L'emergere dell'intelligenza artificiale (IA) ha sollevato complesse questioni legali, in particolare per quanto riguarda la proprietà intellettuale. La protezione dei contenuti generati da IA è un campo in rapida evoluzione, e mentre oggi non esistono leggi completamente adeguate, è probabile che in futuro emergeranno nuove normative per proteggere gli investimenti successivi alla creazione e per aumentare l'attrattiva commerciale di tali opere. Un aspetto cruciale di questa protezione è la determinazione della proprietà del copyright nei termini di servizio relativi all'IA generativa. È essenziale che tali termini non assegnino la paternità a chi non ha contribuito in modo creativo, poiché, se non è riconosciuto alcun contributo umano, i risultati generati dall'IA non possono essere tutelati da copyright, e quindi non possono essere rivendicati come opere protette.

Tuttavia, se i termini vengono interpretati come un contratto di trasferimento del copyright, seguendo gli standard legali e l'ordine pubblico, rimangono validi, poiché il copyright è un diritto di proprietà che può essere trasferito tra le parti. Questo solleva interrogativi sul ruolo che l'IA può avere nel contesto della protezione dei diritti d'autore, e quanto sia complesso stabilire chi detiene effettivamente il diritto d'autore su un'opera creata da una macchina.

In Giappone, la discussione sulla proprietà del copyright per le opere generate dall'intelligenza artificiale è ancora in fase di sviluppo. Alcuni autori giapponesi, come Okumura e Maeda, hanno esplorato il concetto di "proprietà del copyright dell'IA", ma le normative restano inadeguate a gestire la crescente capacità dell'IA di generare contenuti complessi. La strategia di protezione potrebbe includere etichettatura o iniziative pubblicitarie, che rispondono agli investimenti fatti dopo la generazione iniziale delle opere. Sebbene non esista una giustificazione legislativa sufficiente per queste misure, l'evoluzione del panorama giuridico potrebbe portare a nuove necessità di protezione in futuro.

In Cina, il settore dell'IA è in rapido sviluppo, con aziende di primo piano come Baidu, Aliyun, Tencent e ByteDance che integrano tecnologie legate all'IA a livello globale. Il governo cinese ha fissato obiettivi ambiziosi, puntando a diventare leader mondiale nell'IA entro il 2030. La legge sul copyright in Cina è in evoluzione per adattarsi agli sviluppi tecnologici, ma spesso fatica a tenere il passo con la velocità dei progressi. Recenti sentenze dei tribunali cinesi hanno affrontato sia la protezione dei contenuti generati dall'IA che la questione delle violazioni del copyright tramite l'uso di TDM (Text and Data Mining), suggerendo una direzione per la politica del copyright in Cina.

A differenza del Giappone, la Cina non ha ancora introdotto leggi specifiche per disciplinare la legittimità del TDM nel contesto del copyright. Tuttavia, un gran numero di studiosi cinesi supporta l'idea di escludere il TDM dalle violazioni del copyright. Le proposte si suddividono in tre principali categorie: la creazione di una norma di eccezione al copyright simile alla "fair use" americana, l'interpretazione estensiva delle attuali eccezioni e l'introduzione di una licenza statutaria che permetta l'uso non autorizzato dei lavori protetti da copyright per il TDM, ma con il pagamento di una tassa statutaria.

La discussione sul TDM è importante per comprendere come le leggi sul copyright possano adattarsi alle nuove tecnologie. Se si applicano le eccezioni esistenti, ciò potrebbe non essere sufficiente a lungo termine, e molti esperti sostengono la necessità di nuove leggi che permettano un equilibrio tra la protezione dei diritti d'autore e la promozione dell'innovazione tecnologica.

In futuro, si prevede che la protezione dei contenuti generati da IA potrebbe includere modifiche legislative che garantiscano una più chiara definizione della proprietà intellettuale legata all'IA. Le iniziative future dovrebbero affrontare anche il tema dell'investimento successivo alla creazione, che diventa cruciale per mantenere l'appeal commerciale delle opere generate dall'IA.

È importante considerare che l'evoluzione di questi temi non solo avrà implicazioni legali, ma influenzerà anche il modo in cui i creatori di contenuti, le aziende tecnologiche e i governi interagiscono nel panorama globale dell'intelligenza artificiale. Le normative future dovranno bilanciare la protezione dei diritti d'autore con l'incoraggiamento all'innovazione, evitando di ostacolare lo sviluppo tecnologico attraverso eccessive restrizioni.

Come il Regolamento dell'Intelligenza Artificiale dell'UE Impatta sulla Qualità dei Dati e la Governance nell'AI Generativa

Il regolamento sull'Intelligenza Artificiale dell'Unione Europea (EU AI Act) ha introdotto importanti misure normative destinate a regolare la progettazione, lo sviluppo e l'uso dell'IA, in particolare nei sistemi generativi. Questi ultimi, destinati a produrre contenuti autonomamente o a influire su ambienti fisici o virtuali, sono considerati tra i più complessi e ad alto rischio. La classificazione del rischio e la gestione della qualità dei dati sono tra gli aspetti fondamentali per garantire che l'intelligenza artificiale operi in modo etico, responsabile e trasparente.

In primo luogo, è essenziale comprendere come la regolamentazione dell'IA in Europa si basi su un principio di valutazione del rischio. I sistemi di intelligenza artificiale generativa rientrano nella categoria ad alto rischio, il che implica una serie di requisiti severi, inclusi gli accertamenti di conformità, gli standard di qualità dei dati e le misure di supervisione umana. In questo contesto, l'attenzione alla qualità dei dati è cruciale. I dati utilizzati per addestrare i sistemi devono essere rappresentativi, diversificati e privi di pregiudizi che possano portare a risultati discriminatori o dannosi. La trasparenza nella raccolta, gestione e utilizzo dei dati è, dunque, uno degli obiettivi principali del regolamento.

Un altro aspetto importante del Regolamento dell'UE sull'IA riguarda la governance dei dati. È infatti previsto un controllo accurato durante l'intero ciclo di vita dell'IA, con la necessità di garantire che i dati siano di alta qualità e che il processo di formazione e apprendimento delle IA sia documentato in modo chiaro e comprensibile. Le informazioni relative ai dati utilizzati devono essere rese trasparenti, con la possibilità di verificare e correggere eventuali errori o pregiudizi nel sistema. Questo aiuta a prevenire il rischio di discriminazioni e a promuovere un uso etico dei sistemi generativi.

Il regolamento, inoltre, pone grande enfasi sulla necessità di supervisione umana. Nonostante i sistemi di IA possiedano capacità avanzate di elaborazione e apprendimento autonomo, l'intervento umano rimane essenziale, specialmente in contesti sensibili come la creazione di contenuti, la sanità e la finanza. Gli utenti devono essere informati quando interagiscono con contenuti generati da IA e devono avere la possibilità di correggere, modificare o annullare l'output dell'IA. Questo principio di supervisione umana riduce i rischi legati all'uso improprio o agli errori nei risultati generati.

Un ulteriore aspetto fondamentale del Regolamento dell'UE sull'IA è la responsabilità degli sviluppatori e degli utilizzatori di IA. Gli sviluppatori sono chiamati a garantire che i loro sistemi siano conformi alle normative legali, comprese quelle relative alla protezione dei dati personali, ai diritti dei consumatori e alla sicurezza. La compliance è essenziale non solo per evitare sanzioni, ma anche per promuovere la fiducia degli utenti nei confronti dell'IA generativa. In parallelo, il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) impone che i dati personali utilizzati per l'addestramento degli algoritmi siano trattati in modo sicuro, riservato e nel pieno rispetto dei diritti degli individui.

La relazione tra il GDPR e l'AI Act è stretta. Mentre il GDPR stabilisce i principi fondamentali per la protezione dei dati personali, l'AI Act aggiunge un ulteriore livello di regolamentazione per la progettazione e l'uso dell'IA generativa. La protezione dei dati è cruciale per evitare violazioni della privacy e per garantire che l'intelligenza artificiale venga utilizzata in modo etico e responsabile. Ogni sistema di IA che utilizza dati personali deve avere una base legale per il trattamento di tali dati, oltre a garantire che vengano adottate misure tecniche e organizzative adeguate per proteggerli da accessi non autorizzati o da perdite accidentali.

La gestione dei dati è quindi un aspetto che non può essere trascurato, soprattutto nel contesto dell'IA generativa. In questi sistemi, la qualità e la rappresentatività dei dati sono determinanti per evitare effetti dannosi come la diffusione di informazioni errate o la creazione di contenuti manipolati. I regolatori europei stanno cercando di porre un freno ai rischi legati all'intelligenza artificiale, ma è altrettanto importante che gli sviluppatori e gli utilizzatori abbiano una comprensione chiara di come i dati devono essere trattati e protetti.

Infine, è fondamentale comprendere che l'IA generativa, sebbene porti enormi potenzialità in vari settori, solleva anche sfide significative. L'equilibrio tra innovazione e regolamentazione è delicato, poiché l'eccessiva regolamentazione potrebbe ostacolare il progresso, mentre una regolamentazione insufficiente potrebbe portare a danni irreparabili. La creazione di IA affidabili e trasparenti non è solo una questione di tecnologie avanzate, ma anche di etica, responsabilità e rispetto per i diritti fondamentali delle persone.

Come la Governance Aziendale Deve Evolvere per Gestire i Rischi dell'Intelligenza Artificiale

Le sfide derivanti dall'integrazione dell'intelligenza artificiale (IA) nel mondo aziendale sono numerose e complesse. I dirigenti e i membri dei consigli di amministrazione delle aziende devono affrontare un panorama in continua evoluzione, caratterizzato da rischi legati alla discriminazione, alla sicurezza informatica, alla protezione dei dati, alla privacy, ai segreti commerciali, alla qualità del controllo, alla concorrenza, e, non da ultimo, al rischio di malfunzionamenti dell'IA, alle "allucinazioni" e a comportamenti manipolatori o fuorvianti. Questi rischi sono solo la punta dell'iceberg e necessitano di una gestione oculata e informata. Per affrontare questi problemi, è imperativo che i direttori e gli amministratori tornino alle radici più profonde del diritto societario, non solo sul piano legale, ma anche etico e morale, applicando principi di diligenza, lealtà, trasparenza e buona fede in tutte le decisioni che riguardano l'IA generativa.

L'evoluzione del concetto di governance aziendale è strettamente legata alla competenza tecnologica dei membri del consiglio. La crescente rilevanza delle iniziative legali e delle normative soft law che regolano l'uso dell'IA, comporta la necessità di integrare competenze specifiche in intelligenza artificiale all'interno delle strutture aziendali. In alcune industrie, potrebbe essere sufficiente avere un numero minimo di direttori competenti in IA, mentre in settori altamente tecnologici, come quello dell'IA stessa, è preferibile che la maggior parte o addirittura tutti i membri del consiglio abbiano una preparazione adeguata in ambito tecnologico. Il futuro delle normative in materia di governance aziendale vedrà probabilmente un'interpretazione o un aggiornamento dei migliori standard di riferimento per includere specificamente l'IA e altre tecnologie emergenti, come il quantum computing.

Un aspetto particolarmente interessante riguarda la discussione sulla possibilità di conferire una sorta di "personalità giuridica elettronica" a sistemi di IA, cioè attribuire loro una posizione all'interno del consiglio di amministrazione o di un team esecutivo. Nonostante il parere negativo espresso in passato dalle istituzioni europee, la questione di attribuire diritti e responsabilità legali ai sistemi di IA è ancora aperta. L'idea di concedere una "personalità giuridica" all'IA ha sollevato preoccupazioni sul piano etico e legale, in particolare per i potenziali rischi legati alla responsabilità in caso di decisioni errate o dannose prese da un sistema autonomo. La mancanza di un controllo umano diretto potrebbe ridurre la fiducia e l'affidabilità della governance aziendale, con conseguenze potenzialmente gravi sul piano reputazionale e sociale.

L'integrazione dell'IA nelle decisioni aziendali non deve limitarsi a una semplice questione tecnologica. Va ben oltre: riguarda la fiducia nella governance stessa. L'introduzione di "persone giuridiche elettroniche" o sistemi di IA nei consigli di amministrazione potrebbe indebolire il ruolo dell'essere umano come garante delle decisioni aziendali, con effetti negativi sulla trasparenza e sulla responsabilità. In un contesto globale dove la fiducia nei meccanismi di governance è fondamentale per il buon funzionamento del sistema economico e commerciale, la riduzione dell'intervento umano potrebbe sollevare preoccupazioni legittime, soprattutto in relazione ai rischi di un potere aziendale non regolamentato e privo di coscienza morale.

In risposta a queste sfide, un'idea che merita attenzione riguarda l'uso di consulenti professionisti indipendenti per la governance aziendale, in grado di integrare competenze avanzate in IA senza compromettere la necessaria supervisione umana. Le agenzie di consulenza professionale potrebbero fungere da supporto nel processo decisionale, integrando l'IA come uno strumento di analisi e consulenza senza che i sistemi autonomi prendano direttamente parte alle decisioni finali. In questo modo, sarebbe possibile mantenere il controllo umano nelle decisioni chiave, minimizzando i rischi legati all'autonomia dell'IA.

È cruciale che le aziende stabiliscano un equilibrio tra l'adozione di tecnologie avanzate e il rispetto delle normative etiche e legali. La governance aziendale deve evolversi in modo da non solo integrare nuove tecnologie, ma anche garantire che la supervisione e la responsabilità rimangano saldamente ancorate a principi morali e legali. Una gestione responsabile dell'IA richiede non solo competenze tecniche, ma anche un forte impegno verso la trasparenza, la protezione dei dati e il rispetto dei diritti fondamentali.

Come l'Evoluzione della Definizione di Sistemi IA Ha Influenzato la Proposta di Legge sull'Intelligenza Artificiale nell'Unione Europea

La formulazione di una definizione di "sistemi di intelligenza artificiale" (IA) a fini legali è un compito complesso e sfidante, che deve considerare numerosi fattori tecnici e giuridici. La definizione non può essere vincolata da determinanti tecnologici specifici, ma deve mantenere una neutralità sufficiente per abbracciare soluzioni tecnologiche future e quelle già presenti sul mercato. Al tempo stesso, deve tradursi in caratteristiche funzionali, operazionali e specifiche tecniche rilevanti.

L'evoluzione della definizione di "sistema IA" nel contesto del regolamento europeo sull'intelligenza artificiale (AI Act) rivela diverse difficoltà e questioni legate alla sua formulazione. La versione iniziale della definizione proposta nel regolamento ha suscitato numerose critiche, in particolare per la sua inadeguatezza nel delineare chiaramente i sistemi IA da regolare, in contrapposizione con i programmi informatici comunemente utilizzati. La necessità di una distinzione chiara e obiettiva era fondamentale per stabilire l'ambito di applicazione delle nuove disposizioni normative.

Un altro aspetto problematico era rappresentato dal riferimento a specifiche tecniche riportate in un allegato, che, pur prevedendo un meccanismo di revisione, suscitava dubbi riguardo alla neutralità tecnologica del testo, mettendo in discussione anche l'adattabilità a soluzioni future. La definizione iniziale risultava troppo descrittiva, incapace di offrire un concetto funzionale che potesse affrontare le sfide imposte dal rapido sviluppo delle tecnologie IA.

In risposta a queste problematiche, la definizione è stata evoluta, allineandosi alla nozione dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Questa revisione ha cercato di risolvere le criticità emerse, rinforzando alcune caratteristiche differenziali e qualificandone altre, per includere i più recenti sviluppi tecnologici, come i modelli linguistici di grandi dimensioni e l'IA generativa. Questo primo tentativo di ampliare la definizione di IA per includere i nuovi paradigmi tecnologici non è stato implementato in modo isolato, ma ha comportato l'introduzione di nuove definizioni che potessero meglio abbracciare i modelli emergenti.

Nel corso delle successive revisioni, sono state introdotte due nuove definizioni, non presenti nella versione iniziale del regolamento: "modello di base" e "sistema IA a scopo generale". Questi nuovi concetti hanno cercato di dare un quadro più completo dell'IA, in modo da garantire la copertura dell'ambito di applicazione del regolamento e poter differenziare i vari regimi normativi in base ai modelli IA specifici. Le definizioni sono state ulteriormente modificate nelle versioni successive del testo.

Un altro punto di interesse riguarda la definizione di "sistema IA" in relazione ai livelli di autonomia e adattabilità. Nella versione finale, pubblicata a gennaio 2024, la definizione sottolinea come il sistema IA possa esibire capacità di adattamento anche dopo il suo rilascio, un aspetto che enfatizza la natura dinamica delle tecnologie IA moderne. Questo aggiornamento non solo distingue i vari sistemi in base alla loro capacità di autoadattamento, ma riconosce anche l'importanza dei sistemi che, pur non essendo stati progettati per scopi specifici, possano essere adattati a una vasta gamma di applicazioni.

Le modifiche più recenti, pertanto, cercano di cogliere l'evoluzione della tecnologia IA, rispondendo alle sfide di regolamentazione in un contesto che cambia rapidamente. L'introduzione delle nozioni di "modello di base" e "sistema IA a scopo generale" ha permesso di abbracciare meglio la varietà e la complessità dei sistemi IA emergenti, senza compromettere la neutralità tecnologica necessaria per una regolamentazione che rimanga valida a lungo termine.

Ciò che è cruciale comprendere è che la definizione di IA, oltre a risolvere questioni tecniche, deve essere sufficientemente flessibile per adattarsi all'evoluzione continua della tecnologia. La regolamentazione, quindi, deve non solo cercare di definire ciò che è l'IA oggi, ma anche prevedere come la tecnologia possa evolversi in futuro. Questo implica una continua revisione e aggiornamento delle definizioni legali, così come una maggiore collaborazione internazionale per evitare disparità tra i vari ordinamenti giuridici.

Un altro aspetto che merita attenzione è la crescente importanza dei sistemi di IA generativa, che sono in grado di creare contenuti, previsioni o raccomandazioni in modo autonomo, influenzando profondamente gli ambienti fisici e virtuali con cui interagiscono. L'inclusione di questi sistemi richiede un’attenta riflessione sulle implicazioni legali legate alla loro responsabilità, alla trasparenza e alla necessità di garantire che siano in grado di operare in modo sicuro e affidabile, senza compromettere i diritti fondamentali degli individui o alterare ingiustamente gli equilibri sociali ed economici.