La matematica, pur essendo un aspetto fondamentale nelle teorie fisiche moderne, rischia di rimanere confinata come uno strumento tecnico, privo di un legame diretto con l'esperienza e la comprensione del fenomeno fisico che si cerca di spiegare. Questa discussione evidenzia come la matematica, pur essendo ineliminabile nelle teorie fisiche, non sempre gioca un ruolo esplicativo diretto e centrale. L'ineliminabilità della matematica in certe teorie è un fatto indiscutibile; tuttavia, è necessario comprendere che, pur nella sua presenza costante, essa non necessariamente fornisce la spiegazione del fenomeno fisico in sé.

Batterman sottolinea che la derivazione di enunciati e risultati da una matematica ineliminabile è sufficiente per attestare il ruolo esplicativo della matematica nelle teorie fisiche. Tuttavia, si possono sollevare due obiezioni principali a questo punto. La prima riguarda la possibilità di rifiutare l'idea che la matematica di cui parla Batterman sia effettivamente ineliminabile. La seconda, anche accettando l'ineliminabilità della matematica, riguarda il dubbio che questa ineliminabilità implichi automaticamente un potere esplicativo diretto. È possibile che, pur essendo la matematica ineliminabile, la sua capacità esplicativa non risieda tanto nella sua struttura intrinseca, quanto nella sua capacità di essere interpretata nel contesto fisico attraverso concetti e entità fisiche fondamentali.

Un esempio interessante per comprendere questa dinamica è quello del concetto di pressione nelle teorie classiche dei gas. Sebbene la pressione possa essere descritta dalla teoria cinetica classica dei gas, la sua definizione è ben diversa da quella che si potrebbe osservare in altre teorie, come la meccanica statistica. La pressione, come la temperatura, è un concetto che è stato astratto da teorie più classiche e rielaborato in contesti più avanzati, come nel caso della meccanica statistica.

La comprensione di come la matematica possa essere strumentalmente indispensabile per le spiegazioni fisiche, ma senza fornire una spiegazione in sé, viene ulteriormente esplorata dal pensiero di Belot. Immaginiamo un analista intuitivo che non conosce la fisica matematica, ma che, grazie alla sua intuizione, riesce a ricreare soluzioni matematiche per teorie fisiche come l'ottica o la meccanica. Sebbene le sue soluzioni matematiche siano identiche a quelle derivate dalla teoria fisica, egli non conosce affatto la teoria fisica. In questo caso, l'analista ha ottenuto al massimo una comprensione matematica del problema fisico, ma per trasformarla in una vera e propria spiegazione fisica sarebbe necessario introdurre i concetti fisici e i loro significati, che sono legati a teorie fisiche più fondamentali.

Anche se la matematica è ineliminabile, non è sufficiente per fornire una spiegazione fisica completa. Il potere esplicativo della matematica non risiede nella sua pura deduzione, ma nel passo successivo di interpretazione, che è fondamentale per collegare i risultati matematici con il mondo fisico. La spiegazione fisica dipende ancora da concetti fisici fondamentali, teorici o meno, che "lavorano" per dare senso ai risultati matematici.

Un caso emblematico di questa discussione è l'uso della matematica nel gruppo di rinormalizzazione, una tecnica matematica che appare nell'esplicazione della universalità del comportamento di vari sistemi fisici in prossimità di una transizione di fase. La transizione di fase è un fenomeno fisico in cui una proprietà qualitativa di un sistema cambia bruscamente, come nel caso dell'acqua che passa dallo stato liquido a quello di vapore. La matematica, in questo caso, è cruciale per descrivere il comportamento universale dei sistemi vicini al punto critico, ma non fornisce una spiegazione in sé: la vera spiegazione fisica dipende dalla relazione tra i parametri fisici e le loro variazioni durante la transizione di fase.

È essenziale, quindi, comprendere che la matematica, pur essendo un ingrediente indispensabile nelle teorie fisiche, non fornisce da sola la comprensione profonda dei fenomeni fisici. La matematica agisce come uno strumento che, se correttamente interpretato, aiuta a costruire un modello che può essere fisicamente significativo solo se inserito nel contesto teorico e sperimentale adeguato. La matematica da sola non è sufficiente a spiegare i fenomeni fisici: è la combinazione di modelli matematici e delle giuste interpretazioni fisiche che porta alla vera comprensione.

Come la Teoria Matematica di Aepinus Modella l'Elettricità

Il corpo umano, come ogni altro corpo, possiede una quantità naturale di fluido, che per definizione si trova nel suo stato naturale. Aepinus, nel suo studio sull'elettricità, ha individuato tre modalità in cui un corpo può presentarsi come elettrificato: totalmente positivo, totalmente negativo, o con una parte positiva e una parte negativa simultaneamente. Queste intuizioni sono la base su cui si sviluppa la sua prima applicazione della matematica all'elettricità.

Nel "Tentamen", Aepinus prende come riferimento la teoria del fluido unico e il concetto newtoniano di azione a distanza per matematicizzare la sua teoria elettrica. Nella sua visione, il fluido elettrico è una sostanza che pervade ogni corpo, e l'interazione tra questo fluido e le particelle di materia comune può essere descritta matematicamente. Aepinus introduce simboli matematici per rappresentare forze e quantità di fluido elettrico. Per esempio, la quantità naturale di fluido elettrico nel corpo A è definita come Q, la forza di attrazione tra la materia di A e la particella B è rappresentata da "a", e la forza di repulsione del fluido elettrico intrappolato in A su B è indicata da "r". La relazione matematica tra questi concetti può essere espressa come ar=0a - r = 0, ovvero, quando il corpo A si trova nel suo stato naturale, non vi è né attrazione né repulsione.

Aepinus, nel suo lavoro, suppone che quando al corpo A venga aggiunta una quantità di fluido elettrico pari a α\alpha, questa quantità sia uniformemente distribuita al suo interno. A questo punto, il corpo A non è più nel suo stato naturale, e la forza di repulsione tra le particelle del fluido elettrico aumenta proporzionalmente alla quantità aggiunta. Aepinus assume che la forza sia linearmente proporzionale alla quantità di fluido elettrico. Questo calcolo si può descrivere in termini moderni come una regola di tre, dove la nuova forza di repulsione è proporzionale alla quantità di fluido totale Q+αQ + \alpha, mentre la forza di attrazione rimane invariata.

Se la quantità di fluido elettrico nel corpo A è aumentata, la nuova forza che A esercita sulla particella B sarà quindi rappresentata come ara - r', dove rr' è la nuova forza di repulsione che dipende dalla nuova quantità di fluido elettrico. Allo stesso modo, se un corpo A perde una quantità di fluido elettrico α\alpha, diventando quindi negativamente elettrificato, la forza che esso esercita sulla particella B cambia, e la forza di attrazione risulta alterata di conseguenza.

L'assunzione di Aepinus secondo cui la forza di repulsione sia direttamente proporzionale alla quantità di fluido elettrico è un passaggio importante nella sua teoria matematica dell'elettricità. Sebbene egli non fornisca calcoli espliciti per tutte le variabili, il ragionamento si fonda sulla comprensione che l'aggiunta o la sottrazione di fluido elettrico modifica le interazioni tra le particelle. In questo modo, Aepinus ha creato una descrizione matematica della forza elettrica che ha influenzato gli sviluppi successivi della teoria elettromagnetica.

Un punto cruciale nel lavoro di Aepinus è la sua ipotesi riguardante la distribuzione uniforme del fluido elettrico all'interno del corpo A. Sebbene questa ipotesi sia ideale e non realistica, essa gioca un ruolo fondamentale nel rendere possibile l'approccio matematico. In un scenario fisico reale, la presenza della particella B disturberebbe la distribuzione del fluido, facendo in modo che il corpo A non possa essere trattato come se il fluido fosse perfettamente distribuito. Tuttavia, Aepinus riconosce esplicitamente che questa è una "ipotesi gratuita", ma la considera comunque utile per dedurre conclusioni che si avvicinano alla realtà.

Inoltre, la distinzione tra corpi perfettamente elettrici per sé e quelli imperfetti, introdotta da Aepinus, è un altro aspetto interessante. I corpi perfetti, con pori strettissimi che impedirebbero qualsiasi movimento del fluido elettrico, non potrebbero essere né attratti né respinti da forze elettriche. Questi corpi sono simili agli insulatori moderni, ma Aepinus riconosce che tali corpi non esistono nella realtà, poiché tutte le sostanze consentono una certa quantità di movimento del fluido elettrico.

In sintesi, Aepinus ha creato una descrizione teorica ed altamente idealizzata dell'interazione elettrica, utilizzando un approccio matematico che ha posto le basi per lo sviluppo successivo della teoria elettromagnetica. La sua intuizione di trattare le forze come relazioni lineari e la sua ipotesi di una distribuzione uniforme del fluido hanno permesso di formulare un modello matematico che, pur non essendo perfetto, ha avuto una grande influenza sul pensiero scientifico.

Il lavoro di Aepinus si inserisce in una tradizione di pensiero che cerca di unificare le leggi della natura con strumenti matematici, anticipando approcci che saranno successivamente perfezionati con l'avanzare delle scoperte scientifiche. L'importanza della matematica nella fisica moderna è oggi evidente, ma è fondamentale comprendere che, all'epoca di Aepinus, l'uso della matematica come strumento di analisi fisica era ancora una novità. La sua opera è una testimonianza di come la scienza, anche nelle sue fasi più primitive, si sia evoluta attraverso l'introduzione di concetti matematici che hanno continuato a guidare la ricerca scientifica nei secoli successivi.

La Relazione tra le Forze Elettriche e la Materia Comune: Leggi Fondamentali dell'Interazione tra Corpi Elettrici

Nel caso in cui due corpi elettrici siano in interazione, la posizione ideale della molecola D, per essere attratta quanto basta da AB e respinta da AC, deve necessariamente trovarsi tra i due centri di azione delle due parti, AB e AC, pur a distanze disuguali da esse. Nel caso illustrato, la molecola D si avvicinerà al centro di azione di AB più di quanto non faccia verso quello di AC, con la tendenza di penetrarvi, mentre la molecola E sarà spinta a distaccarsi da essa. Questo esempio evidenzia un principio chiave: la forza di attrazione e di repulsione agisce in modo diverso in base alla distanza dei corpi elettrici coinvolti, e la posizione di equilibrio tra queste forze è dinamica e dipendente dalla distribuzione dei fluidi elettrici.

Quando si analizzano le leggi secondo le quali due corpi elettrici si influenzano a vicenda, si considerano quattro forze che entrano in gioco nell'interazione reciproca. La prima forza è l'attrazione che la materia comune del corpo A esercita sul fluido elettrico in B. La seconda è la repulsione tra i fluidi elettrici di A e B. La terza è l'attrazione che il fluido elettrico di A esercita sulla materia comune di B, e infine la quarta forza è quella che la materia comune di A esercita sulla materia comune di B.

Un aspetto cruciale della teoria esaminata è che le prime due forze si bilanciano perfettamente. L'attrazione della materia comune di A sul fluido in B è esattamente bilanciata dalla forza di repulsione tra i due fluidi elettrici. Tale equilibrio impone che, in condizioni di staticità, queste forze reciproche non producano un effetto netto. Inoltre, la forza di attrazione tra la materia comune di A e il fluido in B è pari alla forza con cui il fluido in A attrae la materia comune di B. Se si considera la quantità di moto delle particelle in gioco, questa si dimostra proporzionale alla massa di ciascun corpo e alla velocità con cui le particelle si muovono verso l'altro corpo.

Un'altra riflessione importante riguarda la natura delle forze repulsive tra le molecole della materia comune dei corpi A e B. Sebbene la teoria dell'elettricità, come sostenuta da Franklin e altri fisici, sembri implicare l'esistenza di tale forza, l'autore del testo si mostra inizialmente riluttante nell'accettare l'idea che una forza repulsiva possa realmente manifestarsi tra le molecole della materia comune. Tuttavia, dopo aver riflettuto sulla questione, egli giunge alla conclusione che tale supposto repulsivo non contraddice la legge di gravità universale, che resta il principio fondamentale in natura. La repulsione tra le molecole è compensata dall'azione del fluido elettrico, e il suo effetto diventa trascurabile rispetto all'attrazione universale che governa i corpi in natura.

Passando a un corpo carico elettricamente, la distribuzione del fluido elettrico e le forze che ne derivano cambiano in modo significativo. Un aumento del fluido elettrico in un corpo A non altererà l'attrazione della materia comune di A verso il fluido in B o la repulsione reciproca tra i fluidi. Ciò che cambia sono le forze che legano i fluidi elettrici tra i due corpi, ma il bilanciamento delle forze continua a garantire che il corpo A non agisca più intensamente su B rispetto allo stato naturale. In altre parole, un corpo carico elettricamente non avrà effetto su un corpo che si trova nel suo stato naturale di equilibrio, indipendentemente dalla polarità dell'elettricità.

Un altro punto fondamentale riguarda il concetto di "equilibrio" nell'interazione tra i corpi. Poiché le forze si bilanciano in modo reciproco, un corpo non può influenzare un altro se entrambi sono nel loro stato naturale di elettricità. Tuttavia, modificando la quantità di fluido elettrico in uno dei corpi, si genera una disarmonia nelle forze in gioco, ma il corpo carico non avrà comunque un effetto determinante sull'altro se quest'ultimo rimane nel suo stato naturale.

L'importanza di questo principio risiede nel fatto che un corpo elettrificato, sia esso positivo o negativo, non produrrà alcuna azione misurabile su un corpo che si trova nel suo stato naturale. Questo implica che le interazioni tra i corpi elettrici si manifestano in modo tangibile solo quando uno dei corpi subisce una variazione significativa nel contenuto di fluido elettrico, portando a un cambiamento nelle forze che governano l'interazione tra di loro.

Qual è la relazione tra attrazione e repulsione nell'elettricità?

Il concetto di attrazione e repulsione elettrica, basato sull'interazione del fluido elettrico, è stato sviluppato a partire da principi che spiegano come un corpo carico di elettricità agisca su un altro corpo, alterando la distribuzione del fluido elettrico all'interno di quest'ultimo. La teoria che viene qui descritta cerca di rendere chiaro come queste forze non siano mai isolate, ma piuttosto dipendano dalla distribuzione del fluido elettrico e dalla distanza tra gli oggetti coinvolti.

Quando un corpo A è caricato positivamente e si avvicina a un altro corpo B, inizialmente neutro, la presenza di un eccesso di fluido elettrico in A provoca una repulsione tra i due corpi. Questa repulsione non si manifesta uniformemente, ma varia lungo la superficie del corpo B in base alla distanza tra le due masse e alla densità del fluido che le compone. In particolare, le parti del corpo B più vicine a A tendono a perdere parte del loro fluido elettrico, che si sposta verso le estremità opposte, creando una distribuzione di carica che rende B negativamente caricato nella parte più vicina a A e positivamente caricato nella parte più lontana.

Se la distanza tra i due corpi diminuisce, l'interazione tra loro diventa più intensa. Infatti, man mano che il corpo B si avvicina a A, l'effetto di attrazione cresce, accelerando il movimento di B verso A. Questo fenomeno può essere illustrato concettualmente immaginando che la distanza tra le sezioni di B venga ridotta in modo che le forze di attrazione e repulsione possano essere misurate e confrontate secondo un rapporto proporzionale tra la vicinanza delle masse e l'intensità delle forze.

Quando i due corpi si toccano, il fluido elettrico di A, che non è più trattenuto dall'aria, si trasferisce in B. Questo trasferimento porta a un bilanciamento del fluido tra i due corpi, rendendoli entrambi positivamente elettrificati. Come risultato, essi si respingeranno a vicenda, generando una forza di repulsione che spinge B a allontanarsi da A. Questo processo, basato sul passaggio del fluido elettrico, può spiegare anche fenomeni come quelli osservati in dispositivi elettrici come le campane elettriche, dove il movimento di un corpo tra due cariche provoca un continuo oscillare tra attrazione e repulsione, alimentato dal trasferimento del fluido elettrico.

L'esempio delle campane elettriche mostra chiaramente il ciclo di attrazione e repulsione in azione. Quando un corpo carico positivamente entra in contatto con un altro corpo, questo trasferisce parte del fluido elettrico, alterando la carica di entrambi. Successivamente, l'interazione tra i due corpi genera movimenti oscillatori che sono una manifestazione diretta dell'equilibrio tra le forze di attrazione e repulsione.

Un altro aspetto interessante da notare è come questi principi possano essere applicati anche a corpi leggeri, come piccoli fogli di metallo, che reagiscono a un corpo caricato positivamente. In questi casi, è frequente che i fogli vengano inizialmente respinti dal corpo carico, per poi essere successivamente attratti a causa della variazione nella distribuzione del fluido elettrico.

Queste osservazioni non solo forniscono una comprensione pratica delle leggi dell'elettricità, ma illustrano anche l'importanza della distribuzione del fluido elettrico e delle interazioni tra corpi carichi. È fondamentale comprendere che l'elettricità non è una forza statica, ma un fenomeno dinamico che si manifesta in risposta alle modifiche della distanza e della distribuzione della carica. L'interazione tra attrazione e repulsione elettrica, in definitiva, segue leggi precise che possono essere osservate e misurate con metodi scientifici.