L'utilizzo di flussi di dati temporali (TSDS) in Elasticsearch è una tecnica fondamentale per monitorare e analizzare informazioni continue e variabili nel tempo, come nel caso dei dati sul traffico. Questi flussi sono progettati per raccogliere dati che si evolvono con il tempo, come la velocità media dei veicoli o il tempo di percorrenza su una determinata strada. La configurazione di un flusso di dati temporali richiede la creazione di un template per l'indice, che definisce come i dati devono essere strutturati, nonché l'integrazione di metriche e dimensioni utili a rappresentare il comportamento del sistema monitorato.
Per iniziare, è necessario definire il template dell'indice, che consiste in due componenti: uno per la configurazione delle metriche e l'altro per le impostazioni generali del traffico. In particolare, nel caso dei dati sul traffico di Rennes, abbiamo creato il template dell'indice metrics-rennes_traffic-index-template, che include un pattern per gli indici associati al traffico e una descrizione che spiega l’uso del template.
Il template stesso è composto da un array di configurazioni, che includono il tipo di dati temporali e la modalità di gestione dei flussi. Una volta definito il template, possiamo passare alla creazione di un documento di test per il flusso di dati, dove il campo @timestamp gioca un ruolo cruciale. Questo campo deve riflettere l'ora esatta in cui i dati vengono registrati, in quanto la maggior parte dei TSDS accetta solo documenti il cui timestamp rientra in un intervallo specifico: dall'ora corrente meno due ore fino a trenta minuti avanti.
L’inserimento di un documento di test nel flusso di dati permette di verificare che il sistema sia correttamente configurato e che i dati possano essere registrati senza errori. Un esempio di comando per l’inserimento di un documento di traffico potrebbe essere il seguente:
In questo esempio, i dati relativi alla velocità media, alla durata del viaggio e allo stato del traffico vengono associati a una posizione geografica specifica. Una volta inseriti i dati, è possibile verificarli nel sistema tramite Kibana Dev Tools utilizzando comandi di ricerca, come GET metrics-rennes_traffic-default/_search, per assicurarsi che i dati siano stati effettivamente archiviati e possano essere consultati facilmente.
Un altro aspetto importante è l'aggregazione dei dati. Gli aggregati sono utili per analizzare i dati in base a dimensioni specifiche, come la velocità media dei veicoli su un determinato intervallo di tempo. In Elasticsearch, possiamo utilizzare un'aggregazione terms per raggruppare i dati in base alla dimensione desiderata e applicare un'aggregazione su una metrica, come la velocità media. Un esempio di aggregazione potrebbe essere:
Questo tipo di aggregazione consente di ottenere una visione temporale dei dati di traffico, che è cruciale per l'analisi delle tendenze e l'ottimizzazione delle strategie di gestione del traffico in tempo reale.
Dal punto di vista della configurazione del flusso di dati, è essenziale definire correttamente i campi delle dimensioni e delle metriche. Le dimensioni, come il riferimento alla posizione (location_reference), sono fondamentali per le aggregazioni e il downsampling, poiché definiscono l'entità che stiamo monitorando. Le metriche, come la velocità media o il tempo di percorrenza, rappresentano misurazioni numeriche e devono essere trattate come variabili in grado di fluttuare nel tempo.
Nel caso delle metriche, è importante definire correttamente il tipo di metrica: un contatore (counter) è una metrica che cresce continuamente nel tempo, mentre una metrica di tipo gauge (gauge) può fluttuare sia verso l’alto che verso il basso. Per esempio, la velocità media dei veicoli è una metrica di tipo gauge, poiché può variare in entrambi i sensi, mentre il numero di veicoli che transitano in un determinato punto è una metrica di tipo counter.
La gestione dei flussi temporali richiede anche una strategia per il downsampling, una tecnica che consente di ridurre la granularità dei dati nel tempo per facilitarne la gestione e l'analisi. In generale, i flussi temporali sono estremamente utili quando si devono gestire grandi volumi di dati, come nel caso dei dati sul traffico, poiché permettono di raccogliere informazioni su larga scala e di analizzarle in modo efficiente.
Una volta che i dati sono stati inseriti e configurati correttamente nel sistema, l’obiettivo successivo è monitorarli in tempo reale. Questo richiede la creazione di script automatici che aggiornino costantemente il flusso di dati, superando così la necessità di inserimenti manuali attraverso comandi come quelli descritti precedentemente. A questo scopo, l’uso di Python e delle API di Elasticsearch è estremamente utile per gestire flussi continui di dati in tempo reale.
In futuro, nel prossimo capitolo, esploreremo come ottimizzare ulteriormente la gestione dei flussi di dati temporali, utilizzando tecniche avanzate di downsampling per ridurre i dati in tempo reale. Ma già ora è importante comprendere che il vero valore dei flussi di dati temporali risiede nella capacità di raccogliere informazioni dettagliate in modo continuo e di utilizzarle per fare previsioni e analisi predittive su eventi che si verificano nel tempo.
Come implementare il processo di autorizzazione mappando i ruoli per garantire l'accesso appropriato in un sistema SSO con OpenID Connect
Il processo di autorizzazione, attraverso la mappatura dei ruoli, è uno degli elementi centrali nella gestione dell'accesso sicuro in un ambiente SSO. Utilizzare un sistema di Single Sign-On (SSO) basato su OpenID Connect (OIDC) con Okta come fornitore di identità consente una gestione centralizzata e sicura degli accessi. L’implementazione di un processo di mappatura dei ruoli ben definito è fondamentale per assicurarsi che gli utenti abbiano i permessi giusti in relazione alle loro funzioni e responsabilità.
Per garantire una corretta implementazione di questa procedura, è essenziale partire dalle basi, come la configurazione della modalità di accesso tramite Okta e la gestione degli spazi di Kibana. Il primo passo fondamentale consiste nell’avere una configurazione preesistente per la gestione dell’accesso tramite Single Sign-On, con particolare attenzione al collegamento tra Okta e il sistema Elastic Stack. È proprio in questa fase che la mappatura dei ruoli gioca un ruolo cruciale.
Implementazione della Mappatura dei Ruoli
La mappatura dei ruoli in un sistema come Kibana è un processo relativamente semplice, ma che richiede attenzione ai dettagli. Si possono adottare due approcci principali: uno tramite l’interfaccia grafica di Kibana e l’altro tramite l'API di Elastic Stack, adatto per chi preferisce una gestione programmata. In questa guida, esamineremo l'approccio manuale tramite Kibana, che rappresenta il metodo più diretto.
Per cominciare, accedi a Kibana utilizzando un utente amministrativo Cloud, quindi naviga su Stack Management | Role Mappings e clicca su Create Role Mapping. Nella sezione di mappatura del ruolo, dovrai inserire un nome per la mappatura (ad esempio, okta_oidc_sso_business_reader) e selezionare il ruolo cookbook_business_reader. Successivamente, nella sezione Mapping Rules, aggiungi una regola dove il campo utente è groups, di tipo text, con il valore Elastic Group Mapping users and groups to roles. Dopo aver configurato la regola, salva la mappatura del ruolo.
Una volta completata questa fase, disconnetti l’utente attualmente connesso e apri una finestra in incognito del browser per effettuare nuovamente il login a Kibana, utilizzando l’autenticazione SSO tramite Okta e il realm OIDC. Al termine del processo di autenticazione, dovresti accedere a Kibana con il ruolo cookbook_business_reader, che consente l'accesso allo spazio Traffic analysis, come mostrato nelle schermate del sistema.
Autenticazione e Autorizzazione: Un Processo in Due Fasi
L’integrazione di OpenID Connect con Elastic Stack e Okta segue un processo diviso in due fasi distinte ma complementari: autenticazione e autorizzazione. Nella prima fase, l'autenticazione è gestita attraverso la configurazione di Okta, che prevede la creazione di un gruppo e di un’applicazione per permettere agli utenti di autenticarsi tramite il sistema Okta. La seconda fase, invece, è quella dell'autorizzazione, che consiste nel mappare i ruoli esistenti nel sistema Elastic Stack ai gruppi definiti in Okta, completando così il processo di accesso SSO.
L’autenticazione si concentra sull’identificazione dell’utente, mentre l’autorizzazione determina i permessi e l’accesso alle risorse in base al ruolo assegnato all'utente. La mappatura dei ruoli è fondamentale in questo passaggio, poiché collega i gruppi di utenti in Okta con i ruoli specifici nell’Elastic Stack, garantendo che solo gli utenti con i giusti privilegi possano accedere a risorse sensibili o eseguire operazioni riservate.
Mappatura dei Ruoli e Gestione dell’Accesso
Nel contesto di un'implementazione con Elastic Stack e Okta, la mappatura dei ruoli è la chiave per gestire efficacemente l’accesso. Essa consente di associare i gruppi di utenti definiti in Okta ai ruoli specifici nell'Elastic Stack. Questo permette agli amministratori di definire i permessi e le risorse a cui ogni gruppo di utenti ha accesso, semplificando la gestione delle autorizzazioni.
Quando un utente si autentica tramite Okta, Elastic Stack esamina il gruppo di appartenenza dell’utente e applica i ruoli corrispondenti. Questo processo è automatizzato e consente una gestione centralizzata degli accessi, riducendo il rischio di errori umani e migliorando la sicurezza complessiva. La mappatura dei ruoli rappresenta, quindi, un ponte tra l'autenticazione gestita da Okta e il controllo fine-grained degli accessi all’interno dell’Elastic Stack.
Un aspetto importante della mappatura dei ruoli è l’uso delle mappature delle affermazioni (claims), che consente di associare informazioni dettagliate sugli utenti, come il gruppo di appartenenza, ai permessi all’interno di Elastic Stack. Le affermazioni sono essenziali per configurare correttamente l’autenticazione e l'autorizzazione, consentendo un controllo più preciso e granulare sui permessi di accesso.
Approccio Programmatico alla Mappatura dei Ruoli
Se desideri un controllo maggiore sulla mappatura dei ruoli, Elastic Stack offre anche un’API che consente di implementare la mappatura in modo programmatico. Questa soluzione è particolarmente utile per gli amministratori che preferiscono gestire la mappatura dei ruoli attraverso strumenti automatizzati o in scenari di grande scala. Per maggiori dettagli sull’uso dell'API, è possibile consultare la documentazione ufficiale di Elastic, che fornisce una guida dettagliata su come creare e gestire le mappature dei ruoli tramite le API.
Conclusione
L’integrazione di SSO con OpenID Connect e la corretta implementazione della mappatura dei ruoli sono passaggi cruciali per garantire un accesso sicuro e centralizzato in un ambiente distribuito come Elastic Stack. Comprendere la distinzione tra autenticazione e autorizzazione e sapere come configurare correttamente la mappatura dei ruoli è essenziale per ogni amministratore di sistema che desideri implementare un SSO efficace e sicuro. La mappatura dei ruoli non solo semplifica la gestione degli accessi, ma permette anche di avere un controllo preciso e granulare sulle risorse del sistema, migliorando la sicurezza complessiva.
Come monitorare l'Elastic Stack: vantaggi, analisi e visualizzazioni personalizzate
Il monitoraggio dell'Elastic Stack utilizzando gli strumenti proprietari di Elastic offre numerosi vantaggi. In primo luogo, i dati di monitoraggio vengono archiviati come indici regolari, il che consente un'analisi personalizzata. Questo approccio, come dimostrato nell'esempio relativo alla creazione di visualizzazioni personalizzate per i dati di monitoraggio, consente di esplorare diversi aspetti delle operazioni e dell'utilizzo dei cluster. Ad esempio, è possibile analizzare il volume di dati ingeriti giornalmente, la quantità di dati interrogati o identificare le finestre temporali più comuni nelle query. Tutte queste informazioni possono essere ottenute semplicemente utilizzando i dati di monitoraggio disponibili.
Raccolta dei dati
Al cuore del monitoraggio dell'Elastic Stack c'è la raccolta di metriche e log da vari componenti del sistema. Questo processo è facilitato da Metricbeat e Filebeat, strumenti progettati per raccogliere dati operativi dettagliati. Metricbeat raccoglie metriche come l'utilizzo della CPU, della memoria e lo stato di salute dei nodi, mentre Filebeat raccoglie i log, che offrono una visione più profonda degli eventi operativi. Questi "Beats" sono ottimizzati per integrarsi perfettamente con Elastic Cloud, assicurando che i dati vengano catturati e trasmessi per l'analisi in modo efficiente. A partire dalla versione 8.5, è possibile utilizzare anche Elastic Agent per raccogliere gli eventi di monitoraggio dell'Elastic Stack.
Trasporto e archiviazione dei dati
Una volta raccolti, i dati vengono inviati al cluster di monitoraggio dedicato all'interno di Elastic Cloud. La separazione dei dati di monitoraggio da quelli di produzione garantisce che le attività di monitoraggio non influenzino le performance dell'ambiente di produzione. I dati vengono archiviati in indici, come qualsiasi altro dato all'interno di Elasticsearch, e sono quindi facilmente accessibili per l'analisi e la visualizzazione. In ambienti on-premise, è inoltre considerata una best practice isolare il cluster di monitoraggio per garantire una maggiore sicurezza e prestazioni ottimali.
Analisi e visualizzazione
L'analisi e la visualizzazione dei dati raccolti vengono principalmente eseguite tramite Kibana, che offre un'interfaccia utente (UI) specializzata per il monitoraggio dell'Elastic Stack. Questa UI presenta agli utenti una dashboard completa che visualizza la salute, le performance e i log dei componenti dell'Elastic Stack. Gli utenti possono esaminare metriche specifiche, visualizzare tendenze storiche e identificare modelli o anomalie che potrebbero indicare problemi o opportunità di ottimizzazione. Inoltre, è possibile configurare degli avvisi tramite il framework di alerting di Elasticsearch, il quale permette di definire notifiche basate su condizioni specifiche all'interno dei dati di monitoraggio. Questi avvisi possono segnalare problemi, come un calo improvviso delle performance o un nodo che va offline, consentendo una risposta rapida per garantire la stabilità e l'affidabilità dell'Elastic Stack.
Sicurezza nel monitoraggio
La sicurezza nel monitoraggio è strettamente integrata con il modello di sicurezza complessivo di Elastic Cloud. L'accesso ai dati e alle funzionalità di monitoraggio è controllato attraverso il controllo degli accessi basato su ruoli (RBAC), garantendo che solo gli utenti autorizzati possano visualizzare o manipolare i dati di configurazione e monitoraggio.
Creazione di visualizzazioni personalizzate
Per ottimizzare il monitoraggio, è fondamentale configurare dashboard personalizzate che possano aiutare a monitorare aspetti specifici dell'ambiente. Una delle tecniche principali in Kibana è l'uso di visualizzazioni personalizzate che permettono di ottenere ulteriori indicatori chiave di performance (KPI). Ad esempio, è possibile creare una visualizzazione che traccia i cambiamenti giornalieri nello spazio di archiviazione per ogni indice. Questo approccio non solo aiuta a comprendere meglio il valore operativo del proprio deployment, ma offre anche spunti utili per la risoluzione di problemi.
Per creare una visualizzazione personalizzata, bisogna prima creare una "data view" per gli indici di monitoraggio in Kibana. Una volta creato il data view, si può passare alla creazione della visualizzazione vera e propria, scegliendo il tipo di grafico e configurando le colonne, le righe e le metriche necessarie. Un esempio pratico di questa configurazione può includere l'uso di un "Date Histogram" per raggruppare i dati su base giornaliera, insieme a funzioni personalizzate per visualizzare il numero massimo di valori.
Best practices e utilizzo avanzato
Per un monitoraggio ottimale, è consigliato rivedere regolarmente le dashboard di salute e performance per restare sempre un passo avanti rispetto a potenziali problematiche. Configurare avvisi proattivi permette di gestire l'ambiente in modo tempestivo e ridurre al minimo i tempi di inattività. Un altro aspetto cruciale è l'analisi approfondita delle metriche e dei log, che può contribuire notevolmente nell'individuare la causa principale di eventuali problemi operativi (Root Cause Analysis - RCA).
Inoltre, è possibile monitorare anche Logstash attraverso l'applicazione di monitoraggio dell'Elastic Stack, sfruttando le integrazioni specifiche per Elastic Agent. Implementando un agente Elastic sulla stessa infrastruttura in cui è in esecuzione Logstash, si possono raccogliere e spedire i dati di monitoraggio al cluster dedicato.
Importanza dell'isolamento e sicurezza
Quando si gestisce un ambiente di monitoraggio, è essenziale garantire l'isolamento del cluster di monitoraggio, specialmente quando si lavora in ambienti on-premise. Questo isolamento aiuta a prevenire eventuali impatti sulle prestazioni del cluster di produzione, consentendo al contempo un'analisi continua e approfondita senza compromettere le operazioni quotidiane. La gestione della sicurezza attraverso il controllo degli accessi basato su ruoli è fondamentale per evitare che utenti non autorizzati possano interferire con le configurazioni e i dati sensibili.

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