dovrebbe prendere sono fortemente influenzate dalle divisioni politiche. Un'indagine condotta dalla Pew Research, ad esempio, ha rivelato che il 61% degli americani ritiene che il sistema educativo post-secondario stia andando nella direzione sbagliata. Tuttavia, le ragioni di questa frustrazione variano in modo significativo tra le diverse fazioni politiche. I Repubblicani, ad esempio, criticano l'influenza che i professori esercitano nelle aule, portando le loro opinioni politiche e sociali, mentre i Democratici si preoccupano principalmente dei costi elevati delle tasse universitarie. Inoltre, le differenze tra le due fazioni emergono anche nella visione riguardo il finanziamento dell'istruzione superiore: i Democratici sono più propensi a sostenere che l'istruzione dovrebbe essere finanziata dallo Stato per il bene della società, mentre i Repubblicani ritengono che sia un vantaggio personale che dovrebbe essere supportato principalmente dagli studenti stessi.
Alcuni politici Repubblicani hanno preso di mira le arti liberali con argomentazioni che, purtroppo, spesso sono più emotive che razionali. In Kentucky, il governatore Matt Bevin ha suggerito che gli studenti che si laureano in letteratura francese non dovrebbero ricevere finanziamenti statali. Altri, come il senatore della Florida Marco Rubio, hanno proposto che si investa più su mestieri pratici, come la saldatura, e meno su discipline filosofiche. Questi attacchi, seppur sostenuti da una retorica che promuove l'importanza delle professioni tecniche, non solo sminuiscono l'importanza delle arti liberali, ma minano anche le basi di un'educazione universitaria che, da sempre, ha avuto come obiettivo la formazione completa e critica dell'individuo.
Infine, un altro attacco all'istruzione superiore riguarda l'onere finanziario che grava sugli studenti e le loro famiglie. Il debito accumulato per il pagamento delle tasse universitarie e delle spese universitarie è diventato un fardello insostenibile per molte persone. La crescente pressione per ridurre i costi e per giustificare l'istruzione solo attraverso il prisma delle competenze tecniche pratiche ha portato a una visione impoverita e limitata del vero scopo dell'educazione.
Le arti liberali, da sempre un pilastro del sistema educativo universitario, sono oggi minacciate da un pensiero miope che le considera irrilevanti per il mondo moderno. Tuttavia, ciò che spesso viene dimenticato è che la cultura, la storia, la filosofia e le altre discipline umanistiche sono fondamentali per sviluppare una società veramente avanzata e capace di affrontare le sfide complesse del futuro. Il pericolo di concentrarsi solo su discipline orientate al lavoro immediato è che si perde la capacità di pensare in modo critico e indipendente, una qualità essenziale per la crescita individuale e collettiva.
Come le Politiche Ambientali Influenzano la Qualità dell'Aria, dell'Acqua e del Suolo
L'acqua pulita rappresenta un bisogno fondamentale per la vita, e la ragione impone di fare tutto il possibile per mantenerla tale, garantendo a tutti l’accesso a risorse idriche sicure. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump ha adottato misure che hanno significativamente indebolito le protezioni ambientali stabilite durante la presidenza Obama. Nel settembre 2019, per esempio, è stata revocata una normativa del 2015, nota come la regola sulle “Acque degli Stati Uniti”, che aveva lo scopo di uniformare e rafforzare la regolamentazione federale dei corsi d’acqua, inclusi numerosi piccoli fiumi e zone umide. La cancellazione di questa tutela ha esposto milioni di americani a un rischio maggiore di contaminazione delle risorse idriche, ha aumentato la vulnerabilità delle zone umide a inondazioni, e ha compromesso la capacità naturale di filtrare sostanze inquinanti che minacciano fauna ittica, uccelli acquatici e altri animali selvatici. Questi ambienti, spesso sottovalutati, svolgono funzioni cruciali per la biodiversità e per la salute umana.
Un'altra forma di inquinamento, strettamente correlata, è quella del suolo. La terra, intesa come sottile strato superficiale che sostiene la vita, è la base per la maggior parte delle attività umane, dalla costruzione di abitazioni all’agricoltura, passando per l’allevamento. L’inquinamento del suolo si verifica quando materiali solidi o liquidi vengono depositati in modo tale da contaminare il terreno e le falde acquifere sottostanti, minacciando la salute pubblica e creando degrado ambientale. Spesso questa contaminazione si propaga alle acque superficiali e sotterranee, aggravando l’inquinamento idrico. Tra le cause più insidiose vi è l’uso intensivo di pesticidi: migliaia di composti chimici, molti dei quali estremamente tossici, vengono impiegati in agricoltura a scapito della salute degli ecosistemi e dell’uomo. Un esempio emblematico è l’approvazione da parte dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti (EPA) nel 2019 di un nuovo pesticida contenente sulfoxaflor, un neurotossico letale per le api, responsabili dell’impollinazione di numerose colture alimentari. L’uso di questo pesticida, pur vantato come efficace dagli agricoltori, rappresenta una grave minaccia per la biodiversità e per la sicurezza alimentare, oltre a essere correlato a disturbi neurologici negli esseri umani. In risposta, lo stato della California ha adottato misure legali per vietarne l’impiego, confermando una linea più rigorosa nella tutela ambientale rispetto alla politica federale.
Le sostanze chimiche rappresentano inoltre una minaccia onnipresente. Oltre ai pesticidi, un vasto numero di composti tossici viene prodotto industrialmente e diffuso nell’ambiente. I fumatori, per esempio, ingeriscono volontariamente migliaia di sostanze chimiche nocive, molte delle quali cancerogene, mentre il fumo passivo danneggia chi si trova nelle vicinanze. Questi elementi sono solo una piccola parte di un inventario molto più ampio di sostanze chimiche industriali, la cui presenza e dispersione spesso non sono adeguatamente controllate, aggravando problemi ambientali e sanitari.
Il tentativo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili si scontra con numerosi ostacoli politici, economici e tecnologici. L’energia nucleare si presenta come un’alternativa significativa, essendo capace di fornire una quota consistente di elettricità senza emissioni di anidride carbonica. Tuttavia, questa fonte energetica comporta rischi non trascurabili: incidenti catastrofici, produzione di rifiuti radioattivi difficili da gestire, costi elevati e il pericolo che materiali nucleari possano essere deviati per scopi militari o terroristici. Gli incidenti di Chernobyl e Fukushima sono esempi tragici che evidenziano la complessità della convivenza con questa tecnologia.
Infine, l’accumulo di rifiuti solidi rappresenta un problema globale che coinvolge non solo l’inquinamento del suolo, ma anche l’inquinamento delle acque e dell’aria. I rifiuti derivano da una vasta gamma di attività industriali, commerciali e domestiche, e la loro gestione inadeguata alimenta degrado ambientale e rischi per la salute umana.
Oltre a quanto descritto, è fondamentale comprendere che ogni forma di inquinamento è interconnessa con le altre e che la tutela ambientale richiede un approccio integrato e consapevole. Le azioni di governo e la responsabilità individuale si intrecciano in un delicato equilibrio in cui ignorare le conseguenze delle scelte politiche e tecnologiche può compromettere irreversibilmente la salute degli ecosistemi e delle società umane. Il riconoscimento della complessità dei processi ecologici e dei rapporti fra attività umane e ambiente naturale deve essere alla base di ogni intervento efficace, affinché la sostenibilità non resti solo un’utopia ma diventi una realtà concreta e condivisa.

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