Nel contesto dei complessi filtrati, la nozione di complesso di Conley svolge un ruolo cruciale nell’analisi topologica combinatoria. Esploriamo la non-equivalenza di due complessi di Conley, a partire da una discussione sull'omomorfismo di trasferimento tra questi e sulla struttura sottostante di matrice di connessione.

Consideriamo due complessi di Conley distinti: uno definito come (P,C,d)(P, C, d) e l’altro come (P,C,d)(P', C', d'). L'idea fondamentale è che questi due complessi non sono equivalenti, come affermato nel nostro esempio. Per comprendere questa non-equivalenza, assumiamo, per assurdo, che esista un omomorfismo di trasferimento tra (P,C,d)(P, C, d) e (P,C,d)(P', C', d'), che sia essenzialmente graduato. Osserviamo che, per un tale omomorfismo, il trasferimento tra i complessi avviene tramite la matrice hgh''g', la quale è collegata ad una trasformazione idonea tra gli spazi di gradazione.

Tuttavia, risulta evidente che una contraddizione emerge quando esaminiamo il comportamento delle matrici di connessione. In particolare, quando si valuta un elemento specifico del complesso filtrato, come ADAD, le relazioni tra le matrici non si verificano correttamente. La somma dei termini come AB+BDf(AD)AB + BD - f(AD) deve rispettare una struttura precisa, che in questo caso non si compie, indicando che i complessi di Conley non sono equivalenti. La connessione tra i complessi non può essere mantenuta in modo omogeneo, poiché le strutture matriciali e le condizioni imposte dalla gradazione non sono compatibili.

Questa contraddizione si osserva chiaramente nel diagramma di Hasse, dove la relazione di ordine tra gli elementi PP e PP' indica una disuguaglianza fondamentale, rpr \leq p, che si oppone alla struttura osservata p<rp < r. Pertanto, questa disuguaglianza impone una separazione tra i due complessi, negando la possibilità di un loro omomorfismo di trasferimento equivalente.

Un aspetto interessante di questo studio è l’esame delle matrici di connessione. Anche se le matrici associate ai due complessi di Conley non sono equivalenti, esse sono "simili" sotto una certa trasformazione graduale. Infatti, è possibile definire una mappa di ordinamento χ\chi, che conserva la struttura di ordine tra gli elementi di PP, e una trasformazione lineare hh che collega CC' a CC''. Attraverso questa mappa, si stabilisce che i complessi sono simili in termini di gradazione, ma non equivalenti nella loro totalità. Questa similarità graduale è una delle chiavi per comprendere come, pur avendo strutture di connessione simili, i complessi di Conley possano differire nel loro comportamento topologico e algebrico.

Oltre a questo, un punto fondamentale da considerare è che la struttura dei complessi di Conley non dipende solo dalle matrici di connessione, ma anche dalle specifiche proprietà di ordine che caratterizzano il poset filtrato sottostante. In altre parole, la non-equivalenza dei complessi è intrinsecamente legata alla complessità dell'ordinamento e alla relazione tra gli elementi della catena filtrata.

Il concetto di "partitione aciclica" all'interno dei complessi di Lefschetz diventa, dunque, centrale quando si analizzano i complessi di Conley. Una partizione aciclica non solo stabilisce un ordinamento parziale tra gli elementi, ma influisce anche sulle proprietà topologiche degli spazi associati. Per esempio, se una partizione è convessa, la sua intersezione con altri elementi del complesso risulta in un insieme chiuso, e pertanto, localmente chiuso, caratterizzando una struttura fondamentale che è determinante per l’analisi successiva dei complessi di Lefschetz.

Importante è anche la relazione tra la teoria delle partizioni acicliche e le matrici di connessione. Ogni partizione aciclica di un complesso di Lefschetz implica una particolare struttura di catena filtrata, dove le matrici di connessione giocano un ruolo essenziale nel determinare la topologia e l’analisi del comportamento dinamico del complesso. Per questa ragione, definire correttamente una partizione aciclica e le sue proprietà di ordine è cruciale per l'intera costruzione dei complessi di Conley.

Nel trattare i complessi di Lefschetz, uno degli aspetti più affascinanti è il cosiddetto "singleton partition", una situazione particolare che merita una discussione più approfondita. Sebbene la partizione singleton possa sembrare un caso triviale, essa presenta caratteristiche che la rendono un interessante punto di partenza per l'analisi di strutture complesse e delle relative matrici di connessione, poiché rappresenta una versione semplificata e facilmente controllabile di un sistema filtrato.

In conclusione, la non-equivalenza dei complessi di Conley, unita alla comprensione delle matrici di connessione e delle partizioni acicliche, rappresenta una componente fondamentale nell’analisi topologica combinatoria dei sistemi dinamici. La chiave per una comprensione completa risiede nel riconoscere come le strutture di ordine e le matrici si influenzano reciprocamente, creando un intreccio di proprietà che non è sempre immediatamente visibile, ma che definisce il comportamento dinamico e la topologia complessiva del sistema.

La Partizione Singleton e la Struttura delle Complessità di Lefschetz

Nel contesto delle complessità di Lefschetz, la questione dell'esistenza di un complesso di Conley e della matrice di connessione associata alla definizione di Lefschetz non è sempre garantita, a meno che non si assuma l'uso di coefficienti di campo. Tuttavia, nella sezione successiva, vedremo che per una partizione aciclica più specifica, la questione dell'esistenza può essere risolta in termini generali.

Un caso di particolare interesse, sia dal punto di vista tecnico che teorico, è quello della partizione più fine di un complesso di Lefschetz, che si ottiene mediante la partizione in singolette. In questa situazione speciale, possiamo enunciare la seguente proposizione e definizione.

Proposizione e Definizione 6.2.1
Sia (X,κ)(X, \kappa) un complesso di Lefschetz. Allora i seguenti risultati sono veri:

(i) La famiglia X:={{x}xX}X := \{ \{x\} \mid x \in X \} di tutte le singolette è una partizione di XX in insiemi localmente chiusi.

(ii) La mappa sing:XX,x{x}\text{sing}: X \to X, x \mapsto \{x\} è una biiezione che preserva la relazione faccia κ\leq_{\kappa} su XX e la relazione X\prec_X su XX come definita nell'equazione (6.1).

(iii) La relazione X\prec_X è un ordine parziale su XX, che coincide con l'ordine parziale intrinseco X\leq_X su XX.

(iv) La famiglia XX costituisce una partizione aciclica di XX. Chiameremo questa partizione la partizione singleton di XX.

La dimostrazione è chiara: XX è una partizione di XX e ogni singoletto {x}\{x\} è un insieme localmente chiuso, poiché possiamo scrivere {x}=xκ\x<κ\{x\} = x \leq_{\kappa} \backslash x < \kappa, con i set xκx \leq_{\kappa} e x<κx < \kappa entrambi sottoinsiemi chiusi. Questo prova il punto (i). Inoltre, per x,yXx, y \in X, si può facilmente verificare che la sequenza di equivalenze {x}κ{y}    xcl(y)    {x}cl({y})    {x}X{y}\{x\} \leq_{\kappa} \{y\} \iff x \in \text{cl}(y) \iff \{x\} \cap \text{cl}(\{y\}) \neq \emptyset \iff \{x\} \prec_X \{y\}, che dimostra il punto (ii). Pertanto, la relazione X\prec_X è un ordine parziale su XX che, per la sua proprietà transitiva, coincide con l'ordine parziale intrinseco su XX, provando così il punto (iii). Da ciò segue che XX è una partizione aciclica di XX, completando la dimostrazione del punto (iv).

La proposizione 6.2.1 mostra che abbiamo una catena filtrata ben definita di poset nel complesso (X,C(X),κ)(X, C(X), \partial_{\kappa}). Usando l'isomorfismo d'ordine sing:XX\text{sing}: X \to X, possiamo identificare questa struttura con (X,C(X),κ)(X, C(X), \partial_{\kappa}). È importante notare che, tramite questa identificazione, gli insiemi chiusi in XX sono in corrispondenza biunivoca con i sottoinsiemi discendenti in XX.

Proposizione 6.2.2

Sia (X,κ)(X, \kappa) un complesso di Lefschetz. Allora l'ordine parziale nativo della mappa di confine κ\partial_{\kappa} coincide esattamente con la relazione faccia κ\leq_{\kappa}.

La dimostrazione di questa proposizione dipende dalla verifica che per ogni ordine parziale ammissibile \leq su XX e per ogni x,yXx, y \in X, l'ineguaglianza xκyx \leq_{\kappa} y implica xyx \leq y. Si dimostra che l'ineguaglianza xκyx \prec_{\kappa} y implica xyx \leq y, poiché xκyx \prec_{\kappa} y implica κ(y,x)0\kappa(y, x) \neq 0, da cui segue che κ(y,x)0\partial_{\kappa}(y, x) \neq 0, e l'ammissibilità dell'ordine \leq fornisce infine xyx \leq y.

Desideriamo sottolineare che la biiezione sing\text{sing} ci consente di identificare gli ordini parziali in XX con gli ordini parziali nella partizione singleton associata XX. Un risultato immediato delle proposizioni 6.2.1 e 6.2.2 è il seguente corollario.

Corollario 6.2.3
Sia (X,κ)(X, \kappa) un complesso di Lefschetz e sia XX la partizione singleton associata. Un ordine parziale è κ\partial_{\kappa}-ammissibile se e solo se è XX-ammissibile.

Un ordine parziale \leq in XX è detto naturale se per xyx \leq y e dim(x)=dim(y)\dim(x) = \dim(y), allora x=yx = y. Si osservi che l'ordine parziale nativo di κ\partial_{\kappa} è naturale, ma non ogni ordine parziale κ\partial_{\kappa}-ammissibile in XX è necessariamente naturale.

Definizione 6.2.4
Una filtrazione di un complesso di Lefschetz (X,κ)(X, \kappa) è definita come una filtrazione della partizione singleton di XX, ossia come il complesso di catene filtrato (X,C(X),κ)(X, C(X), \partial_{\kappa}) con XX ordinato da un ordine parziale κ\partial_{\kappa}-ammissibile. Si osservi che tra gli ordini parziali ammissibili vi è l'ordine parziale nativo.

È semplice osservare che l'ordine parziale nativo di (X,C(X),κ)(X, C(X), \partial_{\kappa}) coincide con la relazione faccia κ\leq_{\kappa} su XX. Quando consideriamo XX come poset ordinato secondo un ordine parziale naturale in XX, la filtrazione (X,C(X),κ)(X, C(X), \partial_{\kappa}) è chiamata filtrazione naturale di XX. Infine, quando consideriamo XX come poset ordinato secondo l'ordine parziale nativo di XX, la filtrazione (X,C(X),κ)(X, C(X), \partial_{\kappa}) è chiamata filtrazione nativa di XX.

Teorema 6.2.5
Sia (X,κ)(X, \kappa) un complesso di Lefschetz. Allora i seguenti risultati sono veri:

(i) Ogni filtrazione del complesso di Lefschetz (X,κ)(X, \kappa) è ridotta, ossia è un complesso di Conley di se stesso. In particolare, X=XX' = X.

(ii) Ogni filtrazione naturale di un complesso di Lefschetz (X,κ)(X, \kappa) ha un complesso di Conley e una matrice di connessione univocamente determinati. La matrice di connessione coincide con la matrice (X,X)(X, X) della mappa di confine κ\partial_{\kappa}.

Il risultato del teorema stabilisce l'esistenza diretta del complesso di Conley e della matrice di connessione per la partizione singleton, senza fare riferimento al Teorema 5.3.2. In altre parole, in questa situazione specifica, non è necessario assumere che il complesso di Lefschetz XX abbia coefficienti di campo.

Come i Refinamenti delle Partizioni Acicliche Influiscono sui Complessi Filtrati di Posets

Il concetto di raffinamento nelle strutture algebriche, come i posets filtrati e i complessi di catene, gioca un ruolo fondamentale nell'analisi delle loro proprietà topologiche e algebriche. In particolare, questo capitolo esamina come i raffinamenti influenzano le partizioni acicliche nei complessi di Lefschetz, con un focus sul comportamento delle mappe di filtrazione e sulle relazioni tra le strutture filtrate.

Nel contesto di una mappa suriettiva ordinata μ:QP\mu : Q \to P, che collega due posets distinti PP e QQ attraverso sottogruppi distinti PP' e QQ', un modulo MM che è sia PP-filtrato che QQ-filtrato può essere considerato come un oggetto in FMODFMOD. Definire quando un oggetto (Q,M)(Q, M) sia un raffinamento di (P,M)(P, M) richiede che, per ogni elemento pPp \in P', la somma diretta degli elementi di MM associati a pp sia uguale alla somma diretta degli elementi associati agli elementi di QQ' preimmagine di pp, cioè qμ1(p)Mq=Mp\bigoplus_{q \in \mu^{ -1}(p)} M_q = M_p. Questo concetto è cruciale per comprendere come le strutture algebriche filtrate possono essere modificate tramite raffinamenti che mantengono la coerenza con le mappature originali.

In modo simile, si può definire un raffinamento di un complesso filtrato di catene. Dato un complesso di catene filtrato da PP, un raffinamento del complesso filtrato di catene (P,C,d)(P, C, d) da parte di un altro poset QQ si verifica quando (Q,C)(Q, C) è un raffinamento di (P,C)(P, C) come modulo. L'importanza di tale raffinamento risiede nel fatto che preserva le proprietà fondamentali del complesso di catene filtrato, come la struttura dei bordi e la continuità tra gli oggetti coinvolti.

Nel caso specifico dei complessi di Conley associati, l'esistenza di un raffinamento implica che la mappa associata alla combinazione dei complessi filtrati mantenga le proprietà di suriezione, come mostrato nell'uso di μ\mu. Inoltre, se si considera una partizione aciclica di Lefschetz, il raffinamento di una partizione FF rispetto a una partizione EE implica che ogni sottoinsieme FFF \in F sia contenuto in un unico EEE \in E. La mappa μ\mu che collega queste partizioni è suriettiva e preserva l'ordinamento parziale, un aspetto fondamentale per mantenere la coerenza delle strutture.

In questa struttura, i raffinamenti permettono non solo di comprendere come una partizione possa essere vista come una suddivisione più fine di un'altra, ma anche di analizzare come le relazioni algebriche e topologiche si trasferiscano tra complessi filtrati che sono stati modificati da raffinamenti. La mappa μ\mu che lega le partizioni di Lefschetz FF ed EE è di particolare importanza poiché stabilisce la relazione tra i componenti dei due complessi filtrati, influenzando direttamente la topologia dei loro spazi associati.

A parte i raffinamenti, è cruciale comprendere che la struttura dei moduli filtrati implica una particolare attenzione alla preservazione delle relazioni di ordine e alla coerenza tra gli spazi filtrati. Ogni raffinamento non è solo una divisione più fine dei moduli o dei complessi di catene, ma è un'operazione che mantiene l'integrità delle proprietà originali, come la struttura dei bordi e la continuità delle mappe di filtrazione. Questi concetti sono fondamentali per la comprensione delle connessioni tra algebra e topologia, in particolare nel contesto dei complessi di Lefschetz e delle partizioni acicliche.