Il campo delle termodinamiche non in equilibrio è intrinsecamente legato allo studio di variabili mesoscopiche, ossia grandezze mediate su volumi di scala intermedia. Un aspetto cruciale in questo contesto è la condizione di equilibrio termodinamico locale, che può o meno essere soddisfatta. Quando ci si trova al di fuori dell'equilibrio locale, le equazioni che governano l'evoluzione di questi campi diventano fondamentali, in particolare per il loro impatto sulle proprietà macroscopiche dei fluidi.

Le equazioni dinamiche, che descrivono l'evoluzione delle variabili come densità, velocità e temperatura, si presentano sotto forma di equazioni di bilancio per massa, quantità di moto ed energia interna. Ad esempio, la conservazione della massa è espressa da una semplice equazione di continuità:

ρ˙+ρv=0\dot{\rho} + \rho \nabla \cdot v = 0

In modo simile, le equazioni per la quantità di moto e l'energia includono i contributi derivanti dalla pressione termostatica e dalle tensioni non in equilibrio:

ρv˙+p+Pv=0\rho \dot{v} + \nabla p + \nabla \cdot P_v = 0
ρε˙+q+[pU+Pv]:v=0\rho \dot{\varepsilon} + \nabla \cdot q + [pU + P_v] : \nabla v = 0

Dove PvP_v rappresenta la tensione non in equilibrio, che può essere separata nella sua traccia pVp_V e nel suo deviator, e dove l'operatore Pv\langle P_v \rangle denota la parte deviatorica del tensore corrispondente.

Per chiudere il sistema, è necessario specificare i flussi di calore (qq), la pressione volumetrica non in equilibrio (PvP_v), e lo stress viscoso deviatorico (Pv\langle P_v \rangle). In termodinamica classica, queste grandezze vengono collegate a gradienti di temperatura e velocità tramite equazioni costitutive. Tuttavia, nella termodinamica estesa, i flussi sono trattati come campi indipendenti, per i quali vengono scritte equazioni evolutive, come nel caso dell'equazione per il flusso di calore:

τ0Pv˙+λ0vβTλ0q=Pv\tau_0 \dot{P_v} + \lambda_0 \nabla \cdot v - \beta' T \lambda_0 \nabla \cdot q = -P_v

Queste equazioni dipendono da parametri come i tempi di rilassamento (τ0\tau_0, τ1\tau_1, τ2\tau_2) e le viscosità bulk e di taglio, che sono essenziali per descrivere fenomeni dissipativi come la diffusione del suono primario e secondario. Quando i tempi di rilassamento diventano molto piccoli, queste equazioni si riducono a quelle classiche della termodinamica di equilibrio locale, come le equazioni di Stokes per la pressione volumetrica e lo stress deviatorico, e l'equazione di Fourier per il flusso di calore.

Un altro aspetto fondamentale nella termodinamica estesa è il comportamento dell'entropia, che non si limita più alla semplice espressione della termodinamica locale, ma include anche contributi non locali di secondo ordine nei flussi. L'entropia specifica per unità di massa e il flusso di entropia sono definiti come segue:

s=s0(ρ,T)12(qqτ1λ1+PvPvτ2λ0)s = s_0(\rho, T) - \frac{1}{2} \left( \frac{q \cdot q}{\tau_1 \lambda_1} + \frac{P_v \cdot P_v}{\tau_2 \lambda_0} \right)

Queste espressioni includono termini che descrivono deviazioni rispetto all'equilibrio locale e che sono confermati da teorie microscopiche come la teoria cinetica dei gas. L'equazione di Gibbs generalizzata, che tiene conto dei flussi, può essere scritta come:

Tds=pdεdρqdqPvdpvPv:dPvT ds = p d\varepsilon - d\rho - q \cdot dq - P_v \cdot dp_v - \langle P_v \rangle : d\langle P_v \rangle

Il principio dell'entropia, che impone che la produzione di entropia sia sempre positiva, stabilisce restrizioni sui parametri del sistema. In particolare, i coefficienti λ0\lambda_0, λ1\lambda_1, η\eta, τ0\tau_0, τ1\tau_1, e τ2\tau_2 devono essere tutti positivi per garantire la stabilità termodinamica del sistema.

Nei fluidi superfluidi come l'Elio II, la situazione è ulteriormente complicata dal fatto che i tempi di rilassamento del flusso di calore (τ1\tau_1) sono comparabili con i tempi di evoluzione delle variabili classiche, mentre i tempi di rilassamento per la pressione volumetrica e lo stress deviatorico sono molto piccoli. Ciò implica che le grandezze necessarie per descrivere il comportamento dinamico dell'Elio II sono le variabili scalari come densità (ρ\rho) e temperatura (TT), e i campi vettoriali come la velocità (vv) e il flusso di calore (qq).

Per l'Elio II, le relazioni costitutive per PvP_v e Pv\langle P_v \rangle si ottengono imponendo che i tempi di rilassamento τ0\tau_0 e τ2\tau_2 siano nulli, portando alle seguenti espressioni per i flussi di stress:

Pv=λ0v+βTλ0qP_v = -\lambda_0 \nabla \cdot v + \beta' T \lambda_0 \nabla \cdot q
Pv=2ηv+2βTηq\langle P_v \rangle = -2 \eta \langle \nabla v \rangle + 2 \beta T \eta \langle \nabla q \rangle

Queste equazioni descrivono i fenomeni dissipativi, con il primo termine che riguarda la dissipazione meccanica e l'attenuazione del suono primario, e il secondo che riguarda la dissipazione termica e l'attenuazione del suono secondario. L'Elio II presenta una conduttività termica estremamente alta, e ciò permette una descrizione dettagliata dei trasporti termici in presenza di gradienti di temperatura.

Il trasporto di calore in canali stretti, un fenomeno di grande interesse tanto per la ricerca fondamentale quanto per applicazioni pratiche come il raffreddamento di nanosistemi, può essere descritto da espressioni come la formula di Landau:

Q˙=πR4S2T8ηT\dot{Q} = -\pi R^4 \frac{S^2 T}{8 \eta} \nabla T

Questa formula descrive il flusso di calore in un canale cilindrico di raggio RR e permette di prevedere il comportamento del fluido in condizioni di flusso laminare, dove il cammino libero medio delle eccitazioni elementari di elio è corto rispetto al raggio del tubo.

La trattazione di questi fenomeni non è solo una questione di applicazione diretta di equazioni matematiche, ma richiede anche una comprensione profonda dei concetti di entropia, flussi di calore, e dissipazione che emergono da un sistema non in equilibrio. Questi concetti sono cruciali per applicazioni tecnologiche avanzate come la criogenia, la progettazione di dispositivi a bassa temperatura e l'analisi di sistemi complessi in fisica dei fluidi.

Come aumenta la velocità angolare della crosta di una stella di neutroni durante un glitch?

Il fenomeno dei "glitch" nelle stelle di neutroni è uno degli aspetti più misteriosi e affascinanti della fisica astrofisica. Un glitch si manifesta come un improvviso e improvvisamente intenso incremento nella velocità di rotazione della stella, che è normalmente associato alla crosta di neutroni che costituisce la parte esterna di queste stelle. Questo evento potrebbe essere causato da una varietà di fenomeni fisici che coinvolgono il comportamento della materia superfluida, vortici quantizzati e frizioni reciproche tra la parte normale e quella superfluida del sistema.

Nel contesto di un glitch, la velocità angolare della crosta aumenta bruscamente, e ciò comporta una variazione nel comportamento rotazionale della stella nel suo complesso. Le misurazioni effettuate da telescopi e altre apparecchiature hanno dimostrato che un aumento della velocità angolare della crosta è spesso accompagnato da una serie di fluttuazioni che riflettono l'interazione tra le diverse componenti fisiche della stella.

Un aspetto cruciale per comprendere la dinamica di questi eventi è l'interazione tra i vortici quantizzati presenti nella stella di neutroni e la frizione reciproca che si verifica tra la parte superfluida e quella normale del fluido. Quest'ultima, infatti, è responsabile per il trasferimento di energia tra i due strati e può giocare un ruolo fondamentale nell'aumento improvviso della velocità angolare durante il glitch.

Il modello più utilizzato per descrivere il comportamento turbolento del fluido superfluido all'interno della stella di neutroni è basato sulla teoria dei vortici quantizzati. In questi sistemi, i vortici non si comportano come nelle normali fluidodinamiche: anziché essere casuali e complessi, sono quantizzati, e la loro dinamica è governata da leggi fisiche particolari. Un evento come un glitch è il risultato di un cambiamento nella configurazione di questi vortici, che può manifestarsi come un disturbo nel campo di velocità angolare della crosta.

Inoltre, la presenza di frizioni reciproche gioca un ruolo importante nell'attenuazione o amplificazione dei glitch. La mutualità di frizione tra i vortici quantizzati e il fluido normale può agire come un meccanismo di dissipazione dell'energia, ma in alcuni casi, questo può provocare un accumulo di energia che viene rilasciato improvvisamente durante un glitch, causando una variazione nella velocità angolare della crosta.

Un altro aspetto che va considerato nella descrizione di questi eventi è l'influenza dei parametri macroscópici della stella, come la sua temperatura, densità e campo magnetico. Questi fattori, infatti, possono modificare significativamente il comportamento della materia superfluida e la risposta turbolenta al glitch. La temperatura, per esempio, può determinare il comportamento del fluido in stato superfluido, e variazioni di densità potrebbero alterare la stabilità del sistema vorticoso.

Va sottolineato che i glitch non sono eventi isolati, ma piuttosto una manifestazione di fenomeni complessi e dinamici che coinvolgono la materia in condizioni estreme. Ogni glitch fornisce informazioni preziose sulle caratteristiche interne di queste stelle di neutroni, e studi accurati dei dati osservativi possono contribuire a chiarire le dinamiche sottostanti, così come i meccanismi che determinano le fluttuazioni angolari.

Il fenomeno dei glitch è anche strettamente connesso alla teoria della turbolenza quantistica. In una superfluidità come quella osservata nel caso delle stelle di neutroni, la turbolenza non si manifesta come nelle fluidodinamiche convenzionali, ma prende forme più strutturate legate alla presenza di vortici quantizzati. La comprensione di come questi vortici si evolvono e interagiscono è fondamentale per descrivere eventi come i glitch. A livello teorico, diversi modelli matematici hanno cercato di descrivere i cambiamenti nella densità e nell'organizzazione dei vortici, ma una completa comprensione di questi meccanismi è ancora un obiettivo in divenire.

Gli studi sui glitch, come quelli condotti da Mongiovì e Russo, propongono una descrizione matematica di questi fenomeni che si basa su un'accurata modellizzazione della turbolenza e dei flussi termici all'interno delle stelle di neutroni. La teoria dei vortici quantizzati, infatti, può fornire una base solida per la comprensione dei glitch, suggerendo che questi eventi siano legati a una transizione improvvisa nella configurazione del sistema vorticoso. La relazione tra i vortici e la velocità angolare della crosta rappresenta quindi un nodo centrale nel capire le cause e le conseguenze di un glitch.

In conclusione, la comprensione degli aumenti improvvisi della velocità angolare della crosta di una stella di neutroni durante un glitch richiede una visione integrata che consideri i meccanismi di turbolenza quantistica, la dinamica dei vortici e le interazioni tra le diverse componenti della stella. Solo con un approccio interdisciplinare che combina astrofisica, fisica dei fluidi e teoria della turbolenza sarà possibile decifrare la natura di questi misteriosi eventi.

Come i Flussi di Calore e Vortici si Couplano in Canali Bidimensionali: Approfondimento e Modellazione Numerica

Nel contesto della dinamica dei vortici in un fluido superfluido, è fondamentale comprendere le interazioni tra flussi di calore e vortici, specialmente quando la lunghezza media libera dei fononi è comparabile con le dimensioni del sistema, come accade nella idrodinamica dei fononi. Questo scenario evidenzia un comportamento complesso e interessante, che emerge dallo studio delle forze di frizione reciproca che influenzano il movimento dei vortici all'interno del fluido.

Nella modellizzazione numerica, si distingue tra una griglia fine, utilizzata per determinare la velocità dei componenti superfluido e normale, e una griglia più grossolana, sulla quale vengono definiti i parametri di frizione reciproca. Il comportamento di quest'ultima, calcolato su una griglia grossolana e successivamente interpolato su quella fine, risulta essere un aspetto cruciale per analizzare il moto dei vortici e la loro evoluzione all’interno del sistema.

Un aspetto particolarmente interessante nella simulazione numerica è l’effetto della viscosità e come questa influisca sul comportamento dei vortici. Quando la viscosità normale è ridotta, come nel caso dell’esperimento numerico descritto, l'influenza di termini specifici come il termine u(s)u(n)u(s) · \nabla u(n) diventa più rilevante. Questo termine, che è assente nel modello tradizionale a due fluidi, viene introdotto nel modello esteso, dove l’interazione tra la velocità del fluido superfluido e quello normale è meglio descritta.

Le simulazioni numeriche rivelano come, in uno stato stazionario, i vortici positivi e negativi si distribuiscono in modo non uniforme nel canale. Mentre i vortici positivi si concentrano sulla parte destra del canale, quelli negativi si spostano verso sinistra. Questo fenomeno è causato dall’accoppiamento tra il flusso di calore e la polarizzazione dei vortici, che separa i vortici positivi e negativi, spingendoli in direzioni opposte rispetto al flusso di calore. In tal modo, il sistema raggiunge un equilibrio dinamico, ma con una distribuzione ineguale dei vortici.

Il confronto tra il modello a due fluidi tradizionale e quello esteso evidenzia alcune differenze sottili ma significative. Sebbene i risultati numerici mostrino che entrambi i modelli riescono a riprodurre con successo i risultati sperimentali, le piccole discrepanze osservate possono essere attribuite alla diversa descrizione della viscosità nel fluido normale e all’inclusione del termine u(s)u(n)u(s) · \nabla u(n) nel modello esteso. Queste differenze sono cruciali per una comprensione più precisa del comportamento dei vortici e del flusso di calore nel sistema.

Inoltre, le simulazioni numeriche mostrano che la distribuzione dei vortici può essere descritta da un comportamento abbastanza prevedibile in condizioni di bassa viscosità, che permette un’analisi più dettagliata dell'interazione tra flusso di calore e vortici. In particolare, la riduzione della viscosità sembra accentuare la polarizzazione dei vortici e la separazione tra componenti superfluido e normale.

Per comprendere appieno questi fenomeni, è necessario considerare anche l’effetto dell’entropia del fluido superfluido, che gioca un ruolo importante nell’equilibrio termico e dinamico del sistema. Sebbene l’entropia superfluida non sia stata inclusa direttamente nelle simulazioni iniziali, la sua presenza potrebbe modificare lievemente i profili di velocità dei due componenti, avvicinando ulteriormente i risultati teorici agli esperimenti reali.

In conclusione, le simulazioni numeriche offrono uno strumento potente per esplorare le interazioni tra flusso di calore e vortici in sistemi complessi come quelli descritti. Le differenze tra i modelli a due fluidi tradizionali e quelli estesi evidenziano l’importanza di considerare effetti come la viscosità e l’entropia per ottenere una comprensione più completa del comportamento del fluido. Questo tipo di approccio è fondamentale non solo per la ricerca teorica, ma anche per applicazioni pratiche dove il controllo e la manipolazione dei vortici possono avere un impatto significativo, come nelle tecnologie di superfluidi o nei sistemi di trasporto avanzati.

Come il Modello Macroscopico Influenza il Trasporto di Calore in Elicio Superfluido

Il comportamento dei fluidi superfluidi, come l'elio-2, è intrinsecamente legato a fenomeni macroscopici che non possono essere descritti solo in termini di dinamiche a livello microscopico. Studi precedenti hanno mostrato come la visibilità e la comprensione di questi fenomeni richiedano un passaggio dal modello di un fluido singolo a quello a due fluidi, dove la distinzione tra la componente normale e quella superfluida diventa fondamentale. In questa ottica, l'analisi delle velocità del suono, delle proprietà termodinamiche e dei flussi di calore è essenziale per comprendere i comportamenti complessi che emergono in presenza di vortici quantizzati e turbolenza.

Nel contesto di sistemi a bassa temperatura, come nel caso dell'elio-2, l'analisi di parametri macroscopici come la densità ρ, la viscosità η, la capacità termica cV e l'entropia s è cruciale per descrivere il comportamento del fluido in differenti condizioni. In particolare, la velocità del primo e del secondo suono, che sono strettamente legati alle fluttuazioni del fluido e alla propagazione delle onde termiche, forniscono indizi importanti sulle dinamiche interne del sistema. I dati sperimentali ottenuti, come quelli riportati nelle tabelle 12.1 e 12.2, rivelano una relazione diretta tra questi parametri e la capacità del sistema di rispondere a perturbazioni termiche e meccaniche.

Nella modellizzazione del trasporto di calore, è fondamentale considerare le equazioni di stato, che collegano variabili come il flusso di calore q, la velocità delle particelle e l'entropia trasportata dai diversi componenti del fluido. L'approccio macroscopico permette di estendere il concetto di entropia per includere la componente superfluida, che spesso non è immediatamente visibile nei modelli classici di fluido singolo. La variabilità del flusso termico in condizioni turbolente e la presenza di vortici quantizzati richiedono l'introduzione di termini aggiuntivi nelle equazioni di evoluzione del flusso di calore, come quello suggerito da Bekarevich e Khalatnikov, che considerano l'effetto della frizione mutua tra i due fluidi.

Quando si osservano regimi turbolenti, la dinamica dei vortici gioca un ruolo fondamentale. La forza di frizione mutua, descritta in maniera macroscopica attraverso il termine sorgente σq, dipende fortemente dalle condizioni sperimentali e dalla presenza di turbolenza. La relazione tra il flusso di calore e la densità di vortici, che è influenzata dalle turbolenze rotazionali o controcorrenti, diventa un aspetto cruciale per descrivere accuratamente il comportamento del sistema in queste condizioni. Le equazioni che incorporano la densità di linee di vortici per unità di volume, come quelle discusse nei capitoli successivi, sono fondamentali per prevedere il comportamento del fluido in scenari complessi.

Un aspetto interessante e importante da considerare è la validità delle assunzioni sui parametri come β e β′, che compaiono nelle espressioni generali per il flusso di entropia. La determinazione di questi parametri a partire dai dati sperimentali consente di migliorare le previsioni sui comportamenti del sistema, specialmente in presenza di fenomeni di dissipazione e attenuazione delle onde termiche, come nel caso dei suoni di secondo e quarto ordine. La corretta interpretazione di questi parametri e la loro misurazione diretta sono essenziali per avanzare nella comprensione dei fenomeni non lineari che emergono nei sistemi di elio superfluido.

Oltre a ciò, è cruciale comprendere come la diffusione del calore sia modulata dalla presenza di vortici quantizzati, un fenomeno che si manifesta in modo evidente nei regimi turbolenti. La relazione tra la velocità di deriva dei vortici e il flusso di calore, così come la resistenza che i vortici oppongono al movimento del fluido, è di fondamentale importanza per la formulazione di modelli predittivi. Le nuove tecniche di visualizzazione, che permettono di tracciare la velocità delle particelle sospese, sono un utile strumento per ottenere informazioni dettagliate sul movimento relativo dei componenti del fluido e per valutare il flusso di calore in esperimenti condotti in condizioni di flusso di calore esterno.

Questi approcci contribuiscono significativamente alla modellizzazione termodinamica dei fluidi superfluidi, ma è necessario notare che il progresso in questo campo dipende in gran parte dalla capacità di sviluppare nuove tecniche sperimentali e dalla precisione nelle misurazioni dei parametri termici e di flusso. I dati sperimentali, se interpretati correttamente, possono fornire risposte decisive per la comprensione del comportamento dei sistemi a due fluidi, ma è anche necessario un continuo affinamento dei modelli teorici per integrare le nuove scoperte.