La gestione della radiazione dispersa è fondamentale per migliorare la qualità delle immagini radiografiche, in particolare per garantire che il campo di interesse (VOI) sull'IR non venga contaminato dalla radiazione che non contribuisce all'immagine diagnostica. Per ridurre l'effetto della radiazione dispersa, è possibile utilizzare schermi di piombo. Questi schermi agiscono come barriere fisiche, impedendo che la radiazione dispersa, che si genera principalmente dalla tavola di imaging, raggiunga l'IR e ne comprometta la qualità.

Un esempio pratico di come applicare queste tecniche si verifica quando si esaminano strutture anatomiche che tendono a produrre un eccessivo accumulo di radiazione dispersa lungo i bordi esterni della zona di collimazione, come nel caso delle vertebre lombari laterali. In questi casi, l'uso di uno scudo a contatto piatto in piombo, posizionato lungo il bordo appropriato, migliora significativamente la risoluzione del contrasto dell'immagine. Questo approccio, in particolare, aiuta a ridurre la "nebbia" radiografica causata dalla radiazione dispersa, rendendo i dettagli anatomici più visibili e distinguibili.

Un altro aspetto fondamentale da considerare è l'effetto della radiazione dispersa sui pazienti di maggiore dimensione. In questi casi, la radiazione dispersa diventa più evidente, in quanto la quantità di segnali utili diminuisce rispetto al rumore di dispersione. Ciò comporta una riduzione del rapporto segnale/rumore (SNR), che può compromettere la qualità dell'immagine e la sua risoluzione del contrasto.

La riduzione del rumore quantico è un'altra strategia importante. Il rumore quantico si verifica quando la dose di radiazione che raggiunge l'IR è troppo bassa, causando una distribuzione casuale dei fotoni sulla proiezione. Questo fenomeno si manifesta visivamente come una grana o un pattern casuale che può mascherare i dettagli e ridurre la risoluzione del contrasto. L'unico modo per ridurre il rumore quantico è aumentare il numero di fotoni che raggiungono l'IR, generalmente aumentando il mAs e/o il kV.

Un concetto cruciale nella qualità delle immagini radiografiche è il rapporto segnale/rumore (SNR). Questo indice confronta i segnali desiderati con quelli indesiderati, come la radiazione dispersa, il rumore quantico e il rumore elettronico. Un SNR elevato indica che una maggiore proporzione di segnali utili viene utilizzata per creare l'immagine, migliorando la qualità e la precisione del risultato diagnostico.

Anche la risoluzione del contrasto gioca un ruolo fondamentale nell'accuratezza delle immagini radiografiche. Essa si riferisce alla capacità del sistema di imaging di distinguere i dettagli, rappresentandoli con diverse tonalità di grigio. La risoluzione del contrasto è ottimale quando il sistema è in grado di separare dettagli molto vicini tra loro per coefficienti di attenuazione. La profondità dei bit dei pixel (bit depth) determina il numero di tonalità di grigio che un sistema digitale può visualizzare, influenzando direttamente la capacità di risolvere i contrasti. I sistemi digitali moderni utilizzano pixel a 14 bit, il che consente di rappresentare fino a 16.384 valori per pixel, ma non tutte queste informazioni vengono visualizzate. Il range dinamico del sistema (la gamma di valori di grigio mostrati) è regolato dal software e ottimizzato in base al tipo di esame e alle caratteristiche anatomiche da evidenziare.

Un altro aspetto che merita attenzione è l'esposizione totale all'IR, che include sia i raggi primari che quelli secondari, o dispersivi. Modificare la quantità di radiazione primari o secondari che raggiunge l'IR avrà un impatto sull'esposizione totale. Quando si verificano esposizioni sottodimensionate o sovradimensionate, è importante comprendere che una proiezione con errori di esposizione può essere comunque corretta tramite la ridistribuzione dei dati durante il processo di post-elaborazione, senza necessità di ripetere l'esame, a meno che l'esposizione non si discosti significativamente dai limiti ottimali.

Inoltre, la gestione dei fattori legati all'esposizione è fondamentale per evitare la ripetizione di esami. In genere, un'esposizione che rientra in un intervallo accettabile non necessita di essere ripetuta, a meno che non sia fuori dal range di tolleranza per l'esame specifico, come indicato nelle tabelle di correzione. Se l'esposizione è troppo bassa o troppo alta, il sistema di post-elaborazione regolerà automaticamente i valori, ma una modifica importante nelle condizioni del paziente, come uno spessore corporeo maggiore, potrebbe causare un aumento della radiazione dispersa, che richiederebbe un aggiustamento.

In generale, è fondamentale mantenere l'indice di esposizione (EI) il più vicino possibile al valore ideale per evitare l'effetto di saturazione o di rumore quantico, garantendo così la qualità dell'immagine. Le modifiche più comuni includono l'adeguamento dell'intensità del mAs o del kV per ottenere una proiezione più bilanciata, riducendo al minimo il rischio di interferenze da radiazioni indesiderate.

Come ottenere proiezioni radiologiche precise dell'articolazione della spalla in posizione supina: la complessità delle inclinazioni del tronco e della spalla

Quando si esegue una proiezione obliqua della spalla in posizione supina, è necessario un aumento dell'inclinazione del tronco e della spalla. Questo è fondamentale per ottenere una visione corretta dell'articolazione gleno-omerale. La posizione supina comporta una pressione sul lato affetto della spalla che, durante la rotazione del tronco, può forzare la spalla a spostarsi in avanti e verso l'alto. Tale spostamento richiede un'ulteriore inclinazione del tronco e della spalla, che consente di aprire correttamente l'articolazione gleno-omerale. Questo movimento causa anche un accorciamento della clavicola, che si allinea più verticalmente rispetto alla posizione originale.

Nel caso di pazienti con una postura cifotica, l'aumento della convessità della colonna vertebrale impedisce l'allineamento del piano coronal superiore. Questo fa sì che la scapola si posizioni in modo anteriore, come avviene durante una massima protrazione della spalla. In queste circostanze, la proiezione obliqua della spalla, sebbene eseguita correttamente in base alla routine, mostrerà il margine superiore del processo coracoideo sotto il margine superiore della cavità glenoidea. Per correggere questa distorsione, si utilizzano metodi alternativi di posizionamento durante la proiezione obliqua. Inoltre, in pazienti cifotici, è necessario un maggiore angolo di inclinazione del tronco e della spalla per posizionare correttamente la cavità glenoidea in profilo, con la proiezione finale che mostra il torace più vicino all'articolazione gleno-omerale.

Un'inclinazione eccessiva del tronco e della spalla in una proiezione obliqua della spalla in posizione supina causa la chiusura dell'articolazione gleno-omerale, con una sovrapposizione di oltre un terzo del processo coracoideo sopra la testa omerale. Se l'inclinazione è insufficiente, invece, la sovrapposizione sarà inferiore a un terzo, con la cavità glenoidea che appare chiusa.

Un altro errore comune riguarda l'inclinazione anteriore o posteriore del piano coronal superiore. Se il piano è inclinato anteriormente, il margine superiore del processo coracoideo risulterà visibile sotto il margine superiore della cavità glenoidea. Se il piano è inclinato posteriori, il margine superiore del processo coracoideo risulterà visibile sopra il margine superiore della cavità glenoidea.

Per un'analisi accurata della proiezione obliqua della spalla, è necessario considerare la posizione del processo coracoideo e della cavità glenoidea. Una posizione corretta prevede una chiara visibilità della cavità glenoidea, senza che il processo coracoideo si sovrapponga troppo alla testa dell'omero.

Nel caso di fratture del collo del femore, una proiezione obliqua della spalla può mostrare una sovrapposizione tra la testa omerale e la cavità glenoidea. Tuttavia, la proiezione corretta deve evidenziare la formazione a "Y" della scapola, per identificare con precisione la relazione tra la testa dell'omero e il corpo della scapola. È fondamentale eseguire questa manovra correttamente, soprattutto quando si sospetta una frattura, per evitare che l'angolazione errata possa mascherare la vera posizione del frattura.

Un altro fattore cruciale è l'inclinazione del piano coronal superiore. Quando un paziente si sposta verso o lontano dal piano del recettore di immagine (IR), ciò influisce sulla visibilità dell'angolo scapolare superiore, che può apparire sopra o sotto la clavicola a seconda della direzione dell'inclinazione. La corretta inclinazione del piano coronal superiore è quindi fondamentale per evitare errori di visualizzazione e per garantire una proiezione accurata dell'articolazione della spalla.

Infine, nelle proiezioni oblique della spalla eseguite su pazienti cifotici o con deformazioni spinali, è importante mantenere un'attenta osservazione dell'inclinazione della colonna vertebrale e della spalla per evitare che l'articolazione gleno-omerale appaia distorta o poco chiara nella proiezione. Gli errori di posizionamento in queste situazioni potrebbero compromettere l'accuratezza diagnostica, rendendo necessarie tecniche alternative di imaging per ottenere risultati ottimali.