La velocità media degli elettroni in GaAs, dopo l'iniezione nella direzione 〈100〉, varia significativamente in funzione del campo elettrico e dell'energia di iniezione. L'analisi di queste velocità fornisce importanti indicazioni sulle proprietà di trasporto del materiale, che sono cruciali per comprendere il comportamento di dispositivi elettronici come i transistor ad effetto di campo (FET) e i dispositivi a stato solido.

In particolare, i dati mostrati in Figura 2.16 forniscono un quadro chiaro di come le velocità degli elettroni siano influenzate dal campo elettrico applicato e dall'energia di iniezione (valore k). La Figura 2.16a mostra le velocità per un campo elettrico costante nella base (10 kV/cm), mentre la Figura 2.16b varia il campo elettrico mantenendo costante l'energia di iniezione. Quando un elettrone viene iniettato in GaAs, esso viene inizialmente accelerato dal campo elettrico, ma questo processo è seguito da una decelerazione causata dagli scattering, che rallentano la sua velocità.

Le curve da a a g in Figura 2.16a corrispondono a energie di iniezione al di sotto della soglia EL, mentre la curva h rappresenta una situazione in cui l'energia è appena superiore a questa soglia. Nei primi stadi, la velocità media degli elettroni può raggiungere valori molto elevati, fino a 8 × 10⁷ cm/s, su distanze di circa 1000 Ångström. Tuttavia, quando gli elettroni si spostano nel "valle L", la loro velocità diminuisce rapidamente a causa dello scattering tra le valli, come mostrato dalla curva h. In questo caso, la distanza balistica si riduce a poche centinaia di Ångström.

La dipendenza della velocità dal campo elettrico è rappresentata in Figura 2.16b. Quando il campo elettrico aumenta, gli elettroni sono accelerati oltre la soglia di energia EL, con una conseguente diminuzione della velocità a causa del trasferimento di elettroni nella valle L. All'aumentare del campo, lo scattering viene in parte compensato dall'accelerazione, permettendo una velocità più alta su distanze più lunghe. Di conseguenza, la gamma balistica si estende da alcune centinaia fino a mille Ångström, a seconda dell'energia di iniezione e del campo elettrico applicato.

Una distinzione importante in questi fenomeni è quella tra la "gamma balistica", in cui la velocità degli elettroni cresce da zero al valore massimo, e la "gamma di overshoot", in cui la velocità diminuisce dopo il massimo fino a raggiungere un valore stazionario. In campi elettrici moderati, la velocità di stato stazionario è inferiore a 10⁷ cm/s. La separazione tra queste due regioni non è sempre netta, e in alcune condizioni, come nel caso di basse energie di iniezione, la velocità massima potrebbe essere raggiunta solo dopo distanze di circa 4000 Ångström, mentre la gamma balistica è molto più corta, circa 1000 Ångström.

In Figura 2.17 vengono mostrati i grafici delle velocità in funzione della distanza per due diverse energie di iniezione e campi elettrici. La Figura 2.18, invece, illustra la velocità in funzione della distanza nel canale di un dispositivo HEMT (High Electron Mobility Transistor), con una tensione di porta di 0,4 eV e diverse tensioni di drenaggio. In questo caso, si osserva chiaramente un "overshoot" della velocità, che è particolarmente evidente a destra della porta. Tuttavia, nella regione vicina alla sorgente, la velocità è inferiore al valore massimo stazionario a causa degli effetti degli elettroni caldi e dei gradienti di campo troppo piccoli per generare un overshoot. Questo fenomeno rende la valutazione di parametri come il tempo di commutazione della corrente, la frequenza di taglio e la velocità media di deriva nel canale più complessa, poiché questi valori sono mediati tra regioni di overshoot e regioni di degradazione della mobilità.

Un altro approccio per studiare i fenomeni dipendenti dalla posizione utilizza l'equazione di bilancio ottenuta mediante l'integrazione dell'equazione di Boltzmann nello spazio k. Nel caso a valle singola, questa integrazione porta a tre equazioni macroscopia fondamentali, che esprimono la conservazione del numero, del momento e dell'energia dell'insieme di particelle. Queste equazioni possono essere risolte numericamente e confrontate con metodi come la simulazione Monte Carlo, come mostrato in Figura 2.19, dove si osserva un buon accordo tra i risultati ottenuti dalle due tecniche.

Queste osservazioni sono essenziali per la progettazione di dispositivi a semiconduttore ad alta velocità, poiché evidenziano l'importanza dei meccanismi di scattering e dei fenomeni di overshoot nel determinare le prestazioni del dispositivo. Tuttavia, è fondamentale notare che le simulazioni e le teorie che modellano il trasporto degli elettroni devono tenere conto di tutti questi fattori per fornire previsioni accurate delle caratteristiche elettriche dei materiali e dei dispositivi.

Per quanto riguarda il comportamento degli elettroni in materiali come il silicio, la struttura a bande complicata del silicio e le anisotropie nei processi di ionizzazione devono essere considerate in modo dettagliato, come illustrato nella Figura 2.20. Questo aspetto è cruciale per la modellizzazione dei dispositivi Si-MOSFET, dove le dispersioni di energia e i tassi di ionizzazione variano significativamente a seconda dell'energia degli elettroni e delle direzioni nello spazio k. Il modello realistico per il tasso di ionizzazione deve riflettere questa complessità, specialmente a basse energie degli elettroni, in cui la distribuzione anisotropa delle densità di stati gioca un ruolo fondamentale.

Come la Relazione di Fase Influenza il Trasporto Quantistico e le Sue Applicazioni

Nel contesto della meccanica quantistica applicata al trasporto elettronico, il concetto di tempo di rilassamento di fase gioca un ruolo cruciale nella comprensione dei fenomeni mesoscopici, come l'effetto Aharonov-Bohm (AB) e le fluttuazioni universali della conduttanza. La teoria del trasporto quantistico suggerisce che il comportamento di un sistema elettronico può essere descritto considerando la coerenza di fase degli elettroni mentre attraversano dispositivi mesoscopici, che sono di dimensioni inferiori alla lunghezza di coerenza degli elettroni.

In particolare, il tempo di rilassamento di fase, denotato come τϕ, è un parametro che descrive quanto tempo impiega un sistema affinché la fase di un elettrone diventi incoerente. È stato dimostrato sperimentalmente che la diffusione elastica (scattering statico) non influisce sul tempo di rilassamento di fase, mentre la diffusione inelastica, in particolare quella tra elettroni e fononi, ha un impatto significativo. I fononi sono quanta di vibrazioni reticolari che introducono una componente casuale nelle collisioni con gli elettroni. Poiché lo scattering inelastico modifica l'energia degli elettroni, la relazione di fase tra le onde elettroniche che si diffondono in modo incoerente si deteriora, riducendo l'ampiezza media delle onde stesse. In altre parole, solo gli scattering fluttuanti, come quelli inelastici con fononi, contribuiscono al rilassamento di fase, mentre quelli rigidi non hanno alcun effetto.

In questo contesto, il tempo di rilassamento di fase è descritto dalla relazione:

τϕ(Δε)τϕω1\tauϕ \sim \frac{(\Delta \varepsilon) \tauϕ}{\omega} \sim 1

dove l'energia guadagnata dagli elettroni in ciascun incontro di scattering viene proporzionata al numero di eventi di scattering. Il tempo di rilassamento di fase può essere ulteriormente espresso come una funzione della frequenza dei fononi, con l'effetto dei fononi acustici che ha un impatto relativamente minore rispetto ai fononi ottici. A basse temperature, l'interazione tra elettroni diventa il principale meccanismo di rilassamento di fase. Questo comportamento è particolarmente influenzato dal grado di separazione tra l'energia degli elettroni e l'energia di Fermi, determinata dalla relazione:

τϕΔε2EFln(EFΔε)\tauϕ \sim \frac{\Delta \varepsilon^2}{E_F \ln \left(\frac{E_F}{\Delta \varepsilon}\right)}

dove Δε\Delta \varepsilon è la differenza di energia tra gli elettroni e l'energia di Fermi, e EFE_F è l'energia di Fermi. L'influenza di tale scattering elettronico–elettronico sulla coerenza di fase diminuisce all'aumentare della temperatura, poiché la probabilità di scattering diventa più bassa a causa del principio di esclusione di Pauli.

Quando gli elettroni attraversano dispositivi mesoscopici, dove la loro lunghezza di coerenza è paragonabile o inferiore alle dimensioni del dispositivo, si verificano interferenze quantistiche tra le onde elettroniche. Questo fenomeno può comportare effetti significativi sulla conduttanza, riducendola ulteriormente, come nel caso dell'effetto Aharonov-Bohm. La coerenza di fase comporta una periodicità nella conduttanza con variazioni determinate dal flusso magnetico, il che è una manifestazione tipica degli effetti mesoscopici. La fluttuazione di conduttanza causata dalla coerenza di fase è tipicamente dell'ordine di e2/he^2/h, che può essere pari a circa il 40% della conduttanza totale in dispositivi di dimensioni nanometriche.

In sistemi con piccole dimensioni, come i quantum dot, l'interazione di Coulomb tra gli elettroni può indurre effetti di blocco di Coulomb, che limitano il passaggio degli elettroni finché l'energia supera una certa soglia, formando una curva di corrente-tensione a gradini. Questi effetti sono particolarmente rilevanti in dispositivi che operano a livello di singoli elettroni, come nei transistor a singolo elettrone, dove la riduzione della dissipazione di potenza e la miniaturizzazione del dispositivo sono obiettivi primari.

Inoltre, l'effetto spintronico, che sfrutta la proprietà di spin degli elettroni, offre un altro potenziale di applicazione in dispositivi elettronici avanzati. Poiché lo spin ha tempi di rilassamento molto più lunghi rispetto alla carica elettronica, può essere utilizzato per progettare dispositivi che manipolano lo spin come portatore di informazioni, migliorando ulteriormente le prestazioni e l'efficienza energetica.

Il concetto di trasporto quantistico mesoscopico è stato formalizzato dal modello di Landauer–Büttiker, che fornisce una descrizione completa della conduttanza attraverso un dispositivo a due terminali. Utilizzando matrici di scattering per descrivere le probabilità di riflessione e trasmissione degli elettroni, la formula di Landauer–Büttiker offre una visione fondamentale del trasporto elettronico nei sistemi mesoscopici e della conduzione in materiali di diversa natura, come i semiconduttori e i metalli.

Le fluttuazioni di conduttanza e gli effetti di interferenza quantistica rappresentano non solo una sfida per la progettazione di dispositivi mesoscopici, ma anche un'opportunità per sviluppare nuove tecnologie, come i transistor a singolo elettrone e i dispositivi basati sugli effetti di Coulomb, che potrebbero ridurre drasticamente il consumo energetico e aumentare l'efficienza dei circuiti elettronici a livello microscopico.

Qual è l'influenza della forma della guida d'onda sulla conduttanza degli elettroni Rashba?

L'analisi del trasporto ballistico bidimensionale degli elettroni Rashba in una struttura diritta con uno stub a confine liscio nel sistema 2DEG ha mostrato risultati significativi in relazione alla conduttanza di tale guida d'onda. Quando si esplora la relazione tra la forma della struttura e l'energia di Fermi, si nota che la conduttanza è fortemente influenzata dal numero di modalità trasversali occupate, determinato dall'energia di Fermi EFE_F, dalla larghezza dello stub hh e da un parametro geometrico β\beta, che rappresenta il tasso di variazione della larghezza della guida d'onda nel stub.

In un sistema in cui il parametro β\beta non è molto piccolo, la guida d'onda presenta un confine relativamente dolce, e la conduttanza, espressa in unità di G0G_0, si avvicina al numero di modalità trasversali occupate. Quando β\beta aumenta, superando un valore critico, gli elettroni possono penetrare liberamente in tutte le modalità trasversali occupate, permettendo una conduttanza maggiore. In condizioni di bassa β\beta, tuttavia, si osserva un rapido aumento della conduttanza man mano che β\beta cresce, poiché la larghezza della guida d'onda diminuisce improvvisamente vicino al punto x=b/2|x| = b/2, provocando una riflessione significativa degli elettroni lungo la direzione di propagazione.

Un altro aspetto importante è la quantizzazione della conduttanza, un fenomeno comune in molte situazioni, che si verifica quando la forma della guida d'onda consente una trasmissione coerente delle modalità trasversali. Tuttavia, quando β\beta è sufficientemente piccolo, lo stub assume una forma quasi rettangolare, riducendo drasticamente la conduttanza. In queste condizioni, la riflessione sulla fronte destra dello stub è particolarmente marcata e impedisce un'efficiente conduzione.

Oltre a questi effetti, è cruciale comprendere come la geometria della guida d'onda influisca anche sulla distribuzione delle modalità trasversali. La presenza di una forma più complessa, come un stub o una curvatura pronunciata, non solo determina una riflessione maggiore, ma può anche modificare la modalità in cui gli elettroni si distribuiscono nel sistema. L'energia di Fermi gioca un ruolo chiave nell'occupazione delle modalità, ed è per questo che è importante considerare l'effetto delle variazioni di questa energia nel sistema, che può spostare il numero di modalità occupate.

Quando si progetta una guida d'onda per scopi specifici, come per esempio nei dispositivi spintronici, la forma e le dimensioni devono essere ottimizzate per ridurre le perdite dovute alla riflessione e migliorare la conduttanza. L'analisi della conduttanza quantizzata in questo contesto diventa fondamentale per la progettazione di dispositivi efficienti e per la comprensione dei fenomeni fisici sottostanti.